DAL SANTUARIO DI COLLEVALENZA
 
P. Domenico Cancian fam

 

Voce del Santuario

Aprile 2001

 

 

 

 

 

 

 

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"Un'onda di misericordia"

Dal costato trafitto di Cristo, “come da una fontana inesausta di luce e di verità, di amore e di perdono…un’onda di misericordia si riversa sull’intera umanità”. È la toccante, suggestiva immagine evocata da Giovanni Paolo II nell’omelia della Concelebrazione Eucaristica presieduta , in Piazza San Pietro, nella mattina del 22 aprile, seconda Domenica di Pasqua e, dall’anno scorso, “Domenica della Divina Misericordia”.

La Divina Misericordia, ecco il dono pasquale – ha sottolineato il Papa – che la Chiesa riceve dal Cristo risorto e che offre all’umanità, all’alba del terzo Millennio… Questo prodigio di misericordia ha radicalmente mutato le sorti dell’umanità”.

Osiamo immaginare che il Papa nel definire Suor Faustina Kowalska, “testimone e messaggera dell’amore misericordioso del Signore”, abbia in qualche modo pensato anche alla nostra Madre Speranza, pienamente coinvolta in tale testimonianza. Più ci penso e più mi appaiono due sorelle che in lingue e culture diverse anticipano profeticamente la nuova evangelizzazione del terzo millennio. Lo sottolineava anche il foglietto de “La Domenica” delle ed. S. Paolo in quarta pagina.

Continua il Papa: “Attraverso il mistero di questo cuore ferito, non cessa di spandersi anche sugli uomini e sulle donne della nostra epoca il flusso ristoratore dell’amore misericordioso di Dio”.

Trovano ampia e solenne conferma le parole che Madre Speranza scriveva circa 70 anni fa: “Dio, Amore Misericordioso, in questi tempi difficili e di lotta per la sua Chiesa, vuole benignamente elargire le ricchezze della sua misericordia”.

I raggi della divina misericordia stanno riscaldando il mondo e riaccendendo la speranza. La nostra risposta è una totale fiducia, confidenza e abbandono: “Signore mio e Dio la tua misericordia ci salvi, il tuo Amore Misericordioso ci liberi da ogni male”.

“Posando su di me la destra” (Apc 1,17)

Mi ha colpito la visione di S. Giovanni Apostolo riportata all’inizio dell’Apocalisse, con la raccomandazione di scriverla alle Chiese. In mezzo a sette candelabri d’oro (che probabilmente rappresentano le Chiese), appare “uno simile a figlio d’uomo (è Gesù, uomo come noi, e allo tesso tempo il giudice di tutti e di tutto) con un abito lungo fino ai piedi (è segno del sacerdozio) e cinto al petto con una fascia d’oro (è il segno della regalità). Appena lo vidi – scrive l’apostolo – caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su di me la destra, mi disse: “Non temere! Io sono il primo e l’Ultimo e il Vivente. Io ero morto, ma ora vivo per sempre e ho potere sopra la morte e sopra gli inferi” (Apc 1,13-19). Gesù risorto è il Primo, la sorgete di ogni essere e la primizia della nuova creazione. È l’Ultimo, il termine definitivo della storia. È il Vivente, la fonte inesauribile della Vita che ha sconfitto per sempre la morte.

È ciò che nella prima parte della Veglia del Sabato Santo abbiamo celebrato intorno al Cero Pasquale tracciando una croce sul cero per renderlo segno del Cristo Risorto, e incidendo in esso l’alfa e l’omega, prima e ultima lettera dell’alfabeto greco, per indicare che il Cristo è il principio e la fine di tutte le cose, il celebrante incideva anche le cifre dell’anno in corso, 2001, e pregava: “Il Cristo è vivo, ieri e oggi: Egli è il principio e la fine, è l’alfa e l’omega. A lui appartengono il tempo e i secoli. A lui la gloria… La luce del Cristo che risorge glorioso disperda le tenebre del cuore e dello spirito”.

Gesù Risorto vuol dire Gesù vivo e presente nella storia di ogni uomo. Gesù infatti cammina al tuo fianco, ti prende per mano o ti mette la sua mano sulla spalla e ti sostiene, ti indica la strada, quella che porta diritta al Padre e ti dice parole incoraggianti: “Io sono con te, non aver paura!”
Giustamente il Prefazio pasquale canta: “In Cristo risorto tutta la vita risorge”.
Nasce la speranza che il Papa ha così espresso: “Questo nostro mondo può cambiare… In questo tempo, tra la Pasqua e l’avvento del tuo Regno senza fine, tempo che rassomiglia al travaglio di un parto (cf Rom 8,22), sostienici nell’impegno di costruire un mondo più umano, rinfrancato dal balsamo del tuo amore”.

Le celebrazioni pasquali

In questo spirito il Santuario ha vissuto la settimana santa. Domenica delle Palme molta gente ha cantato l’“Osanna al Figlio di David”. Era strapiena la Basilica alle 16.30 per la Sacra Rappresentazione dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme, animata dalla parrocchia di Collevalenza. È seguita la Messa con la proclamazione della Passione di Gesù.
Giovedì Santo abbiamo ricordato con gratitudine l’ultima cena di Gesù, l’istituzione del Sacerdozio, il comandamento dell’Amore. Mons. Bianchi ha presieduto in maniera eccellente. Ha fatto anche il gesto della lavanda dei piedi. Ha ricordato con forza il messaggio del Papa ai sacerdoti che richiamava opportunamente a riscoprire la vocazione sacerdotale come “mistero di misericordia”. “Cristo non ha avuto paura di scegliere i suoi ministri tra i peccatori”. Avendo bisogno noi stessi di perdono e di misericordia, possiamo diventare strumenti più convinti della tenerezza divina nei confronti della miseria umana.

Proprio nei primi giorni di aprile abbiamo avuto l’occasione di riflettere sul sacramento della riconciliazione. Aiutati da Don Piero Massaglia di Vercelli, ci siamo chiesti come possiamo esercitare meglio questo ministero così importante per la vita cristiana, ma soprattutto per vivere noi stessi e aiutare a far vivere l’esperienza del carisma dell’Amore Misericordioso che perdona, dimentica e non tiene in conto le nostre miserie.
A volte abbiamo la difficoltà di attendere all’accorrere di tante persone nel poco tempo a disposizione. Vi chiediamo, nella misura del possibile, di poter venire “scaglionati”, ricordando che volentieri “confessiamo” e siamo disponibili nel tempo in cui è aperto il Santuario.
Tra l’altro, da diverse domeniche abbiamo la collaborazione di sacerdoti davvero encomiabili che P. Giulio ci “porta” dalla Casa Romana del clero di Roma.
È bene, e lo raccomandiamo vivamente, partecipare alla liturgia penitenziale. È la forma ideale per riscoprire la dimensione comunitaria del peccato e della riconciliazione. Davanti al Crocifisso dell’Amore Misericordioso è il luogo più suggestivo per questo momento di grazia.

L’Adorazione Eucaristica, dopo la celebrazione del giovedì santo, si è protratta tutta la notte. L’altare del Crocifisso è stato adornato in maniera ricca di simboli (il pane e i calici della cena, le brocche della lavanda dei piedi, drappi e tappeti ) e tantissimi fiori, offerti come sempre dai signori M. Pia e Luciano di Albenga, ai quali siamo grati. Con tutto questo volevamo dire a Gesù un grande grazie per il suo smisurato amore.

La celebrazione del venerdì, dopo la solenne Via Crucis molto partecipata, è stata guidata da P. Aurelio Perez. La solenne veglia del sabato santo, presieduta da P. Lucas, è stata animata dal canto dell’Exultet di P. Carlo, il quale ha diretto il Coro del Santuario. Abbiamo gioito, cantando l’Alleluja al Cristo Risorto, vincitore dei nostri mali.

Sabato Santo alle ore 18 abbiamo avuto la gioia di gustare un delizioso concerto di Pasqua. La soprano Laura Toppetti e l’organista Carlo Andreassi ci hanno cantato e suonato le note giuste per introdurci alla celebrazione della più grande festa cristiana. La competenza nell’esecuzione e la felice scelta dei brani (tra cui l’Alleluja gregoriano con le variazioni organistiche) hanno messo in risalto le potenzialità dell’organo e l’acustica della Basilica.

La domenica di Pasqua ed anche nei giorni successivi tantissime persone sono accorse per partecipare alla Messa e soprattutto per confessarsi. Fare pasqua significa appunto “lasciarsi riconciliare”, accogliere il dono della remissione dei peccati, ottenuta dal Cristo Crocifisso e risorto. E noi, per grazia di Dio, ministri della misericordia, noi peccatori come i nostri fratelli, ci siamo resi disponibili per ascoltare, per dire con l’autorità di Gesù affidataci dalla Chiesa: “Va’ in pace, non peccare più!”.
Che bello toccare con mano questa grazia divina a favore di persone, che magari da diversi anni non avevano sentito queste consolanti parole! A volte ci si ritrova con gli occhi lucidi, penitente e confessore. E benediciamo il Signore che ha “inventato” questo sacramento e questo Santuario.

Episodio del mese

Una pellegrina, consacrata, sui 60 anni, mi dice: “Mi sono inginocchiata alla tomba di Madre Speranza e le ho chiesto di ottenermi dal Signore la grazia di cambiarmi la testa, se no vedo impossibile aggiustare il mio carattere impaziente e ribelle, mantenere i propositi che faccio. Ormai ho i miei anni”.
E poi mi confida che una notte aveva fatto un sogno. Le sembrava di dover salire su una parete liscia, senza nessun appiglio. “Mi sono detta: è impossibile, non sapevo se arrabbiarmi o rimanere lì a terra, rassegnata. Ad un certo punto mentre stavo provando a salire, mi sono sentita dietro la schiena due robuste braccia che mi sollevavano e mi permisero di salire fino in cima”.
“Lo sa – concluse quella donna – erano le braccia di Madre Speranza!”

Mi è sembrata un’immagine molto significativa della Pasqua: il Cristo risorto è colui che ci guida, anzi ci solleva con le sue mani o attraverso le braccia dei suoi santi e ci rende capaci di salire anche su una parete liscia! E nella vita di ogni uomo, almeno in qualche tratto, la strada si fa proprio ripida, ma Lui è lì, al nostro fianco, come quando si fece compagno dei discepoli di Emmaus.

Pellegrini

In aprile sono molto aumentati: diverse migliaia nei fine settimana, provenienti da molte città italiane e dall’estero. La maggior parte della persone sono veri e propri pellegrini che ci edificano per la loro fede e la loro preghiera, per il loro desiderio di conoscere la storia dell’Amore Misericordioso di Collevalenza e della sua fedele ancella, Madre Speranza. E noi cerchiamo di rispondere alle loro domande.
Personalmente mi meraviglia come ascoltino volentieri le parole del Vangelo della Misericordia. Capisco sempre di più quanto ha ragione il Papa d’insistere nell’urgenza della nuova evangelizzazione. A noi interessa aiutare a trovare e approfondire la fede in Gesù Amore Misericordioso.

Tra i gruppi segnalo i 150 da Montefiascone, i 150 ragazzi della Scuola Media di Bacoli (NA) e gli altrettanti della Scuola Superiore de l’Aquila, i 50 dalle Filippine arrivati insieme a tantissimi altri il giorno di Pasqua.
Davvero tanti hanno approfittato delle feste e dei “ponti”, come nella settimana di Pasqua, festa di S. Marco e lunedì 30.

Anche la Casa del Pellegrino si è riempita. Ricordo in particolare la presenza di circa 300 persone del “Centro Volontari della sofferenza” che hanno avuto un memorabile incontro formativo nei giorni 27 aprile – 1° maggio, sul tema: “La profezia della debolezza. Quando sono debole, è allora che sono forte”.
Ci hanno edificato per la gioia e la pace che trasmettevano, soprattutto gli ammalati. Hanno dimostrato con i fatti di essere soggetti attivi della Chiesa. Le liturgie in Basilica sono state animate alla perfezione. Era presente il loro Superiore Generale Don Giovan Giuseppe Torre. La sera del sabato 28 il cantautore Giosy Cento ha coinvolto tutti con i suoi nuovissimi canti alla Vergine.

Una trentina di giovani hanno fatto gli Esercizi Spirituali al roccolo, guidati dal P. Claudio, Sr. Lucia e altri responsabili. Abbiamo notato molto impegno, anche perché tra loro vi erano i volontari della GMG.
Con tutti loro e altri abbiamo dato il via ad un’altra iniziativa giovanile: “Di notte per Lui innalzo il mio canto” (Sal 42,9). Si tratta di un’Adorazione Eucaristica, con possibilità di direzione spirituale e riconciliazione, dalle ore 21.30 alle 24 di ogni primo sabato del mese.
Si vuole venire incontro ad una domanda religiosa nei modi e nei tempi che sono più consoni allo stile dei giovani.
Vi chiediamo di pregare perchè possa avere molte adesioni.

Un’altra iniziativa ha avuto un ottimo avvio domenica 29 aprile. La Sig.na Laura Alici di Grottazzolina ha portato il primo gruppo di giovani pellegrini al Santuario. Erano una ventina. Hanno ascoltato con molta attenzione il messaggio del santuario, hanno pregato, si sono confessati, hanno partecipato all’Eucarestia e hanno fatto la Via Crucis.
Sono ripartiit contenti. Ho fiducia che la cosa continui e si allarghi.

Lutti

Il confratello Don Celestino Lorenzini ci ha lasciato il 19 Aprile. È stato esemplare nella sua testimonianza di Sacerdote Figlio dell’Amore Misericordioso diocesano con voti. Apparteneva alla Diocesi di Savona e per diversi anni è stato rettore del Santuario della Madonna della Misericordia. P. Lucas e P. Vittorio hanno partecipato al funerale , presieduto dal Vescovo.
Ora, carissimo Don Celestino, assieme alla Madre Speranza e agli altri confratelli in cielo, prega per noi!

Il papà di Sr. Sosama, dell’India, è deceduto il lunedì di pasqua. È stata una morte improvvisa che ha gettato nel pianto la figlia, che non ha potuto rivederlo, né partecipare al funerale. Le siamo stati vicini con l’affetto e la preghiera. Il Signore abbia nella sua gloria un uomo di fede che ultimamente partecipava quotidianamente alla Messa.

Sono morte altre persone a noi care, come il fratello di Sr. Speranza Perez, la cognata di M. Lucia Baquedano e altri.

Voglio infine ricordare Susy, una giovane donna di circa 35 anni con una bambina di 5 anni e un marito che, nei lunghi mesi della sofferenza, dovuta ad un terribile tumore, l’ha assistita notte e giorno, mettendo da parte tutto. È arrivata al Santuario due mesi fa, disperata. Mi aveva confidato: “Se non avessi la bambina, mi ucciderei!”
Poi ha ripreso coraggio e fiducia, ha pregato, ha lottato contro il male che l’ha devastata. È morta con il conforto dei sacramenti. Dal cielo possa sostenere il marito e la figlia!

Continuamente con le braccia aperte”

È l’atteggiamento implorante di Maria Mediatrice che soprattutto nel mese di maggio vogliamo avere davanti agli occhi, ravvivando la nostra filiale devozione in lei.
Chi non ricorda “i fioretti”? A me sono rimasti simpatici e mi dico che non farli (ogni giorno mille piccole attenzioni al Signore e agli altri sono alla portata di tutti!) è un peccato.

Quest’anno abbiamo pensato di viverlo così: lunedì, mercoledì e venerdì dare più tempo del solito alla meditazione dei misteri del rosario; giovedì e domenica adorazione eucaristica (pregando per le vocazioni); martedì e sabato catechesi mariana.

Ci siamo detti di crescere e aiutare a crescere nel nostro rapporto con Maria, approfondendone il valore con l’aiuto di testi significativi come “La Madonna del Sabato Santo” di C. M. Martini e “Maria, donna dei nostri giorni” di A. Bello.

Vi consigliamo la supplica a Maria Mediatrice della nostra Madre Speranza.
L’ultima richiesta suona così:
“Ti chiedo infine, Madre mia, di spandere sulle nostre anime i raggi luminosi della misericordia del buon Gesù e di essere vicina a me in tutti i pericoli della mia vita. Amen”.

Foto di gruppo
da Cerea da Montefiascone da Castellare di Pescia Squadra del Piacenza
Ass. Naz. Finanzieri d'Italia - Sezione di Ciampino Cenacolo "Cuore Immacolato di Maria Rifugio dell Anime" - Pisa Gruppo Famiglia "Cuore Immacolato di Maria" sezione Toscana I Coniugi Giordanelli hanno celebrato in Santuario il 50° anniversario di matrimonio

 

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ultimo aggionamento 13 maggio, 2001