ESPERIENZE |
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Un giusto
sentimento di timore filiale
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Cari confratelli Presbiteri, fratelli e sorelle. Celebriamo con gioia la Festa dellAmore Misericordioso, cioè di un Dio che ci ama, ci ama come un Padre; un padre e una madre sono sempre misericordiosi verso i loro figli. Dio è sempre disponibile a perdonarci e a farci rientrare nella sua grazia.
Però esiste un pericolo. Il pericolo è che noi approfittiamo dellamore di Dio per fare il comodo nostro e poi pretendere la salvezza. Il catechismo di San Pio X elencava tra i peccati più gravi la presunzione di salvarsi senza merito, è la realtà in cui noi possiamo cadere.
La misericordia di Dio è una grande speranza per noi, una certezza direi di salvezza, ma non ne dobbiamo approfittare; bisogna che noi viviamo secondo la legge del Signore e la legge del Signore è legge damore, quindi legge che supera quella tendenza naturale che cè in noi e che si chiama egoismo. Legoismo ci fa mettere noi stessi al centro di tutto e giudicare le azioni in proporzione al fatto se sono di giovamento per noi o no: tutto ciò che ci giova è bene, tutto ciò che non ci giova è male: è una valutazione completamente errata. Ce lo dimostra Gesù Cristo il quale non ha cercato mai il suo tornaconto ma si è sottoposto alla volontà del Padre fino ad accettare di morire sulla croce.
Il Crocifisso di Madre Speranza è un richiamo a questa realtà. Gesù ci ha amato tanto da morire per noi, Gesù ha amato tanto il Padre da dirGli: non sia fatta la mia volontà ma la Tua. E quindi la nostra vita, pur confidando sempre nella misericordia del Signore, deve essere una vita retta, una vita giusta, una vita corrispondente a ciò che il Signore vuole da noi.
Quando pensiamo a Dio Giudice noi siamo tentati di pensare che Dio esamina la nostra vita e poi con un atto di sua volontà ci premia o ci castiga; in realtà il giudizio del Signore è un giudizio che facciamo noi stessi, che il Signore ci metterà come davanti ad uno specchio sul quale noi vedremo la nostra vita e il fatto di essere salvati o condannati non dipenderà da un atto del Signore ma dipenderà dallo stato in cui noi ci troveremo in quel momento. Se noi al momento del giudizio di Dio ci troveremo nello stadio dellegoismo e della negazione dellamore, non cè bisogno che Dio faccia nulla per castigarci, il castigo sarà proprio essere eternamente in quella situazione. Quindi, vedete che da parte di Dio cè la volontà di salvarci ma ci salva se noi lo vogliamo, se noi viviamo in maniera conforme allesigenza di salvezza che cè nel nostro essere. Quindi confidiamo nel Signore ma cerchiamo anche di coltivare il santo timore di Dio. Un fanciullo che ama i suoi genitori deve avere un timore riverenziale verso di loro, non solo un amore che pretende e basta, ma un amore che accetta anche la punizione quando è fatta per il suo bene.
Il Signore va amato e dobbiamo avere riconoscenza per la sua infinita misericordia; ma va anche temuto; non è un timore di opposizione, ma è un sentimento naturale di fronte ad un Essere infinitamente più grande di noi, infinitamente santo, dinanzi al quale ci poniamo noi con i nostri difetti e i nostri errori; per avere misericordia bisogna avere il santo timore di Dio.
Celebrando oggi le meraviglie dellamore del Signore, cerchiamo di fare il proposito di non approfittare dellamore del Signore; qualche volta i figli approfittano dellamore dei genitori quando è troppo permissivo e trasgrediscono la volontà dei genitori con grande facilità e senza timore e senza rimorso. Non dobbiamo metterci di fronte a Dio in questa situazione perché sarebbe la nostra rovina. Amare e temere, amare e rispettare, amare e adorare questi sono i sentimenti con cui dobbiamo accostarci al Signore.
Oggi preghiamolo il Signore che ci dia la grazia di avere verso di Lui il giusto sentimento di amore, il giusto sentimento di timore filiale, il giusto sentimento di confidenza nella sua misericordia e il Signore ci salverà.
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ultimo aggionamento 05 maggio, 2005