una pagina di vangelo

a cura di Ermes M. Ronchi

Il Dio gioioso moltiplica la vita

 

 

 

 

Dal Vangelo di Giovanni 16, 12-15:

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l’annunzierà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l’annunzierà».

 

Un solo Dio in tre Persone: croce di tutti i teologi, dogma che non capisco eppure liberante, perché mi assicura che Dio non è in se stesso solitudine.

L’oceano della sua vita vibra di un infinito movimento d’amore, di reciprocità, scambio, superamento di sé, abbraccio. Dio è movimento d’amore.

Così noi. Creati non solo ad immagine di Dio, ma ad immagine dell’intera Trinità, e nostra natura profonda è la comunione. «Non è bene che l’uomo sia solo» (Gen 2,18).

Solitudine è il primo male. Perfino nel cielo: «neanche Dio può stare solo» (Turoldo). La Trinità è la vittoria essenziale sulla solitudine.

E così deve essere l’uomo, così la Chiesa, così noi: questa è la direzione della storia.

Non ci sono, per raccontare la Trinità, parole migliori di tre linguaggi: la poesia, il cuore pieno, la ricerca.

 

La poesia

Come fa il libro dei Proverbi (Proverbi 8,22-31): parlare di Dio attraverso il miracolo delle cose e della loro origine, attraverso la Sapienza di Dio, che sa il luogo dove nascono gli abissi, che traccia l’arco del cielo, che prova la gioia di creare, gode della bellezza delle cose e della compagnia degli uomini. Non il Dio noioso dei nostri trattati, ma il Dio gioioso che moltiplica vita, crea bellezza, produce armonia e compagnia. «Ciechi gli uomini che, senza poesia, vogliono, per un lungo domani, muovere in cerca di saggezza» (Pindaro).

 

Il "cuore pieno"

Paolo (Romani 5,1-5) parla con un cuore pieno di passione e di speranza.

A noi abituati a interpretare tutto sempre più tristemente in chiave di degrado, di impoverimento, di sospetto, Paolo racconta di un Dio che riempie il cuore: «l’amore è stato riversato nei vostri cuori». Riversato: e parla di grandi acque, di quantità che deborda, di un Dio che non misura, non condizionato dal cuore piccolo dell’uomo, che introduce il "di più" rispetto al pareggio contabile del dare e dell’avere, speranza che non delude.

 

Rivelazione e ricerca insieme

Gesù (Gv 16,12-15) non definisce tutto, come vorrebbe la nostra presunzione («ho ancora molte cose da dirvi»); invece di dire tutto, promette un lungo corroborante cammino, una ricerca e una guida: «lo Spirito vi guiderà alla verità tutta intera». Che è al futuro, per domani e non per oggi; che non è chiusa nelle nostre formule, perché «in Dio si scoprono nuovi mari quanto più si naviga» (De Leon). E così è nel Vangelo.

E «la verità tutta intera» non consiste in definizioni nuove, ma è tradurre ancora il Vangelo in forte armoniosa cordiale sapienza del vivere. La sapienza di Gesù, che mostra cosa sia vivere bene la vita e la morte, il dono e l’incontro, il potere e l’amicizia; come si possano coltivare speranze che non deludono e, infine, vivere attenti sempre alla dolcezza delle cose.

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ultimo aggiornamento 14 luglio, 2009