FESTA DEL SANTUARIO
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Mons. Lorenzo Chiarinelli

 

 

È di questo “Amore Misericordioso” che il nostro oggi ha bisogno

Omelia alla Concelebrazione del giorno
29 settembre in Santuario

Nella solennità di questa celebrazione ci accompagnano due immagini suggestive.

 

I. LA PAROLA DI DIO

  1. Figlio, tu sei sempre con me”. Così ci parla il Padre: la vita vera è comunione con Lui; è stare con Lui che ci ha donato tutto.

  2. Tuo fratello è tornato in vita”. L’amore è risurrezione. Il contatto con il Padre è vittoria della vita su ogni fattore di morte.

 

II. IL MESSAGGIO DI MADRE SPERANZA

 

III. UN IMPEGNO DI CHIESA

L’ “assemblea di Dio”, come è chiamata la Chiesa nel Nuovo Testamento, ha proprio qui la sua identificazione: essere luogo della misericordia e casa del perdono.
La Chiesa, infatti, nasce dall’amore gratuito e vive di vita autentica quando proclama la misericordia (DM 13). Per questo il canto che le è proprio è quello stesso di Maria: il magnificat (DM 9). Non solo.
La Chiesa è chiamata a testimoniare e a ripetere per ogni uomo, di generazione in generazione (cfr. Lc 1,50), questa “accondiscendenza” di Dio e fare così della misericordia “tutto uno stile di vita, una caratteristica essenziale e continua” della sua missione (DV 14).
Riemerge qui in tutta vivezza l’immagine della “Chiesa povera” di Giovanni XXIII; della “Chiesa che ama e che serve” di Paolo VI. E Giovanni Paolo II ne precisa ulteriormente i tratti
Una Chiesa del perdono. “Il mondo degli uomini può diventare sempre più umano, solo se introdurremo nel multiforme ambito dei rapporti interumani e sociali, insieme alla giustizia, quell’amore misericordioso che costituisce il messaggio messianico del Vangelo” (DM 14).
Una Chiesa della gratuità. “Questo ‘attingere alle fonti del Salvatore’ non può essere realizzato in altro modo, se non nello spirito di quella povertà, a cui ci ha chiamato il Signore con le parole e con l’esempio: ‘Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date’. Così, in tutte le vie della vita e del ministero della Chiesa –attraverso la povertà evangelica i ministri e dispensatori e dell’intero popolo che rende testimonianza ‘ alle grandi opere’ del Signore- si è manifestato ancor meglio il Dio ‘ricco di misericordia’ ”. (DM 14)
Una Chiesa della solidarietà. “La coscienza di essere debitori gli uni degli altri va di pari passo con la chiamata alla solidarietà fraterna, che san Paolo ha espresso nel conciso invito a sopportarsi ‘a vicenda con amore’ …Se disattendessimo questa lezione, che cosa rimarrebbe di qualsiasi programma ‘umanistico’ della vita e dell’educazione?” (DM 14).
Messa dinanzi al volto di Dio la Chiesa sente di dover rinnovare la sua immagine: la realtà della conversione la interpella e la investe nelle sue forme, costumi e persone (cfr. DM 6). Annunciare la misericordia di Dio e fare misericordia in nome di Dio e come Dio.
Forse, nell’oggi della storia, è proprio su questa via che la Chiesa è chiamata a realizzare il suo compito tipico e qualificante di servizio e di promozione dell’uomo.
La Chiesa ritiene giustamente come proprio dovere, come scopo della propria missione, quello di custodire l’autenticità del perdono, tanto nella vita e nel comportamento, quanto nell’educazione e nella pastorale. Essa la protegge non altrimenti che custodendo la sua fonte, cioè il ministero della misericordia di Dio stesso, rivelato in Gesù Cristo” (DM 14).
Ed è di questo “Amore misericordioso” che il nostro oggi ha bisogno. Un mondo senza misericordia è sulla via di essere disumano. Con tutte le forze bisogna muovere verso la “civiltà dell’amore”. E il credente sa che nulla è impossibile a Dio e che bisogna coltivare la speranza oltre ogni speranza.

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ultimo aggionamento 21 novembre, 2002