Ricordando don Arturo

   
  P. Domenico Cancian fam  

 

Ricordando don Arturo Capitani

Il carissimo confratello Don Arturo Capitani è ritornato alla Casa del Padre il 7 maggio, domenica del Buon Pastore. Una coincidenza che ci ha fatto pensare subito alla testimonianza più evidente di questo Sacerdote Figlio dell’Amore Misericordioso: è stato buono con la sua gente, ha amato e servito le persone che il Signore gli ha affidato, con estrema semplicità. Nato nel 1913, a Montalcino (Siena), è diventato Sacerdote nel 1940. Dopo tre anni come vice parroco, regge ininterrottamente per ben 52 anni la parrocchia di Vetulonia (Grosseto). Si è distinto per la sua semplicità e bontà, per l’umiltà e la disponibilità, per il coraggio. La Pro-Loco nell’assegnargli la "Fibula d’oro" nel 1999, recitava: "Don Arturo ha avuto grandi meriti, come uomo e come Sacerdote. Si è reso disponibile, di giorno e di notte, anche al di fuori del suo ministero pastorale". Si definiva "povero parroco di campagna". In effetti appariva come quei parroci di una volta che sapevano stare in mezzo alla gente con semplicità, condividendo le gioie e le sofferenze di tutti, trasformando la parrocchia in una famiglia, nella quale si cercava di volersi bene. A Vetulonia don Arturo fu il punto di riferimento sicuro e il maestro di fede per tante generazioni, uomo dal cuore buono e saggio.
Con molto sacrificio restaurò la Chiesa, la casa parrocchiale e costruì l’asilo. Era conosciuto come "il prete del camion", regalatogli dal comando dell’Aeroporto di Grosseto, con il quale lui personalmente trasportava il materiale per le varie costruzioni.

Dal 1974 ha cominciato a frequentare Collevalenza per gli Esercizi Spirituali. Matura così la vocazione a diventare Figlio dell’Amore Misericordioso. Emette la sua prima professione il 30 dicembre 1980. Don Arturo inizia così un’altra tappa della sua vita. Ritrova nella vocazione religiosa, che fin da piccolo aveva sentito (tanto che voleva entrare tra i Benedettini), un’altra grazia per tendere alla santità della vita.
Ricordo bene la sua umiltà nel cercare di apprendere la spiritualità della Madre e nell’approfondire le Costituzioni.
Nel 1995 lascia Vetulonia e si ritira a Collevalenza nella Comunità di Accoglienza dei Sacerdoti anziani e malati. Qui trascorre i suoi ultimi 11 anni nella preghiera, nel servizio al Santuario (quando poteva), nella vita comune con i sacerdoti. Si notava la sua presenza, si sentiva soprattutto la sua voce forte. Era attento e disponibile, puntuale.
Ha portato con amore la sua malattia fino all’incontro con il Buon Pastore che è venuto a prendere con sé il servo buono e fedele, colui che aveva speso tutta la sua vita per il Signore e per gli altri.
L’Amore Misericordioso lo ricompensi! La sua intercessione ottenga alla Chiesa e alla nostra Famiglia religiosa nuove e sante vocazioni!


Nel ricordo del suo Vescovo:

Sono stato informato con tempestività che stamani, 7 maggio, è ritornato alla Casa del Padre il carissimo don Arturo Capitani.
Salga subito al Signore la mia preghiera personale, insieme a quella di tutta la Chiesa grossetana, per questo suo figlio, che, nella semplicita, nell’umile nascondimento di un lavoro costante, fatto di dedizione, di sacrificio, di abnegazione totale, ha amato e costruito la Chiesa, nel servizio verso tutti, soprattutto verso chi versava maggiormente nel bisogno.
Durante la Visita Pastorale che mi ha impegnato in questi mesi, spesso, da parte della gente, ho sentito ricordare don Arturo, il suo zelo e il suo impegno come sacerdote e come cittadino animato da sensibilità sociale, come dimostra la costruzione dell’asilo a Vetulonia fatto a prezzo di grandi sacrifici e mediante un impegno che lo ha coinvolto anche con il lavoro manuale.
I fedeli di Vetulonia, che lo hanno avuto come Parroco per tanti anni e che lo hanno amato e apprezzato, lo ricordano con grande affetto e partecipano unanimi al lutto per questa perdita.
È da molto tempo che don Arturo non era più in Diocesi, ma dimorava con i figli di Madre Speranza nella casa di Collevalenza; non di meno, non ha mai dimenticato la sua Chiesa, per la quale ha continuato a lavorare con il suo ricordo, la sua preghiera e soprattutto con la sofferenza fisica che l’ha accompagnato in questi ultimi anni della sua vita e che lui ha offerto per questa sua Chiesa.
Don Arturo ci ha lasciato in questo giorno, in questa domenica IV dopo Pasqua, la domenica del Buon Pastore: forse non poteva esserci giorno più indicato per concludere la sua vicenda terrena; la figura del Buon Pastore descrive e qualifica la persona di don Arturo, anche lui pastore buono e zelante che per il suo gregge ha donato la vita, spendendola giorno dopo giorno, mediante una dedizione senza soste, improntata all’amore verso la sua gente.
Personalmente rimane in me un rammarico, quello di non aver potuto stare vicino a don Arturo in questo tempo, così come avrei desiderato: ora don Arturo sà che il mio pensiero per lui non è mai mancato e le molte testimonianze ascoltate, hanno contribuito a ricordarmelo.
Ora don Arturo è nella mani di Dio, nella schiera dei "giusti"; ha combattuto la buona battaglia, ha conservato la Fede e il Signore darà a lui la corona di gloria riservata ai suoi figli fedeli. Vogliamo immaginarlo preso per mano da Maria, la Madre delle Grazie, mentre varca la soglia della Casa comune per entrare nella gloria dei Santi.
Grazie, don Arturo, per quello che ci hai dato; per la tèstimonianza che ci lasci; alla tua preghiera affidiamo ancora questa nostra Chiesa, perché possa camminare sempre per la strada indicatale dal Signore, nell’adempimento della sua volontà, per sempre.

+ Francesco Agostinelli - Vescovo

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ultimo aggiornamento 04 luglio, 2006