UNA PAGINA DI VANGELO
Vocazione Matteo
 

    a cura di Ermes M. Ronchi      

Dal Vangelo di Matteo 25, 1-13:

Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che uscirono incontro allo sposo. (...) Ora, mentre quelle andavano per comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! Ma egli rispose: «In verità, in verità vi dico: Non vi conosco».

Dieci lampade
per varcare
notti e solitudini

 

Dieci ragazze escono nella notte, armate solo di un po’ di luce; escono per andare incontro. Come la Sapienza che va incontro a chi la cerca (Sap 6,12-16); come noi che andremo incontro al Signore (1Ts 4,13-18), dieci ragazze escono incontro allo Sposo: il Regno dei cieli è simile ad un incontro. Il Regno appartiene a chi sa uscire, varcare notti e solitudini, vivere d’incontri.
Il Regno dei cieli è simile a dieci lampade nella notte; a dieci piccoli occhi di luce, necessari all’incontro, sufficienti solo al primo passo. Ma ad ogni passo la luce ti accompagna e si rinnova: rimane un orizzonte di tenebra, ma in esso il Regno è come una falla di luce, una notte assediata dal sole.

Cinque ragazze non prendono con sé olio, e vedono le loro lampade spegnersi. La loro presenza si dissolve nella notte.
La loro vita, la mia, o è presenza luminosa o non è nulla, o porta luce e illumina qualcuno o non esiste. Il mio rischio è dissolvermi nell’insignificanza di una notte senza incontri.
Il vangelo però non condanna la sventatezza di un momento, la dimenticanza dell’ultima sera, ma tutta una vita vuota, che non si è accesa, che non si è occupata di conoscere lo Sposo – non vi conosco, dirà infatti – e di farsi riconoscere come segno di luce.

Le cinque ragazze sagge si identificano con le loro lampade: ciascuna è una persona-lampada, luminosa e illuminante, e desiderio d’incontri.
Gesù non dice che cosa sia l’olio per la lampada. Sappiamo però che ha a che fare con la luce, e col fuoco: in fondo, è saper bruciare per qualcosa o per Qualcuno; vivere accesi.

Questa parabola è dura. Dura la risposta delle ragazze alle loro compagne: andate a comprarvelo. Durissime le parole da dietro la porta sbarrata: non vi conosco. Proprio Lui che diceva: bussate e vi sarà aperto. Questa durezza sottolinea il «caso serio» della fede, invita a non perdere l’ultima occasione della vita (ultima, nel senso di più importante): l’incontro con lo Sposo.

Parabola dura, ma consolante. Pur se lampade si spengono e porte sono chiuse, viene uno Sposo; il suo ritardo consuma e affatica, ma viene. Non importa se ti addormenti, se l’attesa è lunga, se il tuo cristianesimo sembra, in certe notti, appassire; c’è sempre, dentro ogni mezzanotte, una voce che ti risveglia. Allora ravvivi il cuore come lampada, e vai.

Dio non è colui che mi coglie in flagrante, è una voce che mi risveglia, un grido a mezzanotte. La mia vera forza è nella voce di Dio, che ridesta la vita da tutte le sue stanchezze, che mi consola dicendo che di me non è stanco, che disegna un mondo colmo di incontri e di luci. È sufficiente avere un cuore che ascolta, e vengono incontri, e fiori di luce, dentro qualsiasi notte.

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ultimo aggiornamento 22 gennaio, 2006