La Madre Speranza giunse nella frazione di Collevalenza, con il
consenso del Vescovo di Todi Mons. Alfonso Maria De Sanctis, il 18
agosto 1951, insieme ai primi Figli dell’Amore Misericordioso e ad
una piccola comunità di Ancelle.
Vi giunse condotta dalla Divina Provvidenza e già consapevole,
per grandi linee, di ciò che avrebbe dovuto realizzarvi. Nel suo
Diario infatti, in data 14 maggio 1949, si legge di una singolare
premonizione: con l’aiuto divino e a prezzo di non pochi sacrifici,
ella avrebbe realizzato un magnifico complesso incentrato attorno ad
un Santuario dedicato all’Amore Misericordioso del Signore,
comprendente anche strutture per l’accoglienza di pellegrini, di
infermi e di Sacerdoti. Il tutto al fine di costituire un centro di
richiamo per tante anime.
Non passò, infatti, molto tempo che, a poca distanza dal paese,
si iniziarono ad inaugurare le nuove costruzioni: la Casa dei fam
nel 1953; il Seminario minore nel 1954; la Cappella del Crocifisso
nel 1955. Questa medesima Cappella fu poi eretta canonicamente come
«Santuario dell’Amore Misericordioso» da Mons. De Sanctis, il 1°
ottobre del 1959.
Un verbale comunitario, datato 28 aprile 1957, attesta: «... La
Madre, seguìta da (alcuni fam), si reca a vedere un appezzamento di
terreno e ci dice molte cose che meritano di essere scritte e
tramandate...
Collevalenza diventerà qualcosa di grande... meta di
pellegrinaggi, fonte di tanti prodigi... nell’antico "roccolo" di
Collevalenza sorgeranno tante costruzioni, vi sarà un grande
Santuario dell’Amore Misericordioso, vi saranno pellegrinaggi e si
rinnoveranno prodigi... Tutto ciò però quando la Madre non sarà più
su questa terra».
Le
Piscine
Si può dire che il piccolo paese di Collevalenza,
nella sua storia, abbia sempre sofferto per la mancanza di acqua
potabile; e in quegli anni il Comune di Todi cercava di supplirvi
con erogazioni periodiche a mezzo di autobotti.
In questo contesto, la volontà divina in merito
al Pozzo e alle Piscine si fece esplicita: si era agli inizi
dell’anno 1960. Le circostanze vengono egregiamente descritte dalla
Segretaria Generale delle Ancelle: «Nostra Madre ha ricevuto
l’ordine di realizzare alcune Piscine per il bagno dei malati e le è
stato indicato il punto dove troverà l’acqua necessaria.
I lavori di perforazione del pozzo furono
particolarmente difficili e durarono precisamente 10 mesi: dal 1°
febbraio al 1° dicembre del 1960, giorno in cui fu istallata
sull’apposita colonna la statua in marmo di Maria Mediatrice. Meno
problematica, invece, fu la realizzazione delle Piscine, progettate
dall’architetto Julio Lafuente, e la sistemazione dell’area
circostante: gettate le fondazioni il 22 agosto 1960, tutto fu
ultimato per il 1° dicembre dei quello stesso anno.
Una
caratteristica: Un Santuario con un Pozzo e con le Piscine.
Le finalità dell’Acqua del Santuario e delle Piscine
E’ questo sicuramente il punto più importante del
discorso: comprende il nesso che intercorre tra le piscine ed il
Santuario; e, più in particolare, le finalità specifiche per le
quali la Divina Provvidenza ha voluto quest’Acqua. Per dare risposta
a queste domande esiste una sola via: ricorrere a tutto ciò che la
Madre Speranza ha detto o ha scritto al riguardo, quale autorevole
interprete dei voleri divini; perlomeno fare riferimento almeno alle
cose più essenziali che Essa ha detto. Provo ad evidenziarne
quattro:
La
risposta più autorevole, probabilmente, ci viene dalla "pergamena"
che il giorno 14 luglio 1960 fu gettata con apposito contenitore in
fondo al Pozzo, durante una sobria cerimonia a metà circa dei
lavori. Si tratta di parole ricevute dalla Madre Speranza durante
un’estasi del 3 aprile precedente, aventi fin dall’intestazione un
valore particolarmente ufficiale. Dice il testo: «Decreto. A
quest’acqua e alle piscine va dato il nome del mio Santuario.
Desidero che tu dica, fino ad inciderlo nel cuore e nella mente di
tutti coloro che ricorrono a te, che usino quest’acqua con molta
fede e fiducia e si vedranno sempre liberati da gravi infermità; e
che prima passino tutti a curare le loro povere anime dalle piaghe
che le affliggono per questo mio Santuario dove li aspetta non un
giudice per condannarli e dar loro subito il castigo, bensì un Padre
che li ama, perdona, non tiene in conto, e dimentica».
Da qui, appunto, trae ispirazione una delle frasi
scolpite sulla facciata delle Piscine: «Usa quest’acqua con fede e
amore, sicuro che ti servirà di refrigerio al corpo e di salute
all’anima».
Le
finalità taumaturgiche di quest’Acqua e la sua interdipendenza con
l’azione pastorale del Santuario sono parimenti espresse nella
"Preghiera per il Santuario", composta dalla stessa Fondatrice:
«... Benedici, Gesù mio, il tuo grande Santuario e fa che vengano
sempre a visitarlo da tutto il mondo: alcuni a domandarti la salute
per le proprie membra straziate da malattie che la scienza umana non
sa curare; altri a chiederti perdono dei propri vizi e peccati;
altri, infine, per ottenere la salute per la propria anima annegata
nel vizio... E fa, Gesù mio, che vengano a questo tuo Santuario le
persone del mondo intero, non solo col desiderio di curare i corpi
dalla malattie più strane e dolorose, ma anche di curare le anime
dalla lebbra del peccato mortale e abituale».
Ulteriori precisazioni sulle finalità dell’Acqua
ci vengono da altre parole della Madre Speranza. Il 6 febbraio del
1960, quando ancora si era ai primi tentativi di perforazione del
Pozzo, partecipando ad un atto comunitario con i suoi Religiosi,
così illustrò loro gli scopi dell’Opera: «La Madre... prende
occasione per dirci che nell’orto si dovrà trovare l’acqua e che
questa dovrà alimentare le Piscine dell’Amore Misericordioso; che
a quest’acqua il Signore darà il potere di curare dal cancro e dalla
paralisi, figure delle anime in peccato mortale e in peccato veniale
abituale».
Questi concetti tornano, ancor meglio sviluppati, nell’estasi avuta
presso il Pozzo il 6 maggio, giorno del rinvenimento della prima
falda acquifera: «... Ti ringrazio, Signore! Dà la forza a
quest’acqua di guarire il cancro e la paralisi, uno figura del
peccato mortale e l’altra del peccato abituale... Il cancro uccide
l’uomo, lo disfa; la paralisi lo rende inutile, no lo fa
camminare... Dà all’acqua la virtù di far guarire i malati, i malati
poveri che non hanno mezzi, anche con una sola goccia d’acqua...
Sia quest’acqua la figura della tua grazia e della tua
misericordia». Occorre ancora precisare che, tra le diverse
forme di cancro, la Madre Speranza capì chiaramente che occorreva
fare una specifica menzione per la leucemia.
Per
una migliore comprensione conviene ricordare ciò che accadde al
Pozzo il giorno 14 settembre 1960, festa liturgica dell’Esaltazione
della S. Croce. Da una ventina di giorni si cercava di capire come
mai l’acqua venisse molto torbida e quale potesse essere la tecnica
d’intervento più adatta a superare l’inconveniente. D’improvviso,
alle 9,30 del mattino, alla presenza della Madre Speranza e di
alcuni testimoni, il pozzo si illuminò all’interno, per un paio di
minuti, cosicché tutti poterono vedervi dentro, chiaramente, fino al
fondo. Si scorse anche un rigagnolo fangoso che da una certa altezza
si riversava sull’acqua sottostante rendendola torbida. E’ possibile
vedere in questa circostanza davvero singolare una sorta di "segno
catechetico"? Probabilmente, sì. Anche il "pozzo del dolore" che
generalmente è oscuro e melmoso può rischiararsi e purificarsi:
questo può avvenire o attraverso un pieno ristabilimento, frutto
dell’onnipotenza divina, o attraverso una serena ed esemplare
accettazione del proprio male, fino a far propria l’eroica
espressione della Madre Speranza: «Ti ringrazio, o Signore, che mi
hai dato un cuore per amare e un corpo per soffrire». Questa,
dunque, sembra essere la missione assegnata dalla Divina Provvidenza
all’Acqua e alle Piscine del Santuario: illuminare "il pozzo
della sofferenza" con la luce radiosa della grazia o,
addirittura, con la luce sfolgorante di una piena guarigione,
cosicché anche il malato possa sentirsi, in ogni caso, oggetto delle
predilezioni dell’Amore Misericordioso del Signore.
La apertura ufficiale delle Piscine
Benché
nel novembre del 1960 fosse ormai tutto pronto (Pozzo, Piscine e
persino il personale sanitario) la Provvidenza volle che l’uso delle
Piscine fosse consentito solo dopo una attesa lunga di 18 anni.
Furono certamente ispirate, a questo proposito, le considerazioni
fatte in quei giorni da Mons. Norberto Perini, arcivescovo di Fermo,
che era di passaggio a Collevalenza: «(Egli) conferisce con la Madre
e la esorta ad aver tanta fiducia e perseveranza perché l’opera del
Santuario e delle piscine, essendo un’opera di Dio, se pure
attraverso difficoltà e sofferenze, deve andare avanti e il Signore
stesso si incaricherà di rimuovere gli ostacoli e superare le
difficoltà». E infatti, con lettera del 19 novembre 1978, il Vescovo
di Todi, Mons. Decio Lucio Grandoni, concedeva il permesso dell’uso
delle Piscine a decorrere dal 1° marzo dell’anno successivo. La
lettera si chiudeva con questo auspicio: «Confido con questo
atto, che pongo nelle mani di Cristo Re, di aver corrisposto alla
volontà divina». I 18 anni di attesa non furono certamente
inoperosi. In essi si poterono completare tutte le altre strutture
del complesso: la Casa della Giovane nel 1962; la nuova Basilica nel
1965; la Casa del Pellegrino nel 1967; la Casa per gli Infermi nel
1973. E l’Acqua del Santuario, che nel frattempo veniva regolarmente
attinta a livello "privato", iniziò subito a svolgere la sua azione
taumaturgica.
DATE DI STORIA DEL POZZO E DELLE PISCINE
1
febbraio 1960 - Nell’orto, nel terreno che resterà tra la
Basilica e la Casa della Giovane, la Madre fa iniziare la
trivellazione di un pozzo per trovare acqua.
6 febbraio 1960 -
Sabato, pomeriggio. La Madre, a colloquio con i Padri,
prende occasione per dirci che nell’orto si dovrà trovare
l’acqua e che questa acqua dovrà alimentare le Piscine del
Santuario dell’Amore Misericordioso, che a questa acqua il
Signore darà il potere di curare dal cancro e dalla paralisi,
figure delle anime in peccato mortale e nel peccato veniale
abituale.
19 maggio 1960 -
Alle 10,45, a 114 m. di profondità si trova ancora tanta
acqua che causa il "rientro" della sonda per circa tre metri; la
nuova falda è molto più forte delle precedenti.
14 luglio 1960 -
La sera alle 19,30 la Madre, accompagnata dalle Suore, dai
Padri, da un buon gruppo di persone di Collevalenza e da una
rappresentanza di Assisi, va al pozzo per gettare nel fondo la
pergamena ricordo. Per l’occasione esorta tutto il popolo ad una
grande fede e fiducia nell’Amore Misericordioso, preoccupandosi
di rendere sempre più cristiana la propria vita. Alla fine si
canta il Te Deum di ringraziamento.
9
agosto 1960 - Alle ore 8 iniziano i sondaggi del terreno per
le fondazioni delle piscine.
22 agosto 1960 Si gettano le fondazioni delle piscine, che saranno costruite su
disegno dell’Arch. Lafuente. Sua Eminenza il Card. Luigi Traglia
visita il Santuario e si interessa del pozzo, delle piscine, di
tutto.
14 settembre 1960
- Esaltazione della Santa Croce: alle 9,30, presenti la
Madre, Madre Ascensione, Suor Sacrario, Padre Straffi, Padre
Luigi e Ferruccio, d’improvviso il pozzo si illumina all’interno
e tutti possono vedere fino in fondo, chiaramente: tubi, acqua,
fondo del pozzo, sistemazione del ghiaietto, ecc. Più alto del
pozzo senza camicia, quindi prima dei 73 metri, esterno alla
camicia stessa, si vedeva scolare un rigagnolo di acqua torbida
che andava ad infangare l’acqua della sorgente.
Ferruccio Bordacchini in una lettera del 15/9
così descrive il fatto: "... Vi faccio sapere che ieri alle
ore 9 e 30 circa ero nel pozzo io, la nostra Madre, Madre
Ascensione che sarebbe la sorella della Madre, un’altra Suora,
Padre Luigi e P. Mario Straffi. In un certo momento mentre
stavamo parlando cose del pozzo, la Madre prima ha guardato nel
pozzo e alla profondità di 80 metri abbiamo venduto tutti
l’acqua con il fondo del pozzo, tutto illuminato come se in
fondo ci fosse una grande lampada che chiaro fino alla cima,
questo chiaro è durato per circa due minuti poi tutto buio come
sempre. Creda pure caro Fratello io sono rimasto tanto
impressionato, mi era preso un tremore che non potevo calmarmi,
una grande emozione, perché una cosa simile non l’ho mai veduta,
un miracolo vero e proprio. Siamo rimasti, quelli che eravamo
lì, tutti sbalorditi...".
29
settembre 1960 - La Madre mostra la sua preoccupazione per
la organizzazione delle piscine; perchè non debbano lamentarsi
gravi inconvenienti serviranno per il personale alcune persone
di tanta serietà e di tanta fiducia; in un primo momento è
assolutamente indispensabile un medico e almeno un infermiere e
una infermiera. Il medico dovrà assumersi la responsabilità di
chi possa mettersi nelle piscine.
2 ottobre 1960 -
La Madre manda alcuni Padri in Alta Italia per cercar
qualche medico, infermiere e infermiera per le piscine: al CUAMM
di Padova (Collegio Universitario Aspiranti Medici Missionari),
Milano presso l’ALAM (Associazione di Laici in Aiuto alle
Missioni) e presso la Scuola Convitto Professionale per
Infermiere (a Milano-Nicaragua). Da tutti ricevono buone
speranze e l’assicurazione che nel breve giro di pochi giorni
avrebbero dato conferma o meno.
17 ottobre 1960 -
Sulle piscine, ormai coperte, si issano la bandiera di
Italia e la bandiera di Spagna.
13 novembre 1960 -
La Madre chiama il Dr. Albino Frongia e gli dà ordini per la
sistemazione della zona delle Piscine. Urge affrettare la
consegna ultimata dei lavori. Da Carrara potrebbero arrivare la
Statua di Maria Mediatrice, il Crocefisso e la Fontana per il
giorno 29 c.m. Il muro che reggerà il Crocefisso dovrà essere
lungo dalla fine delle piscine fino al muro in mattoni che
delimita la nostra proprietà; lì ci verrà il cancello di
chiusura, oltre il quale non potranno passare le macchine.
14
novembre 1960 - Si iniziano le fondazioni della colonna per
la Statua di Maria Mediatrice.
15 novembre 1960 -
Da Fermo viene l’Ecc.mo Arcivescovo Mons. Norberto Perini;
si interessa del pozzo e delle piscine; conferisce con la Madre
e la esorta a tanta fiducia e perseveranza perché l’opera del
Santuario e delle piscine, essendo un’Opera di Dio, se pure
attraverso difficoltà e sofferenze, deve andare avanti.
30 novembre 1960 -
Trasportate da un camion con rimorchio, arrivano da Carrara
le Statue di Maria Mediatrice, il Crocefisso, la Fontana, le
strisce dei Dieci Comandamenti. La statua di Maria Mediatrice,
alta tre metri, è stata offerta dalla Comunità della Casa
Generalizia eam di Roma; il Crocefisso dalle Comunità delle Case
di Spagna; la Fontana e i quattro Mosaici, che verranno
sistemati all’interno delle Piscine, dalla Comunità delle Suore
della Casa di Collevalenza.
1° dicembre 1960 -
Con una grù semovente della Rapida di Terni si colloca la
statua della Madonna sulla colonna. La statua pesa circa 4
tonnellate. La Madre si mette gravissima per tre collassi
cardiaci.
1
- Gesù incontra la donna samaritana
Presso il pozzo di Giacobbe, Gesù incontra una
donna di Samaria e le chiede da bere. Poi le parla di un’acqua viva
che solo lui può donarle, un’acqua che disseta per sempre e che
zampilla fino alla vita eterna. La donna, allora, esclama: «Signore,
dammi di quest’acqua!».
Preghiera: Estingui, o Signore, la nostra
sete di felicità con l’acqua viva del tuo Spirito, così come hai
voluto dissetarci al Pozzo di questo Santuario.
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2
- Gesù risana un paralitico presso la piscina
A Gerusalemme, Gesù incontra un uomo che da 38
anni giaceva malato e che desiderava immergersi nella Piscina di
Betseda per essere guarito. Gesù gli dice: «Alzati, prendi il tuo
lettuccio e cammina». E poi lo ammonisce: «Ecco che sei guarito; non
peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio».
Preghiera: Risanaci, o Signore, presso questo
luogo prescelto dalla tua divina misericordia, dalle infermità del
corpo e da quelle ancora peggiori che affliggono la nostra anima.
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3
- Gesù guarisce il cieco nato
A Gerusalemme, Gesù incontra un uomo, cieco fin
dalla nascita, che chiedeva l’elemosina. Gli spalma del fango sugli
occhi e poi gli dice: «Va’ a lavarti alla Piscina di Siloe». Il
cieco va, si lava e viene risanato. Poco dopo incontra di nuovo
Gesù, gli si inginocchia davanti ed esclama: «Io credo, Signore».
Preghiera: Apri anche a noi, o Signore, nel
segno di quest’acqua, gli occhi della fede, perché possiamo davvero
contemplare le meraviglie del tuo amore misericordioso.
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4
- Il buon Samaritano
Gesù,
volendo rispondere al dottore della legge che gli domandava chi
fosse il suo prossimo, racconta la storia di un malcapitato assalito
dai briganti e lasciato in fin di vita.
Passano
un sacerdote e un levita, lo vedono, ma vanno oltre.
Un
samaritano, invece, passandogli accanto, lo vede, ne ha compassione,
gli si fa vicino, gli fascia le ferite, lo carica sul giumento, lo
porta alla locanda e si prende cura di lui …
Gesù dice
allora al dottore della legge: "Và e anche tu fa lo stesso".
Preghiera: Ravviva in noi, o Signore,
nel segno di questa tua parola, la volontà di essere attenti agli
altri e di impegnarci a prenderci cura di loro.
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PREGHIERA PER I MALATI CHE SI IMMERGONO NELLE
PISCINE
Signor mio
e Dio mio,
per il tuo
amore e per la tua misericordia,
guarisci
noi che siamo tuoi figli
da ogni
malattia, specialmente da quelle
che la
scienza umana non riesce a curare
e fa che
con il tuo aiuto
conserviamo sempre pura
la nostra
anima da ogni peccato grave.
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