Omelia di Sua Ecc.za Mons. Antonio Riboldi nella Concelebrazione:

MARIA MADRE DI MISERICORDIA

 

Maria è colei che conosce più a fondo il mistero della misericordia... "Nessuno ha sperimentato al pari della Madre del Crocefisso il mistero della Croce, lo sconvolgente incontro della trascendenza e della giustizia divina con l'amore, quel 'bacio' della misericordia alla giustizia...Nessuno al pari di Maria ha accolto con il cuore quel mistico, quella dimensione veramente divina della redenzione, che ebbe attuazione sul Calvario mediante la morte del Figlio, insieme al sacrificio del suo cuore di madre, insieme al suo definitivo 'fiat'". (D.M.9).

E con Lei, ai piedi della croce, guidati dallo Spirito Santo che scese su di Lei rendendola Madre di Gesù, guidati dalla Grazia di cui Maria era piena, cerchiamo di entrare nel mistero della misericordia.

Sopra di Lei, tanto vicino da poterlo abbracciare, ma tanto lontano da non poterlo soccorrere, c'è Cristo, Figlio di Dio e suo figlio. Su di Lui gli uomini hanno scaricato tutto il peccato di cui sono sempre stati e sempre saranno capaci. Gli hanno tolto tutto: onore, dignità, amore, vita. Come volessero persino cancellare in Lui le tracce dell'Uomo. E questo unicamente perché si era qualificato quale veramente era ed è: 'Figlio di Dio', Via, verità e vita', che si pone nella storia dell'uomo, di ogni uomo, come unico Maestro e pastore sommo ed insostituibile in cui tutti possono riconoscersi, ritrovando in Lui dignità, onore, amore, vita e felicità: come 'unica via dell'uomo'.

Maria Santissima conosceva bene suo Figlio dal momento dell'Annunciazione. Certamente per lei, primo capolavoro della Divina misericordia che la rese immune da ogni peccato e quindi più disponibile alla rivelazione ed alla conoscenza di Dio, si poteva svelare l'amore del padre in Cristo: "Beata te, Maria. Non la carne e il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei Cieli'.

Conosceva l'amore infinito del padre per il Figlio: 'Tu sei il Figlio mio prediletto. In Lui mi sono compiaciuto'. 'Io e il Padre siamo una cosa sola'. Un amore incredibile, quello della Trinità divina, che non ha voluto rimanere chiuso in se stesso, ma viene partecipato, comunicato all'uomo, sua creatura, perché ne conosca la bellezza e con questa costruisca il suo paradiso dentro ed attorno a sé. Un grande disegno d'amore quello del padre nel Figlio e nello Spirito Santo per l'uomo...

Poteva una creatura essere più grande, desiderare qualche cosa di più infinito di tutto ciò? Non solo essere creata, conoscere la vita, ma 'riempire questa vita', darle un senso sublime, con l'amore stesso di chi la chiamava alla vita, al punto che l'amore non fosse 'un qualcosa di più' nella vita, ma ne fosse il senso e la natura stessa....

'Nati per amare'. E anche qui la qualità dell'amore non è di 'un qualsiasi valore', ma ha il valore assoluto, quale solo Dio amore poteva dare, partecipando al suo amore.

'Dio è amore'. 'Dio ci ha amati per primo'. E ci può essere un rapporto più grande che essere amati e quindi dire un 'sì' a questo amore divino? Reputo ciò più grade che partecipare alla potenza di Dio, alla stessa capacità di fare miracoli: perché amare è più meraviglioso che fare qualche cosa.

'Quando Dio ama, altro non desidera che essere amato. Non per altro ama se non per essere amato...L'amore dello sposo, anzi lo 'sposo amore' cerca soltanto il ricambio dell'amore e la fedeltà... E' certo che non potranno mai essere equilibrati l'amante e l'amore; il Creatore e la creatura. Ma la sorgente dà sempre molto di più dei quanto basta all'assetato...' (S. Bernardo - Cantico dei Cantici).

E Isaia così traduce l'amore di Dio per gli uomini: 'Come una madre consola i figli, così io vi consolerò. (Isaia 66/13)

Tutto questo era spezzato, sulla Croce, o si realizzava?

La Madonna ai piedi della Croce 'tace', ossia 'partecipa'. Lei è madre e 'sa' una verità profonda, che è l'anima dell'amore: l'amore è fedele sino in fondo. 'Gesù, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine'. L'amore condiziona la giustizia e la giustizia serve la carità.' (D.M.). La Madonna 'sa' che Dio Padre, una volta creato l'uomo come disegno di amore, come un figlio, non ritira il suo amore, mai. E' un Padre che non fiata di fronte alla Crocifissione del Figlio. E' il Padre della parabola del figliol prodigo che, nonostante tutto, sulla porta di casa, attende il suo ritorno per far festa, costi quello che costi. E la fine è dare la vita... scendere tutti i gradini che l'uomo scende verso la sua morte, con il peccato, e poi riportarlo alla vita.

La Madonna 'sa' che una fedeltà all'amore vuol dire quanto sta avvenendo sulla croce: un amore che paga perché l'amore torni a vivere.

E' la bellezza dell'amore che si fa misericordia perché si costruisca la giustizia, e la giustizia, che è l'amore, torni a vivere. E' il momento più sublime dell'amore, e poteva 'uscire' solo dal cuore di Dio.

E' quello che noi chiamiamo con il termine tutto cristiano di 'agape'.

Non conta ciò che si paga. Importante è che tornino i conti dell'amore ossia: 'Mio figlio era morto ed è resuscitato.'

'Nella conversione e nella calma sta la vostra salvezza. Nell'abbandono confidente la vostra forza.' (Isaia 30, 15/18)

Maria Santissima lo 'sa'. E lì, sotto la Croce, nel suo immenso dolore, potrebbe veramente cantare: "L'anima mia magnifica il Signore'.

Gesù sulla croce, è amore. E quindi tace. Accetta, come il servo di Dio che compie sino in fondo l'amore del Padre verso l'uomo. 'Sa' di compiere, nel mondo e per il mondo, la grande opera che assicura vita, speranza, gioia per l'umanità.

Su quella Croce l'uomo poteva vedere, e può vedere, fino a che punto lui si riduce ogni volta che si allontana da Dio, rinnegando il suo amore. La morte di Dio nel cuore dell'uomo e l'appagamento dell'amore di Dio, diventa immediatamente morte dell'uomo o appannamento della sua vita. Mai come oggi vediamo questa Croce innalzata dall'uomo per l'uomo. Un'umanità senza dignità che toglie all'uomo, brandello per brandello, la bellezza, sino a ridurlo 'senza volto'; come è nell'affamato, nell'emarginato, nel drogato, nel peccatore.

Un'umanità che pare faccia della violenza e della morte uno spettacolo quotidiano, ed è un'umanità senza misericordia, che ama accusare ma non salvare; condannare ma non piegarsi a dare speranza, in nome di una giustizia che diventa motivo di morte per l'uomo. Ed è un mondo, il nostro, con una croce senza speranza, con gente che maledice, come il ladrone accanto a Gesù che muore bestemmiando.

Sulla croce di Gesù c'è invece la misericordia: ossia vi è un amore che ha accettato di dare la vita perché gli altri l'abbiano.

E' una croce che apre le porte della festa in cielo, perché da quella croce, nasce la conversione e la redenzione dell'uomo. E' la mano di Dio che si tende a chi è caduto e lo rialza, cancellando la morte con l'amore. Come il cuore di una madre che, offeso, calpestato, vive con dolore l'attesa del ritorno del figlio. E quando questo ritorna, sotto il peso del suo peccato, trova il sorriso del perdono. Un sorriso che è come il sole che illumina l'angolo di una tomba.

Dobbiamo ricordarla, questa storia meravigliosa della divina misericordia, agli uomini di oggi, e non c'è miglior modo di ricordarla che annunciare il Suo immenso amore. Diversamente l'uomo non capirà nulla, non solo della nostra fede, ma della sua stessa vita. Deve comprendere il significato della festa del perdono.

Amano tanto gli uomini del nostro tempo definirsi 'giusti'. Sappiano che la vera giustizia è quella di essere fedeli all'amore di Dio e del prossimo, fino in fondo: una fedeltà difficile, facile a diventare infedeltà, e che per questo ha bisogno di continua misericordia.

Sappiano gli uomini che vivere senza piegarsi, come Dio, sulle miserie degli altri, non è giustizia ma equivale a far morire chi ha bisogno invece di una parola buona, di un fatto di misericordia: una misericordia che non è mai pietà o compassione, come una inutile elemosina, ma è un curare le piaghe del lebbroso rischiando di avere la lebbra.

E non è importante, in questo caso, pagare qualche cosa di proprio, è meraviglioso che gli altri possano guarire.

Creati per la gloria del Tuo nome, redenti dal Tuo sangue sulla croce, segnati con il sigillo del Tuo spirito, noi Ti invochiamo: salvaci o Signore'.

La misericordia: un compito difficile o una via da seguire?

E' la via dell'uomo senza il volto di oggi. E' la via della salvezza.

Ci sia vicina Maria Santissima, la Madre della Misericordia, Lei a cui Gesù disse dalla Croce: 'Donna ecco i tuoi figli'. 'Amali, come il Padre li ama'.

Ed è bello, allora, sapere con certezza che nella nostra vita, c'è sempre un Padre che attende sulla porta di casa il figlio che fa ritorno, e c'è una madre che accetta di camminare sui nostri passi molte volte passi sbagliati, passi che affondano nel fango, pur di ricondurci all'unico e insostituibile Padre, all'unica e insostituibile 'casa': Dio e il cielo.