SULLE ORME DI MADRE SPERANZA |
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INTRODUZIONE |
Il mio intervento avrà unimpostazione cronologica e si baserà fondamentalmente su lesperienza vissuta dalla Madre Speranza nel portare avanti un preciso disegno di Dio, esperienza che lei ha registrato fedelmente nel suo Diario, vera fonte limpida e ricca non solo di date, persone ed eventi, ma anche delle grazie e dei travagli, delle gioie, attese e sofferenze che compongono il tessuto degli avvenimenti come la trama più significativa degli stessi.
Lascerò, dunque, che sia la Madre stessa a parlare a tutti noi qui raccolti nel 18° anniversario del suo transito da questo mondo alla dimensione dei risorti in Cristo.
Vorrei notare subito che il Diario, a cui attingerò a piene mani, la Madre Speranza lha scritto soltanto, come lei stessa dice testualmente, "per obbedienza al mio Padre spirituale P.Antonio Naval, religioso della Congregazione del Cuore di Maria".Svolgerò questo mio intervento in tre punti che corrispondono, secondo il mio modo di vedere, alle prime tre tappe o fasi della vita (o storia) della Congregazione dei Figli dellAmore Misericordioso (FAM).
Queste tre tappe corrispondono alle fasi che ogni essere umano deve attraversare nella propria esistenza, che va dal concepimento alletà della fanciullezza. Esse sono:- Il tempo della gestazione della Congregazione dei FAM
- La nascita della Congregazione dei FAM
- I primi passi della Congregazione dei FAM (o lInfanzia della Congregazione).Queste tre tappe costituiscono, senza dubbio, un tempo particolarmente privilegiato per la storia della Congregazione dei Figli dellAmore Misericordioso, un tempo di grazia e di benedizione.
Sarà la Madre, ripeto, attraverso il suo "Diario", a raccontarci questa storia meravigliosa e nello stesso tempo un po anche "misteriosa" come vedremo.
Io mi limiterò a fare, ogni tanto, qualche breve annotazione.
IL TEMPO DELLA GESTAZIONE |
"Il tempo della gestazione" della Congregazione è quello che possiamo considerare compreso tra il 28 marzo 1929, giorno in cui la Madre riceve il primo annuncio da parte del Signore della Fondazione, e il 15 agosto 1951, il giorno in cui i primi tre FAM emettono i Voti religiosi.
È il tempo dellattesa, contrassegnato nella persona di Madre Speranza, come in ogni mamma che attende una nuova vita, da gioia e timore, da sofferenza e gaudio, da privazioni ed esperienze sublimi1.1. Il primo annuncio della Fondazione Il 28 marzo 1929 Madre Speranza scrive nel suo Diario:
"Il Buon Gesù mi dice che è giunto il momento di scrivere le Costituzioni sulle quali più tardi si dovranno reggere la Congregazione dei Figli del suo Amore Misericordioso e molto presto la Congregazione delle Ancelle dellAmore Misericordioso, e che di queste (Costituzioni) devo copiare ciò che riguarda esse, lasciando separato ciò che più tardi devono compiere i Figli del suo Amore Misericordioso.
Ciò mi ha spaventato molto perché non so quello che devo scrivere, né cosa fare.
Io, Padre2 mio, mi sono messa a piangere come una bambina piccola e sono angosciata (letteralmente: "mi affoga la pena"), non perché non voglia fare quello che il Buon Gesù mi chiede, ma perché non ne sono capace e sono convinta che non farò niente di buono".Due giorni dopo (30 marzo 1929): "Ieri notte mi sono distratta ed il Buon Gesù, così Padre come sempre e con una pazienza inesauribile, mi ha detto di smettere di soffrire perché io non dovrò fare altro che scrivere quello che Lui mi detterà, senza preoccuparmi del risultato e, dopo, estrarre da queste il necessario per la prossima fondazione delle Ancelle del suo Amore Misericordioso".
2 aprile 1929: "Questa notte mi sono distratta, o meglio, Padre, prima di coricarmi, molto presa da quello che il Buon Gesù mi aveva detto, ho preparato un quaderno e una matita e ho detto: "Gesù, sono pronta".
E quando stavo per coricarmi è venuto il Buon Gesù e mi ha dettato quello che devo scrivere nelle Costituzioni.
Alle quattro il Buon Gesù mi ha lasciato dicendomi che, aiutata da lei (P.Antonio Naval), separiamo quello che si riferisce ai Figli del suo Amore Misericordioso e alle Ancelle del suo Amore Misericordioso, formando così due quaderni diversi".3In questo primo annuncio che riceve sulla nuova Fondazione, si può notare latteggiamento della Madre, così simile a quello di tanti personaggi biblici quando ricevono una particolare chiamata del Signore.
I sentimenti della Madre sono di "grande spavento" e di sensazione di incapacità. Abbiamo ascoltato le sue reazioni immediate: "mi sono messa a piangere come una piccola bambina" e "la pena mi soffoca". Notiamo nellesperienza della madre, come in quella di Mosè (Cf Es 3), Geremia (Gr 1), Maria (Lc 1) e tanti altri, una sproporzione enorme tra la grandezza delle richieste di Dio e la sensazione di piccolezza e inadeguatezza che la creatura avverte.Sebbene il primo annuncio della fondazione della Congregazione dei Figli dellAmore Misericordioso risalga al 29 marzo 1929, bisogna dire che il Signore stava preparando da tempo la Madre a questa fondazione, inculcandole un grande amore verso i sacerdoti, amore che, come sempre nella sua esperienza, è stato accompagnato dallofferta generosa di sé.
In particolare, circa un anno prima dellannuncio di cui sopra, la Madre veniva caldamente invitata dal Buon Gesù a "soffrire in riparazione delle offese che Lui riceve dal suo amato Clero", e chiedeva al suo Padre spirituale che cosa volesse dirle Gesù con questa richiesta.2. Gestazione tra sofferenza e speranza
Facendo un salto di 13 anni da quel primo annuncio, ci fermiamo a considerare alcune pagine del Diario dellanno 1942.
Il 26 gennaio 1942 la Madre si ammala, il giorno 28 chiamano il medico della comunità per visitarla; questi immediatamente, vista la gravità, nonostante che la Madre sia contraria, fa chiamare un altro medico.
"28 gennaio 1942 I due medici dissero che ero molto grave, diagnosticarono una polmonite e peritonite. Vogliono portarmi immediatamente ad una Clinica, io mi oppongo a ciò dicendo che mi lasciassero morire tranquilla vicino alle mie amate figlie...".
Alle 8 di sera, dietro consiglio del medico, riceve il Santo Viatico, lOlio degli Infermi e la Benedizione Papale.
"Le figlie piangono nella stanza ed io comincio a credere che è arrivato il momento di lasciare sole le mie povere figlie, giovani e perseguitate e, sento un momento terribile di pena al pensiero di morire così presto senza poter soffrire più per i poveri Sacerdoti che hanno avuto la disgrazia di offendere il mio Dio.
E mi affligge pure lidea che il Buon Gesù mi porti con sé prima di realizzare la fondazione dei Figli del suo Amore Misericordioso perché non ha trovato in me quella generosità che Egli desidera.
Che pena, Gesù mio!
Quanto ho sofferto in quei momenti!
Solo Gesù conosce il fervore con cui gli ho promesso di essere più generosa ed affrontare con Lui, la fondazione dei Figli del suo Amore Misericordioso, costi quello che mi costi".13 febbraio 1942: "Grazie al Buon Gesù, vado migliorando e così, credo che ancora avrò la gioia di potere fondare la Congregazione dei Figli dellAmore Misericordioso; e soffrire un po di più per i poveri Sacerdoti che hanno avuto la disgrazia di offendere il mio Dio".
3. Timore e decisione (spavento, tristezza, sofferenza)
Nel maggio del 1942 la Madre, in una preghiera accorata, manifesta, da una parte spavento e timore di fronte alla nuova fondazione, dallaltra una prontezza generosa accompagnata dalla decisione di compiere la volontà di Gesù di cui è totalmente convinta.
27 maggio 1942 "... Sono pronta, Gesù mio,
però aiutami Tu poiché mi trovo in grande difficoltà con la Congregazione delle Ancelle
dellAmore Misericordioso e mi spaventa il dover fondare la Congregazione dei Figli
del tuo Amore Misericordioso, nonostante che sono persuasa che questa è la tua volontà:
perdonami, Gesù mio! e non far caso del mio timore prodotto forse dalla lotta e il dolore
di questi momenti....
Perdonami, Gesù mio, e aiutami affinché, quando arriverà il momento
della fondazione dei Figli del tuo Amore Misericordioso, io la intraprenda con decisione,
solo con il fine di compiere la tua santa volontà, anche se ci devo soffrire molto,
guardando sempre a Te e non più a me e a ciò che diranno gli uomini".
Il pensiero di non poter portare a termine la fondazione dei Figli dellAmore Misericordioso, tormenta la Madre in unaltra grande prova del 1944, la morte della Sig.na Pilar de Arratia, sostegno della Madre in tutto e per tutto e sua grande benefattrice. La sofferenza, in quel caso, nasce anche dal dubbio su chi delle due il Signore avrebbe chiamato a sé.
6 agosto 1944 "...Solo il Buon Gesù può apprezzare il fervore con cui stiamo facendo questo Santi Esercizi ed Egli solo può rendersi conto del dolore che invade il cuore di Pilar ed il mio preparandoci per leternità4, giacché le figlie non sanno nulla di ciò. Io sento una tristezza mortale al pensiero di dover lasciare questa figlia sola e non amata da tutti nella Congregazione, di separarmi dalle mie amate figlie, lasciandole sole e senza esperienza; daltra parte mi tormenta il pensiero che il Buon Gesù non mi lasci portare a termine la fondazione dei Figli del suo Amore Misericordioso per aver in vari momenti alimentato la terribile sofferenza che nella mia pazza immaginazione mi ero formata, pensando sempre in me stessa, e così ho perso molto tempo e, ciò che è peggio, credo di aver fatto soffrire molto il Buon Gesù pensando in me stessa.
Con questa mente pazza dicevo: Se il Buon Gesù aveva permesso che mi facessero tanto soffrire con la fondazione delle figlie, cosa sarebbe accaduto con quella dei Figli...".
4. È arrivato il momento: la chiamata di Alfredo Di Penta, primo Figlio dellAmore Misericordioso.
24 febbraio 1951: "Il Buon
Gesù mi dice che è giunto il momento di darmi totalmente al sacrificio e alla sofferenza
e che devo essere disposta a tutto quello che Egli desidera, costi quel che costi.
Mi ha detto che è arrivato il momento di realizzare la fondazione
della Congregazione dei Figli del suo Amore Misericordioso e che il primo di questi sarà
il giovane Alfredo Di Penta5, che Egli, nella sua Provvidenza,
me lo aveva già messo accanto in occasione dellAnno Santo perché questi,
affezionatosi a me, più facilmente potesse rispondere alla chiamata della sua vocazione.
Solo Gesù conosce la dolorosa impressione che ha prodotto nella mia
povera anima la decisione del Buon Gesù.
Sopraffatta dalla pena e piangendo come una bambina, ho preteso far
vedere al Buon Gesù la mia nullità, la mia paura e ciò che io potevo fare aiutata da un
povero secolare che non pensa neppure lontanamente a diventare religioso.
Il Buon Gesù mi ha risposto che questo giovane sarà religioso,
Sacerdote ed il primo Figlio della Congregazione del suo Amore Misericordioso.
Io, fuori di me e non in Lui, gli ho risposto senza nessun fondamento:
"Io, Signore, non sono disposta a diventare strumento per farti soffrire aiutandoti a
fallire; cerca, Gesù, unaltra creatura più idonea per realizzare ciò; cerca,
Gesù, un Vescovo o un Monsignore o un Sacerdote con esperienza e virtù, colui che Tu
credi, ma non io, Signore, e per di più aiutata da un secolare che non ha la più piccola
nozione di ciò che è la vita religiosa.
Il Buon Gesù, sereno e tranquillo, mi ascoltava, sopportando, nella
sua grande umiltà, la mia esaltata superbia, fino a che, ferita la mia anima dal suo
sguardo pieno di amore, ho detto al mio Dio: "Perdonami, Dio mio, ancora una volta e
castigami con ogni tipo di sofferenze, ma non permettere che io pensi più a me stessa, ma
solo a dare gloria a Te".
Egli mi ha perdonato e, con voce di Padre e con sguardo affettuoso, mi
ha detto: "Figlia mia, io non tengo conto, dimentico, perdono e ti amo tanto, tanto;
conosco le sofferenze che ti aspettano e le umiliazioni che devi soffrire, tuttavia la mia
volontà è che tu passi attraverso questa prova e che il primo dei Figli dellAmore
Misericordioso sia Alfredo".
A questo io ho aggiunto: "Ecce ancilla Domini! Però, Gesù, dimenticati del
dispiacere che ti ho dato e aiutami perché nelle prove io impari a diffidare di me e a
confidare sempre in Te".
Credo che durante la mia distrazione le due Suore che erano con me
aiutandomi a recitare il rosario si sono accorte della mia lotta e, ciò che peggio, della
mia poca rassegnazione e così una di esse avvisò questo giovane di ciò che accadeva
dicendogli che io non sapevo come dirglielo.
Io, che non sapevo nulla di ciò, ho detto di avvisare Alfredo che
venisse e lui appena è arrivato si mise in ginocchio vicino a me dicendomi: "Non
soffra, Madre, io sono pronto a tutto".
Egli mi ha detto questo per tranquillizzarmi ma so da alcune Suore che
egli, non in mia presenza, era triste e preoccupato e lo si vedeva piangere.
Da quel momento ho cominciato a trattare con lui dei passi da fare per
la nuova fondazione e, appena un po migliorata dallartrite deformante
che mi impediva di muovermi, ho cominciato a darmi da fare perché Alfredo potesse fare
gli studi ecclesiastici da esterno, poiché a lui costava molto ai 37 anni entrare in un
Seminario.
Siamo andati a Fermo Alfredo ed io a vedere lArcivescovo6, per chiederle questa grazia...
Sua Eccellenza mi rispose che era disposto a preparare questo giovane al Sacerdozio in tre
anni, ma lui doveva assistere alle lezioni del Seminario.
Siccome la nostra Congregazione non aveva una casa a Fermo perché
Alfredo potesse stare, Sua Ecc.za mi disse che egli poteva fare in modo che noi potessimo
occupare un Collegio per bambini poveri che un suo Sacerdote aveva fondato e che era morto
lasciando incaricato Sua Ecc.za di detto Collegio. Egli aveva posto lì un Rettore e un
Vice-Rettore, ma se noi eravamo daccordo con ciò egli si sarebbe incaricato del
resto
Siamo andati con il Rettore a vedere il Collegio, ma Alfredo si
impressionò molto di fronte al disordine che cera e mi ha detto che lui era
disposto a tutto meno che andare a vivere in quel collegio. Ho lottato molto con lui per
convincerlo, ma lui sempre mi rispondeva: "non sono disposto a fare ciò".
Rattristata e senza sapere che cosa fare, tornammo a Roma senza passare
per il Vescovado, pensando che avrei potuto convincere Alfredo e così evitare un
dispiacere a sua Ecc.za che tanto interesse aveva manifestato nella nostra faccenda.
E stato tutto inutile".
Mi sembra interessante sottolineare la sequenza degli avvenimenti del brano appena letto:
a) Richiesta del Signore alla Madre di darsi totalmente al sacrificio e alla sofferenza, disponibile a fare tutto ciò che Lui desidera.
b) Annuncio della nuova Fondazione e di Alfredo come primo FAM.
c) Reazione di grande pena, pianto e "ragioni" della Madre a Gesù.
d) Risposta di Gesù alla Madre, confermando la sua scelta.
e) "Ribellione" della Madre.
f) "Ripensamento" della Madre, colpita dallo "sguardo pieno di amore di Gesù" e sua richiesta di perdono.
g) Perdono accordato da Gesù alla Madre e riaffermazione del suo amore per lei e della sua volontà su Alfredo.
h) "Ecce Ancilla Domini" della Madre.
5. Ricerca faticosa per mettere in atto la volontà di Dio
Benché la percezione della volontà esplicita di Dio di fondare i FAM nella Madre sia molto chiara, tuttavia questo non le risparmia la ricerca faticosa del come realizzare concretamente questo desiderio di Dio.
a) Incontro con il Vescovo di Todi
28 febbraio 1951: "Questa notte mi sono distratta e il Buon
Gesù mi ha detto che dobbiamo andare a parlare con il Vescovo di Todi7
per riferirgli tutto quello che Egli mi ha chiesto, cioè: la fondazione dei Figli
dellAmore Misericordioso di cui deve essere il primo membro Alfredo Di Penta e di
chiedere a Sua Ecc.za che prenda questa nascente Congregazione sotto la sua protezione ad
experimentum.
Così ho fatto e Sua Ecc.za si è offerto volentieri e mi ha detto:
"Madre lei sarà il canale della volontà di Dio e noi due la seguiremo".
Mi sono messa in ginocchio e così pure Alfredo per ricevere la
Benedizione di Sua Ecc.za e questi, ponendo la mano sulla testa di Alfredo, gli disse:
"Io stesso mi incaricherò perché tu venga preparato e nel più breve tempo
possibile tu possa arrivare ad essere Sacerdote".
b) Ritorno a Fermo per informare il Vescovo,
passando per Loreto
26 maggio 1951 "Ritorno a Fermo accompagnata da Alfredo
per comunicare a Sua Ecc.za che Alfredo non si è sentito con forze per andare al Collegio
e come il Buon Gesù mi aveva detto di rivolgermi a Sua Ecc.za il Vescovo di Todi per
comunicargli ciò che accadeva; egualmente ho comunicato a Sua Ecc.za lArcivescovo
di Fermo la risposta del Vescovo di Todi e come Alfredo era daccordo con ciò.
(
)
c) Una benedizione particolarissima nella Santa Casa
di Loreto
Prima di andare a Fermo, andiamo a visitare la Ssma Madre, per
supplicarla di chiedere al suo Divino Figlio la grande grazia che, aiutato da Lui, Alfredo
arrivi ad essere un santo Sacerdote e Figlio dellAmore Misericordioso, e che Lui
conceda a questo giovane un po di scienza infusa, perché è da diversi anni che ha
finito gli studi e la sua mente non è molto agile per riprenderli, e lamor proprio
turba il suo spirito al pensiero di ciò che diranno gli altri di fronte alla sua
incapacità, torturato dalla brutta figura che potrà fare.
Ad un certo punto vedo il Buon Gesù vicino alla sua Santissima Madre e
mi dice di non temere, ché Lui lo assisterà sempre e gli darà la scienza infusa quando
ne avrà bisogno.
Ho chiesto al Buon Gesù e alla Ssma Madre di benedire Alfredo e questa
povera creatura e il Buon Gesù, così Padre come sempre, stendendo la sue mani ha detto:
"Vi benedico nel nome di mio Padre, Mio e dello Spirito
Santo"; e dopo ha detto la Madre: "Rimanga sempre in voi la benedizione
delleterno Padre, di mio Figlio e dello Spirito Santo".
Che emozione ha sperimentato la mia povera anima nel ricevere la santa
Benedizione del Buon Gesù e della Santissima Madre! "Solo Tu, Gesù mio, puoi
apprezzare lebbrezza che mi invade e lunione intima che ha prodotto in me
questa visione intima e affettuosa con Te".
Davanti al Buon Gesù e alla Madre ho rinnovato il mio proposito di non
negare niente al Buon Gesù, e gli ho chiesto che perdoni ancora una volta il mio osare
manifestargli tante difficoltà prima di decidermi a compiere la sua Divina Volontà.
"Tutto ciò, Gesù mio, è frutto di aver cercato più me stessa che la gloria del
mio Dio, e aver dimenticato i propositi fatti nei momenti in cui Lui mi ha favorito con le
finezze del suo amore".
6. Gli ultimi preparativi per la nascita
Come ogni madre che attende una nuova nascita, Madre
Speranza si preoccupa, con la premura che la caratterizza, dei preparativi che dovranno
garantire il futuro sviluppo della creatura.
In mezzo a questi preparativi vediamo che la Madre alterna il continuo
viaggiare, lavorare, pianificare e decidere, con esperienze forti di preghiera e incontro
con il Buon Gesù, le quali costituiscono la trama che intesse e orienta tutto il suo
sentire, pensare e agire.
27 maggio 1951: "Vado con Alfredo e due
Suore a Campobasso per vedere il terreno che questi vuole donare alla futura Congregazione
dei Figli dellAmore Misericordioso. Partiamo alle cinque del mattino e ci fermiamo
ad ascoltare la Santa Messa in una Cappella dei Carmelitani, che rimaneva lungo la strada
in mezzo alla campagna. Facemmo la comunione prima della Messa e al momento della
Consacrazione cominciai a uscire da me stessa per entrare nel Buon Gesù e, volendo
evitare questa ebbrezza, uscii allesterno per vedere se, distraendomi con qualche
altra cosa, mi passava, ma fu tutto inutile. Mi prese una distrazione in mezzo a quella
campagna e il Buon Gesù mi colmò delle sue carezze e mi disse, con molta dolcezza ma con
una maestosa autorità, che ho assimilato molto poco dei suoi insegnamenti.
Lui dice è vissuto solo per dare gloria a suo Padre, ed
è morto per compiere la sua Divina Volontà ed essergli totalmente gradito. Mi ha fatto,
così, capire che la vita e la morte non mi devono importare assolutamente nulla, quando
si tratta di dare gloria al mio Dio. Io ho risposto: "Quanto mi fa male il tuo
rimprovero, Gesù mio! Non tanto per quello che mi hai detto, ma perché mi accorgo che,
nonostante il mio fermo proposito di no negarti niente, mi trovo sempre con grandi
difficoltà nel compiere la tua Divina Volontà.
Aiutami, Gesù mio, e dà alla mia debole volontà la forza e la
costanza di cui ha bisogno, per non volere né desiderare niente, tranne il compimento
della Volontà del mio Dio"
14 giugno 1951: "Vado, di nuovo a Matrice con due suore, per vedere ciò che è necessario fare in quella casa".
15 giugno 1951: "Viene a Matrice
anche il Signor Lino Di Penta, fratello di Alfredo.
Espongo al Signor Lino il mio desiderio o incarico del Buon Gesù che
lì si faccia il Noviziato dei Figli dellAmore Misericordioso, ma che ancora non è
arrivata lora di fare questo lavoro e così lunica cosa che si può fare è
ingrandire lattuale casa perché gli Apostolini (i giovani aspiranti) della nascente
Congregazione possano trascorrere le vacanze estive".
4 luglio 1951: "Viene per entrare nella Congregazione dei Figli dellAmore Misericordioso Don Giovanni Barbagli. Ed io, accompagnata da Alfredo, andiamo con lui per presentarlo al Vescovo di Todi. Gli chiediamo la grazia che potessero emettere i loro Voti i primi Figli dellAmore Misericordioso e Sua Ecc.za acconsentì dicendo che egli stesso li avrebbe ricevuti".
7 luglio 1951: "Vado a Collevalenza accompagnata da una Suora e Alfredo per vedere la Parrocchia e la Casa Parrocchiale che il Signor Vescovo di Todi ha designato come culla della Congregazione dei Figli dellAmore Misericordioso. La Parrocchia non è male del tutto; la casa sì; ma siccome Alfredo è andato disposto a tutto non gli è sembrato tanto male".
7. Il "tignoso" fa tutto il possibile per impedire la nascita della Congregazione
Madre Speranza quando parla di "tignoso"
si riferisce al "diavolo" (cioè colui che accusa, disunisce, calunnia,
confonde, inganna) o "satana" (cioè avversario, nemico).
Tignoso (secondo il dizionario della lingua italiana Zingarelli):
"chi è fastidioso", "miserabile, meschino", "puntiglioso,
testardo".
Il travaglio di questa gestazione continua fino a poco tempo prima
della nascita della Congregazione. Dio permette al "tignoso" di fare guerra fino
allultimo.
18 luglio 1951: "Alfredo va a Todi ad
accompagnare il Vescovo. Non sentendomi bene, allora della ricreazione mi coricai e,
mentre mi trovavo nella stanza, è venuto "il tignoso" a dirmi che aspettassi
seduta Alfredo, che egli sincaricava perché non tornasse più; mi disse una serie
di spropositi tutte tipiche di lui, assicurandomi che "quello lì" (cioè
Alfredo) aveva già finito di essere il primo e lultimo, e che già potevo
cercare un altro disgraziato per metterlo al capo della famosa Congregazione che lui aveva
già il permesso di distruggere.
Alle undici e mezzo arrivò Alfredo, ma senza la macchina e disse che
ad un certo momento gli si presentò uno strano cane che si avventò sulla macchina, egli
volle schivarlo, ma il cane si mise sotto la macchina e questa diede un salto al di sopra
del cane, come se questi fosse di ferro e non vide più niente.
Con questo salto si ruppe la macchina e non è potuto più proseguire,
ma chiese ad un camion di rimorchiarla fino ad un garage. Egli dovette lasciare lì la
macchina e camminare tre kilometri per prendere un treno.
Egli era abbastanza impressionato e nel garage dove portò la macchina
gli dissero: "Comè successo questo?". Egli disse quello che era successo
con il cane e questi gli risposero: "Un cane? Vorrà dire un bue!".
10 agosto 1951: "Vado a Collevalenza con
il P. Alfredo e una Suora per vedere la Casa della Parrocchia poiché mi dicono che i
lavori sono già terminati.
Ritorno a Roma lo stesso giorno per preparare le cose necessarie per
la Vestizione dellAbito dei primi Figli dellAmore Misericordioso"
LA NASCITA |
Il 15 agosto 1951 nasce la Congregazione dei Figli dellAmore Misericordioso, a Roma, nella cappella della Casa Generalizia delle EAM. Mons. Alfonso Maria De Sanctis, Vescovo di Todi, riceve i voti dei primi tre Figli dellAmore Misericordioso: Alfredo Di Penta, Don Giovanni Barbagli e Sanzio Supini.
La nascita della Congregazione, come, in genere, ogni nascita, è stato un grande avvenimento. Per fortuna non è stata una nascita "traumatica", ma serena e gioiosa che faceva ben sperare per il suo futuro sviluppo.
Ecco come la Madre riporta nel suo Diario questo gioioso evento:"Oggi 15 agosto 1951. Questi stessi tre fanno i voti, secondo le loro Costituzioni, nella stessa Cappella. Li ha ricevuti S. Ecc.za il Vescovo di Todi....
Io mi sono distratta e ho trascorso tutto il tempo che è durata questa cerimonia fuori di me e unita al Buon Gesù. E a Lui ho chiesto che benedica questi tre Figli e la nascente Congregazione. E ho rinnovato la mia offerta di vittima volontaria per le offese che il Buon Gesù riceve dai suoi Sacerdoti del mondo intero".
I PRIMI PASSI: le premure di una Madre e le difficoltà iniziali. |
Possiamo dire che, a questo punto, si apre il tempo dellinfanzia della nuova Congregazione.
Uninfanzia lunga, ma ricca di avvenimenti.
Come ogni infanzia ha bisogno di cure molto particolari, soprattutto da parte della figura materna.
1. La prima Comunità dei FAM
"18 agosto 1951. I primi tre Figli dellAmore Misericordioso vanno a Collevalenza. E presente anche il Signor Vescovo di Todi e inaugura la loro prima casa, nella Casa Parrocchiale.
Anchio sono stata presente a questa cerimonia, accompagnata dalla Segretaria generale e dalle figlie che dovranno assistere i tre religiosi. La comunità delle figlie, lho installata in alcune camere prese in affitto nella casa di un privato8 ( ) Il Sr. Vescovo ha dato a questi Figli lincarico della Parrocchia"."... Il giorno 19 agosto 1951, mi sono accorta che la mia residenza devessere a Collevalenza ( ) Nella notte mi sono distratta e il Buon Gesù mi ha detto chiaramente che questa Collevalenza, dove faccio fatica a stare, è il luogo in cui devo vivere e sviluppare e organizzare il mio ultimo compito, secondo il suo desiderio".
2. Un nuovo membro si aggiunge ai primi tre FAM
"15 settembre 1951. Entra
nella Congregazione dei Figli dellAmore Misericordioso D. Gino Capponi, Canonico
della Cattedrale di Todi".
"30 settembre 1951. Fa i suoi Voti, come Figlio dellAmore
Misericordioso, nella Cappella della casa Generalizia delle Ancelle dellAmore
Misericordioso, a Roma D. Gino Capponi".
3. Arrivano a Collevalenza i primi sei ragazzi (apostolini)
"24 ottobre 1951. Mi trovo a Collevalenza
per preparare quanto è necessario per i sei Apostolici che devono arrivare oggi".
(Tra questi primi sei ragazzi cera P.Giovanni Ferrotti, oggi Figlio
dellAmore Misericordioso e Parroco di S. Pietro in Vaticano)
4. Angoscia e timore per la giovane creatura
Il 29 febbraio 1952 la Madre, che si trova ancora a Fermo, viene chiamata da Roma perchè il Cardinale Pizzardo desidera parlare con lei. In preda allangoscia, le viene alla mente il fallimento annunciato dal "tignoso" due giorni prima e si convince che la Sacra Congregazione del Santo Offizio9 vuole dissolvere la Congregazione.
"... Che angoscia ho sperimentato nel
sentire che mi chiamava urgentemente il Segretario del Santo Officio!
La mia mente è un vero vulcano: mi sembra sia arrivato il momento di
separarmi dei figli e che questi non continueranno a far parte della nascente
Congregazione, che i Sacerdoti di qui (della Diocesi di Fermo) oramai non entreranno più
e tutto crollerà.
E nella mia angoscia e dolore soltanto so dire: povero Gesù! poveri
figli! Quanta vergogna soffriranno se il Santo Ufficio dissolve la Congregazione, anche se
momentaneamente, perché sono sicura che la Congregazione dei Figli dellAmore
Misericordioso darà molta gloria al Nostro Dio e alla sua Chiesa e così, se soccombe,
sarà momentaneamente per rafforzarsi maggiormente".
I timori della Madre, comunque, risultarono
infondati poiché il Cardinale Giuseppe Pizzardo, come risulta dalludienza del 1
maggio riportata nel "diario", laveva chiamata per chiederle se poteva
ricevere nella Casa di Roma una ex-religiosa di 60 anni, di nazionalità francese, che era
senza denaro e non sapeva dove andare.
Nelludienza il Cardinale dice anche alla Madre che è disposto ad
aiutarla in tutto, ma non a lasciare P. Alfredo a Todi, perché desidera che vada al
Seminario di Viterbo dove si preparerà bene al Sacerdozio.
Tale decisione del Cardinale non dispiacque alla Madre, anzi al
contrario, poiché si era accorta che a Todi non si stava preparando molto bene al
Sacerdozio.
Alfredo entrerà nel Seminario di Viterbo il 29 aprile 1952. Non fu
facile per lui che fin dallinizio aveva manifestato alla Madre il desiderio di
prepararsi al Sacerdozio senza andare a vivere dentro il Seminario. Infatti nel mese di
marzo la Madre stessa in varie pagine del "diario" annota il percorso sofferto
del primo Figlio dellAmore Misericordioso, caratterizzato da dubbi, paure,
turbamenti, resistenze, fino al punto di star per abbandonare la Congregazione. Vedere
Alfredo così, è per la Madre un "martirio": soffre per lui e insieme con lui,
ma nello stesso tempo vive dei momenti tra i più alti dellunione intima con Gesù.
Ancora una volta tra lamare e il soffrire si va forgiando la
nuova Congregazione e si porta avanti il piano di Dio.
5. È arrivato il momento del progetto dei Sacerdoti Diocesani con Voti (SDCV)
Nonostante le molte prove, il piano di Dio continua
ad andare avanti, anzi escogita sempre "cose nuove". La Madre sente una nuova
ispirazione dallalto: è arrivato il momento di dare vita a un ramo particolarissimo
dentro della nuova Congregazione: i sacerdoti diocesani consacrati come Figli
dellAmore Misericordioso. La modalità di questo inserimento (= sacerdoti diocesani
consacrati e facenti parte della Congregazione come religiosi FAM) è assolutamente nuova
nella Chiesa, sia dal punto di vista giuridico che pastorale e spirituale, tantè
che il magistero ha dovuto vagliare a lungo questa realtà, e ha dato lapprovazione,
ad experimentum per 10 anni, solo il 25 luglio del 1995, ben 43 anni dopo che la Madre
aveva presentato questo progetto e 12 anni dopo la sua morte.
Il 29 febbraio 1952 la Madre scrive:
"
Il buon Gesù mi ha detto che è arrivato il momento di
scrivere ciò che si riferisce al Clero in Comunità; e per aiutarmi in questo lavoro Egli
mi manderà questa sera uno dei migliori Canonisti e che (siccome la cosa è grande e di
tanto bene spirituale per il suo Clero), non devo farmi nessuna illusione ma solo scrivere
ciò che Egli mi detti senza preoccuparmi del risultato, dispormi a soffrire ed aver fame
di appartenere a Lui in modo tale da potermi riempire dei suoi beni.
Mentre ascoltavo ciò, il mio cuore si accendeva sempre di più
nellamore del Nostro Dio e sembrandomi che non potevo sopportare la violenza di
questo fuoco, mi sono vista obbligata a dire: "basta, Gesù mio, guarda che il mio
povero cuore non resiste più questa forza damore di mio Padre e del mio Dio che è
per me tutto e tutte le mie cose".
6. Una gestazione molto sofferta.
Anche questo progetto di Dio dei SDCV deve fare i
conti con difficoltà, incomprensioni, contrasti umani e opposizione violenta del
"tignoso".
In questo periodo la Madre cerca con tutta se stessa il modo di
raggiungere una unione intima e affettuosa con il Signore, che, come sempre, è
accompagnata da sofferenza. Il mese di marzo del 1952 è, in tutto il Diario,
quello in cui la Madre fa più annotazioni e ci presenta alcune delle pagine più alte
della sua unione con il Buon Gesù.
Ascoltate cosa scrive il 7 marzo 1952:
"
Questa notte, Padre mio, il Buon Gesù ha fatto con me
una vera pazzia damore. Lei è stato presente, perché Lui ha voluto che lei sia
testimone delle finezze del suo amore.
Che Padre! Che Amico! Che Tutto! Ha imbalsamato il mio spirito con quel
balsamo soavissimo dellamore, chiamato da Lui il balsamo del dolore, del sacrificio
e dellabnegazione, ma io posso solo chiamarlo il balsamo dellamore: è
laroma delicato che fa uscire lanima da sé per entrare nel suo Amato; è
quella soavità che fa sgorgare dal cuore consolanti espressioni di affetto per Lui; è
quel profumo che solo Lui sa preparare e che lascia lanima strettamente unita a Lui
senza rendersi conto di ciò che avviene intorno; è quel balsamo che genera
nellanima fame e sete del suo Dio e fa sì che, come il cervo assetato, corra alla
fonte dellamore.
E a questo delicato profumo ha aggiunto queste dolci frasi
damore: "Tu devi essere tutta per Me come Io sono tutto per te, e quindi non
devi temere nulla né cercare nulla, neanche te stessa, fuori di Me, perché voglio essere
per te tutte le cose.
Quale cuore può resistere tutte queste finezze senza avvampare
nellamore del suo Dio?
Io, Padre mio, oggi mi sento così fortemente ferita che debbo dirle
che mi sembra di non poter sopportare la violenza di questo fuoco, e non mi sento capace
di continuare a scriverle ciò che provo dentro la mia anima"
Una pagina di alta mistica.
10 marzo 1952: " ( ) Gesù mi dice che debbo continuamente tenere presente, che lamore se non soffre e non si sacrifica non è amore. Che insegnamento, Dio mio! Ora mi rendo conto perché il tuo amore è così forte ed è fuoco che brucia e consuma: hai sofferto tanto, tanto!"
7. La Madre parla del progetto dei SDCV a Mons. Norberto Perini 20 marzo 1952: "... Le ho anche parlato del progetto che il Clero secolare faccia vita di comunità e mi ha risposto quello che già pensavo e cioè: come riusciranno a vivere in comunità Sacerdoti Religiosi insieme a Sacerdoti secolari se non si amano tra di loro?
8. Il "tignoso" si è tremendamente infastidito di questo nuovo progetto
12 marzo 1952: "Questa notte lho trascorsa angosciata poiché il "tignoso" non mi ha lasciato un momento in pace; sembra che si sia molto arrabbiato che scriva ciò che riguarda i Sacerdoti in Comunità...".
30 marzo 1952: "Quanto ho sofferto questa
settimana! mai avrei pensato che si potesse soffrire in questo modo.
Se non ci fosse stato Gesù vicino a me, non avrei potuto resistere
tante sofferenze, sento il mio corpo completamente maciullato; quel povero disgraziato non
ha cuore; che colpi e che spavento vederlo con quella furia!
In verità dico, che giammai credo di aver sofferto tanto!
".
9 aprile 1952: "Ieri il "tignoso" è ritornato a farmi guerra e mi ha dato anche diversi colpi. Nel vederlo mi prese un tremore che non potevo stare ferma..".
11 aprile 1952: "Questa notte ho avuto la consolazione di potere sentire un po le sofferenze e le angosce della Passione del buon Gesù ".
9. La Congregazione appena nata (ha soltanto otto mesi) corre il rischio di venire soppressa.
Se la prova contraddistingue le opere di Dio, la
nuova Congregazione dei FAM vi si trova immersa fino al punto che sembra avere i giorni
contati. Tutta una serie di persone e circostanze vorrebbero porre fine a questa creatura
appena nata. Anche il Vescovo di Fermo, che tanto ha appoggiato la Madre, accogliendo
anche il suo progetto sui sacerdoti diocesani con voti, le confida di non poterla più
aiutare per mandato di autorità superiori.
La Madre continua a lottare e soffrire, viaggiando, chiarendo i
malintesi e chiedendo al Signore di evitare le sofferenze ai figli e di consolidare la
Congregazione attraverso il crogiuolo della prova.
21 aprile 1952: "Grande è il mio dolore in
questi momenti nel vedere i figli e la Congregazione perseguitata; questa pena mi soffoca
e con gli occhi pieni di lacrime ed il cuore trafitto dal dolore ti supplico, Gesù mio,
libera i figli da tutte le sofferenze e fa che la mia amata Congregazione si consolidi
sempre più, comè successo a quella delle Ancelle del tuo Amore Misericordioso, con
la mia sofferenza.
Dammi, Gesù mio, per questo molte sofferenze, angosce, croci e
dolori ma, se piace a Te, non permettere che mi veda separata dai figli, ma al contrario
permettimi che viva lungo tempo tra loro per condividere con questi le grazie che Tu,
senza mio merito alcuno, riversi su di me...".
Ma la Madre arriva ad aggiungere, comunque, che
sarebbe disposta a vivere anche lontano dai figli se questa fosse la volontà di Dio.
Il suo dolore è enorme quando il 12 maggio 1952, in un incontro
con il Vescovo di Fermo, si sente dire da lui queste parole:
"Madre, con dolore le comunico che per ordine dei miei
Superiori non posso più aiutarla, perché mi hanno detto che non mi intrometta più in
questo affare della Congregazione dei Figli dellAmore Misericordioso poiché la
Sacra Congregazione dei Religiosi non ha intenzione di lasciarla andare avanti e che
presto verrà disfatta e non si parlerà più di essa".
Riferendosi a ciò, il giorno dopo, 13 maggio 1952, la Madre
scrive:
"Il giorno di ieri è stato per me di grande angoscia e ho
avuto limpressione che la mia sofferenza era arrivata al culmine... Ho comunicato ai
due figli P. Gino e P. Giovanni (che mi accompagnavano) ciò che accadeva poiché eravamo
andati lì (cioè a Fermo) con lillusione di formare la comunità con i
Sacerdoti del Clero secolare, daccordo con Sua Ecc.za da alcuni mesi. I due Padri
hanno cercato di incoraggiarmi, ma il mio dolore era troppo grande nel vedere la
Congregazione al punto di disfarsi"10.
La Madre non si dà pace, e il giorno dopo (14 maggio),
consigliata e accompagnata da P.Gino si reca a Roma per incontrare il Cardinale Pizzardo e
perorare la causa della Congregazione.
Nellincontro avuto la Madre riferisce a Sua Eminenza ciò che era
successo con lArcivescovo di Fermo e lopposizione che Sua Ecc.za Mons. Alcini,
anche se indirettamente, stava facendo alla Congregazione, dicendo che lo stesso Cardinale
avrebbe pronunciato la seguente frase: "è uno sproposito che una religiosa pensi
di fondare una Congregazione di uomini". Nelloccasione la Madre consegna al
Cardinale le Costituzioni ed il Regolamento che aveva scritto riguardo ai Sacerdoti
diocesani con voti ("il Clero in Comunità"), supplicando il Cardinale di
correggerlo e di togliere quelle cose che ritenesse non andassero bene.
10. La Madre, Maestra spirituale dei primi FAM
In questi primi passi della Congregazione
vediamo la Madre che non solo la difende dal pericolo di venire soppressa, ma la forma e
rafforza anche dallinterno, educando, consigliando i singoli membri, visitando e
incoraggiando le Comunità, seguendo personalmente le costruzioni che si realizzano
(Collevalenza, Fermo, Campobasso). In una parola dirige personalmente la Congregazione,
facendo da Madre e Maestra spirituale: fa notare le cose che non si mettono in pratica,
suggerisce iniziative, fa proposte, precisazioni, correzioni.
Come paradigma di questa molteplice attività formatrice della Madre
leggo per intero la lettera che, in datata 27 luglio 1952, scrive da Matrice al P.Giovanni
Barbagli, a quel tempo parroco di Collevalenza. Ve la voglio leggere non solo perché è
la prima lettera che la Madre scrive a un Figlio dellAmore Misericordioso (almeno
così risulta dal Diario), ma anche perché mi è sembrata una lettera piena di
saggezza e ricca di insegnamenti.
"Amato Padre: La prego di tenere molto
presente, se vuole avanzare nella santità e che il suo lavoro di apostolato sia per lei
un mezzo di santificazione e giammai una sorgente di dissipazione, di tiepidezza
spirituale e persino di occasioni di peccato e quasi un principio di condanna, deve
cercare di essere molto unito al Nostro Dio, per mezzo della preghiera ed il sacrificio,
poiché la preghiera è un laccio che unisce tutte le nostre facoltà interiori con il
Nostro Dio.
La prego, Padre mio, di stare molto attento a non lasciarsi assorbire
dalle opere esterne fino al punto di non avere tempo per fare i suoi esercizi di pietà,
lasciando che la sua anima, a poco a poco, si vada indebolendo e con questa anemia, Padre
mio, le verrà un abbattimento morale che lascerà posto alle sue passioni perché
rivivano e aprano la strada a tristi concessioni.
Infatti insieme allamore soprannaturale verso le anime è molto
facile, Padre mio, che si mescoli insensibilmente un elemento naturale e sensibile e si
tranquillizzino scambievolmente, con il pretesto che ciò che principalmente si desidera
è fare il bene o riceverlo, e così, a poco a poco, si può arrivare a commettere
imprudenze e osare certe familiarità, il cui fine è quasi sempre disastroso.
Tenga molto presente, Padre mio, che se non è unanima di vita
interiore, ben pochi meriti potrà raggiungere per sé, e le sue azioni esteriori avranno
molto poco valore, poiché la grazia del Nostro Dio, giammai può rendere fecondo un
ministero che lascia poco spazio alla preghiera.
Mi perdoni, Padre mio, di queste avvertenze e del fatto che la
supplichi una e mille volte, affinché il suo fermo proposito sia quello di sforzarsi
sempre di più per rivitalizzare tutte le sue opere esterne per mezzo dello spirito di
preghiera; e preghi affinché io compia in ogni momento la Volontà del Buon Gesù, e che
illuminata la mia povera anima con la luce della fede, rientri in se stessa e, nel mio
intimo senta sempre un grande vuoto che possa riempire soltanto con lo stesso mio Dio e
mai con le creature; e stia sicuro che questo stesso chiederò e chiedo per lei".
11. La nuova Congregazione cresce
Nel frattempo continuano ad arrivare nuovi ragazzi e non entrano più nella Casa parrocchiale. La Madre allora ricorre alla famiglia Bianchini che le mettono a disposizione due stanze nella casa attigua alla loro. Siccome lo spazio non era ancora sufficiente, la Madre affitta un appartamento molto vicino alla casa Parrocchiale (Cfr. Diario, 17.08.1952).
30 settembre 1952: "Il Buon Gesù mi dice che presto devo cominciare a costruire la casa per i Figli del suo Amore Misericordioso".
25 aprile 1953: "Si inaugura la prima pietra della Casa dei Figli dellAmore misericordioso. La benedice il Vicario della Diocesi di Todi Mons. Ciarappa".
18 dicembre 1953: "Si inaugura la Casa dei
Figli dellAmore Misericordioso in Collevalenza. La benedice e celebra la prima Messa
Sua Ecc.za il Vescovo di Todi".
In alcune pagine del "Diario" la Madre comunica la sua
grande gioia per questa fondazione e soprattutto perché il Signore le disse "...che
si ricrea e ricrearà vicino ai primi Figli del suo Amore Misericordioso, alle sue Ancelle
e a questa povera creatura che, Egli dice, ha chiamato per essere madre di tutti loro. Io,
appoggiandomi sulla gioia del nostro Buon Padre, gli ho chiesto, e credo di averlo
ottenuto, che sia Lui a portare sempre il timone di queste due navi o Congregazioni,
benedica tutti i miei figli e figlie, e che mi conceda la gioia che sempre e in ogni
momento Lui possa ricrearsi con tutti loro" (Diario, 21.12.1953).
Il 1954 è, per la giovane Congregazione, un anno benedetto dal Signore con molte vocazioni.
Il 25 marzo 1954 emette i Voti P. Alfonso Mariani e il 27 maggio dello stesso anno: P.Arsenio Ambrogi, Fr. Pietro Jacopini e Fr. Adriano Adriano (Diario).
Il 15 agosto 1954 emette i Voti P. Elio Bastiani e l8 settembre P.Mario Straffi (Diario).
Il 31 ottobre 1954 fanno i voti P. Mario Montecchia e P.Luigi Macchi (Diario).
L8 dicembre1954 "Nella casa di Fermo fanno i loro Voti nella Cappella dei Figli dellAmore Misericordioso i due primi Sacerdoti del Clero secolare: Don Luigi Leonardi e Don Lucio Marinozzi".
Il 18 dicembre 1954 P.Alfredo riceve
il Suddiaconato e il 9 aprile 1955 lOrdine del Diaconato (Diario).
La Madre vive questi due avvenimenti con grande emozione e gioia. Ecco
come si esprime riferendosi al giorno del Diaconato: "Solo il Buon Gesù conosce
la gioia e la felicità che hanno invaso la mia povera anima" (Diario, 9.04.1955).
Anche il 1955 è stato un anno di abbondanti grazie per la Congregazione dei FAM.
Il 29 giugno 1955, lArcivescovo di
Fermo Ordina Sacerdote P.Luigi Macchi (Diario).
Il 2 luglio 1955 il Vescovo di Todi benedice la nuova cappella
di Collevalenza, consacra lAltare e riceve i Voti del P. Mario Gialletti (Diario).
Il 3 luglio 1955, data memorabile per tutta la Famiglia
dellAmore Misericordioso: il Vescovo di Todi, Mons. Alfonso Maria De Sanctis ordina
Sacerdote P.Alfredo Di Penta, primo Figlio dellAmore Misericordioso (Diario).
La Madre sottolinea questo avvenimento così:
"Assistono alla cerimonia i Padri: Gino, Alfonso, Arsenio,
Tosi, Montecchia, Luigi e Don Lucio Marinozzi, i familiari del P.Alfredo, la Comunità
delle Ancelle dellAmore Misericordioso di Roma e Collevalenza, le Superiore di tutte
le Case di Spagna e la metà delle Suore di ogni Casa dItalia perché laltra
metà assisterà alla Messa solenne che il Padre Alfredo celebrerà a Roma nella Cappella
della Casa Generalizia delle Ancelle dellAmore Misericordioso.
In questo giorno fu tanta la gioia che lho trascorso come se
fossi fuori di me, senza quasi rendermi conto di nulla".
7 luglio 1955: "Celebra la Messa solenne il P.Alfredo nella
Cappella di Roma.
Assistono ad essa la Comunità di Collevalenza, Roma, le Superiore di
tutte le Casa di Spagna, la metà delle Suore delle Casa dItalia, tutti i Figli
dellAmore Misericordioso con i loro Apostolini, i bambini del Collegio di Fermo e un
gruppo di uomini delle Parrocchia di Collevalenza.
Io non ho potuto assistere per incontrarmi ammalata. (
)
Io avevo promesso alla Madonna di Loreto, in momenti difficili per il
P.Alfredo e per me a motivo degli studi di questo figlio, che, se fosse arrivato ad essere
Sacerdote come il Buon Gesù desiderava, avrei accompagnato questo figlio e tutti i membri
delle due Congregazioni che potessero assistere alla Massa solenne del P.Alfredo a Loreto
per ringraziarla per un così grande beneficio e che questo figlio potesse celebrare la
Messa anche in azione di grazie nella Santa Casa dove tanti favori ho ricevuto da Gesù e
dalla Santissima Madre.
Avevo chiesto insistentemente al Buon Gesù che mi concedesse la grazia
di potere accompagnare questo figlio alla Santa Casa con altri undici figli suoi, in
memoria dei dodici Apostoli.
E così alle 11 della notte uscirono di Roma diretti a Loreto e il
giorno seguente celebrano la Messa nella Santa Casa i dodici Padri Figli dellAmore
Misericordioso.
Io sono dovuta rimanere a Collevalenza essendo ammalata, ma solo Gesù
sa quello che ho goduto insieme a Lui e le promesse che Egli mi ha fatto e ciò che qui è
successo".
L8 dicembre 1955 emette i Voti nella Cappella di
Collevalenza P.Franco Scendoni (Diario).
Nel 1955, a soli quattro anni dalla Fondazione, la Congregazione dei Figli dellAmore Misericordioso risulta composta da 11 Sacerdoti Religiosi, 2 Sacerdoti diocesani con voti, 2 Fratelli in abito civile impegnati in attività secolari, 4 Fratelli che esercitano mansioni interne, 8 Studenti, 11 Postulanti e 85 Aspiranti11.
12. I° Capitolo generale dei FAM che iniziano a camminare da soli
La nuova Congregazione, condotta con mano esperta e
sollecitudine materna dalla Madre, anche se non ha avuto ancora lapprovazione
diocesana comincia a fare i suoi primi passi, con la convocazione del primo Capitolo
generale elettivo e il successivo inizio delle attività del primo Consiglio generale.
Vediamo la saggezza pedagogica della Madre che, allinizio
accompagna con la sua assidua presenza, puntualizzando, illuminando e correggendo, anche
con gesti forti, le scelte che non concordano con lo spirito e la missione della
Congregazione; e, poi, man mano lascia che i Figli vadano camminando da soli.
La Madre così trascrive nel suo Diario, al 3
settembre 1956, lesito delle votazioni:
"...Si fece il Capitolo secondo il Diritto e venne eletto P.Generale
allunanimità dei voti il Rev.do P.Alfredo Di Penta; Vicario Generale il Rev.do
P.Gino Capponi; 2° Consigliere il Rev.do P.Alfonso Mariani; 3° Consigliere il P.Arsenio
Ambrogi; 4° Consigliere e Segretario il P.Tosi; Economo Generale il Rev.do P.Mario
Montecchia".
È da notare che nelle prime 50 riunioni del
Consiglio generale FAM (che vanno dal 24 maggio 1957 al 30 aprile 1960) la Madre è sempre
presente, ad eccezione di 7 riunioni di poca importanza per gli argomenti trattati.
Mi sembra significativo che nel verbale della riunione del Consiglio
del 21 maggio 1958, assente la Madre, è scritto: "E assente pure la Rev.ma
Madre Fondatrice perché a letto malata; però nella stessa giornata i membri del
Consiglio sono ricevuti dalla Madre e ad essa sottopongono le decisioni prese"12.
Nelle 69 riunioni del Consiglio, che vanno dal 4 maggio 1960 al 29
novembre 1970, la Madre è presente soltanto a 13 riunioni. Dopo tale data la Madre
partecipa soltanto alla riunione del 5 luglio 1972 perché espressamente chiamata dal
Consiglio per sapere la sua opinione su una questione molto seria, in cui dichiara di
attenersi alla decisione del Consiglio.
Cosa voglio dire?
Come qualsiasi saggia madre ed educatore, Madre Speranza, dopo un lungo
tempo di presenza e accompagnamento spirituale, lascia che la creatura da lei fondata
inizi a camminare da sola.
13. "Passaggio di consegne"
Il Diario della Madre "riguardante la
fondazione della Congregazione dei FAM" finisce il 4 ottobre 1957 con la
seguente motivazione:
"Fino ad ora ho portato avanti un piccolo diario riguardante la
fondazione della Congregazione dei FAM. Diario che ho continuato nonostante che sia stato
nominato Segretario Generale il P.Mario Tosi, considerando limpossibilità che
questo figlio potesse continuare il diario metodicamente per non trovarsi nella medesima
Casa Generalizia poiché, per mancanza di personale, egli ha dovuto continuare come
Superiore nella Casa del Clero di Perugia.
Siccome il nuovo Segretario Generale può abitare nella medesima Casa
Generalizia, ho terminato il mio lavoro".
CONCLUSIONE |
Tante potrebbero essere le considerazioni finali. Lascio che ognuno di noi faccia le sue conclusioni per la sua vita personale.
Vorrei finire con una preghiera. Data la circostanza che oggi commemoriamo ed il luogo in cui ci troviamo, ho pensato di leggervi alcuni passaggi della Preghiera per il Santuario, composta da Madre Speranza:
"Benedici, Gesù mio, il tuo Santuario e fa che vengano a visitarlo da tutto il mondo: alcuni a domandarti la salute per le proprie membra straziate da malattie che la scienza umana non sa curare; altri a chiederti perdono dei propri vizi e peccati; altri infine per ottenere la salute per la propria anima annegata nel vizio e per la propria mente travagliata dal pensiero di non essere degni di ricevere nessuna grazia, e tantomeno il perdono, da un Dio così giusto e severo. Questa infatti è la mentalità di tanta povera gente... Fa, Gesù mio, che tutti gli uomini abbiano la possibilità di conoscerti come Tu veramente sei; e che tutti vedano in Te la vera immagine del Padre del figliol prodigo. Fa, Gesù mio, che tutti ti conoscano e ti amino; e che nellora della morte siano certi di incontrare non un Giudice severo e duro, pronto a dare sentenze, ma un Padre pieno di amore e di misericordia, che non tiene in conto, perdona e dimentica le miserie e i difetti dei propri figli" (Oraciòn Sant. A).
"Fa, Gesù mio, che vengano a questo tuo Santuario le persone del mondo intero, non solo col desiderio di curare i corpi dalle malattie più strane e dolorose, ma anche di curare le anime dalla lebbra del peccato mortale e abituale. Aiuta, consola e conforta, o Gesù, tutti i bisognosi; e fa che tutti vedano in Te non un Giudice severo, ma un Padre pieno di amore e di misericordia, che non tiene in conto le miserie dei propri figli, ma le dimentica e le perdona" (Oraciòn Sant. B).
NOTE1 Cfr. MARIO GIALLETTI, Madre Speranza. Nella sua vita un cammino di misericordia, LAmore Misericordioso, Collevalenza (PG) 19972, p.90)
2 Si riferisce al Padre Spirituale, P.Antonio Naval, religioso della Congregazione del Cuore di Maria),
3 Di queste Costituzioni originali scritte dalla Madre si conservano due quaderni scritti di suo proprio pugno (puño y letra).
4 Il 3 maggio 1944, durante unestasi, il Signore aveva rivelato alla Madre che Egli avrebbe portato con sè una delle due: Pilar o la Madre (cfr. Diario).
5 Alfredo era il contabile dellImpresa di costruzione dei fratelli Antonio e Lino che avevano costruito la casa di Via Casilina.
6 Si tratta di Mons. Norberto Perini, Arcivescovo di Fermo.
7 Si tratta di Mons. Alfonso Maria De Santis.
8 È la "Casa Valentini".
9 Oggi chiamata Congregazione per la Dottrina della Fede.
10 Più tardi la Madre saprà che era stato Sua Ecc.za Monsignor Larraona, Segretario della SAcra Congregazione dei Religiosi, colui che aveva parlato con il Vescovo di Fermo e non il Cardinale Pizzardo come in un primo momento avevano pensato.
11 , Historia de las Congregaciones del Amor Misericordioso, Note del Libro "diario" della Casa, Vol. 5.
12 Libro delle Consulte, foglio 19, p. 2
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ultimo aggionamento 16 agosto, 2001