Il mistero Pasquale

Il mistero pasquale

La mattina non era ancora inoltrata quando Gesù iniziò il suo ultimo viaggio.

Uscendo dalla città per la porta di Efraim, i soldati lo condussero al luogo della morte chiamato Golgota.

Lo spogliarono e lo inchiodarono sulla croce, trapassandogli le mani e i piedi. Era l’ora terza quando lo crocefissero.

E con lui crocefissero due ladroni, uno alla destra, l’altro alla sinistra. "Ma quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me".
Appeso alla croce in attesa della morte, Gesù rivolse gli occhi al cielo, e disse: "Padre perdonali, perché non sanno quello che fanno".

Stavano presso la croce di Gesù, sua madre e la sorella di lei, Maria di Cleofa e Maria Maddalena.

Ora Gesù, vedendo sua madre e vicino a lei il discepolo che egli amava, disse: "Donna, ecco tuo figlio" e al discepolo: "Ecco tua madre".
Dall’ora sesta all’ora nona si fece buio sulla regione e verso l’ora nona, Gesù, mandando un alto grido, esclamò: "Padre nelle tue mani affido il mio spirito".

Chinò il capo e spirò.

C’era un giardino poco distante dal luogo della crocifissione e nel giardino un sepolcro nuovo scavato nella roccia. E lì, in quel sepolcro, deposero delicatamente il corpo del Signore,

poi , rotolata una grande pietra, se ne andarono.
Passato il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, il suolo cominciò a tremare e a

sussultare e un violento terremoto scrollò il giardino dove avevano seppellito il corpo di Gesù.
Un angelo del Signore, sceso dal cielo, ribaltò la pietra e si sedette sopra: "Chi cercate, un vivente tra i morti? Non è qui, è risorto: Questo è il luogo dove lo avete deposto. Ricordate ciò che vi ha detto quando era in Galilea: "Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato nelle mani dei peccatori, che sia crocefisso e che il terzo giorno risorga". "Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà". "Io sono la via, la verità e la vita".
All’alba di un incantato mattino, apparve ai suoi sul mare di Galilea e rivolto a Pietro gli disse: "Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?". "Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene": "Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle": E fece pastore del suo popolo colui al quale un giorno aveva detto: "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa".

Dopo essersi loro manifestato in molti modi in Gerusalemme, li condusse fuori verso Betania e, levate le mani, li benedisse: "Ecco, io ascendo al Padre mio e al Padre vostro, al Dio mio e al Dio vostro. Andate, insegnate a tutte le genti,

battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello spirito Santo. Ed ecco, io sono con voi, tutti i giorni, fino alla fine del mondo.

Facciamo del bene a tutti, senza distinguere buoni o cattivi, amici o nemici, parenti o estranei. Facciamo tutto il bene possibile senza mai spegnere in noi il desiderio di fare felici gli altri. La carità di Gesù non si esaurisce mai, non dice mai basta, non fa distinzioni tra amico e nemico: tutti ama, per tutti muore.

Man mano che la creatura avanza nella conoscenza e nell'amore di Gesù.... arriva a sentirsi come rivestita della bontà e misericordia di Gesù; le pare di essere un abisso senza fondo, nel quale scompaiono e si annientano tutte le colpe dei suoi fratelli.

"Perdonali perché non sanno quello che fanno"... Gesù include tutti in questa commovente preghiera al Padre, poiché il vero amore ai nemici non esclude nessuno dal perdono, neanche il più acerrimo nemico. L’esempio dato da Gesù di amare i nemici è un esempio riproposto a tutti i cristiani (ME p. 284-285)

[ Home page | Il cammino della Salvezza]

realizzazione webmaster@collevalenza.it
ultimo aggionamento 05 maggio, 2005