Celebrazioni del 21° anniversario della morte di Madre Speranza

Noi facciamo festa perché Madre Speranza è stata un grandissimo regalo che il Signore ci ha fatto

Omelia di S. E. Mons. Giovanni Scanavino
Collevalenza, 8 febbraio 2004

 

Saluto del Rettore del Santuario

Con gioia salutiamo e ringraziamo Sua Ecc.za Mons. Giovanni Scanavino che ha accettato di presiedere questa celebrazione in ricordo del XXI anniversario della morte di Madre Speranza. Sua Ecc.za ci diceva, poco fa, che temeva di affezionarsi troppo al Santuario. È già stato qui il 18 gennaio e ci ha detto delle parole davvero toccanti, ci ha fatto comprendere che questo Santuario lo sente particolarmente suo. È al centro e gemma – ha addirittura osato definirlo – della Diocesi che il Signore gli ha affidato da poco tempo. Lo ringraziamo di essere qui e ascoltiamo volentieri la sua parola.
Approfitto anche per dire che alla destra di Sua Ecc.za Mons. Scanavino, c'è un altro Vescovo, Mons. Alfredo Magarotto, Vescovo emerito di Vittorio Veneto, che è qui con noi da qualche giorno e - credo di aver capito bene - ha intenzione di rimanervi. Lo ringraziamo di cuore, lo ringraziamo perché già si è messo a servizio nel confessionale e si è reso disponibile per le celebrazioni. Per noi è un grande onore ed è un grande servizio per il Santuario: lo ringraziamo ancora di cuore.

 

Ringraziamento del Vescovo

Grazie P. Domenico. Non è quindi una sciocchezza dire che più vengo qui più mi affeziono, se i Vescovi decidono di venire in questo Santuario a passare il tempo più prezioso della loro vita. Ringraziamo il Signore che ci ha regalato un dono tanto grande e cerchiamo di comprenderlo con una celebrazione ricca di fede e con un cuore totalmente disponibile. Cominciamo con il chiedere perdono: in questo luogo significa anzitutto guardare il volto misericordioso di questo Padre che ci accoglie così come siamo, ci accoglie proprio perché siamo così e vuole aiutarci a diventare sempre più figli di questa misericordia.

Oggi ricordiamo il XXI anniversario della morte di Madre Speranza. È una festa grande. Direte: Ma come, è la sua morte e noi facciamo festa? Noi facciamo festa perché Madre Speranza è stata un grandissimo regalo che il Signore ci ha fatto.
Perché è un grande regalo Madre Speranza? Perché il Signore le ha affidato un compito preziosissimo che è quello di venirci a parlare e svelare l'Amore Misericordioso del Padre. È Gesù che ce l'ha mandata, è Gesù che le ha detto più volte: Io desidero che tu dica a tutti con la tua vita, con le tue parole, con ciò che ti farò costruire, che l'Amore misericordioso di Dio è la cosa più grande del mondo.
Attenzione, solo se si incontra questo Amore Misericordioso si riesce a vivere contenti, in pace e con tanta gioia, come era solita ricordare spesso. La gioia non deve essere solo dei bambini che giocano, che si divertono: la gioia - ci ha ricordato Madre Speranza - deve essere l'esperienza di tutti i cristiani, al punto che questa gioia sopravvive addirittura nel tempo della sofferenza e del dolore. Ecco la grande manifestazione che Gesù ha affidato a Madre Speranza.

Abbiamo ascoltato un vangelo e questo vangelo di S. Luca riguarda la vocazione, la chiamata di Pietro. Faceva il pescatore e Gesù lo ha incontrato proprio sulla spiaggia, ha usato la sua barca per parlare a tutta la gente perché questa accorreva per ascoltare la Parola di Dio. Un po’ come oggi avete fatto voi che, mossi da questa figura carismatica eccezionale, siete venuti proprio qui ad ascoltare la Parola di Dio.
Finito il discorso, Gesù dice a Pietro: Prendi il largo e butta le reti. Pietro, che era un pescatore provetto, gli dice: Scusami, ma di solito si pesca di notte; ieri sera siamo venuti a pescare come al solito ma non abbiamo preso nessun pesce; è come se avesse detto: Non sei pratico Gesù, non conosci il nostro mestiere, non conosci la nostra vita. Gesù, invece, gli dimostra che conosce molto bene la sua vita e Pietro si affida a Lui e gli dice: Non abbiamo preso nulla, però, nel tuo nome, mi fido di te.

È questa fiducia che ha sempre caratterizzato la vita di Madre Speranza. Anche per lei c'è stato il momento della vocazione, della chiamata. Anche per tutti noi c’è questa chiamata, dobbiamo saperla individuare bene perché il Signore non ci chiede mai nulla che vada al di là delle nostre forze. Se qualche volta abbiamo pensato questo, che cioè il nostro cristianesimo è una cosa soltanto e soprattutto faticosa, abbiamo sbagliato, non abbiamo capito nulla, continuiamo a non capire e non abbiamo ancora accolto la sua chiamata.

Pietro butta le reti e… avete sentito cosa è successo? Due barche si sono riempite di pesci che quasi affondavano. Quindi, se ne intendeva o no Gesù? Se ne intendeva molto più di Pietro che era del mestiere! Ma, cosa voleva dimostrare a Pietro? Pietro, se ti fidi di me…, se vi fidate di me non dovete avere paura di nulla, non vi mancherà mai nulla e la vita sarà una vita piena, abbondante. Vi riempirà il cuore questa vita sovrabbondante e sarete capaci di fare cose grandi e, d'ora in poi, caro Pietro, non sarai più pescatore di pesci - lo hai fatto fino adesso, va bene - ma, ora che sono arrivato io, ti dico: D'ora in poi sarai pescatore di uomini!

Sapete, invece, cosa ha detto Gesù a Madre Speranza? Ha detto: Tu sarai cacciatrice di uomini. Non vi meravigliate; questo colle su cui sorge il Santuario, era il luogo dei cacciatori; lo chiamano "Roccolo". Qui si veniva a cacciare gli uccelli e quindi i cacciatori vi si appostavano. Il Signore, che ha indicato a Madre Speranza di venire proprio su questo colle a fondare questo Santuario, si è aggiornato; qui non c'è il mare, non c'è un grande fiume, quindi non poteva dire, cara Speranza, tu sarai pescatrice di uomini ma le ha detto: tu sarai cacciatrice di uomini. Perché? Perché tanti verranno e tu dirai a tutti chi è il Signore, che cosa significa la misericordia del Signore.
Adesso, però, cerchiamo di vedere quando il Signore l'ha chiamata, fin dall'inizio.

C'è un episodio della sua infanzia che dice che questa bambina ha rubato l'Eucaristia, l'Ostia. Lo sapevate questo? Voi non fatelo questo, bambini, tanto vi si dà lo stesso al momento opportuno! Era tanto il suo amore per Gesù ed il desiderio di stare con Lui che, sfruttando l'occasione di un sacerdote che non la conosceva, si accostò con tutti alla balaustra e ricevette Gesù: voleva proprio stare con Lui. Aveva già intuito che Gesù sarebbe diventato l'Amore più grande della sua vita e così è stato. Perché non vedere, fin da questo inizio, lo sbocciare della vocazione di Madre Speranza?
Con questo voglio dirvi che il Signore non vi chiamerà chissà quando, quando sarete intelligenti ed affermati: il Signore ci chiama da subito. In che senso? Gesù vuole che da subito noi ci interessiamo a Lui, lo conosciamo bene e ci lasciamo affascinare da Lui, perché Gesù è l'amore più importante di tutta la nostra vita.
Mi direte: Ma più importante che significa, che io poi devo diventare prete, devo diventare suora? No, no, attenzione! Se il Signore ti chiamerà ad essere sacerdote tanto meglio, se ti chiamerà ad essere suora come le nostre sorelle qui di Collevalenza, tanto meglio; ma il Signore vuole essere l'amore unico, importantissimo per tutti, per tutti, perché senza questo amore non può esistere la famiglia. La famiglia non può esistere senza questo amore posto alla base! Questa è la grande chiamata per tutti noi, la chiamata all'amore di Gesù, perché solo con questo amore saremo capaci di costruire una vita nuova.

C'è un fatto curiosissimo in cui si dice che un giorno, in Calle Toledo a Madrid, in una bellissima casa che gli era stata affidata, avevano accolto un numero incredibile di poveri, diremmo noi oggi di barboni, e la proprietaria si era lamentata: Ma come ti sei permessa di radunare qui tutti questi poveri che sporcano questa casa? Madre Speranza ricorda: Io dopo quel rimprovero andai di nuovo in cappella dal Signore e sentii che Lui mi diceva: Speranza, dove non possono entrare i poveri non ci devi entrare neanche tu! È ora di partire da questa casa. Scusate, ma questo mi commuove, mi tocca il cuore in una maniera incredibile: questa è l'attualizzazione del Vangelo, questa è la vocazione che viene vissuta dai nostri Santi per dirci che anche noi possiamo fare la stessa cosa, perché il Vangelo è vivibile, è attuabile, questo ci dicono i nostri Santi.
Allora Madre Speranza chiese: Signore dove devo andare? Gesù allora le dirà dove dovrà andare e l'accompagnerà per tutta la strada della sua vita fino ad arrivare qui, su questa collina, dove lei radunerà tutti i poveri, gli ammalati, i peccatori. Ecco la bellezza e la grandezza di questo luogo, ecco la mia gioia quando posso venire qui perché questo è un luogo santo, cioè, il luogo dove questa donna ha dimostrato a tutto il mondo che il Signore c'è sul serio e che il suo amore non è una barzelletta. Il suo amore ci avvolge, ci coinvolge per cambiarci e per fare di ciascuno di noi dei cacciatori di uomini, cioè persone capaci di portare dovunque questa testimonianza di un amore che fa risorgere.
Noi invece continuiamo a dire: Ma io non sono degno! Chissà se il Signore mi perdona? Cosa stai dicendo? Il Signore non solo ti perdona, non solo ti accoglie, ma vuole fare di te peccatore un cacciatore di uomini, cioè vuole farti una proposta sempre nuova di misericordia, di misericordia per tutti.

E lasciatemi leggere almeno un’ultima espressione, un altro bellissimo episodio in cui Madre Speranza diceva: Alla porta di tutte le nostre case ci dovrebbe essere scritto: Bussate poveri e vi sarà aperto, bussate sofferenti e troverete consolazione, bussate ammalati e sarete assistiti, bussate orfani e nelle Ancelle dell'Amore Misericordioso incontrerete delle madri o dei padri. Stupendo! Se noi siamo dei cristiani autentici non lo dobbiamo scrivere soltanto sui conventi - tra l'altro non c'è scritto – ma dovremmo scriverlo anche sulle nostre case.

Volevo però finire leggendo la testimonianza stupenda che ci lascia Madre Speranza e che è come una specie di testamento. Sentite come parlano questi santi dell'Amore di Dio: Io, amati figli e figlie, debbo dirvi che vivo giorni di vera gioia ed emozione per il compito che vengo svolgendo in questi mesi nella casa di nostro Signore, facendo da portinaia di coloro che suonano e vengono a bussare a questo nido d'amore, perché Lui come buon Padre li perdoni, dimentichi le loro follie e li aiuti in questo momento di dolore. Sono qui, figli miei, ore e ore, giorni e giorni, ricevendo poveri, ricchi, anziani, giovani tutti carichi di grandi miserie morali, spirituali, corporali, materiali. Poi, alla fine del giorno vado a presentare al Buon Gesù, piena di fede, fiducia ed amore, le miserie di ognuno con l'assoluta certezza di non stancarlo mai perché so bene che Lui, da vero Padre, mi attende ansiosamente perché interceda per tutti quelli che sperano da Lui il perdono, la salute, la pace e ciò di cui hanno bisogno per vivere ed affinché gli dica, a nome di tutti loro, non una ma mille volte: Padre perdonali, dimentica tutto, sono anime deboli che nell'infanzia non hanno ricevuto il solido alimento della fede e oggi - era anche poetessa - attaccate al pesante fango della natura e sballottate dal forte vento della corruzione, precipitano in fondo al mare senza forze per navigare. Egli, che è tutto amore e misericordia, specialmente per i figli che soffrono, non mi lascia delusa e così vedo con gioia confortate tutte quelle anime che si affidano all'Amore Misericordioso.

I Padri e le Sorelle, giustamente, stanno aspettando il miracolo perché possa essere proclamata beata, ma di miracoli ne ha già fatti tanti, ne ha già fatti tanti!
Adesso, però, attenti: il miracolo più importante dipende da noi! Non intendo dire il miracolo di ottenere qualche grazia speciale per cui si possa dire: ha interceduto per quel miracolo, per cui sarà dichiarata santa! Il miracolo più importante siamo noi, perché dobbiamo continuare a vivere questo spirito di Madre Speranza: questo è il miracolo più importante!
Adesso che tutto è stato costruito, bisogna portare avanti con coraggio, con decisione, con coerenza questo spirito e su questo dobbiamo collaborare tutti quanti e fare in modo che questo Santuario, che questa collina, che questo luogo sia veramente il luogo dove si incontra "Colui che ti accoglie - diceva Agostino - e ti guarisce". Che ti accoglie e ti guarisce e tu torni a casa e lo puoi dire a tutti. Ecco, il Signore chiama tutti noi ad essere cacciatori di uomini.

Che il Signore, attraverso l'intercessione di Madre Speranza, ci aiuti tutti. Non preoccupatevi del peso che avete portato qui, questo peso si alleggerisce quando noi cerchiamo di rivivere, sull’esempio di lei, la fiducia totale nella Misericordia del Signore.

S. E. Mons. Giovanni Scanavino S. E. Mons. Giovanni Scanavino S. E. Mons. Giovanni Scanavino
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ultimo aggionamento 08 marzo, 2004