P A S T O R A L E g  i  o  v  a  n  i  l  e

p a s t o r a l e  g i o v a n i l e

     Sr. Erika di Gesù, eam

 

Mendicante a Natale

 

Tutto per Amore

Amici!

Giorni fa, alla stazione, ho incontrato un mendicante.

Era giovane, la barba incolta, guidava un carrello con su poche cose.

Mi trovavo di spalle alla sua sagoma grigia, dopo aver mangiato i panini che la signora Anna di Brindisi aveva preparato per il mio pranzo ed ero sul punto di bere un caffè prima dell’ultimo treno.

Mentre mangiavo, nella sala d’aspetto, avevo notato la sala piuttosto pulita, la gente pellegrina che respirava aria di Natale, in viaggio verso casa.

Seduta da sola, di fronte a un largo schermo spento, potevo pensare e pregare nel segreto.

Assaporavo pane e prosciutto e il mio pensiero è andato ai poveri: avrei potuto condividere il pranzo con loro, ma… quando? Come? Giunta alla fine del viaggio, non valeva la pena lasciare briciole in fondo alla bisaccia, così ho ingoiato sazia anche l’ultimo boccone.

Prima di riuscire a vedere il volto di quel giovane uomo, il mio sguardo ha incrociato la sua mano grande e rivolta con il palmo in alto, mendicante.

Ho pensato che la preghiera di qualche istante prima non era stata disattesa: i poveri ci sono.

Quel giovane era povero e stava appena dietro di me: potevo incrociare il suo sguardo supplice. Potevo dare qualcosa, magari da mangiare.

Poi ho pensato che non avevo più il pane: l’avevo mangiato tutto. Per appetito, per povertà, forse… (non volevo buttare via un panino raffermo) oppure per gola e per poca pazienza.

Dio invece non ci fa mancare i poveri.
"I poveri li avrete sempre con voi", dice Gesù (Mt 26,11)…

Come non ci fa mancare il pane. "Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, Né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro li nutre. Non contate voi forse più di loro?" dice ancora Gesù (Mt 6,26).

– Sorella, mi può dare qualche cosa? –

– Quanto ti serve? –

– Non so…Quello che vuole…–

Abbiamo iniziato così un dialogo di pochi minuti, che mi ha toccato il cuore.

"Uno sguardo di compassione": questo raccomandava la Madre prima che potessimo dire o dare qualcosa a chi è schiacciato dal peso del dolore fisico o morale.

Lo sguardo del Samaritano che vede il suo "prossimo" ferito, e sente un fremito di compassione sconvolgergli le viscere.

Un po’ di elemosina era il gesto più semplice che potevo fare, cercando di non far pesare a quel giovane uomo la sua indigenza.

– Perché tu possa comprare qualcosa da mangiare –

– Sì! Glielo assicuro…–

Sapevo che non era molto e che non avevo i mezzi, né le risorse per risolvere i suoi problemi o quelli dei poveri…

Sapevo che la mia elemosina, quella permessa alla mia condizione di povertà (non devo dimenticare che ho fatto un voto e che la gente, giovani inclusi, critica molto questo aspetto della nostra vita) doveva essere modesta, e restare "segreta" per non perdere la ricompensa di Colui che vede nel segreto. Perché nel segreto aveva ascoltato la mia preghiera.

Non scrivo per "suonare la tromba davanti a me" ed attirare su questo gesto la vostra attenzione.

In realtà, è stata la gratitudine del mendicante, sgorgata all’improvviso, fresca come sorgente, così gratuita e sincera, ad avermi confuso.

Come se, in quello sguardo preso in prestito da Dio, che senza volere, avevo trasmesso, quell’uomo vedesse la speranza di una vita diversa, più dignitosa forse, più umana.

Come se io avessi potuto valutare, per grazia, la sua condizione e dare credito a un bisogno reale, che nessuno calcola. Nessuno, non perché manchino le Istituzioni della carità, ma perché queste non possono realizzare il loro compito quando manca la carità delle Persone.

Cari amici, vorrei tanto che anche voi possiate incontrare il "mio" mendicante.

Che il vostro Natale sia occasione di doni fatti a chi è capace di ricevere. Ma che non potrà ricambiare.

Che il vostro Natale non sia solo baci e abbracci di vecchi amici e parenti affettuosi. Ma che sia incontrare uno sguardo e un palmo di mano rivolto a voi, magari impacciato e non proprio pulito.

Che il vostro Natale non sia solo la Messa della notte e magici suoni di campanelli su strade luminose. Ma anche la Messa "feriale" del giorno e quella della Festa che solo un Dio mendicante poteva inventare.

Per questo, a Natale, desidero incontrare ancora il Mendicante.

Nei giovani che bussano alle porte del Roccolo mendicando una casa, una famiglia. Mendicando Dio.

In quelli che gridano sulle piazze, dopo una "canna", una "pasticca" e l’ultimo bicchiere.

In quelli che faranno gli Esercizi spirituali e che vivranno con noi il prossimo Capodanno.

In quelli che non tenderanno mai la loro mano verso di noi, ma che non possiamo permetterci di ignorare. E allora, anche per questo Mendicante, sarà Natale.

E con Lui, lo sarà per noi! Lo sarà per voi!

A nome dell’équipe di pastorale giovanile e vocazionale, ve lo auguro di cuore!

sr. Erika di Gesù

 

Anche per te, fratello, sarà Natale

Anche per te, fratello, sarà Natale,

a te, col volto scavato dalla fame,

con gli occhi grandi di stupore e meraviglia

per un po’ di elemosina elargita.

*

Per te, che non avrai da mangiare,

né dove posare il capo, quella Notte,

né fasce nuove che ti avvolgono.

*

Anche per te, in esilio dalla tua famiglia

smarrita

e smarrito in un città

di esiliati.

*

Per te, che ti fermi alla stazione

perché non sai quale treno prendere e per dove.

Per te, che non hai un euro

per una camomilla quando ti senti male.

*

Per te, che credi ancora in Dio,

anche se non vai a Messa

perché ti senti perduto

ma che con nostalgia ricordi l’Immacolata

ed Ognissanti.

*

Per te, che tendi la mano scarna.

Che chiedi qual è il mio Paese

nella speranza di trovare ancora

una Terra promessa.

*

Per te, che ringrazi per le mie preghiere

e nella tua povertà

credi ancora che soprattutto quelle

ti possono salvare.

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ultimo aggiornamento 22 gennaio, 2007