STUDI
 
Gastone Bellabarba

Maria e Gesù alle nozze di Cana

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Introduzione: il Padre affida a Maria e a Gesù il piano divino della salvezza

  1. Il significato delle nozze di Cana di Galilea
  2. Il dialogo tra Maria e Gesù
  3. Il primo miracolo di Gesù: l’acqua mutata in vino.
  4. Gesù manifesta la sua Gloria e i suoi discepoli credono in lui
  5. Conclusioni: Gesù e Maria formano un principio indivisibile

 

Introduzione: il Padre affida a Maria e a Gesù il piano divino della salvezza

Il Signore, fin dal principio, dopo il peccato originale di Adamo e della sua donna ad opera della tentazione del serpente (Satana), preannuncia, in quanto Padre amoroso e misericordioso, la futura redenzione attraverso le parole di condanna rivolte al serpente “Io porrò inimicizia fra te e la Donna, fra il seme tuo e il Seme di Lei; Egli ti schiaccerà il capo e tu lo insidierai al calcagno “ (Gn 3,15).
In questo versetto, chiamato “Protovangelo” cioè la prima buona novella dopo il peccato originale, è contenuto il piano salvifico che Dio Padre affida a Maria e a Gesù Cristo. Come a causa di una donna, Eva (tentata dal serpente), il peccato e quindi la morte entra nel mondo, così per mezzo di una donna, la Vergine Maria che ha trovato grazia davanti a Dio come detto dall’Angelo Gabriele che le annunciò l’incarnazione del Verbo ad opera delle Spirito Santo (Lc 1, 26-35), si realizza, nella maturità dei tempi, il piano divino della salvezza con la vittoria finale della luce sulle tenebre.
“ Poiché ... a causa d’un uomo (Adamo) è venuta la morte, così pure in virtù di un uomo ( Gesù Cristo) è venuta la risurrezione dei morti. E come tutti muoiono in Adamo, così tutti rivivranno in Cristo ( I Cor.15,21-22). Quindi Maria e Gesù Cristo, nel piano salvifico di Dio Padre, hanno la missione di condurre tutto il gregge a quel Paradiso che ci è stato precluso dal peccato originale.

 

1.Il significato delle nozze di Cana di Galilea

Le nozze rappresentano la celebrazione della bellezza, della gioia suprema, dell’amore che rendono “ re e regina” ogni sposo e ogni sposa come insegna il Cantico dei Cantici ed anche il Carme nuziale del Salmo 45(44) riletto in chiave messianica dalla tradizione giudaica e cristiana ( lo sposo è il Messia-Cristo e la sposa è Israele-Chiesa), e applicato liberamente dalla liturgia cattolica alla Vergine Maria.
Nella festa delle nozze o festa del bell’amore che si svolge in Cana di Galilea ( piccola città a cinque miglia a Nord di Nazaret ), descritta dal Vangelo di Giovanni (Gv 2,1-11), è presente la Madre di Gesù ( la Vergine Maria ) e Gesù con i suoi discepoli. Questa presenza fa assumere al convito di nozze un carattere particolare dato dall’unione dello Sposo con la Sposa che rappresenta la nuova Alleanza tra Cristo e l’intera umanità secondo il piano salvifico promesso, fin dal principio, da Dio Padre e realizzato, nella pienezza dei tempi, da Maria e da Gesù attraverso la costante azione dello Spirito Santo.
E’ in questa gioiosa festa, resa più sacrale dalla presenza di Maria e di Gesù, che Gesù, su invito di sua Madre, compie il primo miracolo mutando l’acqua in vino. Le nozze di Cana sono ricordate dal Vangelo di Giovanni per la concomitanza di tre eventi straordinari: il matrimonio che rappresenta l’unione dell’uomo con la moglie “ ;.. e saranno una sola carne ... Dunque non divida l’uomo ciò che Dio ha congiunto ( Mt 19,5-ó) ed il convito di nozze che rappresenta la festa gioiosa totale unione valuta da Dio; la eccezionale presenza di Maria e di Gesù con i suoi discepoli; il venir meno del vino ed il primo miracolo di Gesù con il quale Egli manifesta la sua Gloria di fronte a tutti i convitati.

 

2. Il dialogo tra Maria e Gesù

Durante il convito di nozze, essendo venuto a mancate il vino, la Madre di Gesù dice a suo Figlio: “Non hanno più vino”. E Gesù dice a Lei; “Donna, che desideri da me in questo? L’ora mia non è ancora venuta”. Ma la Madre sua dice ai servitori: “Fate tutto quello che egli vi dirà” (Gv 2,3-5).
In questo dialogo così essenziale nelle parole si rivela una intensa comunione spirituale tra Madre e Figlio. Maria avverte con la sensibilità di donna e di Madre, la mancanza del vino che avrebbe potuto mettere a disagio gli sposi ed i commensali e si preoccupa, per questo si rivolge a suo Figlio Gesù, di cui conosce, per virtù dello Spirito Santo, la sua natura divina e la sua missione nel mondo a gloria di Dio Padre.
Gesù le risponde con determinazione “L’ora mia non è ancora venuta”, Ma sua Madre che conosce la missione del Figlio di Dio, essendo piena di Grazia, non insiste verso Gesù sapendo che egli esaudisce sempre, con amore filiale, i suoi desideri secondo la volontà del Padre, e dice ai servitori “Fate tutto quello che egli vi dirà”. Così Maria, Madre della divina Grazia, si pone come mediatrice tra i bisogni (materiali e spirituali) degli uomini e la misericordia di Gesù, Figlio unigenito di Dio Padre.

 

3. Il primo miracolo di Gesù: l’acqua mutata in vino.

Gesù, conosciuta la volontà di sua Madre, ordinò ai servitori: “Empite d’acqua le idrie”, poi soggiunse: “Ora attingete e portate al maestro di tavola”. Come ebbe il Maestro di tavola assaggiato l’acqua mutata in vino, non sapendo donde venisse, mentre lo sapevano i servitori che avevano attinto l’acqua, chiama lo sposo e gli dice “Tutti, da principio, somministrano il vino migliore, e quando han già bevuto molto, danno il meno buono, tu invece hai serbato il migliore fino ad ora” (Gv 2,9-10).
Con il miracolo dell’Acqua mutata in vino, Gesù, per mezzo dei doni divini che gli provengono dall’essere Figlio di Dio, non solo risponde all’invito di sua Madre, che tutto conosce perché piena di Grazia, ma evita i disagi derivanti dalla mancanza del vino in un convito di nozze che deve essere vissuto nella gioia, nella bellezza, nell’amore degli sposi e dei convitati. Lo sposo, ignorando ogni cosa, riceve i complimenti del Maestro di tavola per aver serbato fino al momento finale della festa il vino “migliore”. Così Gesù, uomo-Dio, non disdegna di soddisfare i bisogni seppur materiali (la necessità del vino) in un convito di nozze ben conoscendo che la gioia e la festa del bell’amore debbono essere salvaguardate per mantenere l’armonia dello sposo con la sposa e con i convitati.

 

4. Gesù manifesta la sua Gloria e i suoi discepoli credono in lui

Il miracolo di Gesù dell’acqua mutata in vino, come del resto tutti i successivi miracoli, non è fine a se stesso cioè limitato agli effetti materiali o spirituali che esso esercita, ma è anche il segno visibile della Gloria che il Figlio di Dio manifesta nella sua duplice natura umana e divina. E ciò perché sia riconosciuto ed amato come Figlio di Dio, inviato dal Padre per realizzare il piano salvifico promesso fin dal principio. I miracoli sono quindi i mezzi per accrescere la fede in Gesù Criso e dare Gloria al Padre, e con la fede uniformare le opere al Vangelo di Gesù.
Giovanni conclude il primo miracolo di Gesù in Cana di Galilea dicendo che con esso Gesù “... manifesta la sua glorias , sicché i suoi discepoli credettero in lui” (Gv 2,11).
Quindi il miracolo contiene due elementi inscindibili: da un lato rappresenta un evento soprannaturale con un contenuto materiale o spirituale specifico; dall’altro esso viene compiuto per volontà di Dio a maggior sua Gloria perché tutto il gregge riconosca il Padre, lo ami e lo veneri come unico vero Dio.

 

Conclusioni: Gesù e Maria formano un principio indivisibile

Il miracolo compiuto da Gesù al convito di nozze in Cana di Galilea è strettamente legato alla iniziativa e mediazione di sua Madre, la Vergine Maria, che ha trovato grazia davanti a Dio. L’opera salvifica di Gesù Cristo, secondo la volontà del Padre, si realizza attraverso l’unità indivisibile di Gesù e di sua Madre: infatti nessuno può venire alla Grazia ed entrare nella Gloria di Dio senza Maria la quale concorre insieme al Figlio Gesù sia a produrre la redenzione, sia a realizzarla.
Con questo miracolo Gesù, tramite l’intercessione di Maria, coniuga l’amore con la misericordia ed esprime i contenuti del nuovo comandamento: “Amatevi l’un l’altro come io ho amato voi. Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni verso gli altri” (Gv 13,34-35 ).
Questo principio indivisibile lo troviamo esplicitato in modo chiaramente comprensibile nel miracolo di Gesù alle nozze di Cana attraverso il Vangelo di Giovanni che ci fa conoscere l’unità sacrale tra Maria e Gesù, assicurata dallo Spirito Santo. Tale unità nella Grazia di Dio rende immuni Maria e Gesù da ogni forma di peccato così che la natura umana può godere di tutti i doni divini rendendo possibile la conoscenza della verità ed il compimento di miracoli che rappresentano la sottomissione della natura alla volontà di Dio Padre.
Per questo Maria e Gesù costituiscono un principio indivisibile nel mistero della redenzione. Gesù, attraverso il Vangelo, ci fa conoscere il Padre e Maria, la Madre del Figlio di Dio, concorre sempre con Gesù alla realizzazione del Regno di Dio.
Il miracolo di Gesù al convito di nozze in Cana di Galilea si realizza attraverso la volontà di Maria e di Dio Padre a gloria di Gesù Cristo e del Padre che lo ha inviato, nella maturità dei tempi, per rendere testimonianza alla giustizia e alla verità e ricondurre il bell’amore alla purezza, alla bellezza e alla gioia dello Sposo e della Sposa; i quali rappresentano, con l’assistenza dello Spirito Santo, la vittoria su ogni azione di corruzione e di trasgressione di Satana contro il piano salvifico di Dio Padre di cui Maria e Gesù Cristo costituiscono le pietre miliari per la salvezza e la conquista della vita eterna nel Regno Santo di Dio.

 

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ultimo aggionamento 13 giugno, 2009