"L’AMORE MISERICORDIOSO
E GLI UOMINI DI CULTURE DIVERSE...
PER UN MONDO SOLIDALE"

Questa serie di pensieri e di riflessioni accostati alla spiritualità e alla missione della Famiglia religiosa dell’Amore Misericordioso fondate da Madre Speranza e che coinvolge anche noi laici dell’Amore Misericordioso, sono frutto di una attenta lettura di alcuni documenti ecclesiali:

Per noi dell’Associazione laici dell’Amore Misericordioso è motivo anche di soddisfazione leggere nel documento dei Vescovi "Educare alla legalità" che le nuove condizioni storiche e sociali in cui viviamo esigono che dalla cultura dell’indifferenza si passi alla cultura delle differenze e da questa alla convivialità delle differenze. Dal 1985 ad oggi di strada ne è stata fatta, ne è stata percorsa e quindi per noi è veramente meraviglioso poterci coinvolgere in questa situazione perché è una via pedagogica da poter percorrere proprio nello stile dell’Amore Misericordioso.

a) Non si può accettare e tanto meno amare una persona, se non la si conosce.

Uno dei principi fondamentali della convivialità o convivenza o accettazione è conoscere la persona, oggetto e soggetto della nostra convivialità e amore.

Ho detto: soggetto e oggetto perché l’antro principio fondamentale della convivenza è quello di credere che l’altro sia uguale a me nel suo essere ontologico: cioè nel suo sostanziale esistere come persona umana, con gli stessi diritti e certamente anche doveri.

Viviamo in un mondo che sempre più si fa piccolo e sotto certi aspetti omogeneo. Infatti i problemi di una singola comunità di uomini diventano i problemi dell’umanità intera: diverse razze e culture spesso non solo convivono in uno stesso territorio, ma vanno anche mescolandosi.

b) Conoscere.

Non parlo di conoscenza anagrafica, ma di conoscenza che coglie la realtà profonda dell’altro che coinvolge la sua psicologia, i suoi usi e costumi, la sua formazione di base: società, famiglia, scuola, amici e religione.

Cercare di conoscere e scegliere i valori positivi di unione nella persona che si presenta con quella faccia tanto strana.

Faccia significa comportamento, modo di agire, tanto strano per me.

E’ possibile? E’ impossibile! Obiezione legittima. Come si fa a conoscere tutto questo di una persona che vive accanto a me, tanto diversa da me.

C’è una conoscenza di base a cui tutti possiamo arrivare attraverso una attenta valutazione della cultura e della religione, ecc. delle persone di altre etnie. Mettersi in un atteggiamento di ascolto. Certe culture da cui provengono gli altri sono state per secoli maestre di sviluppo e di crescita per il mondo interio. Certi valori umani, scomparsi dalla scena delle nostre società così dette sviluppate, sono la base dell’autentica crescita umana di popoli che mancano di consumismo e altro, ma che portano ancora nel mondo la voglia di rispettare l’uomo.

Per di più, certi modi di agire e di pensare delle persone, che potrebbero anche essere oggettivamente sbagliati e distruttivi, non devono essere condannati troppo facilmente e vorrei dire troppo superficialmente, ma anche nell’errore deve essere salvata la persona umana, chiedendoci perché si comporta così non dimenticando che è figlio di una cultura che ha radici nei secoli. Non dimentichiamolo: è il solo modo per cambiare l’altro. Anche noi spesso facciamo qualche cosa di sbagliato pensando di fare bene.

c) Come affrontare questa novità?

La prima risposta al mondo nuovo che sta nascendo deve essere la sua comprensione.

Comprensione sia del fenomeno in cui siamo coinvolti, sia di noi che entriamo in relazione con esso.

Il capire sé e gli altri è importante, ma è solo il primo passo per un incontro proficuo fra "diversi".

L’educazione (e quindi l’educarci) è un atto di amore attivo verso gli altri, per cui non solo li riconosciamo, li accogliamo, ma li aiutiamo anche ad essere sempre più profondamente se stessi, vale a dire coscienti, liberi e coerenti.

A questo proposito non possiamo non fare riferimento alla nostra Madre Speranza che in forza della sua viva testimonianza in vita, fa risaltare una caratteristica di come muoverci con una morale della Misericordia che è quella della dinamicità.

L’aspetto dinamico del servizio ai bisognosi, conseguenza della preferenza per i più deboli, deve essere aperto alla dimensione esistenziale e storica. Deve avere una attenzione particolare alla "condizione umana"

I profondi e rapidi mutamenti della società attuale provocano continui cambi nel costume e nello stile di vita, creando nuovi bisogni, nuovi tipi di povertà.

Così i più bisognosi non sono solo quelli che appaiono tali qualitativamente o quantitativamente, ma anche quelli che proprio perché nuovi non hanno nessuna risposta adeguata all’ambiente che li circonda, questi sono i più urgenti storicamente. Essere pronti a dare una risposta a questi nuovi bisogni richiede attenzione, elasticità nell’adeguarsi, dinamicità. Tutto il contrario di un atteggiamento statico che tende ad adattarsi a una situazione. madre Speranza ci ha dato esempio di ciò.

In conclusione, dal convincimento che ogni uomo è portatore di valori e che cresce e fa crescere nel suo rapporto con gli altri, e soprattutto che siamo tutti figli dello stesso Padre misericordioso, scaturisce l’esigenza della solidarietà umana.

Essere solidali non significa favorire l’integrazione di singoli o di gruppi "diversi" nel proprio processo di sviluppo, né solo elargire beni e servizi, ma lasciarsi coinvolgere dalle ricchezze e dalle povertà degli altri, sapendo comprendere, accogliere e collaborare.

La fedeltà a Cristo è anche fedeltà all’uomo, ad ogni uomo.

Gaetano Storace