DI GENERAZIONE IN GENERAZIONE
 

SULLE ORME DI MADRE SPERANZA

Madre Speranza

A cura di:
P.Mario Gialletti fam

 

Maria Pilar De Arratia Durañona
(1892 - 1944)

 

 

 

 

 

Maria Pilar De Arratia Durañona

 

Seguito

Le esigenze della sequela: la prova, la separazione, la morte

Dopo la loro prima venuta a Roma, quando ormai era stata aperta la prima Comunità delle Ancelle dell’Amore Misericordioso, furono numerosi i viaggi che la Madre e la Sig.na Pilar facevano dall’Italia alla Spagna.
La nuova comunità, seppure lasciata provvista di tutto, non brillò per spirito religioso e di sacrificio, sebbene la stessa Madre avesse messo in guardia le suore da questo rischio.
Fu allora che questa decise di inviare in Italia la Sig.na Pilar. Ma sentiamo come lo racconta una testimone oculare di quegli anni:

“Dopo l’arrivo della signorina Pilar de Arratia, le cose incominciarono ad andar meglio, perché si imponeva con il suo esempio, e lavorava come tutte e più di tutte”.

Ma forse il contributo maggiore che la Sig.na diede alla Congregazione doveva ancora venire. Durante gli anni 1935-1941, l’Associazione dell’Amore Misericordioso e soprattutto la Madre furono soggette a persecuzioni, calunnie, denunce che arrivarono alla Santa Sede, interessando persino il Santo Officio. La Sig.na Pilar fu un prezioso sostegno morale per la Madre e per la sua Opera quando gli oppositori muovevano una forte campagna denigratoria.
Per questo motivo, pur rimanendo la Madre in Spagna, la Sig.na Pilar, il 26 agosto 1939, si trasferì definitivamente a Roma per lavorare meglio in difesa della Madre e della Congregazione(44).

Anche in questa circostanza non mancarono calunnie, sorpattutto da parte di Don Doroteo. Scrive la Madre alla Sig.na Pilar, il 19 ottobre 1939:

“Da queste parti si dice che fin da Domenica prossima non staremo più al Ave Maria e che stai in Italia perché hai paura di stare qui in questi momenti”(45).

Era il momento della separazione e della sofferenza. Scrivendo alla Contessa de Fuensalida, le confida: “Io sospiro il giorno del mio rientro”(46). Da questo si comprende quanto dovette costarle, umanamente, compiere questa obbedienza che vedeva come volontà di Dio:

“Come vedi, si prolunga il mio esilio, a tempo indefinito; la Madre non vuole che rientri in Spagna fino a quando non si saprà qualche cosa di concreto”(47).

Anche la Madre le dice di essersi accorta di questo suo desiderio e la esorta a trasformarlo un una offerta fiduciosa e serena al Signore.
A me sembra che questa lettera riassuma in un modo meraviglioso quello che abbiamo cercato di sottolineare fino ad ora: il rapporto di due creature che si sono sentite depositarie di un progetto, e alla cui realizzazione hanno subordinato tutto:

“mi rendo conto del desiderio che hai di rientrare in Spagna. È che stai male, figlia mia? Ti si fa troppo lungo il tempo della nostra separazione? A me, figlia mia, non capita diverso, però pensiamo che è questo il momento di sacrificarci per la nostra amata Congregazione.
Ricorda con frequenza quelle parole che “una secolare mi avrebbe aiutato in tutto e per tutto”. L’aiuto più grande che fino ad oggi hai prestato alla Congregazione, pur avendo fatto tante e grandi cose, è quello che stai facendo adesso per la Congregazione, grazie al buon Gesù, anche se tu non vedi. Io devo dirti che tutto quello che hai tra mano è difficilissimo, ma che lo stai disimpegnando molto bene; non credere che da qui lo potresti fare. Per cui, se non è che stai inferma, dove più puoi lavorare è lì. È certo che per te e per me sarebbe molto più piacevole farlo da qui, ma ti ripeto, figlia mia, che da qui è molto difficile non solo per i tanti ostacoli che qui troveresti, ma soprattutto perché le cose che devi scrivere a quei signori non è lo stesso che vengano dalla Spagna o da una persona che sta a Roma. Quando potrai tornare in Spagna, conta che il tuo lavoro è finito; (...) a nessuno fa tanto male questa persecuzione come a te e a me che siamo quelle che veramente amiamo la Congregazione (...)(48).

“Amata figlia: dalle tue lette mi rendo conto del desiderio grande che senti di tornare in Spagna per stare vicino a me... Pensiamo, figlia mia, che per conseguire la perfezione alla quale tutte e due aspiriamo, ci è molto necessario saper rinunciare a noi stessi e alle creature; con questo ci rendiamo liberi di due grandi ostacoli per la nostra unione con il nostro Dio ”(49).

La Madre aveva intuito, con la maternità che la contraddistinse sempre, che questa figlia era preoccupata per lei e per la Congregazione, ed allora torna ad esortarla:

Fatti coraggio, figlia mia, poiché ti vedo troppo angustiata per il timore della sofferenza e al pensiero della preziosa croce che ci hanno preparato con questa persecuzione. Non ti affliggere, figlia mia, pensando nella prova che ci opprime; pensa invece che tutto è stato permesso dal Nostro Dio e, se è vero che la prova è grande, è anche vero che sarà molto più grande la grazia e l’aiuto del Buon Gesù (50).

La Sig.na Pilar, non si lasciò vincere in generosità. Nella sua grande fede, non dubita: il Signore saprà trarre il bene dal male:

“Madre, si faccia coraggio! con un po’ di buona volontà e con la grazia di Dio (che è immensa) noi siamo ancora ben disposte a qualunque cosa possa venire e con allegria. Io mi ritrovo molto animata; penso che è volontà di Dio che noi scriviamo questa pagina nella storia della Congregazione; e questo mi basta. Se prova pena al vedermi lontana da lei, pensi che, siccome sto lavorando per la Congregazione, mai potrò stare più vicina di adesso, ma che saremo sempre unite ”(51).

“All’apparenza il danno che hanno fatto alla Congregazione sembra immenso; però, siccome i disegni di Dio sono aldisopra della nostra conoscenza e solo Lui può ricavare un bene anche dal male, difatti può servirsi di questa tremenda persecuzione per far conoscere in Roma la Madre e la sua Opera; se la Madre non fosse stata accusata, forse qualcuno neanche avrebbe saputo che esistesse ”(52).

Ella stessa, in una lettera alla Madre arriverà a scrivere:

“Come sarà l’anno prossimo? Anche se le sofferenze fanno paura, non vorrei perdere nessuna occasione di far meriti. E allora, Madre, coraggio! la mèta è ancora lontana! ”(53).

Anche per la Madre ci furono periodi in cui sperimentò la solitudine ed il dolore per la lontananza da colei che il Signore stesso le aveva messo accanto per portare a compimento questa grande Opera. Dalle parole della stessa Madre traspare tutta la forza dei suoi sentimenti e la completa disponibilità a fare, a qualunque costo, la volontà di Dio:

“Appena tutto sia aggiustato, non ti trattenere, vieni subito che ti aspetta con ansia questa tua madre che ti ama sul serio: Ti supplico: chiedi al Buon Gesù che mi conceda la grazia che la mia anima sia sempre unita alla Sua volontà: Stai sicura che la stessa cosa io prego per te”.

Sappiamo tutti come tutte e due sono riuscite ad arrivare alla vetta, e come la fondazione delle Ancelle prima e dei Figli poi ne sia uscita vittoriosa.
Non posso non ricordare però l’ultima grande prova, e cioè la morte della Sig.na Pilar.
Nell’agosto del 1944, mentre la Comunità di Roma stava iniziando i Santi Esercizi, la Sig.na Pilar de Arratia esortò Madre Speranza a chiedere al Signore che, delle due, avesse portato via lei(54). Ma la Madre la spronò a conformarsi con gioia a quello che Lui avrebbe disposto:

“No, figlia mia; io chiederò al Signore in questi santi esercizi che si compia solo la Volontà di Gesù, come Lui la vuole e del modo che a Lui più piace, anche se a noi dovesse costare molto (...) Abbandoniamoci tutte e due nelle braccia del Buon Gesù e, pensando solo in Lui e non più nelle creature, chiediamogli che si compia in noi la Sua volontà, come Lui la vuole...”(55).

Ancora una volta il mistero dei piani di Dio sembra superare i pensieri umani: quando molto avrebbe ancora significato la sua presenza, entrambe sono chiamate ad abbandonarsi con disponibile e serena fiducia alla volontà del Signore(56).
Conosciamo tutti la sofferenza che provò la Madre. Sentiamo come descrive questi sofferti eventi la Sig.ra Agnese Riscino che ne fu testimone oculare:

“La Madre ci faceva pregare per lei, ma ci diceva che non aveva bisogno di preghiere perché era una gran santa. La Madre la pregava per ottenere delle grazie dal Signore e diceva anche a noi di pregarla per le necessità della Congregazione e per le nostre particolari necessità. Non molto tempo dopo la morte della signorina Pilar, la Madre scrisse una novena in suo onore ed io da allora l’ho sempre recitata tutti i giorni, insieme alla novena dell’Amore Misericordioso.

La morte della signorina Pilar causò un grande dolore alla Madre e per qualche giorno si vide abbattuta ed anche piangere. Tuttavia non trascurava di compiere, come per l’addietro, tutti i suoi doveri in cucina e in casa, anzi ha intensificato l’opera della formazione spirituale delle sue figlie, facendole pregare di più e facendo loro più frequenti conferenze. In casa si continuava a vivere con lo stesso tenore di vita”.

Conclusione

La nostra Madre mantenne viva la gratitudine e la riconoscenza nei confronti della Sig.na Pilar anche tra le sue figlie. Vorrei riproporre quanto avvenne nel 1948, a pochi anni dalla morte della Sig.na Pilar:

“Il 30 settembre del 1948, compleanno della Madre, fu la prima festa che io celebravo in Italia; rappresentammo davanti alla Madre una scenetta per commemorare la Signorina Pilar de Arratia. Io vidi la Madre molto attenta e interruppe me per ben due volte mentre rappresentavo l’angelo della Signorina Pilar; mentre io dicevo: “Speranza di Gesù, donna forte e coraggiosa, sposa da voi molto amata e inclita fondatrice, è stata lei che con il suo esempio di bontà trascinò dietro quest’anima ad esercitare la carità...” Qui la Madre mi interruppe e disse, a voce alta: “E lei a me!” Siccome io non avevo mai fatto una recita in sua presenza mi fermai credendo che volesse parlare o che non le piacesse quanto stavo dicendo, invece la Madre mi disse: “Angelo, va avanti!” ed io ripresi dicendo: “Quest’anima generosa (la signorina Pilar) impiegò tutta la sua ricchezza nell’aiutare la Madre e nel fondare molte case”. Qui di nuovo mi interruppe la Madre, dicendo: ‘Si, si, è tutto vero!’”.

Una signora che la conobbe a Roma, nella Villa Certosa, afferma: “Io prego Madre Speranza e la signorina Pilar tutti i giorni, anche quattro volte al giorno, e prego l’Amore Misericordioso perchè, prima Madre Speranza e poi la Sig.na Pilar siano dichiarate sante dalla Chiesa”.

Come qualcuno di voi ricorderà, la Madre stessa fece stampare delle immaginette con una preghiera per ottenere delle grazie per intercessione della Sig.na Pilar. Ci auguriamo che anche lei, un giorno, possa divenire modello ed esempio per tutta la Chiesa. Sono certo che la sua vita di amore e di sacrificio avrebbe molto da dire al mondo di oggi.
In un mondo dove c’è la tendenza alla ricerca del più comodo, del più piacevole, dove le parole “rinuncia”, “mortificazione”, “rinnegamento” sembrano essere ormai fuori moda, una vita come quella della Sig.na Pilar può essere l’eloquente testimonianza di chi, per amore, si è spogliato di tutto per condividere i suoi beni e la stessa sua vita con i più poveri.

Ma in questo anno speciale di grazia, vorrei invitare ciascuno di noi, suoi figli e figlie, a rileggere come rivolto a ciascuno di noi, ancora e soprattutto oggi, quanto la Sig.na Pilar scrive il 1° gennaio del 1941:

“Vi raccomando in questo anno di mettere molto impegno nel leggere i consigli della Madre e di metterli in pratica, Dio ve ne chiederà conto; Dio non dà luce alla Madre perché le sue figlie la mettano sotto il moggio”.

Realmente abbiamo tra le mani una potente luce che la Madre, “abbagliata da Dio” (come ebbe a definirla P. Sorge), ci ha riflettuto in tutta la sua vita: Gesù Amore Misericordioso. A noi l’impegno di “portarlo” all’uomo di oggi tanto bisognoso ed assetato di misericordia. È la stessa Madre a chiedere per lei e per noi:

“Io vorrei, Signore, essere sempre luce per tutti quelli che mi stanno accanto e che trattano con me; luce per tutte quelle giovani che si affidano a noi e che vengono dal mondo, ferite e cariche di miserie. Signore, che io sia luce, mai tenebre, per tutti quelli che mi stanno accanto”(57).

Convinto di interpretare i sentimenti di ciascuno di noi, desidero concludere, ripetendo alla nostra Madre con la Sig.na Pilar:

“Quanto è buono il Signore, Madre mia! (...) e quanto ama la Congregazione! e a me che grande regalo mi ha fatto concedendomi la grazia che io possa vivere e morire lavorando con Lei! ” (Diario, 21.5.1936).


44 [...] Pilar [...] portava avanti con impegno e grande interesse, un lavoro molto difficile: la difesa della causa della Congregazione presso il S.Uffizio. Allo scoppiare della II Guerra Mondiale 1940, la Madre consigliò a Pilar di ritornare in Spagna, ma lei non volle e disse di voler rimanere al fianco di Lei a condividere la medesima sorte, qualunque fosse stata, e rimase per sempre a Roma accanto alla Madre. [...] In Vaticano era conosciuta col titolo di “Benefattrice universale della Chiesa”; era stimata da molti Prelati della Curia romana, conosciuta ed apprezzata perfino dal Papa Pio XII per cui ebbe sempre libero accesso negli Uffici della Città del Vaticano, ciò che le permise di essere un valido aiuto per la Madre, negli anni in cui si trovò sotto il S.Uffizio, difendendone la causa con la parola e con la penna [...]” (Suor Agnese Marcelli, Diaro, ACAM C201 103, pp. 67-69).

45 Lettera della Madre alla Sig.na Pilar, 19,10,1939.

46 Lettera del 28.1.1940.

47 Lettera della Sig.na Pilar alla Contessa di Fuensalida, 28.1.1940.

48 Lettera della Madre alla Sig.na Pilar, 3.11.1939.

49 Lettera della Madre alla Sig.na Pilar, 25.3.1940.

50 Lettera della Madre alla Sig.na Pilar, 16.2.1940.

51 Lettera della Sig.na Pilar alla Madre, 27.08.1939.

52 Lettera della Sig.na Pilar alla Contessa di Fuensalida, 28.1.1940.

53 Lettera della Sig.na Pilar alla Contessa di Fuensalida, 28.1.1940.

54 “Hoy 3 de Mayo me he distraído y el Buen Jesús me ha dicho, que El se va a llevar consigo a una de las dos, sin decirme si era a mí o a Pilar” (diario della Madre, 3.5.1944).

55 Summ., p. 751, n. 79.

56 “Hoy 3 de Mayo me he distraído y el Buen Jesús me ha dicho, que El se va a llevar consigo a una de las dos, sin decirme si era a mi o a Pilar” (diario della Madre, 3.5.1944, Proc.-Documenta, p. 4217).

57 Exhortación, 12.1.1965.

 

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ultimo aggionamento 02 marzo, 2002