La lettera

 

La catastrofe e il mistero

  Carissimo,

    mistero di cielo e di carne, notte di paglia e di stelle.
    È Natale. Ed ecco Stefano lapidato, ecco i santi innocenti trucidati, ecco il dolore della terra... la catastrofe del mondo.
    Un oceano di morti che cancella l'umanità. Come parlarne? I cadaveri ammassati, l'ululato di un mare feroce, che spazza tutto. I feriti, la morte in faccia, la trappola senza scampo, i bambini, le donne, i dispersi, lo strazio della vita in potere del tremendo tsumani.
    La devastazione del mondo, 150.000 morti, nel tempo della festa, del Natale cristiano, della Sacra Famiglia. Un Vescovo geme con il pianto di tutti: “Il mio cuore è devastato come i 1500 chilometri delle nostre coste”.
    Sì, come parlarne? Il mondo lo sa. È stata colpita tutta la terra.
    Risuonano quanto mai vere le parole che il Papa aveva affidato al suo messaggio per la Giornata mondiale della Pace: "L’appartenenza alla famiglia umana conferisce ad ogni persona una specie di cittadinanza mondiale...".
    Ecco la "voce" nuova, la "cittadinanza mondiale". È il mandato dell'amore, della grande solidarietà, l'unica parola che può celebrare la fede.
    No, non dite, per carità, che il Signore ha punito il paradiso del piacere. Non dite che siamo alla fine del mondo. Non dite che il Signore ha risparmiato noi, quasi che non avesse amato gli altri. Non dite che voi capite.
    Ho paura di chi... capisce. Come si fa a capire? Quella storia del mondo sconvolta così paurosamente. Quella terra del cuore che trema in tutti noi.
    La nostra preghiera è solo mistero in ginocchio dinanzi all'impossibile, allo scandalo di un Dio crocifisso.
    Un Dio che chiede spiegazioni sulla croce per tutti gli uomini crocifissi di ogni tempo.
    Un Dio che chiede braccia, amore, per una notizia risorta della storia di oggi. Per la speranza di ogni uomo che vive sulla terra.

Nino Barraco

 

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ultimo aggiornamento 30 marzo, 2005