MONSIGNOR GIOVANNI BIANCHI

Fare del

Nel giorno del Signore,
21 di Settembre,
compiuto il suo
pellegrinaggio terreno,
è tornato alla Casa del Padre
Sua eccellenza
reverendissima
Monsignor
Giovanni Bianchi
Vescovo Emerito
della Chiesa
che è in Pescia

 

Mons. Giovanni Bianchi

BENE nella
LETIZIA

Dopo aver svolto il Suo ministero pastorale nell’arcidiocesi fiorentina prima come sacerdote e poi come Vescovo ausiliare, è stato pastore di Pescia.
Negli ultimi anni della sua vita ha scelto di continuare a servire la Chiesa presso il Santuario dell’Amore Misericordioso condividendo la fraternità della famiglia religiosa, nello spirito di Madre Speranza. La sua spontanea cordialità animata da sapienza evangelica gli ha permesso di instaurare rapporti profondi e veri.
La sua stessa vita è stata autentica testimonianza del suo motto episcopale:
“Fare del bene nella letizia”.

In queste poche ed essenziali parole è riassunta una vita che si è fatta dono e servizio alla Chiesa e ai fratelli. Così la Famiglia religiosa dell’Amore Misericordioso ed i familiari hanno voluto annunciare la scomparsa di S. Ecc.za Mons. Giovanni Bianchi.
Desideriamo rendere omaggio, anche attraverso le pagine di questa rivista, ad un Presbitero della Chiesa che è stato per noi padre e fratello, compagno di cammino nei suoi ultimi anni di vita. É venuto, infatti a condividere nella semplicità il nostro stile di vita, a “fare del bene con letizia”, incarnando quel motto programmatico che scelse all’inizio del suo Episcopato e che contraddistinse il suo operare.
Lo ricordiamo disponibile e premuroso nello svolgere il suo ministero, umile ed obbediente alle proposte che gli venivano dai Superiori, puntuale ed assiduo nella preghiera personale e comunitaria, sensibile e sollecito nella carità, aperto e gioioso nella fraternità, con una profonda stima e riconoscenza per l’Opera di Madre Speranza che si traduceva in un autentico spirito di appartenenza alla nostra Famiglia Religiosa.
A lui va il nostro sincero e fraterno GRAZIE! Commossi per quel capolavoro di umanità e spiritualità che è il suo Testamento (di cui si riporta uno stralcio), a lui chiediamo di “ricambiare in Dio” il vuoto che ha lasciato, di aspettarci all’“appuntamento in Cielo”!

Padre Mario Gialletti fam

Il testamento di Mons. Bianchi

Dinanzi a Dio, in piena lucidità e libertà di spirito manifesto le mie ultime volontà.
Credo con tutte le mie forze Dio, nella Sua infinita amorosa misericordia. Professo la mia sottomissione al Sommo Pontefice. Credo la Chiesa: realtà divina ed umana, misteriosa, stupenda, drammatica.

Perdono sinceramente chi mi potrà aver offeso, ma umilmente chiedo perdono a Dio, confuso e rammaricato per le mie infinite gravi miserie. Mi perdonino tutti quelli per i quali posso essere stato di scandalo.

Amo fortemente tutti i miei familiari, in particolare i miei fratelli Eliseo e Mario. Amo i miei Superiori, confratelli nel sacerdozio e tutti i fratelli e sorelle in Cristo, particolarmente quelli delle due Diocesi: Firenze e Pescia.
Ripeto a tutti: siamo sempre uniti nel vincolo della carità come testimonianza del Vangelo. Abbiate sempre presente che la nostra forza e la nostra certezza, in ogni situazione della vita è Cristo.

Invoco l’amorosa mediazione di Maria Santissima, Madre di Dio e Madre nostra e dei Santi nostri Protettori. Sono grato a Dio per essere nato e vissuto nella dura e serena povertà, la Divina Provvidenza mi ha sempre abbondantemente elargito.
[...]

A questi religiosi, Figli dell’Amore Misericordioso, debbo la mia affettuosa gratitudine, per avermi accolto nella loro Casa, fino al termine della mia vita, ma soprattutto di avermi ricevuto e tenuto come un loro fratello.
[...]

Per quanto riguarda la mia sepoltura, non per decisione emotiva, ma per una convinzione di sempre, chiedo fermamente che il mio corpo, rivestito dei paramenti già preparati, sia sepolto in terra nuda, in una cassa di solo legno, sulla tomba una semplice croce con i miei dati anagrafici. Rinuncio ad ogni eventuale privilegio d’Ordinario Emerito e chiedo di essere sepolto a Collevalenza: nel mio ultimo sonno non voglio essere di incomodo a nessuno. È un bisogno, un doveroso atto di povertà e di riparazione. La preghiera di suffragio sia il vero tributo di affetto e di fraterno, filiale ricordo: di questo ringrazio sinceramente; lo ricambierò in Dio.

A tutti ripeto: diamoci appuntamento in Cielo, dove spero ardentemente di trovare i miei carissimi genitori e tante persone care. Carissimi, la nostra piccola vicenda umana è ombra che passa, annientata dalla Luce di Dio. Rimane solo Lui, infinito ed eterno Amore perdonante.

+ Giovanni Bianchi
Vescovo Emerito di Pescia

Collevalenza 19 marzo 1994
S. Giuseppe 1994

 

 

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ultimo aggionamento 21 ottobre, 2003