Madre Teofila Garcia

PRESENTAZIONE DI ALCUNI TESTI DELLA MADRE SPERANZA

Al presentare alcuni testi della Madre Speranza, non possiamo prescindere dal riferimento alla dottrina della Chiesa sull'Amore Misericordioso, radicata sempre sui sacri testi dell'Antico e del Nuovo Testamento, e, nell'attualità, sull'Enciclica "Dives in Misericordia" di Giovanni Paolo II.

Tutto l'Antico Testamento è "una peculiare esperienza della Misericordia di Dio" cioè "della speciale potenza dell'amore che prevale sul peccato e sull'infedeltà del popolo eletto" (D.M. 4).

Così, fin dall'inizio della Rivelazione, la misericordia viene contrapposta alla giustizia e, si rivela più grande di essa.

Non si tratta però di un vero e proprio contrasto perché "l'amore, per così dire, condiziona la giustizia e, in definitiva, la giustizia serve alla carità". (Ibidem).

Nel Nuovo Testamento - in particolare nella parabola del figliol prodigo - diviene ancor più palese che "l'Amore si trasforma in misericordia, quando occorre oltrepassare la precisa norma della giustizia: precisa e spesso troppo stretta" (D.M. 5).

Questa correzione della giustizia con l'amore, fa sì che colui che è oggetto della misericordia, non si senta umiliato, ma come "ritrovato" e "rivalutato", perché un figlio, anche se prodigo, non cessa di essere figlio reale di suo padre. Ed un padre vero, per fedeltà a se stesso, mai potrà rinunciare al senso profondo della propria paternità.

La Madre Speranza, nostra fondatrice, ha scritto ed ha parlato molto dell'Amore Misericordioso di Dio. Abbiamo raccolto alcuni pensieri in un piccolo opuscolo dal titolo "DIO, AMORE MISERICORDIOSO", - che tutti voi avete nella vostra cartella -.

In una pagina del suo diario, del 5 di novembre 1927, ci offre il parametro delle relazioni tra Dio e l'uomo.

Dice così: "Devo far sì, che gli uomini, conoscano Dio non come un Padre sdegnato e offeso per le ingratitudini dei suoi figli, ma come un Padre pieno di bontà, che cerca con tutti i mezzi di confortarli e di farli felici; che li segue e li cerca con amore instancabile come se Lui non potesse essere felice senza di loro".

Ed ancora: "L'uomo, il più perverso, il più miserabile ed infine il più perduto è amato con tenerezza immensa da Gesù che è per lui un padre ed una tenera madre".

Questi due testi sono stati raccolti dal Santo Padre Giovanni Paolo II ed inseriti - ad litteram - nel discorso che si è degnato dirigere alla nostra famiglia religiosa di Ancelle e Figli dell'Amore Misericordioso, nell'incontro che abbiamo avuto la fortuna di avere con Lui, Domenica scorsa, 22 novembre 1981.

La nostra Fondatrice afferma inoltre che, in Dio, tutto è a servizio dell'Amore.

Dice infatti: "Mi sembra che tutti gli attributi del buon Gesù sono al servizio dell'amore. Infatti vediamo che Egli usa la sua scienza per riparare i nostri errori, la sua giustizia per correggere le nostre iniquità, la sua bontà e la sua misericordia per consolarci e per colmarci di benefici e la sua onnipotenza per sostenerci e proteggerci.

In un brano del suo libro: "La perfezione della vita religiosa", preparato per la formazione delle sue figlie, ma la cui dottrina può essere utile a tutti, dice: "Io paragono l'amore di Gesù al cuore umano, che spinge il sangue fin nelle estremità del corpo, distribuendo la vita anche alle membra più umili. Nello stesso modo agiscono le pulsazioni dell'Amore Misericordioso. Il cuore di Gesù batte con immenso amore per tutti gli uomini.

Batte per le anime tiepide e per i peccatori, batte per le anime sante, per le fervorose, per gli infedeli e per gli eretici; batte per i moribondi e per le anime del purgatorio; batte per le anime beate che glorifica in cielo".

Se è così il cuore di Dio, è doveroso per noi pensare ed agire in sintonia con Lui.

Per questo la Madre continua dicendo:

"In questo modo deve essere un cuore cristiano e, soprattutto, il cuore di un'Ancella dell'Amore Misericordioso. Esso deve essere grande come il mondo. Il suo amore deve infiammarsi per tutte le anime che abitano sulla terra e per quelle che si trovano nel Purgatorio.

Esistono molti motivi per amare le anime, ma a noi, deve bastare questo: "Gesù ha dato la sua vita per me: io debbo sacrificarmi e contribuire alla salvezza di tutte le anime che si trovano ancora in questo mondo ed al conforto di quelle bisognose del Purgatorio.

Dobbiamo offrire per loro il calice della sofferenza e tutte le nostre fatiche".

La Madre scrive ancora, con sorprendente stupore, facendo riferimento a coloro che dopo una vita totalmente disordinata, ritornano alla Casa del Padre nell'imminenza del loro passaggio all'eternità. Sembra che in quei momenti Dio sia quasi pazzo di gioia per il ritrovamento di un "figlio" che è stato sempre lontano da Lui.

Esclama la Madre Speranza: "Io li chiamo questi, "ladroni" del Cielo, perché mai hanno avuto a che fare con il Signore, mai si sono sacrificati per Lui; non hanno fatto mai niente per il suo amore; arriva uno di questi momenti e... l'ho potuto costatare una volta: sembra che il Signore perda la testa quando in questi momenti torna a Lui una di queste anime".

Sorpresa e stupore!... Ma, in fondo, è lo stesso stupore che dobbiamo provare sempre dinanzi alla croce redentrice del Cristo.

Il Papa scrive con accento commosso nella sua Enciclica: "La Croce è il più profondo chinarsi della Divinità sull'uomo e su ciò che l'uomo chiama il suo infelice destino. La croce è come un tocco dell'Eterno Amore sulle ferite più dolorose dell'esistenza terrena dell'uomo". (D.M. n. 9). Cristo soffre e muore per salvare l'uomo dalle tante insidie del male. È comprensibile quindi che Egli si muova per primo per cercare e salvare quelli che erano perduti.... e quando riesce nell'intento, abbia a gioire ed a coinvolgere tutti nella festa.

La Madre a questo proposito scrive: "Dio si muove per primo per accogliere l'anima peccatrice pentita; abbracciandola con amore, appena viene a Lui e, senza rinfacciare le mancanze commesse, la ricopre di grazia e di doni".

Il suo amore non si impone, ma ci viene chiesto con soavità perché la nostra risposta sia più spontanea, personale e meritoria. La Madre ci invita a riflettere: "Pensiamo frequentemente che il nostro Dio si è abbassato fino a noi, come il più amorevole Padre verso il proprio figlio; inoltre ci invita ad amarlo ed affidargli il nostro cuore. È un amore che potrebbe esigerci di diritto e di autorità, ma ce lo vuole chiedere affettuosamente e dolcemente, perché la nostra corrispondenza sia più spontanea e in tal modo, accorriamo a Lui con amore di figli".

E finalmente.... la grande certezza: l'amore di Dio è sempre fedele nonostante la nostra incostanza e cattiveria.

Ogni qualvolta torneremo a Dio con umiltà e sincerità, di cuore, lo troveremo sempre disponibile al perdono ed all'affetto.

"Pensiamo - dice la Madre - che il nostro affetto per Gesù è molto insignificante, molto umano, molto poco delicato. Quante dimenticanze! Quante distrazioni e incostanze! Quanti fastidi! Il nostro povero cuore, ama soltanto secondo i suoi propri ritmi. Gesù diversamente non ha smesso un solo istante di pensare a noi ed il suo amore veglierà senza mai venir meno, finché duri la nostra vita.

Egli non si scoraggia, non si stanca, perdona e non tiene in conto. In Lui non esiste mutamento di sorta".

Dio è sempre fedele al suo Amore!