ECOLOGIA MENTALE: BISOGNO EMERGENTE

Anna Maria Sancricca

 

Su questa linea, potremo ancora compiere un passo in avanti, ascoltando la comunicazione della professoressa Anna Maria Sancricca.

 

 

Anche questa mia comunicazione rientra nell'ambito dell'argomento di chi mi ha preceduto.

Una Famiglia Religiosa impegnata con i bisognosi. Due domande saltano subito in mente: chi è questa Famiglia, chi sono i bisognosi.

Chi è questa Famiglia, l'abbiamo conosciuto dalla relazione di stamane, nella quale, con estrema chiarezza e con rigore di documentazione, è stato presentato il progetto che Dio ha affidato a Madre Speranza (cfr. relazione del padre Gialletti "Aspetto storico delle sei componenti della Famiglia Religiosa").

La mia riflessione si orienta verso la motivazione che muove al fare, cioè verso lo spirito e il metodo con cui Madre Speranza ha lavorato e fatto lavorare i suoi figli e le sue figlie a favore dei bisognosi.

La Madre li chiamava "poveri", cioè che hanno bisogno di qualsiasi cosa, che vanno aiutati con una vita di carità e con opere. Intendeva in special modo, i più peccatori e gli abbandonati. Da notare quel "vita di carità", che vuol dire: non gesti isolati e occasionali o parole, bensì fatti e atteggiamenti.

Anzitutto, per Madre Speranza, "povertà" è la non conoscenza e la mancanza di amore, che affligge l'uomo nell'intimo della sua coscienza e impedisce la pace del cuore. La povertà dell'uomo del nostro tempo si esprime, spesso, più nei bisogni spirituali che in quelli materiali. Non è povertà, forse, lo sconvolgimento dei criteri di giudizio cui la mentalità di oggi costringe e schiavizza l'uomo? L'epoca nostra è caratterizzata da novità tipiche che non hanno precedenti.

L'uso dei linguaggi tecnologici apre, sotto il profilo della comunicazione, problematiche nuove e imprevedibili, le quali debbono essere affrontate in modo adeguato. Tra i bisognosi, la Madre annovera i sacerdoti, per i quali prega il Signore, perché li aiuti a capire il vuoto e il nulla delle cose umane, che li attragga a Lui, Padre amoroso e fonte di ogni bene, che dia loro forza e costanza per non desiderare nulla al di fuori di Lui.

Il concetto di povertà, che la Madre esprime e che si riferisce a grandi e piccoli, sembra essere veramente ampio, profondo e concreto e scaturisce dalla dignità della persona umana, nella quale la Madre vede e sente, con chiarezza, che l'Amore Misericordioso è il punto di riferimento, il luogo d'incontro con Dio e l'esperienza per chi aiuta e per chi è aiutato.

Esperienza di un Dio che ama l'uomo sempre e comunque. Qual è, allora, la visione della Madre Speranza? Quali sono le sue aspettative per la Famiglia Religiosa, perché l'Amore Misericordioso possa essere annunciato con efficacia?

Nei confronti di queste persone - i poveri, i bisognosi - la Madre punta sull'atteggiamento interiore di chi offre l'aiuto. Uno sguardo di compassione, come Dio che si china su chi soffre, qualunque sia il motivo e la causa della sofferenza.

E questo fa entare nello specifico del Carisma. Nel libro delle Esortazioni, in data 2 gennaio 1965, si legge:

«L'ancella dell'Amore Misericordioso ha scelto la vita religiosa non per lavorare in un laboratorio (evidente riferimento al laboratorio di maglieria, funzionante, a quell'epoca, presso la Casa della Giovane), bensì per apprendere che le Ancelle dell'Amore Misericordioso sono disposte a fare tutto quanto il Signore vorrà loro chiedere. "Ecce ancilla Domini"».

Nelle Circolari che scrive alle Figlie, Madre Speranza dice testualmente:

«I Figli e le Ancelle dell'Amore Misericordioso sono chiamati, per vocazione religiosa, a far conoscere al mondo intero la devozione dell'Amore Misericordioso»; ma si domanda anche subito: «Ci siamo nutriti bene degli insegnamenti del nostro divin Maestro?».

Ricorda, con insistenza, alle sue Figlie che questo è l'obiettivo e le invita a chiedere: «Signore, che debbo fare? come vuoi che mi comporti?».

Abbiamo visto che la Madre è stata sensibile all'istruzione e all'educazione dei bambini nella Spagna degli anni 30 (cfr. comunicazione del padre Aurelio Pérez, fam) dei malati e degli anziani, degli handicappati, ma qual è l'appello lanciato oggi, in questo momento?

L'appello della Madre va anche verso la direzione dei nuovi bisogni, creati dall'attuale realtà sociale. Sono i bisogni chiaramente emergenti, per chi li sa leggere, dell'uomo di oggi, il quale, al di là delle apparenze e delle molteplici evasioni, chiede di essere aiutato a riappropriarsi della consapevolezza e della capacità di assumere le responsabilità che gli competono, in quanto uomo.

E' il discorso del riconoscimento di quei criteri "che sono proprio quelli che ci vogliono per affrontare adeguatamente la nuova cultura, frutto della mentalità massmediale e quindi la nuova evangelizzazione". Criteri di sostanza e criteri di lotta, di cui ha parlato ieri, in modo magistrale, il relatore che ha aperto questo convegno e che, a mio giudizio, definiscono l'identità di appartenenza dei membri della Famiglia di Madre Speranza.

In essi, il relatore ha individuato chiari indizi che definiscono il ruolo profetico di Madre Speranza; ruolo che si configura in precise linee operative, rispetto alla cultura contemporanea: formare una mentalità che sia capace di neutralizzare gli effetti negativi della mentalità prodotta dai mass media, di cui P. Taddei ha individuato la natura scientifica del fenomeno (cfr. relazione del padre Taddei "Ruolo profetico di Madre Speranza nella realtà odierna).

Questa mentalità, che si esprime in gesti di misericordia, dice la Madre, è indispensabile per la Famiglia Religiosa, per le vocazioni, per la diffusione, nel mondo intero, del messaggio dell'Amore Misericordioso.

La Madre parla di una missione aperta a tutti i bisognosi, realizzatrice di opere che sbocciano dalla creatività di un amore gratuito come quello di Dio.

Questo desiderio, prosegue la Madre, «deve riempirvi di fiducia e di entusiasmo, perché le persone che si rivolgono a voi, cariche di dolore, sofferenza e infermità, si possano sentire consolate». In questa prospettiva e in questo spirito, vanno le opere e i diversi servizi, che costituiscono la peculiarità della Famiglia Religiosa, la quale, non si identifica in questa o quell'opera, questa o quell'attività, ma rimane aperta ad ogni possibile bisogno e povertà, che la Famiglia Religiosa attua con modalità diverse, seguendo lo stile e la creatività dell'Amore Misericordioso.

«... Sarà superbia, ma chiedo al Signore che i miei Figli e le mie Figlie, uniti nell'amore e nella carità, si possano estendere nel mondo intero e darGli tanta gloria, non con parole eloquenti, ma con una vita di amore, sacrificio, abnegazione e carità, verso tutti, ma specialmente con i più peccatori».

Grazie!

 

Quest'ultima comunicazione credo abbia offerto una chiave di lettura anche dei due interventi precedenti, almeno nel senso che il Carisma religioso di Madre Speranza invita ad andare oltre alcune forme di povertà consolidate e legate a situazioni concrete, invitando a cogliere la vera povertà, quella che consiste nella mancanza di amore. Come bisogna andare oltre le forme esteriori in cui si manifesta la povertà, allo stesso modo bisogna andare oltre alcuni atteggiamenti consolidati, standardizzati, nel rispondere alla povertà, impegnandoci nella ricerca di un atteggiamento interiore come la sostanza fondamentale che giustifica l'aiuto nei confronti degli altri; quindi un atteggiamento di disponibilità verso quello che il Signore vorrà chiedere. Se è presente questo atteggiamento di disponibilità allora è presente anche la capacità di cogliere i nuovi bisogni che emergono dal mondo contemporaneo. ll Carisma dell'Amore Misericordioso consiste appunto, come è stato sottolineato nell'ultima parte dell'intervento, in questa capacità di non irrigidirsi in alcune opere per così dire cristallizzate, ma nella ricerca di attenzione e di apertura anche in forme nuove nei confronti dei bisogni che emergono; queste forme sono sostanzialmente delle variazioni sul tema fondamentale dell'amore.