ESPERIENZE

Paolo Risso

 

 

 

 

 

 

 

Colloquio interiore

 

Milano, davanti alla chiesa del “Corpus Domini”, tenuta dai Carmelitani. Vi passa una ragazza, che ha trovato lavoro nella città lombarda: è colpita dall’iscrizione “Corpus Domini” che vi legge sulla porta. Quando torna presso la signora che la ospita, alla fine della giornata, le domanda: “Che cosa significano queste strane parole?”.
E’ rapita da qualcosa di misterioso, di grande. La signora è sì, cattolica, ma non è praticante da anni e non le sa rispondere. La ragazza, però da qualche tempo ha letto la vita di Maggy Lekeux, l’eroica maestrina belga, testimone e apostola di Gesù, e ha provato un grandissimo desiderio di conoscere il Cattolicesimo. Che cosa fare?

 

Vita come avventura

Si chiama Maria Jacques ed è nata il 26 aprile 1901, a Pretoria nel Transvaal, da genitori protestanti. La mamma morì dandola alla luce, il padre, missionario protestante la conduce in Svizzera, dove viene educata da una zia. Cresce come una ragazza indipendente, senza alcuna formazione religiosa.
Si sente terribilmente vuota: “Non avevo alcuna conoscenza dei Misteri della Fede; non credevo che Gesù fosse Dio, tuttavia era per me la più grande figura umana che mi fosse dato di contemplare. Anche il nostro Salvatore? Oh, mio Dio, come comprenderlo davvero senza aver mai meditato il dramma della Passione, quando non si è mai tenuto in mano una Croce e Colui che vi fu inchiodato, come comprenderlo davvero senza aver ricevuto il suo supremo dono che è Lui stesso nell’Eucaristia?”
Maria, non trovando lavoro in Svizzera, accetta, per vivere, un posto di istitutrice a Milano. Il bambino affidatole è a scuola dalle otto del mattino alle quattro del pomeriggio ed ella ne approfitta per visitare le chiese della città, che esercitano in lei una misteriosa attrattiva.
Una sera entra nella Basilica della Madonna delle Grazie e si trova affascinata dall’Ultima Cena di Leonardo, ma quando, fermandosi in fondo, vede molta gente inginocchiata che prega, davanti a un altare colmo di fiori e di ceri accesi attorno a uno, per lei, strano oggetto a forma di “sole” (l’ostensorio) ed infine vede il prete alzarlo a benedire, è profondamente segnata dentro, avvinta…
Non sa che cosa sia il SS.mo Sacramento né cosa siano i Sacramenti. Sente che nelle chiese dei cattolici c’è come una Presenza, la Presenza di Qualcuno, che l’attira profondamente. Quell’anno, Maria trascorre le vacanze estive sulle Alpi, con un gruppo di amiche. Una di queste, la sola cattolica, una mattina la invita a pregare e le spiega: “Lui, Gesù, è il Figlio di Dio fatto uomo per noi… Lui, così grande, si fa piccolo per venire a noi, nascosto sotto le specie del pane, per aiutarci, per stare con noi… Oh se tu sapessi… Lo possiamo anche ricevere!”.
Maria intuisce che i cattolici hanno una realtà meravigliosa: Dio così buono e così vicino e così bello. Le viene voglia di andare anche lei a riceverlo nella Comunione. L’amica le ha detto che prima deve confessarsi, anzi deve farsi cattolica. Allora si reca in duomo a Milano e cammina guardando tutti i confessionali, finché si avvicina a uno e apre la sua anima al sacerdote. Il quale la manda da alcune Suore: “Là vi istruiranno nella Fede cattolica. Vi spiegheranno tutto, poi entrerete nella Chiesa Cattolica, potrete fare la Comunione. Pregherò per voi”.
Va subito a bussare dalle Suore del Cenacolo. Si trova in parlatorio davanti a una piccola suora, Madre Reggio, che la invita a venire ogni giorno. Così ai primi di novembre 1927, comincia il suo cammino verso il Cattolicesimo. E’ una scoperta meravigliosa – tutto è bello – ma Gesù, che cosa c’è mai di più bello di Gesù! “Che meraviglia! – annota – come il Signore parla dentro quando lo si ascolta”. Ritrova la bellezza della vita: “I problemi che tanto mi avevano affaticata nella giovinezza trovano in Gesù la loro soluzione. Da dove veniamo? Dove andiamo. Chi siamo? Tutto si mette in ordine nel mio cuore e non mi sento delusa da Cristo, non lo sarei mai stata!”.
Finalmente le viene fissato il battesimo per il 18 marzo 1928. Per quella data, sembra invece che il diavolo le crei intorno tutti gli ostacoli del mondo per impedirle il passo definitivo. Ed ecco giunge il grande momento: “Faccio l’abiura del protestantesimo, ricevo il battesimo… Gesù viene a me nella Comunione. Gesù è entrato nella mia vita e ciò mi basta”. Alcune settimane dopo, riceve la Cresima, poi la Comunione eucaristica: “Come se fosse entrato in me il Sole! Un fuoco, una chiarezza, un calore che mi penetravano tutta… Mi sono aggrappata all’Eucaristia… Io credo che solo Gesù Eucaristico ci aiuterà a morire”.

 

Di Gesù solo

Per Maria Jacques, convertirsi e decidere di consacrarsi a Cristo per sempre è la stessa cosa: non vivrà più che per Gesù solo. Ma è così fragile di salute: chi la accetterà in convento? Fa domanda alle Suore dell’Assunzione, le quali la mandano a Parigi per un ritiro. Lì è assalita dalla febbre. Le dicono che l’Ordine non fa per lei.
Ritorna a Milano e bussa alle Francescane presso l’antica Certosa e fissa l’ingresso per il 15 ottobre. Il medico le dice che il convento è umido e che entrarvi è come tentare Dio. Entra per offrirvi la vita e morire da sposa di Cristo. Quindici giorni dopo, ha una forte emottisi e viene dimessa. Dopo un periodo di riposo a Cortina d’Ampezzo, Maria parte per il Sud-Africa per rivedere i suoi cari. Appena può riabbracciare papà a Joannesburg, gli racconta la sua conversione al Cattolicesimo e il suo desiderio di consacrazione. Lì ci sono soltanto due monasteri di contemplative, le Carmelitane e le Cappuccine, mentre ella sente una forte attrattiva per le Clarisse, l’Ordine femminile uscito dal cuore di S. Francesco e S. Chiara d’Assisi, con la povertà assoluta e Gesù, unico tesoro che basta.
Un sacerdote belga le dà l’indirizzo della Madre Amandina, monastero di Notre Dame de Sion a Gerusalemme. Maria lo comunica a suo padre: “Tu ritorni ancora in convento?” – le domanda accorato. “No, papà, ormai ho perso la vocazione”.. “Ebbene, farai un pellegrinaggio a Gerusalemme, poi ritornerai da me”. Il 21 maggio 1938, parte per Gerusalemme, dove giunge il 24 giugno. Si reca a pregare nella cappella delle Clarisse: vede il SS.mo Sacramento esposto sull’altare e ricorda la forte emozione che aveva provato alle “Grazie” di Milano. Gesù-Ostia la conquista per sempre.
Mentre prega e adora, perduta in Lui, suor Angela le si avvicina e le domanda: “Volete farvi clarissa?”. Risponde: “Avete ancora posto?”. “Il monastero è stato costruito per 51, siamo solo in venti. Volete venire?”. Il 30 giugno 1938, è accolta come postulante, ma ora brucia le tappe. Diventa presto suor Maria della Trinità, perché conquistata da Gesù solo, non vive più che per “i Tre che sono Uno”: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.
Dio le concede solo tre anni di vita consacrati: brucianti di amore a Lui, di espiazione per il mondo, in un meraviglioso Colloqui interiore che ella viene scrivendo (pubblicato ora proprio con questo titolo dalle Edizioni Terra Santa, Milano, 1990) per narrare i prodigi di Dio nella esistenza tormentata e ardente. Il 23 giugno 1942, annota:
“Mio Dio, quanto sei buono, buono, buono!”. Sente che Gesù le dice: “Bisogna che le anime offrano vittime a me”. E’ così che la società si ricostruirà. Essere vittime significa imitare la mia vita eucaristica. Tu soffrirai molto, ma io sarò con Te e io verrò a cercarti d’un colpo”.
Due giorni dopo, il 25 giugno 1942, senza agonia, suor Maria della Trinità vedeva il suo Sposo. Nel piccolo cimitero, dove è sepolta, sulla sua tomba, c’è solo una croce di legno con il suo nome. La sua storia è uno dei più sorprendenti miracoli del Cristo nel nostro secolo.

 

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ultimo aggionamento 05 maggio, 2005