STUDI

 S. E. Mons. Giovanni Scanavino

Sua Eccellenza Mons. Giovanni Scanavino, vescovo di Orvieto-Todi
Omelia in Collevalenza per la festa del Santuario 28 ottobre 2008

… una Chiesa che ha imparato il perdono e sa dare il perdono…

Abbiamo proclamato questa festa del Santuario di Collevalenza la festa per tutta la nostra Chiesa di Orvieto-Todi perché fosse l’appuntamento annuale nel quale tutti quanti ci confrontiamo con la pagina fondamentale del Vangelo. Una pagina che segna il passaggio dall’antico al nuovo. Una pagina che dovrebbe commuoverci tutti e ricordarci che, di fronte a questo Padre, tutti quanti dobbiamo crollare in ginocchio ed imparare che cosa significa essere Chiesa. Questa è la Chiesa, la Chiesa vera che ha imparato il perdono e sa dare il perdono… (scusatemi ma ogni volta che leggo questa pagina mi commuovo profondamente!)

Come si fa ad essere Chiesa, come si fa ad essere la Chiesa nuova di Cristo Signore?

I farisei erano arrivati fino alla confessione di questo figlio prodigo "non sono più degno di essere tuo figlio, considerami come l’ultimo dei tuoi servi"; era il massimo della luce per chi viveva sotto il peso della legge. Ma Cristo è venuto per manifestarci l’Amore del Padre e dirci che la nostra fede e la nostra religiosità ci distinguono per questo dono grande dell’Amore di Dio. Il Papa lo ha ribadito recentemente a quei cinquecentomila giovani a Sidney: la nostra fede non si qualifica per quello che facciamo, la nostra fede si qualifica per quello che abbiamo ricevuto! Ci voleva una umile religiosa, Madre Speranza, che venisse qui su questa collina a dire al mondo intero che la nostra fede si qualifica per questo amore misericordioso del Signore: noi siamo cristiani per questo amore, noi siamo cristiani per la capacità di donare, di comunicare costantemente questo amore; la fede cristiana non è una opinione nostra, mia, tua, o di chiunque di noi; essere cristiani significa seguire questo Cristo qui, che va a mangiare con i peccatori, che accoglie le prostitute, perché? Perché loro hanno capito che cos’è la misericordia di Dio, qual è il cuore di Dio.

Guardate che non si può costruire nessuna chiesa, potremmo essere organizzatissimi e essere bravi a fare diecimila cose, centomila cose, ma se non abbiamo la misericordia nel cuore non siamo Chiesa e non riusciamo a costruire nessuna chiesa. Ecco perché è fondamentale questo messaggio di questa umile religiosa che è venuta qui per dirci: "dobbiamo, umilmente, confrontarci con questa misericordia di Dio e guardare in faccia gli occhi di questo Padre che aspetta sempre, ed è sempre lì con le braccia aperte!

Chi non fa questa esperienza, chi non va a confessarsi con il desiderio di incontrare l’abbraccio di questo Padre – perché questa è la confessione, l’ho scritto anche recentemente e lo pubblicheremo in questi giorni uno degli allenamenti più importanti della vita cristiana è questa cioè è imparare ad incontrare gli occhi di questo Padre per lasciarsi abbracciare da Lui e poi ripartire da questo abbraccio. Allora non posso condannarti, non posso non accoglierti, chiunque tu sia. Non posso non accoglierti perché io per primo sono stato accolto da questo Padre! Non mi ha detto "vattene via", no! Mai! Mi ha sempre abbracciato questo Padre e allora vuole che la nostra Chiesa, dovunque sia, sia segnata da questo abbraccio sincero e questa non è teoria né tanto meno retorica, questa è l’esperienza della vita cristiana. S. Paolo ai Filippesi dice: "gareggiate nello stimarvi a vicenda, gareggiate nell’essere nel sentirvi minori, più piccoli dei vostri fratelli", gareggiate nel pensare che i vostri fratelli sono migliori di voi.

Ma tutto questo si capisce e matura nell’esperienza della confessione. Vedete noi la confessione l’abbiamo in qualche modo falsata; la confessione dobbiamo viverla nel quadro di questa parabola; quando vado a confessarmi non devo guardare tizio o caio io devo guardare questo Padre che è lì che mi aspetta: la confessione cristiana è questa parabola qui, io vado ad incontrare il Cristo che mi manifesta la Misericordia di questo Padre. Ed è così che si cambia ed è così che si cresce, è così che ci si allena nel cogliere la Misericordia di Dio. Quando poi esco non posso avere i soliti occhi, il solito sguardo, il solito giudizio, no! Ho incontrato la Misericordia di Dio, ho incontrato questo Padre che mi dice di far festa, io non vorrei farla la festa perché sono umiliato – ecco l’orgoglio dell’uomo – sono umiliato perché ancora una volta ho sbagliato e non voglio provare la gioia di chi è stato perdonato, ma è Lui che me lo dice, "fate festa, metti l’abito nuovo, l’anello al dito, fate festa perché eri perduto, sei stato ritrovato, ti ho ridato la vita con il mio amore, perché? Perché tu la dia agli altri, perché tu la testimoni in tutto quello che fai, tu testimoni l’amore di Dio".

Il mondo fratelli miei cambierà il giorno in cui noi come Chiesa, saremo Chiesa vera, cioè saremo questa Chiesa qui, la Chiesa di questa parabola. Quando noi saremo questa Chiesa state tranquilli che il mondo cambierà; ma se non siamo questo è tutto un teatro, è tutta una ipocrisia, è tutto un modo di fare che non cambia il cuore. Pensate che non ha fatto Cristo per noi… lo abbiamo sentito nella seconda lettura che cosa non hai fatto Gesù per me… e alla fine ha detto: Vi do il mio spirito, vi do il mio amore, ve lo metto nel cuore perché siate capaci di imitare questo Padre.

Ringraziamo allora veramente il Signore che attraverso questo tempio, questo Santuario, attraverso l’esperienza di questa donna piccola ma grandissima, attraverso questa donna ci ha insegnato la cosa più bella del mondo cioè recuperare l’abbraccio, lo sguardo, l’amore di questo Padre per poterlo poi condividere con tutti, senza nessuna eccezione, anzi proprio per quelli che non lo capiscono, saper donare questo amore allora questo amore è più grande di ogni altra cosa e questo amore riuscirà a sfondare, in questo mondo. Tutti quanti siamo devoti di questo Santuario e ci troviamo spesso a pregare sulla tomba di Madre Speranza, ricordiamoci questo, ci ha affidato questa missione particolare portiamola avanti con coraggio con decisione. Qui si tratta della potenza dell’Amore di Dio, ecco che cosa è riuscita a cogliere questa donna: la cosa più semplice ma più importante di tutto il Vangelo cogliere la potenza del­l’Amore di Dio che tra l’altro ci portiamo nel cuore.

Quando questo diventa l’esperienza fondamentale allora veramente avremo lodato pienamente il Signore e allora avremo veramente costruito la chiesa che Lui voleva. Che il Signore benedica questa santa donna, e per noi è importante cogliere questo messaggio in questa giornata per poterlo vivere con coraggio e con decisione perché si veda questa Chiesa che ha l’amore più grande del mondo, questa chiesa che desidera manifestare e comunicare soprattutto questo amore.

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ultimo aggiornamento 31 ottobre, 2008