STUDI
 

    P. Domenico Carchidi fam

 

Lo stupore nella storia di una donna

Il mistero della Venerabile Madre Speranza

 

 

 

Suscita stupore un cielo stellato, in una serata tersa. Isacco Newton, dopo aver ammirato gli astri, ha esclamato con entusiasmo: “Ho visto Dio!”. Il Salmista ha cantato: “Signore, sono stupende le tue opere” (Sal 138). La sapienza è un dono. Essa non consiste in una conoscenza scientifica, ma nello stupirsi di fronte al creato e alla storia della salvezza. “L’essere di tutte le cose deriva dalla bellezza divina” (S. Tommaso D’Aquino).

Nel canto notturno di un pastore errante dell’Asia, il poeta Giacomo Leopardi scrive:

quando miro in cielo ardere le stelle;
dico a me pensando:
a che tante favelle?
Che fa l’aria infinita e quel profondo
Infinito seren? Che vuol dire questa
Solitudine immensa? Ed io che sono?”

Anche Adamo destato dal sonno, guarda con stupore la nuova creatura simile a lui ed esprime il suo entusiasmo: “Questa volta essa è carne della mia carne e ossa delle mie ossa” (Gn 2,3). È il commento di Giovanni Paolo II nel libro Memoria e identità.
Ma quanta tristezza stilla dall’uomo, che pretendendo di poter occupare il posto del Creatore decide da solo di adulterare la sacralità della persona e la stessa natura umana, definita da Dio nel libro della Genesi “buona”.

 

Una vita dentro il disegno di un Altro

Se, con uno sguardo retrospettivo, esaminiamo la storia della Venerabile Madre Speranza, donna pia, semplice, intelligente, saggia e senza titoli accademici, ne restiamo meravigliati.
Madre Speranza si muove, come Abramo, per realizzare un progetto che non è il suo. Ed ella lo sa.
Ad Abramo il Signore dice: “Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò, farò di te un grande popolo e ti benedirò” (Gn 12, 1-2). Non gli indica neppure il luogo preciso. Ma lui crede, si fida, obbedisce e parte verso l’ignoto. Abramo non è come Ulisse che, dopo un lungo errare, ritorna alla sua Itaca dai fedelissimi Penelope, Telemaco e argo. Abramo invece non vedrà più la sua Caldea.
Dio inculca nella persona a cui vuole assegnare una precisa missione due atteggiamenti: la capacità di ascoltare e di capire, e la capacità di credere e di fidarsi nel pieno rispetto della libertà.
Abramo e Madre Speranza vivono questa esperienza nella fede e nella tribolazione, con momenti di giubilo ineffabile e di aridità.
Madre Speranza, mossa da Dio, lascia la Spagna dove ha fondato la Congregazione delle Ancelle dell’Amore Misericordioso e varie opere a sostegno dei bisognosi, e parte per l’Italia. Qui apre una casa a Roma, fonda la Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso e poi parte per Collevalenza. Su un luogo squallido costruisce il Santuario dell’Amore Misericordioso con un complesso di edifici annessi, necessari per accogliere i pellegrini.

 

Un avvenimento

Il Signore ha fatto cose grandi in Madre Speranza e per mezzo di lei.
Dalla discendenza di Abramo sono venuti una nuova Eva e un nuovo Adamo: Maria e Gesù. Quella madre che è anche madre del corpo mistico del Figlio e quel Gesù Cristo, che è Dio in modo umano e Uomo in modo divino.
Dell’avvenimento dell’incontro di Dio, reso visibile in Gesù di Nazaret San Giovanni Evangelista ci ha lasciato una bellissima testimonianza: “Ciò che era da principio, ciò che noi abbiamo visto con i nostri occhi, e ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita (perché la vita si è fatta visibile) noi lo annunciamo anche a voi…” (1 Gv 1, 1-3).
Dall’incontro nasce la missione. Che cosa gli apostoli hanno annunciato al mondo? L’avvenimento, un fatto accaduto. Un fatto non completamente previsto. Ne ricordo due episodi salienti.
In quell’indimenticabile pomeriggio, due discepoli di Giovanni Battista, Giovanni ed Andrea seguono Gesù il quale si volta verso di loro e domanda: “Che cercate?”. “Maestro dove abiti?”. “Venite e vedrete”. Essi lo seguono e poi Andrea conduce da Gesù Simone (cfr Gv 1,35–42).
L’altro avvenimento è accaduto presso il sepolcro vuoto dove era stato sepolto Gesù. Qui Maria Maddalena è in lacrime. Gesù Risorto le appare e la invita ad andare dai suoi fratelli e annunciare che lo avrebbero incontrato. Essa corre portando con sé una grande gioia. Gesù poi si fa vedere in molteplici circostanze.
Anche l’incontro di Gesù con madre Speranza fu un avvenimento, un fatto imprevisto, inaspettato. Gesù l’ha seguita e costantemente guidata fino al compimento del disegno divino. Essa, negli ultimi tempi della sua vita, ammirando le opere che prendono il suo nome, ha con ammirazione esclamato: “Nulla di tutto ciò è mio!”.
L’annuncio di un Dio Misericordioso, da lei iniziato, oggi risuona, attraverso la sua Famiglia, in tre dei cinque continenti.
Il Figlio prodigo della parabola evangelica si converte quando incontra il padre che lo abbraccia e gli fa festa.
San Tommaso D’Aquino ci esorta ad avere col Padre celeste rapporti filiali profondi quando scrive: “La sapienza non consiste in una semplice e fredda conoscenza di Dio, ma in una conoscenza che conduce all’amore” e ancora “Una cosa è conoscere la bontà di Dio, altra cosa è sperimentare la soavità della sua bontà”.
Edith Stein prima di offrirsi martire per la conversione del suo popolo e la pace universale così prega:
Lasciami, Signore, seguire ciecamente i tuoi sentieri.
Non voglio cercare di capire le tue vie:
sono figlia tua.
Tu sei il Padre della Sapienza e sei anche mio Padre,
e mi guidi nella notte: portami fino a Te

 

Lo stupore

Per Charles Péguy ciò che conta nel cristianesimo è lo stupore. La fede è un inizio di grazia, un fatto che accade. “Solo lo stupore davanti all’operare della grazia nel tempo, nella carne, può mettere in rapporto il cuore dell’uomo col cristianesimo” (da Véronique).
Ecco due episodi che stupiscono:
La promessa di Dio ad Abramo circa la nascita di Isacco era contro le leggi di natura; e la realizzazione di un pozzo in quell’impervio sito e con quelle attrezzature avevano lasciato sola Madre Speranza a credervi.
I due episodi non erano finalizzati a se stessi, ma erano aperti ad un disegno di portata eccezionale. Ora migliaia di pellegrini, ogni anno, s’immergono in quell’acqua e, fortificati nella fede, vivono nella modernità (che non va né accettata né respinta in blocco) come lievito evangelico in ossequio all’Apostolo che dice: “Esaminate ogni cosa e trattenete il bello” (1 Ts 15, 21). Il bello è lo splendore del vero (cfr L. Giussani).
Anche il pensatore Antonio Rosmini ha invitato i cristiani a non combattere e nemmeno ad ignorare la dottrina degli Illuministi, ma a prendere da essa il bene e lasciare il male.
Madre Speranza è stata mandata da Dio soprattutto ai peccatori perché si salvassero e assaporassero la felicità.
L’Onorevole Massimo Caprara, ex Segretario di Palmiro Togliatti, ha testimoniato: “Quando da homo viator ho incontrato Cristo nelle pagine del Vangelo, ho cominciato ad essere uomo” e ad amare “la bellezza che si realizza in Cristo”. (Da Avvenire 01-03-2005).
Gli empi, i tribolati, i disperati, gli smarriti, a cui Dio ha aperto le labbra al sorriso a Collevalenza non si contano. Questa storia di misericordia continua dalla tomba di Madre Speranza, posta sotto l’abside della Cripta della Basilica dell’Amore Misericordioso.

 

Conclusione

Bella l’antifona della Beata Vergine Maria:
“… Tu che accogliendo il saluto dell’angelo,
nello stupore di tutto il creato,
hai generato il tuo Creatore,
madre sempre vergine,
pietà di noi peccatori”.

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ultimo aggiornamento 11 maggio, 2005