esperienze

Paolo Risso

Affinché Gesù regni:

Don José Gras y Granollers

L’Ottocento spagnolo fu un’epoca di grandi rivolgimenti sociali politici e religiosi. In questo secolo difficile da povera famiglia di contadini, il 22 gennaio 1834, a Agramunt (Lerida), nasce José Gras y Granollers.

Cresce nella fede e nella bontà d’anima, alimentato da un sincero amore per lo studio e per il lavoro. Al centro della sua fanciullezza e adolescenza c’è Gesù. Comprende presto che la miseria materiale, morale e spirituale della società del suo tempo vuole una risposta decisa di fede e di annuncio del Vangelo. In una parola, ha bisogno di Gesù, l’unico che può risolverne i problemi.

E ha bisogno – la società – di uomini e donne animati da un grande amore e dedizione a Lui, dal cuore libero dal mondo, dalla volontà ostinata, dall’intelletto acuto. Uomini e donne animati da zelo, fedeltà, slancio apostolico. È una società che richiede una totale donazione alla causa del Regno di Gesù sulla terra. "Solutio amnium difficultatum: Christus", come scrisse Tertulliano.

Di qui nasce la vocazione di José. Intraprende i primi studi a Barcellona nel 1846 e completa il suo itinerario vocazionale con l’ordinazione sacerdotale, il 20 marzo 1858, sabato di Passione. Sarà un prete tutto per Gesù, per il trionfo del suo Regno nel mondo.

A 21 anni, era già appassionato di giornalismo e collabora a giornali e riviste cattoliche, con l’intento di diffondere il Regno di Gesù, sicuro di quanto sia forte e potente il mezzo della stampa nella nuova società che avanza. Nel 1867, fonda egli stesso la rivista "El bien", sul cui frontespizio, sin dal primo numero, campeggiano le due parole che sono la chiave della sua esistenza sacerdotale: "Cristo regna!".

Nella stampa egli vede uno dei mezzi più efficaci per instaurare nel tessuto sociale la Sovranità di Gesù: "Al giornalismo dell’errore – spiega – noi opponiamo il giornalismo della Verità".

Un giorno, gli capita di leggere la "Vita di Gesù" scritta da Rénan, il quale, bestemmiando contro il divino Maestro, nega la divinità di Gesù, riducendolo a un uomo, grande sì, ma solo uomo. E’ la distruzione del Cattolicesimo. Don José ne rimane profondamente ferito e si appassiona ancora di più alla difesa della Verità, alla diffusione della conoscenza di Gesù, Uomo-Dio, alla "riparazione della divinità di Gesù".

Nasce così nel 1866, l’Accademia e Corte di Cristo", un’associazione letteraria e religiosa dedita alla proclamazione della Verità del Credo Cattolico, con la parola e con gli scritti, all’adorazione eucaristica e alla riparazione delle offese alla "Sovranità del nostro Creatore, Redentore e Coronatore".

I suoi membri – già mille nel primo anno di vita – sono chiamati "Cortigiani di Cristo" e lavorano per trasformare le anime e la società in un "regno vivente della sua regalità". L’associazione è la grande e fondamentale opera della vita di don José. Da essa prenderanno radice e forma tutte le sue altre iniziative e realizzazioni apostoliche.

Il 26 maggio 1876, don José fonda le Figlie di Cristo Re: lo spinge e lo fa ardere il desiderio che "la Sovranità di Gesù entri nella mente dei piccoli". L’educazione, nel nuovo Istituto religioso – quale grande principio pedagogico! – dovrà essere la via fondamentale all’apostolato della regalità di Cristo.

L’idea era maturata in lui, come vero progetto educativo e pastorale – già negli anni in cui frequentava il seminario e nei primi anni del sacerdozio, quando era stato docente e precettore di ragazzi e di giovani. L’idea rimarrà sino alla fine la "stella polare" della sua esistenza.

"La mia più grande ricompensa – scriverà – sta nel fatto che Cristo regni nei propositi, nella memoria e nella volontà dei ragazzi educati nei nostri collegi".

E’ un progetto meraviglioso, di singolare bellezza e attualità oggi, quando spesso ci vergogniamo di proclamare Gesù nostro Re, mentre dalla nostra fede, ben sappiamo che tutto è stato pensato e voluto da Dio "in Cristo Jesu", non solo la vita dei singoli, ma la famiglia, la scuola, la società, le nazioni, il mondo intero: "Gesù deve regnare" (1 Cor, 15, 15).

Ma questo progetto disturba più che mai il laicismo di ogni tempo, ieri come oggi. Così a don José non mancano incomprensioni, difficoltà, sofferenze. Non si scoraggia. Si fa più generoso, più ardente, più combattivo, confidando nel Cristo, "Signore e Re".

"Tra le innumerevoli difficoltà materiali, gli abbandoni, le oppressioni e le sofferenze – assicura don José – Gesù, per la sua infinita misericordia, ci ha sempre confortati". Così il 16 agosto 1901, giunge l’approvazione pontificia dell’Istituto di Gesù Re, da lui fondato.

Sorgono collegi in numerose diocesi della Spagna, le suore crescono di numero, molti bambini sono accolti nelle loro scuole e educati a incamminare la loro vita "alla luce radiosa della regalità di Gesù".

Dal cuore ardente e infaticabile del Fondatore, continuano a scaturire opere e progetti per la conoscenza e la diffusione del Regno di Gesù tra i piccoli, le famiglie, la società intera. Così, una irradiazione di verità e di luce, un calore di carità lo muove e lo anima fino all’ultima ora.

La quale giunge per lui, nella pace e nella gioia, in piena lucidità, il 7 luglio 1918, circondato dalle sue "Figlie" e dalla riconoscenza di generazioni di ragazzi educati dalla sua luminosa pedagogia del Vangelo: il Regno spirituale, eucaristico e sociale di Cristo.

E’ il compiersi della vita di don José Gras y Granollers, trasfigurata dal suo ideale: "Cristo regna". La vita, l’intelligenza, il cuore, tutte le energie "affinché Gesù regni". Due parole, in cui don José riconosceva "l’eterno grido di adorazione della nostra anima e di tutte le anime". "Io sono di Cristo, io sono con Cristo, io sono per Cristo".

La sua opera si è diffusa nel mondo al suono del medesimo grido: "Cristo regna". "Cristo deve regnare"!

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ultimo aggiornamento 26 maggio, 2009