DAL SANTUARIO DI COLLEVALENZA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

P. Alberto Bastoni fam

Aprile 2009

 

Voce del Santuario

 

Aprile quest’anno è il mese più importante e più ricco a motivo della celebrazione del mistero pasquale di Cristo, morto e risorto per noi. Per questo non possiamo che dare tutto lo spazio alla gratitudine per il dono rinnovato della «gioia della risurrezione» che è «gioia di salvezza». Cuore di questa gioia è la convinzione che «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna» (Gv 3,16). In questa parola che viene riportata dall’Evangelista Giovanni è racchiuso e manifestato il nocciolo incandescente di tutta la rivelazione, la chiave di lettura senza la quale il mistero pasquale sarebbe insopportabile. Un Dio che ama così tanto è capace di dare il meglio e il tutto di sé: « il suo Figlio». Un Dio che ama così tanto è un Dio che sa morire a se stesso pur di donare, sempre più abbondantemente, la vita alle sue creature.

Fulget crucis misterium

La domenica delle Palme ha aperto la Settimana Santa anticipando gli eventi del Triduo Pasquale e dicendo a tutti il vero significato dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme. Per noi l’invito a non dimenticare che il trono di Cristo Re sarà la Croce, sulla quale verrà mostrato il vero volto di Gesù e, in lui, il vero volto del Padre.

In questa domenica ci è stato proposto l’Ingresso di Gesù a Gerusalemme in forma scenica. Un centinaio di personaggi, grandi e piccoli, ognuno con il proprio costume ha dato vita ad una delle scene più significative della Passione Vivente, sacra Rappresentazione che ormai da 27 anni la parrocchia di Collevalenza propone a tutti, pellegrini, parrocchiani e convenuti da ogni parte, in occasione della Settimana Santa.

Nata dalla geniale intuizione dell’allora parroco p. Piero Orsini FAM, l’iniziativa è andata di anno in anno arricchendosi di nuovi elementi, elevandone così la qualità della proposta che la colloca tra una delle migliori a livello regionale. Forse molti come me, si sono lasciati guidare interiormente da un personaggio/simbolo particolare che quest’anno è apparso per la prima volta. Un asinello! Nel contesto evangelico sappiamo che l’umile bestia rappresenta il Cristo Signore che avanza regalmente - cioè in perfetta libertà da ogni forma di paura - verso il dono di se stesso ma è anche una bellissima immagine di ciascuno di noi chiamato a portare sopra di sé il «mite e umile giogo» del Signore Gesù, vivendo il suo vangelo di grazia e di amore incondizionati. Anche per questo desidero ringraziare, a nome della Famiglia Religiosa, tutti i parrocchiani di Collevalenza che si sono tanto adoperati per la buona riuscita della sacra rappresentazione che, come vedremo in seguito, ha raggiunto il suo apice la sera del venerdì santo.

Sempre nello stesso pomeriggio circa 150 aderenti al Movimento Ecclesiale dei Focolarini, hanno vissuto un momento di spiritualità culminato nella celebrazione dell’ eucaristia presieduta d p. Matteo.

Ubi Charitas

Con la Messa "In Coena Domini", la sera del Giovedì santo, ci siamo immersi nelle celebrazioni del Triduo di Pasqua. La concelebrazione è stata presieduta da P. Aurelio Perez, Superiore Generale FAM. Nella sua omelia ha sottolineato come il Giovedì santo ci ricorda l’amore più grande manifestatoci dal Signore Gesù, che si è fatto nostro servo, nostro amico che dà la vita, nostro pane e nostra bevanda, nostra unica legge d’amore Il Giovedì santo ci ricorda anche l’istituzione del sacerdozio. "Per loro io consacro (= santifico) me stesso, perché anch’essi siano consacrati (= santificati) nella verità" (Gv 17,19) dice Gesù al Padre nella preghiera dell’ultima ora. Parole che invito a meditare, contemplare e vivere, alla luce dell’offerta vittimale per i sacerdoti che la nostra Madre faceva in modo particolarmente sentito il Giovedì santo. Anche noi, come già la nostra Venerabile Madre, vogliamo consacrare noi stessi, con Gesù e in Gesù, per tutti i sacerdoti del mondo, che oggi più che mai sono affidati alla nostra accoglienza fraterna, alle nostre cure premurose, alla nostra preghiera".

Vorrei sottolineare quello che da sempre mi colpisce in questa liturgia: il gesto della lavanda dei piedi che Gesù compie esprimendo tutta la dimensione del suo sacrificio eucaristico. Lui che ci ha conferito dignità assume con questo gesto l’atteggiamento del servo che si mette ai piedi dell’umanità. Gesù in persona lava e asciuga i piedi dei discepoli, rito che non è solo di purificazione , no, non li lava ed asciuga solamente ma li abilita; li abilita all’annuncio e alla testimonianza e questo gesto in qualche modo ci riporta a Betania... all’amore di Maria e mi riporta a quale segno di fraternità è la cura del proprio fratello, segno di dono, di riconoscimento della dignità dell’altro; segno che ci rende simili al nostro Gesù che ha lavato e si è lasciato lavare i piedi. Il nostro "collegio apostolico", era quest’anno davvero molto rappresentativo, comprendendo, oltre ai soliti volontari, un pellegrino di colore, un giovane diversamente abile e due adolescenti. Terminata la celebrazione ci siamo portati processionalmente dalla Basilica al Santuario del Crocifisso dove era stato preparato con la cura di sempre l’altare della reposizione per l’adorazione notturna.

Ecce lignum crucis

Una liturgia densa e complessa ci è stata offerta il Venerdì santo, difficile da vivere e forse da comprendere fino in fondo.

L’ingiustizia della morte inflitta a Gesù e l’accettazione della stessa da parte sua. Gesù muore senza difendersi, senza usare la sua potenza e proprio questa morte è la rivelazione piena di un amore che non si ferma davanti a nulla, che continua ad offrirsi. P. Alessandro è stato il presidente di questa solenne azione liturgica pomeridiana. Dopo l’ascolto attento della lettura del Passio ecco come egli ha concluso la sua omelia bella e profonda: «Con Maria sua Madre e con il discepolo Giovanni, vogliamo risentire una ad una le sue ultime parole. Rimarremo in silenzio e a lungo davanti al Crocifisso e vorremmo ascoltare come rivolta a noi quella frase che Gesù disse ad Angela da Foligno: "Non per scherzo ti ho amata". Non ci perderemo in parole, senza almeno per oggi invocare grazie. Rimaniamo lì per scoprirci amati di tale amore e per imparare ad amare… Il Signore Gesù ci conceda, questa sera e sempre, la grazia di conoscere l’amore vero, l’unico che nutre anche se costa. Rimaniamo spesso ai piedi della sua croce per assimilare da lui la forza d’amare. Amen».

Tutto questo lo avevamo meditato anche nel primo pomeriggio. Un buon numero di pellegrini ha partecipato alla Via Crucis esterna, lungo il viale. I testi di Madre Speranza sono stati quanto di più utile si potesse ricevere per partecipare, con tutto lo slancio possibile, anche emotivo, perché no, a quel Misterium doloris di Colui che ha dato se stesso per la vita di molti.

In serata si poi svolta e conclusa la Sacra Rappresentazione della Passione che, come ho scritto sopra, è iniziata la Domenica delle Palme. Abbiamo assistito attoniti a tutto quello che la lettura e l’ascolto del Vangelo di Giovanni ci avevano proposto nel pomeriggio. La forma scenica, l’immedesimazione dei figuranti, il clima davvero raccolto e partecipe di tutti i convenuti hanno creato un’atmosfera di grande spiritualità. Penso che non mancasse nessuno dei parrocchiani di Collevalenza; ognuno, secondo la propria competenza, sotto la guida dei due parroci e dei diretti responsabili dell’evento, si è fatto apprezzare per la serietà, la compostezza, l’ordine e la professionalità, carichi forse di quella forza emotiva ricevuta dall’ascolto integrale della Passione che, insieme a p. Quinto e p. Alessandro, abbiamo proposto a tutti poco prima di passare alla drammatizzazione dei testi sacri.

Lumen Christi

Il sabato santo… giorno di attesa, giorno in cui tutto è sospeso, giorno che sembra vuoto ma che invece ha una pienezza tutta sua. Gesù è nel sepolcro… è il chicco di grano che "gettato nella terra marcisce e così dà molto frutto"... è un morto che lentamente ha mosso la crosta indurita del nostro cuore... quella crosta ben più pesante della pietra che chiude il sepolcro.

E Maria è ancora là, attende anche lei... Attende che si compiano le promesse divine e intanto "conserva tutte le parole e le medita nel suo cuore" e forse questo abbiamo imparato: il sabato santo è il giorno della meditazione, il giorno della speranza, il giorno della pazienza.

Con la grande Veglia è esploso l’Alleluia della creazione intera… meravigliata e o­ran­te dinanzi all’opera compiuta dal Signore. In questa santa Notte, la Chiesa si è illuminata dello splendore di Cristo… è questa la notte che non conosce tenebra, il giorno del Signore, la domenica che dà origine a tutte le domeniche della Chiesa.

"O immensità del tuo amore per noi! O inestimabile segno di bontà: per riscattare lo schiavo, hai sacrificato il tuo Figlio! Davvero era necessario il peccato di Adamo, che è stato distrutto con la morte del Cristo. Felice colpa che meritò di avere un così grande redentore! O notte beata, tu sola hai meritato di conoscere il tempo e l’ora in cui Cristo è risorto dagli inferi.." La mia voce è stata quella che ha dato corpo sonoro a queste antiche parole che da secoli accompagnano e salutano il cero pasquale, simbolo del Cristo risorto. «Anche noi, come le donne, ci siamo recati al sepolcro, l’abbiamo trovato vuoto e abbiamo ascoltato come loro l’incredibile annuncio. Ma tutto questo deve tradursi nell’impegno di fare della nostra vita un’esistenza pasquale, permeata di continue e rinnovate rinunce al male e costellata di incessanti gesti di amore; un’esistenza, specie in questo anno in cui ricordiamo il 50° anniversario della erezione canonica del Santuario, che è concretamente un passaggio "dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli". Una Pasqua speciale, se vogliamo: dalla condizione di "uomo vecchio" a quella di "uomo nuovo", fratelli che amano come si ama nella famiglia di Dio; fratelli che permettono al Risorto di vivere ed amare in mezzo a loro… fratelli che sanno essere annuncio di risurrezione a tutto il mondo rassegnato e scettico… fratelli con una gioia che non resta sconfitta perché rinasce con Gesù che risorge... fratelli che diffondono la gioia a tutti… nello slancio di quel luminoso eterno mattino... e come Maria offriamo la nostra gioiosa certezza... offriamo il Cristo risorto che risorge fino alla fine, quando consegnerà al Padre l’umanità risorta!»

Dives in Misericordia

La domenica dell’ottava di Pasqua ricorre la Festa della Divina Misericordia. Una festa entrata ufficialmente nella liturgia della chiesa cattolica con la istituzione della messa votiva "de Dei Misericordia" per iniziativa personale di Sua Santità Giovanni Paolo II che ne firmò il decreto il 1° settembre 1994. La liturgia non ci ha fatto mancare il suo sostegno e, proprio il Vangelo, ha reso comprensibile ai nostri cuori la misericordia del Signore, il dono della pace da parte di Gesù è per tutti: per chi lo ha abbandonato e ancora lo lascia solo, per chi è infedele al suo amore, per chi ha paura, per chi è nel dubbio. La scelta della prima domenica dopo Pasqua ha un profondo significato teologico: sta a indicare lo stretto legame tra il mistero pasquale della Redenzione e la Divina Misericordia. Al Santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza, accolto dal Superiore generale P. Aurelio Pérez, ha presieduto una solenne concelebrazione Mons. Pier Giacomo De Nicolò, già Nunzio Apostolico in Costa Rica, India e Svizzera. Mons. De Nicolò nel corso della omelia ha diffusamente ricordato la figura e l’opera della Venerabile Madre Speranza, apostola dell’Amore Misericordioso, che per divina ispirazione ha realizzato le due Congregazioni, delle Ancelle e dei Figli dell’Amore Misericordioso, il Santuario di cui ricorre quest’anno il 50° della erezione canonica, la Basilica e tutte le opere annesse finalizzate all’accoglienza dei pellegrini e dei sacerdoti. Mons. De Nicolò, oltre a proporre la sua toccante testimonianza sulla Madre e l’accoglienza che gli riservava ne ha infine auspicato la sollecita definizione del processo canonico di beatificazione ed ha invitato ad intensificare preghiere al Signore perché conceda l’onore degli altari. Al termine della celebrazione il simpaticissimo Presule ha intonato due canti: un "Domine non sum dignus" e un’antica lauda mariana. La meraviglia per il timbro autenticamente tenorile, esteso e squillante, la perfetta intonazione, l’intensa interpretazione dei brani hanno dato vita ad un calorosissimo applauso indice non solo di apprezzamento ma anche di sincera gratitudine. A nome della Famiglia Religiosa dell’Amore Misericordioso porgo a Sua Eccellenza il nostro grazie e il più cordiale ben tornato!

Nel pomeriggio abbiamo avuto il piacere di accogliere il ritiro del gruppo della Comunità Magnificat del Rinnovamento nello Spirito Santo dell’Umbria. Erano circa 450 persone, di cui molte famiglie; dopo l’interessantissima e densa meditazione di Suor Roberta Minerva, hanno partecipato alla celebrazione eucaristica presieduta, per l’occasione, da Mons. Domenico Cancian, Vescovo di Città di Castello, nostro confratello.

Nella gioia del Cristo Risorto non abbiamo dimenticato il grido di dolore dei nostri fratelli abruzzesi colpiti dal sisma del 6 aprile; in loro possiamo riconoscere i tratti del volto di Gesù sofferente, profugo, povero e solo. La nostra famiglia religiosa ha pregato e continuerà a pregare per le vittime ma in particolare per i superstiti e per tutte le loro necessità. Facendo nostro l’invito della Chiesa Italiana, anche qui al Santuario, proprio in questa domenica, durante le celebrazioni, abbiamo raccolto offerte da destinarsi alle popolazioni abruzzesi colpite dal sisma. Ringrazio tutti per la generosa partecipazione che ha fatto raccogliere la somma di 6 500,00 euro.

Pellegrini

Nel mese di Aprile davvero sono state tante le presenze sia al Santuario che alla Casa del Pellegrino. Molti sono stati i gruppi guidati dai parroci, che sono venuti qui con lo scopo di fare una o più giornate di ritiro spirituale in preparazione della Pasqua.

In particolare ricordiamo l’affollatissimo gruppo organizzato dal nostro confratello Don Piero Boscherini di Ronco (FO). E’ stata davvero una bella giornata; tutto si è svolto sotto l’attenta e preparata organizzazione di Don Piero che, come il Buon Pastore, guida e veglia sulle "sue" pecorelle.

Ancora tanti pellegrini da Isola della Scala: una presenza costante e puntuale grazie all’impegno dei Capigruppo locali così legati al nostro Santuario.

Sabato 18 aprile abbiamo avuto l’onore e la gioia di accogliere Cavalieri e Dame della Sezione Umbria dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme che insieme a S. E. Mons. Ceccobelli, vescovo di Gubbio, hanno celebrato la santa messa ai piedi del Crocifisso.

Un nutrito gruppo di presbiteri della diocesi di Forlì-Bertinoro ha trascorso una giornata di spiritualità presso il Santuario in compagnia dell’allegro p. Vittorio che oltre ad essere il nostro impeccabile economo è anche un ottimo accompagnatore e simpatico intrattenitore. La sua presenza a tavola ha reso il momento conviviale davvero piacevole e spassoso.

Molti sono stati anche gli incontri di preparazione alla Prima Comunione organizzati dai parroci di molti località limitrofe e non (Viterbo, Orte, Narni, Penna in Teverina, San Biagio della Valle, Vasanello…). Ci hanno fatto visita anche un gruppo di novizi della Congregazione dei Frati francescani dell’Immacolata, fondati da P. Stefano Manelli.

In questo mese tutti noi Figli dell’A.M. siamo stati particolarmente impegnati nell’accoglienza, nelle celebrazioni liturgiche, ma soprattutto alla celebrazione dei sacramenti della Riconciliazione e della Eucaristia. Anche l’afflusso alle Piscine ha registrato un notevole incremento. In particolare la celebrazione del sabato ha visto una massiccia partecipazione di pellegrini provenienti da tutta Italia.

Concerti giubilari

Nel giubileo del suo santuario, Gesù, Amore Misericordioso, è stato onorato con la musica di due concerti.

Il 4 aprile i Cantori di Perugia, diretti dal M.° Renato Sabatini hanno eseguito La Desolata, Sacra Rappresentazione, che ,con canti polifonici, laudi e letture sacre, ha trattenuto gli ascoltatori in una affascinante contemplazione del mistero della morte e risurrezione di Gesù Cristo.

L’ 11 aprile sono stati i Corali di Bach e le antifone gregoriane della Pasqua con le relative variazioni organistiche a creare un ‘atmosfera musicale di intensa spiritualità.

Un pubblico raffinato ha partecipato all’ esecuzioni musicali dell’organista M.° Carlo Andreassi e del mezzosoprano Laura Toppetti.

Anniversari

Nell’anno dedicato all’Apostolo Paolo, il 16 aprile qui al Santuario, don Ruggero Ramella, Sacerdote Diocesano FAM, ha reso grazie al Padre per i suoi venticinque anni di presbiterato. Il sentimento che ha espresso considerando il dono ricevuto è stato quella di una profonda meraviglia (in riferimento anche alla prima lettura del giorno). Anche lui come Paolo sulla via di Damasco, si è sentito afferrato da Cristo, posseduto dal suo amore, spinto a non fermarsi più nel gridare il Vangelo ad ogni uomo. Una spinta che prende ora maggior vigore dall’appartenenza alla nostra Famiglia Religiosa, pur rimanendo parroco in Roma. Cristo ha fatto di lui un uomo libero: libero da se stesso, dal giudizio degli altri, dalla paura di fronte alle fatiche e agli insuccessi. Libero di amare. "Se uno è in Cristo è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco ne sono nate di nuove (2Cor 5,17)". Una novità di vita che lo invita anche a fugare dubbi circa l’inadeguatezza della sua persona a svolgere un ministero così grande e importante. L’avanzare dell’età, ci diceva, rende sempre più consapevoli della bellezza del dono ricevuto di fronte al quale siamo sempre più responsabili e grati. La vocazione è questione di fiducia. Dio per primo è a dare fiducia, a chiamare a vivere in pienezza. Ma anche la risposta dell’ uomo richiede fiducia: è l abbandono di chi mette la propria vita nelle mani del Padre. «Mi sono dibattuto, hai vinto. I miei dubbi sono spazzati, i miei timori svaniscono. Perché ti ho riconosciuto senza vederti, ti ho sentito senza toccarti, ti ho compreso senza udirti. (M. Quoist)».

***

Un’ ultima notizia prima di lasciarvi all’angolo della Misericordia. Il prossimo mese di maggio avrò la gioia di celebrare il venticinquesimo della mia consacrazione religiosa (8 maggio) e il ventesimo anno di ordinazione presbiterale(28 maggio). Confidando nel vostro ricordo orante, chiedo al Signore umiltà, perseveranza, progresso nella conversione e tanta carità, insomma tutto ciò che occorre per essere un cristiano, religioso e prete secondo lo stile dell’Amore Misericordioso. Un pensiero riconoscente ed affettuoso anche a quei fratelli che mi hanno accolto e hanno curato la mia vocazione: sono ormai tutti in cielo dove cantano in eterno le meraviglie del Signore insieme alla nostra Venerabile Madre che ebbi la gioia e la grazia di conoscere negli ultimi mesi della sua esistenza terrena. 

L'angolo

della MISERICORDIA

Qualche anno fa, alle Paraolimpiadi per portatori di handicap di Seattle, nove atleti, tutti,  mentalmente o  fisicamente disabili, erano pronti  sulla linea di  partenza dei 100 metri.  Allo sparo della  pistola, iniziarono la gara, non  tutti correndo, ma  con la voglia di  arrivare e vincere. In tre correvano, un  piccolo ragazzino cadde sull’asfalto, fece  un paio di capriole e  cominciò a piangere.

Gli altri otto sentirono il ragazzino pian­ge­re. Rallentarono e  guardarono indietro. Si fermarono e tornarono indietro... ciascuno di loro. 

Una ragazza con la sindrome di Down si sedette accanto a lui e  cominciò a baciarlo e a dire:  "Adesso stai meglio?" Allora, tutti e nove  si abbracciarono e camminarono verso la linea del  traguardo.

Tutti nello stadio si alzarono, e gli applausi  andarono avanti per  parecchi minuti. Persone che erano presenti raccontano ancora la  storia.

Perché?  

Perché dentro di noi  sappiamo che:  la misericordia di Dio ci viene offerta per invitarci a diventare come Lui e mostrare la stessa compassione agli altri come Lui la mostra a noi. Ciò che siamo chiamati a realizzare nella nostra vita è, non solo sperimentare l’amore di Dio ma occupare il posto del Padre, ecco la nostra  principale "vocazione", quella di riuscire a far star bene il nostro prossimo.

C’è di più, finché apparterremo a questo mondo e alle sue logiche di competizione pretenderemo sempre di essere ricompensati per tutto il bene che facciamo, ma quando apparteniamo a Dio e ci sentiamo a Lui uniti possiamo vivere come Lui, cioè essere testimoni di misericordia, testimoni che vivere la misericordia nella nostra vita significa trovare un significato vero, una via sicura, una certezza ferma, sicuramente la sola risposta all’inquietudine dell’uomo, sicuramente la sola strada per realizzare la dignità e la persona umana.

 

Foto di gruppo

Domenica delle Palme, rappresentazione della Passione

Domenica delle Palme, rappresentazione della Passione

Altare della reposizione

Da Follonica (GR) Da Roma Da S. Michele al Tagliamento, Venezia
Da Forlì Concelebrazione di Mons. De Nicolò Rinnovamento nello Spirito, Regione Umbria
Frati Francescani dell’Immacolata Dall’Isola d’Elba Da Ceccano (Frosinone)
Da Scafati (SA) Don Ruggero Prima professione religiosa di P. Alberto
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ultimo aggiornamento 28 maggio, 2009