DAGLI SCRITTI DI MADRE SPERANZA
 
“Il Tuo Spirito Madre”
a cura di Madre Gemma eam

Gesù si è caricato delle nostre sofferenze

 

 

Madre Speranza


Madre Speranza di Gesù Alhama Valera nata il 30 settembre 1893 a Santomera morta in Collevalenza l’8 febbraio 1983
Fondatrice delle Ancelle e dei Figli dell’Amore Misericordioso
Fondatrice del Santuario di Collevalenza
È in corso il Processo canonico per la sua canonizzazione.


“Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato”.
                                              (Isaia 53,4)

Figlie mie, sia nostra guida oggi il famoso e commovente vaticinio del profeta Isaia: “In verità prese su di sé le nostre infermità”. Isaia vide in rivelazione il futuro Salvatore del mondo, la speranza d’Israele... Però quale visione! Il profeta non vide una figura regale, sovrana, rivestita di maestà, adorata dai popoli e dalle nazioni, ma un uomo dei dolori, senza apparenza, reietto da tutti, piagato come un lebbroso e schiacciato nella polvere.
Tremante di orrore nel suo intimo, Isaia guardava fissamente questo cumulo di miserie e non riusciva a spiegarsi un così spaventoso mistero, né a convincersi che quello doveva essere il nostro Salvatore e Redentore. Ma un secondo raggio di luce giunse a confermare la rivelazione e allora il profeta vide chiaramente tutta la verità e colmo di timore e di dolore annunciò e spiegò l’enigma della redenzione.
Sì, Egli è il Redentore, fatto uomo dei dolori ma non a motivo della propria indegnità. Non sono le sue colpe che gli causano questi dolori di morte, ma è il suo amore per l’uomo che lo spinge a caricarsi delle nostre infermità, delle nostre sofferenze, delle nostre iniquità. Per noi fa penitenza, paga e soddisfa per i nostri peccati con libera volontà. Mediante la sua Passione e la sua morte, ci ottiene la redenzione e la salvezza eterna.

Dopo questa visione del profeta, trascorsi i secoli, giunse il momento del compimento della profezia. Giunse finalmente l’Uomo preannunciato che confermò il vaticinio del profeta dicendo: “Io dono la mia vita per le mie pecore; nessuno me la toglie, io stesso la dono”. E durante l’ultima cena disse: “Questo è il mio corpo che è dato per voi. Questo è il mio sangue versato per la salvezza di molti e la remissione dei peccati”.

Questo disse il buon Gesù in piena consonanza con il profeta e poi tutto si realizzò nella consumazione del sacrificio tra inenarrabili dolori e tormenti, avendo portato i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce. Gesù, figlie mie, è propiziazione per i nostri peccati, e non solo per i nostri ma per quelli di tutto il mondo.

(El pan 7, 107-111)

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ultimo aggionamento 25 novembre, 2001