DAL SANTUARIO DI COLLEVALENZA
 
P. Domenico Cancian fam

 

Voce del Santuario

Marzo 2005

 

 

 

 

 

 

 

Santuario di Collevalenza

 

"Si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero" (Lc 24,31)

Come riconoscere la presenza del Cristo Risorto nella nostra vita? Noi crediamo che Cristo è apparso alle donne, a Pietro, agli apostoli. Sono testimoni degni di fede. Non si sono inventati la storia del sepolcro vuoto, delle molteplici apparizioni.
Ma oltre a questi fatti oggettivi, ognuno di noi, ogni uomo sincero e onesto, dovrebbe testimoniare di aver “visto” e “incontrato” il Signore nella propria vita. Risorto vuol dire “vivente di vita divina”. Mentre Gesù a Nazareth era visibile solo dai pochi fortunati che l’hanno potuto incontrare, il Cristo Risorto si fa presente ad ogni uomo, in mille modi, per ricordarci il Vangelo e aiutarci a viverlo. Per cui ogni uomo dovrebbe dire con verità: “Il Signore è proprio risorto, io l’ho visto in questo modo…”.

Mi ha commosso il giorno di Pasqua un episodio raccontatomi da un uomo, già avanti negli anni, ma molto lucido e sereno. Mi disse a un certo punto della conversazione: “Sa, Padre, io devo molto ringraziare il Signore perché durante la guerra, prigioniero, ferito, affamato, stavo per morire. Ero solo nella branda della prigione. A un certo punto un giovane è entrato e mi ha detto: “ Coraggio che ce la farai. Mangia questo pane col salame e poi ti aiuterò a fuggire. Io sto qui con te”. Il giovane, dopo aver fatto compagnia a quest’uomo, scomparve. Recuperata la salute e le forze poté fare centinaia di Km a piedi fino a casa sua. Io sono convinto – concludeva quest’uomo per niente visionario ed esaltato – che il Signore ha mandato il suo angelo a salvarmi. Io l’ho detto a tutti. Ringrazio continuamente il Signore”.

È vero, tante altre volte non riceviamo la grazia che domandiamo (la salute, il lavoro, il successo), ma sempre riceviamo l’aiuto a portare la croce. Come l’ha ricevuta Gigliola, una donna di 40 anni, madre di due figli. Era capitata al Santuario due anni fa. Ricordo quando si presentò. Mi disse, alla presenza del marito e dei suoi due figli : “Padre, ho il tumore. Secondo i medici ho poco tempo da vivere. Sono venuta qui perché mi hanno detto che si può fare il bagno con l’acqua del Santuario. Io vengo a chieder la guarigione perché la mia famiglia ha ancora bisogno di me… ma se anche il Signore non mi dà la guarigione, sono sicura che Lui stesso si occuperà di loro”. Fece il bagno, venne altre due volte al Santuario e poi un mese fa è morta. Aveva portato la sofferenza anche nei momenti più dolorosi con molto coraggio, senza ricorrere a calmanti. Diceva che offriva tutto per i sacerdoti. E poi chiese che al funerale si mettessero i fiori bianchi, la si vestisse con gli abiti tipici del Tirolo e si facesse festa con tante luci. Il marito, la sera del funerale, mi racconta: “Al funerale c’erano una decina di sacerdoti e tantissima gente. Noi abbiamo messo dei fiori bianchi e l’abbiamo vestita come desiderava. E poi il Signore ha fatto il resto: dopo un’abbondante nevicata, è arrivato il sole che coi suoi raggi, ha illuminato come non mai tutta la vallata! Mi è sembrato un bel segno. Io e i miei figli siamo in pace. Siamo certi che Gigliola è con noi più e meglio di prima.

I discepoli di Emmaus.
È bene ritornare a meditare le apparizioni di Gesù riportate dai Vangeli per imparare a riconoscere la presenza di Gesù nella nostra vita. Voglio evidenziare i tre modi con cui Gesù è apparso ai discepoli di Emmaus. Sono i modi con cui Gesù continua a farsi presente nella nostra vita.
Primo. Gesù ci ascolta. Egli si avvicina e si fa nostro compagno di viaggio. Una presenza invisibile, ma reale. Gesù ci chiede di raccontargli le nostre pene, i nostri problemi, le nostre sofferenze. L’esperienza umana ci dice che non è facile trovare persone che sanno ascoltare con attenzione e rispetto. Ma l’ascolto di Gesù è molto di più. Ascoltare per Lui significa continuare l’opera misericordiosa che Egli svolgeva quand’era in mezzo a noi: “Egli ha preso le nostre infermità e si è addossato le nostre malattie” (cf Mt 8,17). Malattie fisiche e spirituali, tutto egli si carica. E’ il ministero della guarigione e della riconciliazione che continua nella Chiesa proprio in nome di Gesù Crocifisso e Risorto. Noi possiamo “sfogare e scaricare” su di Lui le nostre miserie, ed Egli, Amore Misericordioso, se le prende senza farci pagare nulla.

Secondo. Gesù ci risponde.
Dopo averci ascoltato, Gesù risponde alle nostre domande. Egli ci spiega ancora una volta, con pazienza infinita, le Scritture. Ci fa comprendere le Parole che illuminano il mistero della Sua e nostra storia.
La legge di Mosè, i profeti, i Salmi e soprattutto il Vangelo ci fanno comprendere che, come per Gesù, anche per noi “è necessario soffrire per entrare nella gloria” (Lc 24,26). Morte e risurrezione sono un tutt’uno inscindibile. Se il chicco di grano non muore sottoterra, non può portare frutto; se non viene triturato e cotto, non può diventare pane. A mano a mano che questa Parola entra nel nostro cuore, noi veniamo riscaldati e rianimati.“Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?” (Lc 24,22).
Ma noi, fratelli, abbiamo la pazienza di leggere ogni giorno la Parola di Dio, ascoltandola come se ce la spiegasse Gesù stesso, attraverso lo Spirito e i suoi messaggeri?

Terzo. La cena. L’amichevole conversazione con Gesù fa nascere il desiderio di stare insieme, magari a cena. Gesù, che sempre ha accettato gli inviti, siede volentieri a mensa con noi. Ma ecco qui la sorpresa più grossa: la cena la offre Lui, anzi offre se stesso in cibo. “Prendete e mangiate questo pane che è il mio Corpo! Prendete e bevete questo vino che è il mio Sangue!” È qui che Gesù Risorto si rivela nella Presenza più misteriosa e più benefica.
Nessuno ha mai compiuto, né potrà mai compiere, questo Gesto. E’ solo Suo. E’ il Suo Segno di riconoscimento. Di fronte a questo Dono i nostri occhi finalmente si aprono e identificano Gesù, Colui che ci ha amato fino al punto da chiederci: “Se tu vuoi, sono pronto a venire non solo con te, ma dentro di te”. Scrive Madre Speranza: “Gesù nell’Eucaristia realizza la più intima comunione corporale con noi, come il cibo e la bevanda che diventano un tutt’uno con l’uomo, per alimentare la nostra vita, per rallegrare il nostro cuore, per darci la forza di superare il male. Disponiamoci a riceverlo con amore e devozione” (cf La Passione, n. 126). Noi con la comunione possiamo essere realmente trasformati in Gesù, avere il suo Spirito, la sua Forza. Se ne approfittiamo bene, potremo dire con S. Paolo: “Tutto posso in colui che mi dà la forza!” e non ci lamenteremo più dinanzi alle nostre difficoltà. Lui ci comunica fin da subito la vita eterna.

La Pasqua al Santuario

Nel mese di marzo abbiamo avuto un notevole afflusso di pellegrini al Santuario. Molti sono arrivati per vivere un momento di preparazione spirituale alla Pasqua. Nella preghiera, nelle liturgie penitenziali, nella Via Crucis, nella liturgia dell’acqua e soprattutto nella celebrazione eucaristica e nell’adorazione, abbiamo notato molta attenzione e disponibilità. E la grazia del Signore si leggeva nei volti sereni dei pellegrini che ripartivano per le loro città: Caserta, Roma, Latina, Fermo, Bologna, Frosinone, Isola della Scala, Verona, Udine, Treviso… Spagna, Francia… Ogni gruppo avrebbe qualcosa di bello da raccontare.
Non posso non parlare dei quasi 400 di Vigevano che ormai da diversi anni arrivano - pensate! – alle 7 del sabato mattina (quest’anno era il 5 marzo), si sistemano un po’ alla Casa del Pellegrino e subito dopo colazione, in processione, al Santuario per la Liturgia dell’Acqua e quella penitenziale. E dopo pranzo la Via Crucis e la S. Messa. Diversi dopo cena hanno partecipato all’Adorazione Eucaristica. Hanno concluso con la Celebrazione Eucaristica dominicale il giorno dopo. Nonostante la stanchezza dovuta al maltempo (in quei giorni nevicava) e gli oltre 600 Km per venire e altrettanti per tornare, la partecipazione è stata esemplare. L’infaticabile Don Gregorio, avvalendosi di molti bravi collaboratori, riesce a coinvolgere tante persone, soprattutto giovani. Ormai tra il Santuario della Bozzola, dedicato alla Madonna della Misericordia e il nostro Santuario è nato un feeling che sicuramente andrà a beneficio di tanti.

Un altro gruppo numeroso proveniva da Roma: erano oltre 200 venerdì 11 marzo, altri 500 il giorno dopo dall’Italia centrale, altrettanti la domenica 13 (un centinaio provenivano da Montefiascone). Purtroppo in questa circostanza non ci siamo potuti organizzare bene per la celebrazione penitenziale. Come sapete, siamo pochi e a volte abbiamo impegni missionari fuori Collevalenza. Vi chiediamo ancora di pregare perché il Signore ci mandi nuove e sante vocazioni alla nostra Famiglia religiosa.

Anche il sabato 19, solennità di S, Giuseppe, e domenica delle Palme abbiamo accolto varie centinaia di pellegrini, tra cui 200 da Isola della Scala e altrettanti da Ronco.
Come nella tradizione, al pomeriggio della domenica delle Palme ha avuto luogo la Sacra rappresentazione dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme, come pure, il venerdì santo alle 21 la Sacra Rappresentazione della Passione di Gesù. Sono momenti che la Parrocchia di Collevalenza sa organizzare bene e le molte persone che vi partecipano seguono con vera commozione e pietà gli episodi evangelici evocati. Un bel momento di evangelizzazione!

Giovedì Santo alle ore 17 abbiamo celebrato la Messa “in Coena Domini”, ricordando con immensa gratitudine i tre doni di Gesù Amore Misericordioso: l’Eucaristia, il Sacerdozio, il comandamento dell’Amore. Anche il gesto della lavanda dei piedi ci ha riproposto nuovamente la bellezza e l’impegno del reciproco servizio, fatto di mille attenzioni, tra cui il perdono e l’umiltà.
Poi abbiamo adorato il Ss.mo Sacramento anche durante la notte.
Il venerdì santo alle 15 la Via Crucis lungo il Viale è stata molto partecipata, come anche la celebrazione della Passione del Signore.
Alle 18 del Sabato Santo, P. Carlo Andreassi, organista e compositore, ha diretto la Missa brevis in onore della Venerabile Madre Speranza. All’organo vi era Luca Garbini. Cantava il Coro della Basilica che, con molto amore, sacrificio e competenza accompagna le celebrazioni liturgiche. Sono stati apprezzati i brani scelti e l’esecuzione. La musica e il canto che si eseguono al Santuario esprimono anch’esse la nostra spiritualità. Senza concedere nulla all’esibizione, mettono in risalto la Parola di Dio e ci aiutano a “cantare le misericordie del Signore”. Siamo grati al confratello P. Carlo e al coro.

Alle 22.30 la solenne Veglia Pasquale, presieduta da P. Aurelio Pérez. Il confratello diacono P. Iulian ha cantato l’Exultet e il Vangelo. Abbiamo gustato insieme la gioia tipica della Pasqua del Signore che risorgendo da morte, comunica a tutti la vita divina.
A Pasqua l’affluenza delle persone è stata moltissima. In due o tre Messe la Basilica e la Cripta erano strapiene. I confessionali erano tutti in funzione. Le persone erano molte attente e molto ben disposte. Purtroppo le cose belle, quelle che avvengono nel colloquio confidenziale della confessione, non si possono raccontare. Vi assicuriamo che la Grazia del Signore è passata abbondantemente e che quindi il Santuario sta realizzando la sua missione.
Alla Casa del Pellegrino vi erano circa 300 persone, molte delle quali giunte per la prima volta. Tante famiglie con i bambini. In un clima sereno tutti hanno beneficato della grazia della Pasqua, stile Amore Misericordioso.

Come avrete notato anche la sala ristoro sottopiazza è stata ristrutturata in modo confortevole. Ora, sia d’inverno che d’estate, ci si può stare molto bene perché la sala è provvista di aria condizionata. Potete immaginare anche la spesa che abbiamo dovuto sostenere. Se credete, potete far conoscere ai pellegrini che rimangono solo un giorno la possibilità di consumare il pranzo, servizio che la Madre era solita offrire con amore a tutti fin da sempre..

S. Ecc. Mons. Giancarlo Petrini

Lunedì dell’angelo abbiamo accolto ancora numerosi pellegrini.
Alle ore 17 S. Ecc. Mons. Giancarlo Petrini, Vescovo ausiliare di Salvador di Bahia (Brasile) ha presieduto la sua prima celebrazione al Santuario, come Vescovo. Aveva ricevuto la consacrazione episcopale il 10 marzo scorso. P. Giancarlo è, come sapete Sacerdote Diocesano Figlio dell’Amore Misericordioso. Fin dal 1970 è entrato a far parte della nostra Famiglia religiosa. Assieme a Don Tarcisio Carboni (poi diventato Vescovo) e altri sacerdoti di Fermo, partì missionario per il Brasile. Ha lavorato prima a S. Paolo nella Pastorale Universitaria e poi dal 1989 a Salvador dove ha diretto il Seminario Minore e poi ha fondato il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli studi sul matrimonio e sulla famiglia.

Abbiamo ringraziato il Signore per questa grazia fatta a P. Giancarlo, alla Chiesa, ma anche alla nostra Famiglia religiosa.
Ci ha invitato ad inviare una comunità di Figli e di Ancelle dell’Amore Misericordioso in una parrocchia molto povera dove lui da anni sta lavorando. Se il Signore ci benedice con nuove vocazioni, possiamo sperare di andarci.
Grazie a Dio, il 19 marzo la consorella brasiliana Ir. Delma Maria Teodoro ha emesso la sua professione perpetua. Era stata un po’ di tempo in Italia per prepararsi.
Altre ragazze sono entrate come postulanti e aspiranti. Anche i nostri confratelli brasiliani stanno lavorando molto per le vocazioni. Il Signore ci moltiplichi!

I Fam in Romania

Il 19 marzo, solennità di S. Giuseppe, è iniziata la presenza dei FAM in Romania. Ho accompagnato P. Fernando Manni a iniziare l’attività a Barticesti, dove operano da oltre dieci anni le nostre consorelle. Con l’aiuto di Mons. Alois Fechet e soprattutto con la benedizione del Vescovo di Iasi, S. Ecc. Mons. Petru Gherghel che più volte ci aveva chiesto di andare nella sua diocesi, grazie alla generosa disponbilità di P. Fernando e di Don Italo del Bianco (che nel prossimo mese sarà a Barticesti), la nostra Congregazione ha potuto fare un altro passo missionario.
Seguendo l’invito di Gesù e della Madre, vogliamo insieme alle nostre consorelle, portare il carisma dell’Amore Misericordioso in Romania. Dopo un primo momento necessario per l’inculturazione, speriamo di offrire un utile servizio ai sacerdoti, ai giovani, ai poveri.
Vi chiediamo di pregare perché la Grazia del Signore accompagni e renda feconda quest’opera missionaria. Chi volesse poi dare anche un aiuto materiale, farà certamente una cosa buona.
Fra poco, l’8 maggio, proprio a Barticesti dov’è nato, P. Iulian Butnaru, il nostro confratello diacono, sarà consacrato Sacerdote dal vescovo Mons. Petru Gherghel. È per noi una grande Festa.
Il Signore faccia diventare santo sacerdote questo primo Figlio dell’Amore Misericordioso rumeno!

Pastorale missionaria – vocazionale

L’equipe della Pastorale giovanile–vocazionale è in piena attività. Ha realizzato, con amore e zelo, una missione a Caltanissetta (13-20 marzo), nella Parrocchia del confratello P. Salvatore Rumeo sul tema: “Non abbiate paura. Aprite le porte a Cristo”.
Ancor prima (dal 3 al 10 marzo) a Ugento, dov’è parroco Don Stefano Rocca. Il tema della settimana era incentrato sulla Misericordia. Anche a Brindisi hanno svolto alcuni servizi pastorali.
Alcuni giovani stanno partecipando a diversi incontri di accompagnamento vocazionale diretti e guidati da confratelli e consorelle, che dedicano in questo servizio tempo, energie e soprattutto amore. Li sosteniamo con la nostra preghiera.

Settimana Biblica per Laici

Dal 14 al 19 marzo ha avuto luogo, alla Casa del Pellegrino, l’annuale settimana biblica per laici. L’hanno guidata P. Giuseppe Danieli, P. Giovanni Baggio e Don Romeo Cavedo, proponendo delle elevate riflessioni sul libro di Qoèlet e sul profeta Amos. I partecipanti hanno seguito con molto interesse. E noi del Santuario ci sentiamo onorati per l’opportunità di ospitare corsi biblici di così grande valore.

Il nuovo Rettore

Dall’inizio di aprile avremo come nuovo rettore del Santuario P. Giovanni Ferrotti. Ho detto nuovo, anche se lo era stato per diversi anni, prima di P. Gino, di P. Roberto e di me. Credo che tutti lo conoscete e apprezzate. Molti avrete letto il libro: “Madre Speranza, pane e sorriso di Dio”, che si sta diffondendo largamente.
Quindi volentieri, dopo 6 anni di servizio nel quale mi sono spiritualmente arricchito, passo le consegne al carissimo confratello che per circa 12 anni ha svolto il suo servizio di “parroco di S. Pietro”. Tra i suoi parrocchiani aveva anche … il Papa, al quale un giorno, con fare scherzoso ebbe il coraggio di farGli presente che alla domenica non sempre lo vedeva a Messa!
Auguro a P. Giovanni di dare il meglio di sé al nostro Santuario.
Passando quindi a P. Giovanni, la redazione di questa pagina, ringrazio tutti i miei lettori, i capigruppo, i volontari e tutte le persone che in qualche modo hanno collaborato nel servizio del Santuario, specie durante l’indimenticabile anno del Giubileo.

Defunti

In questo mese sono deceduti la mamma della consorella Natividad Herrera (Alfaro-Spagna), il papà di Sr. Emerenziana Caponi (Collevalenza), il cognato di Sr. Gema Bueno (Fratta Todina) e il cognato di Sr Jacinta (Bilbao – Spagna).
Per i defunti invochiamo la gioia piena nel Regno di Dio, per i familiari il conforto della fede nella risurrezione.

Foto di gruppo

gruppo di 400 pellegrino giunti dal Santuario Madonna della Bozzola - Vigevano gruppo di 400 pellegrino giunti dal Santuario Madonna della Bozzola - Vigevano gruppo di 400 pellegrino giunti dal Santuario Madonna della Bozzola - Vigevano Mons. Giancarlo Petrini
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ultimo aggiornamento 11 maggio, 2005