DAGLI SCRITTI DI MADRE SPERANZA
 
“Il Tuo Spirito Madre”
    a cura di Padre Mario Gialletti fam

 

Madre Speranza di Gesù Alhama Valera nata il 30 settembre 1893 a Santomera morta in Collevalenza l’8 febbraio 1983. Fondatrice delle Ancelle e dei Figli dell’Amore Misericordioso e del Santuario di Collevalenza

È in corso il Processo canonico per la sua canonizzazione e il 23 aprile 2002 la Chiesa l'ha dichiarata venerabile. 

In questo anno riproponiamo alcuni brani del suo diario

 

 

Madre Speranza

" ... Lei, padre, sa bene che Gesù ci cerca con un amore instancabile, come se non potesse essere felice senza di noi ..."

1127 29 febbraio 1952: oggi non ho potuto finire la via crucis, perché alla quarta stazione mi sono distratta, contemplando la sofferenza morale del buon Gesù e di sua madre; non ho potuto proseguire e lì sono rimasta fino all’ora di meditazione della comunità.

1128 Al termine della preghiera, il buon Gesù mi ha regalato una buona sofferenza: mi hanno chiamato da Roma per dirmi che il Cardinal Pizzardo voleva parlarmi con urgenza. Che pena ho provato al solo pensiero che mi chiamava il Segretario del santo Ufficio e con urgenza!

1129 La mia mente è un autentico vulcano: mi sembra sia giunto il momento di separarmi dai figli e che questi non seguiteranno a far parte della nascente Congregazione, che i sacerdoti di questa Diocesi non entreranno più e tutto crollerà.

1130 Nella mia angoscia e nel mio dolore, so dire solamente "povero Gesù! Poveri figli! Che vergogna patiranno se il santo Ufficio scioglierà la Congregazione, anche fosse solo temporaneamente!" Ripeto, temporaneamente, perché sono sicura che la Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso dovrà dare tanta gloria a Dio e alla sua Chiesa e così, se dovesse essere soppressa, sarà solo temporaneamente per fortificarsi ancora di più.

1131 In questa terribile pena e angoscia, causati dalla mia immaginazione, al ricordo del fallimento che mi aveva annunciato il diavolo, mi conforta solo il pensiero che le croci che Dio mi manda o permette, mi serviranno per amarlo ancora di più.

1132 Ho telefonato a Collevalenza, perché il padre mi venga a prendere per accompagnarmi a Roma. Ho anche chiamato il padre spirituale del seminario per comunicargli ciò che mi hanno detto da Roma e pregarlo di riferirlo al Vescovo, perché devo partire al mattino molto presto e non potrò vederlo.

1133 Ho anche supplicato questo padre perché faccia il possibile con don Perfetti per portare avanti ciò che riguarda i sacerdoti chiamati a vivere in comunità e si realizzi la fondazione di questa comunità. Se poi i miei superiori mi vieteranno di seguire la Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso e di conseguenza non potrò tornare a Fermo, lui non si avvilisca e continui il suo lavoro, aiutando la Congregazione con i suoi saggi consigli, con la consapevolezza che il buon Gesù lo ricompenserà abbondantemente.

1134 Questi ragionamenti glieli ho fatti singhiozzando e con gli occhi pieni di lacrime, poichè mi sento incapace di controllare il mio dolore, sicuramente senza un vero motivo e senza merito davanti a Dio.

1135 Questa notte ho desiderato ansiosamente di distrarmi, per chiedere al buon Gesù cosa vuole da me il Cardinale, ma – siccome non dipende da me – è stato inutile; così è cresciuta la mia angoscia e il mio dolore con la mia fervida immaginazione. Poi, verso le quattro, mi sono finalmente un po’ distratta ma inutilmente. Il buon Gesù nella distrazione mi ha detto solamente: "non mi vedi unito a te nella lotta?" Si, Gesù mio. " e allora perché ti affliggi in questo modo, sapendo che non mi allontano mai da te e ti sto continuamente aiutando per vincere?".

1136 Si vede che il buon Gesù non mi vuole togliere la sofferenza prima del tempo e se ne è andato senza dirmi perché mi chiamavano a Roma.

1137 29 febbraio 1952: Non posso nasconderle, padre mio, che, nonostante tutto, sono felice, molto felice, poiché questa notte il buon Gesù mi ha invitato a soffrire insieme a Lui, facendomi vedere, in un modo misterioso che non saprei spiegarle, la sua immolazione come vittima nella celebrazione della santa cena o, meglio, nella prima messa celebrata nel mondo dal Santo dei santi. La messa che Lui ha santificato col suo sangue!

1138 Gesù mi ha fatto vedere anche i doni di santità che ci ha propiziato nel Calvario, soprattutto la comunione che ci unisce alla fonte di ogni grazia. Io, padre mio, ho sofferto angosce di morte, ma mi sentivo così unita a Gesù, che mi pareva che il mio cuore fosse una cosa sola col suo… che commozione!

1139 Non le nascondo che, questa notte, mi sono profondamente convinta che il buon Gesù mi chiede e mi impone l’obbligo di aspirare ad una maggiore perfezione, utilizzando tutti i mezzi e per prima cosa "che mi incoraggi verso grandi mete, costi quello che costi".

1140 Mi dice che è giunto il momento di scrivere ciò che riguarda il clero diocesano e che per aiutarmi in questo lavoro mi invierà, questa sera, uno dei migliori canonisti e siccome il progetto è grande e di tanto vantaggio spirituale per il suo clero, non debbo illudermi, ma scrivere quello che Lui mi detterà, senza preoccuparmi del risultato, dispormi a soffrire e desiderare ardentemente di appartenere a Lui, perché mi possa riempire dei suoi beni. Questo, padre mio, cosa vorrà dire?

1141 Mentre ascoltavo, il mio cuore s’infiammava sempre più dell’amor di Dio e credendo di non poter sopportare l’impeto di questo fuoco, sono stata costretta a dire: "basta, Gesù mio, perché il mio cuore stretto non sopporta oltre la violenza dell’amore del mio Padre e mio Dio, mio tutto e ogni mio bene."

1142 Oggi non sono riuscita a finire la via crucis; ho iniziato alle quattro e mi sono distratta alla quarta stazione contemplando la sofferenza morale del buon Gesù e di sua Madre; non sono stata capace di proseguire e lì sono rimasta fino all’ora della meditazione della comunità.

1143 Terminando la preghiera, il buon Gesù mi ha regalato una buona sofferenza; mi hanno chiamato da Roma comunicandomi che il Cardinal Pizzardo vuole parlarmi con urgenza. Che pena, padre mio, pensando che il Segretario del santo Ufficio mi chiama con urgenza! Le dico che la mia mente è diventata un vulcano e provo un’angoscia e una pena da non resistere; mi consola solo il pensiero che le croci che Dio mi invia, servono per amarlo sempre più.

1144 Ho chiamato il padre spirituale del seminario per comunicargli ciò che mi hanno detto da Roma e pregarlo di informare il Vescovo, poiché, dovendo io partire l’indomani mattina molto presto, non posso comunicarglielo; ho anche pregato questo padre di fare il possibile con il sacerdote della curia perché continui il lavoro sui sacerdoti diocesani e perché si porti a compimento la fondazione di questa comunità; se poi il Cardinale non mi lascia uscire da Roma e pertanto non potrò tornare, non si avvilisca ma continui ad aiutare la Congregazione, sicuro che il buon Gesù lo ricompenserà con abbondanza.

1145 Ho fatto tutti questi discorsi soffocandomi e con gli occhi pieni di lacrime, poiché non riuscivo a controllare il mio dolore, sicuramente senza alcun merito davanti a Dio, perché ingrandisco le cose con la mia fantasia vaneggiante e i miei ragionamenti esagerati.

1146 Oggi, 1 marzo 1952 sono partita per Roma; il Cardinale mi ha ricevuto alle quattro e mezza e ha detto che mi ha chiamato per sapere se si poteva accogliere nella nostra casa di Roma una ex religiosa di 60 anni, di nazionalità francese, che è senza soldi e non sa dove andare. Gli ho risposto che la mandi quando vuole e ogni volta che avrà qualcuno da mandarmi per aiutarlo, lo può fare senza neanche chiamarmi.

1147 Poi ha detto ad un signore che era con lui che avevo fondato una Congregazione "maschile" e che lui era disposto ad aiutarmi in ogni cosa, ma non a lasciare p. Alfredo a Todi; infatti vuole che vada al seminario di Viterbo dove, dice, si preparerà bene al sacerdozio.

1148 Questa decisione del Cardinale, nonostante sia dura per il padre e per me, poiché il Vescovo di Todi ci aveva promesso di preparare il padre senza mandarlo in seminario, come in effetti stava facendo, mi confortò alquanto perché vedevo che a Todi il padre non si preparava seriamente; mi dispiaceva dunque solo per il padre, poiché si era deciso ad intraprendere gli studi con questa condizione, dato che non era disposto ad entrare in nessun seminario.

1149 Infine il Cardinale ha detto a quel signore una serie di cose su di me ed io, per la vergogna, mi sarei sotterrata. Così le mie supposizioni e le mie fantasticherie sono finite in fumo e in una "manciata d’incenso" per una povera creatura che ha come sposo un Dio crocifisso.

1155 1 marzo 1952: La tristezza sofferta nella notte tra il venerdì e il sabato si è trasformata in gioia nella notte del sabato, trovandomi nuovamente a Collevalenza insieme ai miei figli e figlie.

1156 2 marzo 1952: soffro pensando che il buon Gesù mi tratta ancora come una bambina debole e si è servito del Cardinale per darmi la consolazione di ritrovarmi di nuovo tra i miei figli per condividere con loro le grazie che, senza alcun mio merito, effonde sopra di me. Gesù mi ripete sempre la stessa cosa, cioè che mi ama tanto, tanto, e vuole che stia unita a Lui.

1157 Lei, padre, sa bene che Gesù ci cerca con un amore instancabile, come se non potesse essere felice senza di noi; mi sento ferita dal suo amore e il mio povero cuore non sa resistere alle sue carezze dolci e delicate e le fiamme del suo amore mi incendiano fino al punto che mi sembra di non poter più resistere.

1158 Credo che, siccome ormai mi trovo qui, non sia necessario le scriva quello che provo o faccio, poiché le sto dicendo tutto a voce e lei stesso assiste alle mie sofferenze o, meglio ancora, sta soffrendo come me.

1159 3 marzo 1952: vado a trovare il Vescovo di Fermo e gli racconto quello che mi è accaduto col Cardinale, come sia deciso a mandare Alfredo al seminario di Viterbo, lasciando Todi e come Alfredo non sia disposto a ciò.

1160 La notte del 3 è stata di grande sofferenza per me, perché il "tignoso" mi ha trattato molto duramente, colpendomi ripetutamente sulla schiena e sulla testa, dicendomi riguardo al padre un mucchio di stupidaggini che mi fanno molto soffrire, perché, anche se so che è padre della menzogna, tuttavia le sue provocazioni sono sempre pesanti.

1161 Tra queste sofferenze, grazie al buon Gesù, sono contenta e, col suo aiuto, sono disposta, a soffrire tutto quanto egli permetterà, anche si trattasse del fallimento e dovessi passare per la prova dolorosa e angosciante di cui parla il diavolo, perché sono sicura di uscirne vittoriosa con l’aiuto del buon Gesù; che il padre diventerà sacerdote e la Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso si consoliderà sempre più con le angosce, le croci e le sofferenze.

1162 Solo Tu, Gesù, sai quanto soffro sentendo dire al padre che non è disposto ad andare in seminario, che piuttosto chiederà al Vescovo la dispensa dei suoi voti! Gesù mio, aiutalo e fa’ che il mio temperamento si adatti con facilità al carattere degli altri; infondi sul mio temperamento un insieme di dolcezza, fortezza e tatto, di cui ho tanto bisogno, in questi difficili momenti, per compiere fedelmente la tua divina volontà e comportarmi da vera madre con questo padre avvilito.

1163 Questa notte il "tignoso" mi ha trattato duramente colpendomi ripetutamente la schiena e la testa e dicendomi tante stupidaggini (riguardo a p. Alfredo) che mi fanno soffrire molto, in verità più delle percosse, perché anche se è il padre della menzogna i suoi attacchi sono sempre pesanti.

1164 Devo dirle che sono contenta tra le sofferenze, perché con l’aiuto del buon Gesù, sono pronta a soffrire tutto quello che Lui permetterà, anche si trattasse del fallimento e dovessi passare per la prova dolorosa di cui parla il diavolo, perché sono sicura che con l’aiuto del buon Gesù ne uscirò vittoriosa, che il padre diventerà sacerdote e la Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso si consoliderà sempre più con le angosce, le croci e le sofferenze. Nonostante questo coraggio, quanto soffro, padre mio, nel sentire dire al padre che non è disposto ad andare in seminario, che prima chiederà la dispensa dei voti e che io gli avevo promesso che il Signore lo avrebbe aiutato.

1165 Speriamo, padre mio, che il mio brutto carattere non causi uno sconvolgimento del padre, ripeto cattivo carattere, perché non mi adatto facilmente al carattere altrui e mi manca quell’insieme di dolcezza e di fortezza, di franchezza e di tatto che invece dovrei possedere. Per questo, anziché essere per me un potente aiuto per fare la volontà del buon Gesù comportandomi da madre con l’afflitto padre, spesso mi diventa di ostacolo per mancanza di carità, prudenza, fortezza e per notevole egoismo .

1166 Il diavolo mi deride e dice: "ecco il santo". Soffro molto, ma sono tranquilla poiché sono certa che, se il padre corrisponde alle grazie che il buon Gesù gli ha dato e continua a dargli, arriverà ad essere ciò che il Signore vuole da lui. Infatti Gesù mi dice, riguardo alla situazione del padre, di non preoccuparmi per l’intensità della prova, perché i frutti saranno abbondanti e la ricompensa ancora maggiore.

(El pan 18, hoy 1127-1166)

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ultimo aggiornamento 03 luglio, 2007