Omelia di Sua Ecc.za Mons. Cesare Pagani alla Concelebrazione

IL MISTERO DEL PADRE

 

Chiediamo a Dio nostro Padre che ci faccia comprendere sempre meglio la Sua PATERNITA'; che l'annuncio di Gesù Cristo - Dio è Padre! - penetri di luce il nostro cuore;

che lo Spirito Santo - come insegna Paolo - ci suggerisca l'invocazione più vera, più preziosa verso Dio: "Abba, Padre"; che ognuno di noi, al termine del cammino terreno, torni alla Casa del Padre e lo possa abbracciare come il prodigo ha abbracciato il padre;

che tutta la Chiesa - famiglia di Dio - Ripeta coralmente e fervidamente la preghiera che c'è in Isaia:

"TU SEI NOSTRO PADRE

noi siamo opera delle tue mani, tuo Popolo" (Is. 64,7)

"Tu sei nostro Padre"

Soltanto Dio è vero Padre, totalmente Padre.

Da Dio, dalla Usa Paternità viene in esclusiva, come fonte e modello ogni Paternità.

Noi possiamo dare il nome di Padre solo a che riflette, in qualche modo, e partecipa la forza, affettiva e creativa dell'unico Padre che genera vita.

Da Dio soltanto può venire una Nuova vita, una esistenza Altra, Distinta, diversa, un'autentica Filialità, e una dipendenza creaturale totale - perché senza l'iniziativa continua del Padre non si vive - e, insieme una precisa e filiale Libertà.

Soltanto dalla Paternità di Dio prende origine e significato ogni Destino e, insieme, si arricchisce di originalità, di libertà ogni esistenza umana.

Poiché Dio è veramente e radicalmente Padre, possono paradossalmente sorgere i Ribelli, i Contrari, i "maggiorenni stolti" che si credono autosufficienti;

E' la vicenda che si ripete: il figlio prodigo...il non servismo...

Forse oggi, verso la paternità divina, non c'è la rivolta, la clamorosa ribellione...(che può indicare, a suo modo, un riconoscimento di Dio...), ma la disaffezione, l'emarginazione, la cancellazione.

Si parla di "morte di Dio"....all'interno di una pseudo-cultura che nega il padre, il passata, la memoria, l'origine, le radici; si nega la fonte di ogni Paternità: DIO-PADRE.

Soprattutto questa mortale avventura è proposta alla nostra società tecnologica, tecnocratica, "sviluppata".

"L'Autosufficienza" corrode alla radice l'Esigenza della Misericordia di Dio, della giustizia Paterna di Dio.

Per l'autosufficienza "NESSUNO INVOCA IL TUO NOME", dice Isaia (64,6) perché non si vede più - è nascosto! - il VOLTO di Dio.

Ricorrere al Totalmente Altro, all'Oltre, al Padre è un "non senso": per l'autosufficienza - senza paternità - la esistenza umana non ha né prima, né un poi, non ha direzione;

non rende conto a niente e a nessuno;

non rende conto neppure a un "nucleo fisso di Valori";

non è Responsabile: non ha coscienza, non ha il senso del giusto e dell'ingiusto...Non ha bisogno di MISERICORDIA.

Dialogo fra sordi?

La grande ora della Chiesa, comunione con Dio e con tutti gli Uomini.

Bisogna sentirsi partecipi di queste angustie di tutta l'Umanità, di questa disaffezione verso Dio Padre, di questa inappetenza verso la misericordia, di questa superficialità epidermica che parla di autosufficienza.

Bisogna vivere non il riflusso nel Privato, ma il Grande rientro nello Spirito: "Allora rientrò in se stesso...(Lc. 15,17).

Bisogna rilanciare la vita interiore; questo è il grande impegno per noi e per tutti: rilancio e gusto del raccoglimento, del silenzio, rilancio del confronto con la coscienza, rilancio del dialogo di Verità con se stessi e con Dio:

"in lumine Vultus tui vibedimus lumen":

nel tuo Volto la nostra identità. (cfr S. 35)

Ripetiamo la grande invocazione del discepolo: "Signore, insegnaci a pregare" (Lc. 11,1.).

Che Gesù Cristo, prendendoci alla sua scuola, nella luce e forza del Suo Spirito, insegni a tutti a dire:

Padre nostro

che sei nei cieli

sia fatta la tua Volontà

perdona i nostri peccati.