Film: «SPERANZA MELODIA DI MISERICORDIA»

Miguel Ternero F.A.M.

 

Non sono regista né figlio di regista, ma anche a me è stato detto in giorno come ad Amos, il profeta: "Vai e parla", ed anch'io sono partito. Ed eccomi qui.

Qualcuno potrebbe domandare: "Se non sei regista, perché lo presenti?". Ecco come sono andate le cose: dieci giorni fa mi hanno detto che bisognava che il regista venisse a Collevalenza a presentare il film. Una delle nostre consorelle di Madrid mi disse: "Devi andarci tu, perché tu sei il padre della creatura". Io mi sono detto che ciò era vero. E allora non voglio negare le mie responsabilità. Però le creature nascono da un padre e da una madre e dunque non sono l'unico responsabile. L'altro responsabile di questo filmato è il signor Miguel Ramòn, un regista della ditta spagnola "Video Affinsa" che si dedica su incarico a fare dei documentari su argomenti riguardanti congregazioni religiose. Di solito nella prassi normale, per la realizzazione di uno di questi filmati, s'incarica una persona esterna competente, dicendogli di studiare il soggetto, per poi realizzare il lavoro. Diceva ieri l'autore dell'altro film (E. Bicocchi) "Una donna di nome Speranza" che lui aveva dovuto studiare molti mesi prima di mettersi al lavoro. E' la prassi più normale.

Per questo filmato "Melodia di Misericordia" noi, o meglio, i nostri superiori P. Aurelio Pérez e Madre Maria Luisa Alvarez decisero che era meglio che il testo del filmato lo realizzasse qualcuno che potesse conoscere dal di dentro un pochino di più lo spirito; che fosse un pochino più imbevuto di tale realtà. Debbo ringraziare la fiducia che loro posero nel testo che già avevo scritto. Scusatemi se lo dico, ma delle volte si cerca fuori della Congregazione quando dentro c'è tanta gente valida che sa anche fare delle belle cose. Da questo presupposto si può capire che sono il "padre" della creatura.

Vorrei spiegare un pochino la genesi del testo di questo video. Ricordo, sei o sette anni fa, d'aver trovato a Roma in una libreria una pubblicazione intitolata: "Lettera di Paolo VI ai Giovani". Non avendone mai sentito parlare l'ho acquistata. Dentro, nella prima pagina, ho trovato questa informazione: "Paolo VI non seppe mai d'aver scritto questa lettera. Evidentemente avevano preso degli stralci da discorsi del Papa, altre parti dai suoi scritti e infine avevano composto la lettera. A quei tempi ero incaricato della pastorale giovanile vocazionale per la nostra Congregazione; sempre mi veniva in mente questa riflessione: "Tra le tante cose che ha scritto la Madre Speranza non c'è niente proprio per i giovani. Possibile che non abbia scritto mai una lettera per i giovani?". Se un giovane prendesse in mano un suo libro senz'altro direbbe: "Accidenti! Questo non si può digerire, è troppo per me".

Dobbiamo stare attenti a non presentare una figura della Madre troppo elevata. Almeno per quelli che ancora non sono in grado di "cogliere" ciò che si presenta. Delle volte la presentiamo così santa, così disponibile a tanti sacrifici e con tanti meriti, tutti veri, ma fuori dell'orizzonte della comprensione di chi ancora non è entrato in una tale visione della vita che si corre il rischio di spaventare più che interessare il giovane. Allora mi chiedevo: "ci sarà questa incomunicabilità tra il messaggio di Madre Speranza e i giovani?". Partendo da questi interrogativi ho incominciato a rifletterci sopra.

Un giorno, ricordo, ero malato e avevo tempo per riposarmi; ho potuto concentrarmi e di getto è venuto fuori il testo che costituisce il parlato del video. Non era però la definitiva e attuale versione, All'inizio il linguaggio era un po' più giovanile. Forse più rude. In ogni modo la sostanza è la stessa. Ho scritto una "Lettera di Madre Speranza ai giovani". Non mi sono inventato niente, grazie a Dio non più degli altri, ma tanto come gli altri credo di conoscere gli scritti di Madre Speranza; così è venuta fuori questa "lettera", desunta dagli scritti, dalle conferenze ed altri testi della Madre. E' venuta fuori quasi da sola. A volte penso che non sia neanche merito mio. Dopo alcune correzioni, ammetto di non essere un buon scrittore, è diventata il parlato del video, che è spudoratamente vocazionale (dunque se volete farvi preti, monache, fatevi pure...).

La riflessione di partenza è stata la seguente: la migliore proposta vocazionale è una "vita". Una vita donata come quella della nostra Madre. Una tale idea mi ha colpito sempre ed è stata alla base del filmato. Così abbiamo dato corso al progetto. Si è fatto un primo incontro con una ditta di Madrid, chiamata Video Affinsa. Poi sono seguiti altri incontri. Si è creata una commissione di Padri e Suore (padre Miguel Riesco, suor Assunta Rodriguez, madre Concepciòn Caballero, madre Maricarmen Asensio ed io stesso). Perché crediamo nelle commissioni, anche se dopo facciamo a botte e tutto quello che segue...!

Il merito del video non è quindi tutto mio, il demerito forse sì, perché il mio modo di vedere ha pesato molto nella concezione e realizzazione. Poi abbiamo incominciato la lavorazione tecnica con il personale della ditta. L'estate scorsa sono venuto qui a Collevalenza con Miguel Ramòn ed un operatore alla telecamera. Abbiamo fatto delle riprese qui ed a Roma. Lui, Miguel Ramòn, aveva il testo e parlavamo sulle riprese da fare. In alcuni punti eravamo d'accordo in altri per niente. Ramòn è stato molto umile, accogliendo i suggerimenti quando insistevo su qualche particolare.

Torniamo però alla struttura del video. Era impostato sulla "lettera". Ma quando abbiamo iniziato le riprese c'era il problema del come doveva iniziare. Ho trovato risposta nei miei ricordi. Io sono stato quattro anni in questa comunità di Collevalenza e conosco la vita che si svolge presso il Santuario, così ho creduto che la visita di un gruppo di giovani poteva essere il miglior filo conduttore. Non mi sono inventato niente, molti giovani sono venuti a Collevalenza e hanno trovato un Padre o una Suora che li hanno accompagnati per il Santuario, spiegando loro il messaggio, il carisma e le opere di Madre Speranza. Allora ho scritto quello che poteva essere il "cappellino" del filmato.

Abbiamo anche cercato un cicerone d'eccezione, che è stato padre Alfredo. Inizia il filmato con padre Alfredo che accoglie e guida il gruppo di giovani in visita al Santuario. Ad un certo punto questa visita riceve nel filmato una svolta narrativa. Devo dirlo: l'idea è stata mia. Se vi piacerà bene, se no, visto che ormai la realizzazione è conclusa, dovete avere pazienza e accettarlo così com'è. L'idea è stata questa: la Madre Speranza spiega la sua vicenda e la sua storia. Così nel video i giovani guidati da padre Alfredo arrivano in cripta davanti alla tomba della Madre. I giovani sostano in preghiera ed in questo momento comincia a suonare un flauto. Il flauto, la voce di Madre Speranza parla. Nelle pieghe di tutto questo luogo il suo spirito "parla". Così utilizzando immagini d'archivio ed altre riprese "Lei stessa" ci racconta la sua storia e ripropone il "suo cammino", la sua strada ai giovani. Infatti il filmato finisce con le parole: "Se ti chiamasse, digli di sì, perché è meraviglioso camminare con Lui". E poi il ritornello della canzone "Misericordia mia".

Per ciò che riguarda il titolo "Speranza Melodia di Misericordia", si capisce che l'intenzione è di esprimere ciò che per noi è evidente. Madre Speranza è stata quella melodia che il Signore "ha suonato" qui a Collevalenza. E' stata questa un'idea che Miguel Ramòn ha capito molto bene quando si facevano le riprese e quando apportavamo le successive correzioni. Penso che la cosa migliore sia vedere adesso il filmato e poi si potranno aggiungere altre considerazioni.