P A S T O R A L E

g  i  o  v  a  n  i  l  e

p a s t o r a l e  g i o v a n i l e

     Sr. Erika di Gesù, eam

Nel Roccolo
 dell’
Amore

È un mese impegnativo, settembre.

Si dà il via all’anno scolastico e anche a quello "pastorale" (parola tecnica, che ricorda il divino Pastore).
La rete del Roccolo è pronta per essere gettata.

I "nidi" dei nostri Gruppi Giovani Amore Misericordioso proliferano, grazie al Dio che conta i passeri del cielo e i capelli del nostro capo.

Il 19 e 20 settembre ci siamo incontrati al Roccolo Speranza, prima con i nostri Superiori e l’aiuto di due Frati minori dell’Umbria, quindi con i giovani e gli adulti che in questi ultimi anni ci hanno aiutato nella "caccia", quelli che con un altro termine tecnico sono detti "animatori".

Nella mattina del 20 settembre gli animatori hanno parlato della loro esperienza.

Ne è venuta fuori una tavola rotonda interessante.

Ecco i luoghi in cui il messaggio dell’Amore Misericordioso ha toccato i giovani con i suoi benefici raggi.

Vorrei ora tratteggiare le idee, gli spunti, le delicate sollecitazioni che sono emerse nell’incontro.

E dato che, come ci hanno insegnato i buoni padri francescani, le analisi sono spesso sterili e scoraggianti, vorrei guardare "positivo", senza cadere in una ottimistica illusione, ma per dare una carica progettuale.

Come quando, all’inizio dell’anno, si stappa una bottiglia di spumante e il tappo di sughero che schizza nell’aria mette in animo la voglia di partire, di ricominciare, insomma.

Provo a farlo per ordine di importanza.

 

1. Gesù Cristo: l’Amore Misericordioso. Una Persona da conoscere e amare.

Al vertice, o alla base, come si preferisce, va messo Lui, l’Amore Misericordioso.

Tutti abbiamo concordato rispetto al bisogno dei nostri giovani di trovare l’identità giusta.

Troviamo la nostra identità specchiandoci sempre nel volto d’amore, di gratuità e di perdono di Gesù Amore Misericordioso.

"Un pozzo d’amore", il musical su Madre Speranza realizzato dai Gruppi di Fratta Todina e di Campello sul Clitunno (PG), è stato vincente proprio per questo: con la musica e le parole abbiamo annunciato il primato dell’Amore Misericordioso sulla vita di una creatura come la Madre che, con umiltà e fiducia, si è fatta strumento di questo Amore, piccola goccia dell’unica acqua che allevia la sete dell’uomo.

Ancora prima, lo spettacolo "Se conoscessi il dono di Dio" realizzato dal Gruppo di Fermo, fondava il nostro annuncio sulla Sacra Scrittura e a partire dalla creazione dell’uomo e della donna e dal dramma del peccato originale, ripercorreva la storia della salvezza in chiave di Amore Misericordioso.

Adamo, "figlio prodigo" atteso e cercato dal Padre.

Eva, "samaritana" che il Figlio incontra al pozzo di una vita fondata sul "matrimonio" sbagliato. Entrambi figure di ciascuno di noi e dei giovani che vogliamo incontrare.

Per questo le tre icone bibliche che abbiamo proposto in questi primi anni di cammino "ufficiale" sono altrettanto vincenti.

Sulla "Parola" dobbiamo costruire l’identità dei giovani. E quale Parola può essere più semplice e avvincente del Vangelo di Zaccheo, dei discepoli di Emmaus, del giovane ricco, della stessa preghiera che Gesù ci ha insegnato, il "Padre nostro"?

Per questo non dobbiamo vergognarci di definire tappe, di dare ufficialità al nostro percorso di crescita verso l’Amore, presentando ciò che ci appartiene: il Crocifisso, Maria Mediatrice, Nostra Madre… con la consegna esplicita di "segni" che diventino "segnali" di un’identità sempre più chiara e forte.

Per questo possiamo proporre un itinerario permanente dei luoghi più significativi della nostra storia, il tour del Santuario a Collevalenza, un pellegrinaggio in Spagna (come quello del lontano 1993, anno centenario della nascita di Madre Speranza) da proporre in modo periodico, ad esempio ogni cinque anni, perché i giovani possano vedere, toccare, contemplare i luoghi natali della Madre.

Perché non invitare con insistenza i giovani a partecipare alla Festa del Santuario, alla celebrazione dei nostri anniversari, a quello della morte di Madre Speranza, ad esempio?

Potranno innamorarsi solo se avranno conosciuto l’Amore.

 

2. La Famiglia dell’Amore Misericordioso. Tante Persone da conoscere e che amano i giovani insieme.

Al secondo posto ci siamo noi, la Famiglia che la Madre ha fondato.

I Gruppi dei giovani hanno bisogno di noi; si aspettano il nostro appoggio, che siamo testimoni visibili, efficaci dell’Amore ricevuto.

Non importa se i problemi di Famiglia ci sovrastano e possono togliere luce alla testimonianza; in verità basta poco per essere presenti: pronunciare in pubblico la nostra rinnovazione dei voti nelle date che la Madre, in comunione con la Chiesa, ha stabilito; appoggiare come Parrocchia le iniziative dei nostri Gruppi; favorire l’animazione liturgica che i giovani possono offrire con le loro chitarre…

Certo, a volte è necessario scendere in campo e dare in prima persona, in qualità di Sacerdoti e Consacrate, i frutti maturati con lo studio della Scrittura e l’appropriazione del carisma: forse questo non è possibile alla maggioranza, ma chi ha detto che il buon gioco dipende solo dai giocatori?

Non sono forse necessari gli stadi, gli allenatori, i medici, i sostenitori, i tifosi perché la partita possa essere giocata con gusto, sicurezza e profitto?

E quale tifo più bello e grande di pregare per quelli che scendono in campo?

Una simpatica vignetta di Schulz ritrae Piperita Patty a scuola, un attimo prima con la testa poggiata sul banco per il sonno, un attimo dopo con la testa eretta, i capelli scompigliati per la sorpresa. – Sono sveglia!! – grida. Poi aggiunge: – Impreparata, incerta, intontita, insicura, inattendibile, ma sveglia!–.

Insomma: l’importante è essere "svegli" e pregare, perché impreparati, incerti, ecc. ecc. lo saremo sempre.

 

3. Giovani Amore Misericordioso in missione. Perché se sei felice, vuoi fare felici gli altri.

Vorrei raccogliere una sfida emersa dall’incontro.

Alcuni animatori che hanno collaborato con noi in questi anni sentono l’esigenza di portare l’annuncio nelle Parrocchie vicine e lontane, perché altri giovani, magari sbandati, senza punti di riferimento, possano conoscere l’Amore Misericordioso.

Il Santuario può diventare "megafono" della voce del Padre, che senza parlare, ma solo perché rimane ad attenderlo, richiama il figlio lontano.

Per questo abbiamo pensato di andare incontro, da una parte, alla domanda dei giovani lì dove si trovano e, dall’altra, di invitarli a Collevalenza, dove potranno "ascoltare" delle catechesi specifiche sull’Amore e la Misericordia del buon Gesù, secondo l’itinerario annuale, già tracciato per loro.

Anche le "opere di misericordia" che i Giovani di San Cataldo (CL) hanno compiuto sono espressione di un amore che vuole allargare le frontiere, raggiungere il profugo, il carcerato, il povero, il peccatore, che è tanto più amato e cercato dal Padre in proporzione della sua miseria.

 

4. Giovani Amore Misericordioso nella Chiesa. In Parrocchia ed oltre.

I nostri Gruppi nascono nelle Parrocchie, molte volte come "Dopo-cresima" e collaborano attivamente, per quanto possibile, alle iniziative che queste portano avanti, quali il catechismo, ad esempio.

Nello stesso tempo, sono legati al Capo, l’Amore Misericordioso, alla nostra Famiglia religiosa e quindi godono della libertà di mettersi al servizio di altri giovani, anche quelli di altre Parrocchie.

Il Gruppo di Matrice (CB) ha questo carattere interparrocchiale e questo è un bene, soprattutto oggi, tempo in cui dobbiamo constatare amaramente che i giovani in Parrocchia sono pari a "una formica".

L’esperienza delle animatrici di San Cataldo, inoltre, ci ha fatto respirare aria di chiesa diocesana (e universale!!) perché, in comunione con il Vescovo e i giovani di altri gruppi giovanili, sono state chiamate a donare alla Diocesi di Caltanissetta quel "tocco di creatività" che si ispira alla misericordia, animando gli incontri "Giovani e Famiglie", una celebrazione vigilare…

 

5. Giovani Amore Misericordioso. Amici davvero.

I Giovani che partecipano ai nostri Gruppi spesso sono amici tra di loro, escono insieme e coltivano un rapporto amicale oltre la vita di gruppo.

Questo di per sé non è un male ed è favorito anche da noi animatori con attività parallele, quali uscite, grest, cineforum; il rischio si corre quando l’amicizia diventa troppo chiusa, ristretta e non lascia entrare nessuna faccia nuova nel giro dei vecchi amici…

La bellezza di essere Amore Misericordioso è quella di avere un cuore aperto a tutti e di stare bene anche con chi è diverso da noi per carattere, intelligenza, gusti, estrazione sociale…

In questi giorni, a Collevalenza si va a caccia

Mercoledì scorso, mentre pregavo lungo il viale della Via Crucis, alcuni spari mi hanno turbato.

Quando ho incontrato i cacciatori, ho chiesto loro se c’era il pericolo che sparassero dalla mia parte; poi ho domandato che cosa stessero cacciando: – Fagiani! – mi hanno risposto.

I fagiani avranno vita corta, commentava una mia consorella alla quale raccontavo l’accaduto.

Ma i giovani che stiamo cercando noi, animatori-cacciatori dell’Amore Misericordioso, avranno vita lunga, se solo si lasciano trovare.

Quando riusciremo a prenderne ancora di più nel "Roccolo dell’Amore"?

Non mi resta che augurare "buona caccia" a tutti! Chi l’ha detto che porta male?

sr. Erika di Gesù

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ultimo aggiornamento 30 ottobre, 2008