Celebrazione del 20° anniversario della morte di Madre Speranza
 

 

XX°        8 FEBBRAIO 2003 ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI MADRE SPERANZA

 

 

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Nel ventennale della morte della venerabile Madre Speranza

Collevalenza 8 febbraio 2003
Padre Maximiano Lucas Peña fam - Superiore generale dei FAM
Omelia alla Messa delle ore 8, nell’ora che è morta la Madre

Carissimi confratelli e consorelle, carissimi pellegrini devoti della Venerabile Madre Speranza.
Ci siamo riuniti qui, intorno alla tomba di Madre Speranza, per celebrare l’eucaristia, esattamente alla stessa ora in cui 20 anni fa, la nostra carissima Madre ci ha lasciato e se ne è andata in Paradiso per ricevere l’abbraccio dall’Amore misericordioso in cui aveva creduto e sperato e che aveva amato con tutte le sue forze, al punto di fare di questo amore l’unica ragione della sua vita.
Abbiamo scelto la messa in onore della Madonna della Speranza perché la Madre ha preso questo nome, non certamente per caso, ma perché doveva essere un nome profetico e un programma di vita da tradursi in opere concrete. Come Maria, anche la Madre alimentò continuamente la virtù della speranza nel corso della sua vita terrena, ripose ogni fiducia nel Signore ed è stata consolatrice e conforto degli afflitti, ridonando la fiducia a tante persone sfiduciate e disperate che ricorrevano a lei.
Dal profondo del nostro cuore sgorga oggi un canto di ringraziamento e di lode al Signore, per averci fatto il grande dono di Madre Speranza che è stata una delle figure più rilevanti della santità dei nostri giorni, forse la più grande apostola dell’Amore Misericordioso e colei che con maggiore intuizione è arrivata a scoprire tutta la ricchezza d’amore e di misericordia che si racchiude nel cuore di Dio. La misericordia è indubbiamente l’attributo più bello e più nobile di Dio, che Lui si è riservato di rivelare agli uomini soltanto in questo particolare momento storico che sta vivendo l’umanità. Ma per così elevato compito Dio ha voluto servirsi, e ciò non lascia di essere un mistero, di alcune donne tra le quali si trova anche Madre Speranza.
Oggi commemoriamo il ventennale della morte della Venerabile Madre Speranza, ad un anno quasi dal riconoscimento dell’eroicità delle sue virtù. Ancora non ci sembra vero. Proprio l’anno scorso, in occasione di questa ricorrenza, nell’informare sull’ormai prossimo pronunciamento in merito da parte della Chiesa, fu detto “che ci sono dei sogni e dei desideri che uno si porta dietro per tutta una vita e quando questi in qualche modo diventano realtà, si resta senza parola e incapaci di descrivere e raccontare la valanga di sentimenti che invadono tutta la persona”.
È stato questo ciò che abbiamo sperimentato lo scorso 23 aprile quando il Santo Padre, nella Sala Clementina, in Vaticano, ha proclamato Venerabile la Serva di Dio Madre Speranza di Gesù Alhama, riconoscendo l’eroicità delle sue virtù e proponendola come esempio di vita e testimone del vangelo, dovrà diventare valido punto di riferimento, in particolare per la sua Famiglia religiosa ed anche per tutto il popolo di Dio.
Giovanni Paolo II ha sempre insegnato che la vera storia dell’umanità è costituita dalla storia della santità. La santità non come ideale teorico, ma come via da percorrere nella fedele sequela di Cristo, e un’esigenza particolarmente urgente ai nostri tempi. I santi sono quei fedeli nella cui vita la Chiesa riscontra la perseveranza fino all’ultimo momento nella pratica delle virtù e li propone come modelli e come intercessori presso Dio.
La santità,nel pensiero di Madre Speranza, consiste “nel vivere immersi in Dio e Lui in noi, prima desiderandolo poi raggiungendolo (Consejos practicos, l933). La Madre visse, per tutta la sua vita,in una continua tensione che la spingeva a conformarsi sempre più alla volontà del Signore. Voleva essere santa, grande santa, e questo pensiero dominò tutta la sua esistenza e ispirò tutta la sua attività.
Donna di solidissima fede, Madre Speranza si fece condurre dalla volontà di Dio, alla quale aderì con la mente e con la vita. Sapeva su chi aveva fondato la sua speranza. Per questo non confidò nelle sue forze, ma nella bontà e nella provvidenza di Dio, superando con grande pace interiore contrarietà, dolori, sofferenze ed umiliazioni.
Tale abbandono fiducioso nasceva dalla convinzione che sia la sua storia personale come quella di ogni uomo erano iscritte in un piano d’amore di un Dio che si rivela e si lascia chiamare Padre e che, come tale, dispone ogni cosa a nostro vantaggio. In questo modo si comprende come sia più facile conformarsi alla volontà di Dio, anche quando il passaggio obbligatorio è quello della croce.
Nella “Dives in misericordia” Giovanni Paolo II scrive che il Signore Gesù con il suo insegnamento e soprattutto con il suo mistero pasquale ha rivelato al mondo che il Padre, ricco di misericordia (cf.Ef 2,4), ci ha amati e ci ha fatti rivivere nella morte e risurrezione del Figlio. Lo stesso Cristo ha affidato alla sua Chiesa la missione di rendere testimonianza alla misericordia di Dio, professandola come verità salvifica di fede e cercando di introdurla e di incarnarla nella vita dei suoi fedeli (Cf DM,VII).
Ed è proprio in riferimento a tali verità, che nel Decreto sull’eroicità delle virtù della nostra Madre si afferma “che tra i figli della Chiesa che, nel nostro tempo, hanno professato e proclamato con la santità della vita e delle opere la divina misericordia va certamente annoverata la Serva di Dio Speranza di Gesù, la quale ebbe la sua vera scuola di vita nella Croce, e in Gesù Amore Misericordioso il suo personale maestro. Questa umile e ardente testimone della carità e di Dio visse con lo sguardo inchiodato al Crocifisso e, bevendo alla fonte d’acqua viva di quel Cuore trafitto, ne assimilò i sentimenti”.
Accanto a questo Santuario Madre Speranza consumò la sua vita, testimoniando l’Amore Misericordioso di Gesù per ogni uomo, anche per il più perverso, il più miserabile ed abbandonato. E da questo Santuario, ove il suo spirito rimane sempre vivo, anche dopo la sua morte, Madre Speranza continua la sua missione di apostola dell’Amore Misericordioso, attirando ad esso tante anime assetate di Dio e bisognose della sua misericordia.
Il riconoscimento delle virtù eroiche è stato un grande passo nel processo di canonizzazione di Madre Speranza. Il Santo Padre, il quale dopo l’attentato subito a Piazza San Pietro, decise di venire al Santuario di Collevalenza il 22 novembre 1981, per ringraziare l’Amore Misericordioso che gli aveva salvato la vita e per incontrare Madre Speranza che conosceva molto bene, dichiarandola Venerabile ci ha fatto un dono immenso a noi come Famiglia religiosa, a voi, devoti e anche figli spirituali suoi, nonché a tutta la Chiesa.
Ora siamo in attesa del riconoscimento del miracolo per la beatificazione che ci auguriamo avvenga molto presto. Per questa intenzione noi preghiamo anche oggi affinché la glorificazione di Madre Speranza sia un bene per la salvezza delle anime, per la maggior gloria di Dio e per il trionfo dell’Amore Misericordioso il cui messaggio noi ci impegniamo a vivere e testimoniare seguendo l’esempio e l’insegnamento che lei ci ha lasciato.

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ultimo aggionamento 15 marzo, 2003