STUDI
 

    Da Fede e Cultura 2/2002

LA MAGIA
  idolatria ed anticulto

  Un fenomeno inquietante

 

Ignoranza religiosa

L'ammonimento biblico contro le pratiche magiche è, oggi, più attuale che mai. Assistiamo, infatti, ad un impressionante ritorno delle pratiche magiche. Secondo i dati più recenti gli “utenti di magia” in Italia sarebbero quasi 12 milioni di persone.
“L’ignoranza religiosa è, senza dubbio, la causa principale delle deviazioni in questo campo”. (Conferenza Episcopale Campana, “Io sono il Signore vostro Dio”, Nota pastorale a proposito di superstizione, magia, satanismo, n. 3). Esiste “una grave carenza d’evangelizzazione che non consente ai fedeli di assumere un atteggiamento critico nei confronti di proposte che rappresentano solo un surrogato del genuino senso religioso e una triste mistificazione dei contenuti autentici della fede” (Conferenza Episcopale Toscana, Nota pastorale, A proposito di magia e di demonologia, n. 3). È evidente che se scende la vera fede, “sale” la superstizione!
Dalle pratiche e dalle credenze magiche “la fede cristiana risulta adulterata, in quanto viene offuscata la Signoria dell’Unico Signore, che si è rivelato al suo popolo, l’onnipotenza di Dio, la si svuota di fatto, ponendogli accanto creature e “poteri” che ne prendono il posto e si pongono in alternativa a Lui” (Conferenza Episcopale Campana, Nota pastorale, n. 9).
La magia crede all’esistenza di forze occulte che influiscono sulla vita e sulle quali l’operatore (o il fruitore) di magia pensa di poter esercitare un controllo mediante pratiche rituali capaci di produrre automaticamente degli effetti; il ricorso alla divinità, quando c’è, è meramente funzionale, subordinato a queste forze e agli effetti voluti. La magia non ammette, infatti, alcun potere superiore a sé, essa ritiene di poter costringere gli stessi “spiriti” o “demoni” evocati a manifestarsi e a compiere ciò che essa richiede. Essa non si riferisce a Dio, al Dio personale della fede, alla sua provvidenza sul mondo, ma piuttosto a forze occulte impersonali /…/ da queste forze ritiene di difendersi con il ricorso a gesti di scongiuro e ad amuleti, o presume di capirne i benefici con formule di incantesimo, filtri o azioni collegate agli astri, al creato o alla vita umana.

 

Magia bianca e magia nera

“Tradizionalmente si è soliti distinguere tra magia “bianca” e magia “nera” /…/ la magia bianca intenderebbe forme d’intervento che presumono di mirare a scopi, sia pure benefici, come il ripristino di un rapporto d’amore, la guarigione da una malattia, la risoluzione di problemi economici e così via, ma lo fa con il ricorso all’uso di mezzi inadeguati come talismani e amuleti, portafortuna e filtri, credenze in combinazione di carte, persone o eventi, oppure con il riferimento a pratiche mediche centrate su arti occulte o poteri “sovrumani” (cfr. C.E.C., Nota pastorale, nn. 13-14). /…/
Ancora più grave è la magia “nera”. Essa si richiama, in modo diretto o indiretto, a poteri diabolici o comunque presume di agire sotto un qualche loro influsso. Di norma la magia “nera” è indirizzata a scopi malefici (procurare malattie, disgrazie, morte) o ad influenzare il corso degli eventi a propria utilità, specialmente per conseguire vantaggi personali come onori, ricchezze o altro. Si chiama magia “nera” per i metodi a cui ricorre e per i fini che persegue (C.E.T., Nota pastorale, n. 8).
La magia nera è praticata con l’intenzione di nuocere agli altri, invocare gli spiriti maligni per danneggiare i propri nemici, procurare disturbi psichici a rivali, creare forti negatività, malocchi e fatture, generare contrasti, impedimenti, liti, vendette, causare malattie e la morte” (C.E.C., Nota pastorale n. 15).
“Questa magia è una vera e propria espressione di anticulto, indirizzata a far diventare i suoi adepti “servi di satana”. Rientrano in essa tutti quei riti esoterici, a sfondo satanico, che hanno il loro apice nelle cosiddette messe nere (cfr. C.E.C., Nota pastorale nn. 19-21).
Una simile forza di magia, di fatto, non si esprime senza un influsso del “padre della menzogna” (Gv 8,44) il quale – come insegna la Scrittura – tenta in tutti i modi di deviare l’uomo dalla verità e condurlo all’errore e al male (1 Pt 5,8), nonostante la sconfitta subita con la venuta del Figlio di Dio nel mondo (Lc 10,18) e il trionfo glorioso della sua risurrezione (Fil 2,9-11)” (C.E.T., Nota Pastorale, n. 8). La magia, o è “bianca”, o è “nera”, oppure è “rossa”, per i mezzi che usa o per i fini che si propone, è sempre un gravissimo insulto e una colpevole offesa all’assoluta Signoria dell’unico vero Dio.

 

L’insegnamento costante della Chiesa

La Chiesa ha sempre condannato in modo esplicito e incontrovertibile la magia e tutte le pratiche di magia. S. Tommaso d’Aquino, nella Summa Theologica, cita S. Agostino che nel “De Doctrina Christiana”, libro 2, Cap. 20 afferma che “è superstizioso /…/ tutto quello che è consultazione dei demoni, o patto simbolico accettato e concluso con essi” /…/ le fasciature magiche (ligature), ecc.” Le divinazioni e le pratiche di cui si parla appartengono alla superstizione in quanto dipendono da certi interventi dei demoni. Ed è così che si riallacciano a dei patti stabiliti con essi” (S. Th. II-II, q. 92, a. 2). S. Tommaso annovera il maleficio tra i peccati mortali (S.Th. II-II, q. 76, a.3). Nel Decreto, XXVI, qu.5 (can. Sortes) si legge: “Le sorti con le quali nei vostri affari decidete ogni cosa, e che i padri hanno condannato, altro non sono che divinazioni e malefici. Perciò vogliamo che esse siano condannate e che non siano più nominate tra noi cristiani: e perché non siano praticate le proibiamo sotto pena di scomunica” (S. Th., II-II q. 95, a. 8; q. 96, a. 2).

 

Catechismo della Chiesa Cattolica

Il catechismo della Chiesa Cattolica, al n. 2117, esprime in forma sintetica la costante condanna della Chiesa per tutte le pratiche magiche: “Tutte le pratiche di magia e di stregoneria con le quali si pretende di sottomettere le potenze occulte per porle al proprio servizio ed ottenere un potere soprannaturale sul prossimo – fosse anche per procurargli la salute – sono gravemente contrarie alla virtù di religione (cfr. C.C.C., n. 1807, n. 2095). Tali pratiche sono ancor più da condannare quando si accompagnano ad un’intenzione di nuocere ad altri o quando in esse si ricorre all’intervento dei demoni” (C.C.C., n. 2117).
Tutte le pratiche magiche (“bianche”, “nere” o “rosse”) rientrando nel campo della superstizione sono gravi offese contro il primo comandamento (cfr. C.C.C., nn. 2111-2117).
I cristiani devono essere cauti nel giudicare la magia come un effetto diretto – sempre ed in ogni circostanza – del Demonio.
Dall’altra parte però non si può razionalisticamente ridurre la realtà delle pratiche magiche, specie quelle “nere” solo ad un fenomeno psichico deviante o ad un semplice atto peccaminoso dell’uomo. In tali pratiche non si può escludere un’azione o dipendenza da Satana, avversario giurato del Signore Gesù e della sua salvezza.
Il Diavolo – come c’insegna l’Apocalisse – sino alla fine dei tempi userà tutti i suoi poteri e la sua sagacia per ingannare i battezzati ed ostacolare la piena attuazione del progetto salvifico di Dio sul mondo”. (Conferenza Episcopale Toscana, Nota pastorale “A proposito di magia e di demonologia, n. 11).
“La magia nera rappresenta una colpa gravissima /…/ una deviazione della verità rivelata /…/ contraria alla fede e al culto esclusivo a Cristo Gesù, unico Redentore e Signore dell’uomo /…/ Essa è in contrapposizione alla vera professione del credente ed è pericolosa per la salvezza” (C.E.T., n. 12) (cfr. C.E.C., nn. 24-36).

Il comitato di Redazione

 

Varie forme di magia

  • C’è la magia imitativa, secondo la quale il simile produce il simile: il versare dell’acqua per terra, porterà la pioggia, trafiggere gli occhi di un pupazzo accecherà o farà morire la persona da esso rappresentata.

  • C’è la magia contagiosa, in base a cui il “contiguo” agisce sul “contiguo” oppure una parte sul tutto che è sufficiente mettere in contatto due realtà animate o inanimate, perché una forza benefica o malefica si trasmetta dall’una all’altra parte: così “il toccare ferro” o il “gettare sale” terrà lontano da influssi negativi o da iettature in relazione a virtù speciali affidate a questi elementi.

  • Esiste, infine, la magia incantatrice, la quale attribuisce un potere particolare a formule e azioni simboliche, ritenute capaci di produrre degli effetti evocati o da esse indicati” (C.E.T., Nota pastorale, n. 6).

 

 

 

Bibbia e magia

Nella sacra scrittura troviamo indicazioni chiare sia sulla esistenza della magia, sia sul tipo di pratiche magiche:
la divinazione (Ez. 31,26)
la stregoneria (Mi 5,11) (Na 3,4) (Dt 18,10-12),
l’arte magica (Sap 17,7),
gli incantesimi (Dt 18,11) (Sal 58,6) Ger 8,17) (Qo 10,11);
l’uso dei nodi e dei legami (Ez 13, 17-23).

Sono segnalate le magie di Gezabele (2 Re 9,22), le pratiche superstiziose dei re Achaz (Re 16,3-4), di Manasse (2 Re 21,6) e le pratiche superstiziose che Giosia combatte (2 Re 23, 24).

Nella sacra Scrittura la condanna della magia e di tutte le pratiche di magia è costante ed inequivocabile.

È proibita:
la magia, la stregoneria [(Es 22,17) (Lv 19,26) (Dt 18,10) Sap 12,4) (Ez 13,18) (At 19,19) (cfr. At 13,6-12 e at 16,16- 24) (Gal 5,20) (Ap 9,21)]
il ricorso a negromanti, indovini, operatori di incantesimi e fattucchieri, sotto pena di morte (Lev 19,26.31; 20,6; 20,27) (Dt 18,10-12) (Es 22,17) (Ap 21,8) (Ap 22,15) (Dt 18,10-12) (Is 3,1-3) (Ger 8,17) (Es 7,11) (ML 3,5) (Na 3,4).

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ultimo aggionamento 25 aprile, 2002