pastorale giovanile vocazionale

la pastorale giovanile
vocazionale della
famiglia religiosa
dell’Amore
Misericordioso

INFORMA....
Pregate, dunque…

 

“La messe è molta, ma gli operai sono pochi!
Pregate dunque il padrone della messe
che mandi operai nella sua messe!” (Mt 9,37-38)

Partendo da queste parole di Gesù, che esprimono una necessità tanto grande da far usare al Signore l’imperativo “pregate”, tempo che esprime un comando, vogliamo riflettere sull’importanza di pregare per le vocazioni e di ciò che ne consegue, cioè l’impegno di ognuno di vivere la propria vocazione, sensibilizzando, lavorando e sacrificandosi per le vocazioni.
“Non si tratta solo di pregare per le vocazioni, cosa che già facciamo, ma di capire che il primo comando è esattamente la preghiera, perché la vocazione viene da Dio, per Cristo nella potenza dello Spirito Santo: Dio è il soggetto che plasma le chiamate e solo Lui le può svelare e sostenere. Non è la persona che sceglie, non è neppure la Chiesa che chiama e non sono neppure i bisogni del mondo che suscitano vocazioni, o che dovrebbero sollecitare la preghiera per le vocazioni. Dio è il principio della chiamata e ne è il fine, ma questi poli si possono tenere insieme solo pregando.
La vocazione è un modo di essere della creatura, anzi è quel modo di essere che il Creatore ha pensato per la creatura, e che dunque solo il Padre può rivelare: per questo preghiamo per le vocazioni, perché il Padre sveli il suo progetto, perché solo una comunità orante può scoprire il dono preparato da Dio, perché solo la preghiera abilita il credente a riconoscere il suo dono.
La preghiera è un fenomeno responsabilizzante per natura sua, crea responsabilità perché pone in sintonia con l’amore del Padre che vuole tutti salvi, altrimenti non è vera orazione cristiana; così, in particolare, la preghiera per le vocazioni diventa gesto responsabile quando non diventa delega e scaricamento di ogni responsabilità sul Padreterno. La preghiera autentica assume il proprio senso di responsabilità, fa sentire ancora di più l’esigenza di coinvolgersi in ciò che si mette nelle mani del Padre. Altrimenti è alienazione e fuga, è compensazione e falsa rassicurazione, al limite è tentativo di manipolazione dei confronti del divino. Forse potrà sembrare eccessivo, ma potremmo dire che non tutti possono pregare per le vocazioni, ma solo chi vive fedelmente e con senso di responsabilità la sua vocazione e si prodiga per quella altrui”.

(A .CENCINI, in “VOCAZIONI” 1, 2000. Per un salto di qualità nella pastorale vocazionale alle soglie del terzo millennio, pp.81-82)

 

LA SPERANZA


NON DELUDE
(continua)

1. Fede viva, speranza certa, carità ardente

Sono espressioni del testamento di Madre Speranza. Riassumo la sua singolare esperienza, l’eredità che intende lasciarci.
Scrive il Concilio Vaticano II°: “Ogni cristiano secondo la propria vocazione”deve senza indugi avanzare per la via della fede viva, la quale accende la speranza e opera per mezzo per mezzo della carità” (LG. n.41).
E’ la fede viva che accende la speranza.
Infatti la fede ci fa credere nelle promesse del Signore, ci fa certi che tutto passa per le mani del Padre buono ed è da lui preordinato per il nostro bene (anche i capelli del nostro capo sono da lui contati!), ci assicura che il Signore è al nostro fianco, in nostro favore e che a Lui niente è impossibile.
Da questa fede nasce la speranza ferma con cui ci abbandoniamo fiduciosi come un bimbo tra le braccia della madre (cf Sal 131) e con questa pace possiamo affrontare (senza dormire e senza agitarci) ogni situazione della vita, specie le più dolorose (cf Gesù e i discepoli nel lago in tempesta).
Ma questa speranza non matura se non genera la carità e le opere di misericordia; se non fa diventare noi stessi segni viventi di speranza per il fratello in difficoltà.
Così il ciclo è completo: la fede viva accende la speranza che genera la carità.

 

2. Gesù è la nostra speranza

La nostra speranza non è un’idea, un’emozione, un incoraggiamento sterile, vuoto e banale.
E’ semplicemente Gesù, quel Gesù che noi, con Madre Speranza, chiamiamo Amore Misericordioso.
Gesù è la Gioia e la Speranza del Padre. “Questi è il Figlio mio prediletto nel quale mi sono compiaciuto”. Il Padre tutto mette nelle sue mani e ha totale fiducia in Lui.
Gesù ha un’immensa fiducia, un filiale abbandono al Padre e alla sua Volontà, fino alla morte in croce. “Padre nelle tue mani consegno il mio spirito”.
Gesù ha un’incondizionata fiducia in ognuno di noi, suo fratello. Chiama tutti al suo Regno. Chiama per nome e, nel pieno rispetto della nostra libertà, ci propone una specifica vocazione e missione… Lui ci vede già belli e santi, come lo sono diventati l’orgoglioso Pietro, gli impulsivi figli di Zebedeo e gli altri loro compagni, non proprio campioni di uomini perfetti, eppure diventati tutti martiri, eccetto il figlio della perdizione, perché …ha disperato!
Gesù c’invita ad una totale fiducia alla sua Parola, al suo Vangelo, alla sua Persona. Come quando invita Pietro a gettare le reti. Come quando Gesù camminando sulle acque invita Pietro a fare altrettanto! Come quando rimprovera i suoi dicendo loro: “Uomini di poca fede, di che avete paura?”
Gesù ci dona la speranza. Quando ci dona il suo Spirito, il suo Amore, la sua Pace, la sua Madre; quando ci si dona nell’Eucaristia, quando ci assicura di essere presente in ogni fratello piccolo e bisognoso, quando ci dice che sarà con noi tutti i giorni fino a quando tornerà per portarci nel suo Regno… Gesù in tutti questi modi e in tanti altri, si rivela la nostra Speranza che non delude mai!
L’Amore Misericordioso è il fondamento della speranza. Il Vangelo ci testimonia che Gesù è venuto non a giudicare, ma a salvare i peccatori. Con loro ha mangiato. Li ha perdonati. Ha voluto ritornare al Padre in compagnia di un ladro.
Madre Speranza assicura che “l’uomo più perverso, il più miserabile e perfino il più abbandonato è amato con tenerezza immensa da Gesù che è per lui un Padre e una tenera Madre”. Allora la speranza è sempre possibile, a meno che non la spegniamo noi, dicendo che Lui non può farci più nulla. Ma questo è mancare di fede nell’onnipotenza divina che tutto può e tutto ordina al nostro vero bene. Dio può rovesciare qualsiasi situazione, può anche far risorgere dai morti, può chiederci di morire in croce dandoci la forza di farne il supremo dono d’amore. “Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza” (2 Cor 12,9).

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Informazioni e prenotazioni:
Santuario Amore Misericordioso: 075/89581

sito: www.speranzagiovani.it
e-mail: roccolosperanza@libero.it

2003
www.esercizispiritualigiovani.Collevalenza
27 dicembre, ore 17 - 30 dicembre, ore 15
www.capodannogiovani.Fermo
30 dicembre, ore 17 - 1 gennaio 2003 ore 15

2004
www.Camposcuolamedie.Collevalenza
20 giugno ore 17 - 24 giugno ore 18
www.radunoragazzi.Collevalenza
24 giugno ore 17 - 27 giugno ore 17
www.festafamiglia.Collevalenza
domenica 27 giugno 2004 ore 10 - ore 17
www.camposcuolasuperiori.
25 - 31 luglio 2004

2004
www.orientamentovocazionale.Collevalenza
9 agosto, ore 17 - 14 agosto, ore 15
www.camminodiscernimentovocazionale.Collevalenza
30 gennaio - 1 febbraio 2004
19-21 marzo 2004
23-25 aprile 2004
21-23 maggio 2004
www.incontraanimatori.Collevalenza
28-29 agosto 2004

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ultimo aggionamento 04 dicembre, 2003