50° del Santuario

 8  note di storia

22 novembre 1981

Il Papa al santuario

Questo giorno radioso,
che ha fatto il Signore,
dono inestimabile di
grazia per la nostra
Famiglia, evoca dal
profondo dei nostri cuori
la più gioiosa
gratitudine…
La Madre Fondatrice,
tutte le Ancelle
ed i Figli,
salutando il
Vicario di Cristo,
benvenuto e benedetto
nel nome dell’Amore Misericordioso,
chiedono la luce ed il
conforto della Sua
parola e del
Suo magistero.

 

Anche io ero presente quel 22 novembre 1981 a Collevalenza, quando il papa Giovanni Paolo II è venuto al Santuario. Erano passati pochi mesi dal 13 maggio quando in piazza san Pietro il papa aveva subito l’attentato e da quel giorno il papa non era più uscito dal vaticano; tutta la Chiesa viveva ancora con trepidazione quelle giornate.

E fu lo stesso Papa, a sorpresa, l’8 novembre, appena due settimane prima, all’Angelus, a dare la grande notizia:

"Desidero annunciare che domenica 22 novembre, festa di Cristo re, a Dio piacendo, mi recherò in visita al Santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza, in Diocesi di Todi, per ricordare in quel luogo di preghiera e di pietà cristiana, quanto scrissi nella Lettera Enciclica Dives in misericordia, pubblicata esattamente un anno fa: «Il mondo degli uomini può diventare sempre più umano solo se introdurremo nel multiforme ambito dei rapporti interumani e sociali, insieme alla giustizia, quell’Amore Misericordioso che costituisce il messaggio messianico del Vangelo». Vi prego di accompagnarmi con le vostre preghiere affinché la mia visita, fra due settimane, possa recare copiosi frutti di bene per le anime".

Allora, quel giorno l’ho vissuto con tante emozioni, con la sorpresa per tante cose nuove, quasi da non poter credere a quello che i miei occhi vedevano, dopo due settimane impossibili di preparativi da fare in troppo poco tempo. Anche se era una visita attesa e desiderata, ma forse nessuno di noi pensava che potesse arrivare tanto presto.

La stessa Madre ce ne aveva parlato 16 anni prima, il 9 settembre 1965, l’anno che si terminò e consacrò il grande Santuario, l’attuale Basilica e la Cripta.

"La notte passata il buon Gesù mi ha detto che un giorno il Vicario di Cristo verrà a visitare il Suo Santuario. Io con tutta me stessa e con tutto il desiderio Gli ho detto che vorrei che questo avvenisse subito, adesso…" (El pan 21, exh 659).

Ogni volta che ricordo quel giorno, mi sento di dover dire che, allora, non ne ho capito un granché; oggi mi appare sempre di più un dono straordinario. Ho la sensazione che Padre Gino fosse riuscito a intuirne tutta la portata se, nel saluto rivolto al Papa al suo arrivo a Collevalenza si sentì di dire:

"Questo giorno radioso, che ha fatto il Signore, dono inestimabile di grazia per la nostra Famiglia, evoca dal profondo dei nostri cuori la più gioiosa gratitudine …

La Madre Fondatrice, tutte le Ancelle ed i Figli, salutando il Vicario di Cristo, benvenuto e benedetto nel nome dell’Amore Misericordioso,

chiedono la luce ed il conforto della Sua parola e del Suo magistero".

Si perché il Papa, due settimane prima, nel dare l’annuncio di questo pellegrinaggio aveva detto con chiarezza anche il motivo:

«Il mondo degli uomini

può diventare sempre più umano

solo se introdurremo nel multiforme

ambito dei rapporti interumani e sociali,

insieme alla giustizia,

quell’Amore Misericordioso

che costituisce il messaggio messianico del Vangelo"

I discorsi che il Papa ha fatto a Collevalenza sono una risposta meravigliosa alla richiesta e al desiderio espresso da Padre Gino: poter ricevere luce e conforto dalla parola e dal magistero del Papa.

Mi sembra di poter così sintetizzare i pensieri che il Papa ha sviluppato nei cinque discorsi tenuti al Santuario:

1. Il messaggio dell’Amore Misericordioso è il messaggio della Chiesa oggi

2. Il Santuario di Collevalenza è centro eletto di spiritualità e di pietà

3. La vostra vocazione riveste un carattere di viva attualità

4. Anche la via difficile della sofferenza, se appare spesso misteriosa nei suoi disegni, è però sempre mossa dall’amore infinitamente sapiente e premuroso di Dio.

5. Perché Dio sia tutto in tutti.

Riproponiamo alcuni passi di questi cinque discorsi.

1. Il messaggio dell’Amore Misericordioso è il messaggio della Chiesa oggi.

«Fin dall’inizio del mio ministero nella sede di San Pietro a Roma, ritenevo questo messaggio come mio particolare compito» (La parola del Papa all’Angelus)

Fin dall’inizio del mio ministero nella sede di San Pietro a Roma, ritenevo questo messaggio come mio particolare compito. La Provvidenza me l’ha assegnato nella situazione contemporanea dell’uomo, della Chiesa e del mondo. Si potrebbe anche dire che appunto questa situazione mi ha assegnato come compito quel messaggio dinanzi a Dio, che è Provvidenza, che è mistero imperscrutabile, mistero dell’Amore e della Verità, della Verità e dell’Amore. E le mie esperienze personali di quest’anno, collegate con gli avvenimenti del 13 maggio, da parte loro mi ordinano di gridare: "misericordiae Domini, quia non sumus consumpti (Lam 3, 22).

Perciò oggi prego qui insieme con voi, cari Fratelli e Sorelle. Prego per professare che l’Amore misericordioso è più potente di ogni male, che si accavalla sull’uomo e sul mondo. Prego insieme con voi per implorare quell’Amore misericordioso per l’uomo e per il mondo della nostra difficile epoca.

2. Il Santuario di Collevalenza è centro eletto di spiritualità e di pietà.

Sono qui fra voi, pellegrino al Santuario dell’Amore Misericordioso, che è centro eletto di spiritualità e di pietà (La parola del Papa al suo arrivo a Collevalenza)

Col suo stesso nome, come con la sua mole e con l’attività spirituale, pastorale e formativa che vi è promossa, esso a tutti ricorda e proclama la grande e consolante verità della misericordia paterna del Signore.

3. La vostra vocazione riveste un carattere di viva attualità

La vostra vocazione riveste un carattere di viva attualità (La parola del Papa alla nostra famiglia religiosa di Ancelle e di Figli dell’Amore Misericordioso)

Per liberare l’uomo dai propri timori esistenziali, da quelle paure e minacce che sente incombenti da parte di individui e Nazioni, per rimarginare le tante lacerazioni personali e sociali, è necessario che alla presente generazione - alla quale pure si estende la Misericordia del Signore cantata dalla Vergine Santissima (Cfr. Lc 1, 50) - sia rivelato "il mistero del Padre e del suo amore". L’uomo ha intimamente bisogno di aprirsi alla misericordia divina, per sentirsi radicalmente compreso nella debolezza della sua natura ferita; egli necessita di essere fermamente convinto di quelle parole a voi care e che formano spesso l’oggetto della vostra riflessione, cioè che Dio è un Padre pieno di bontà che cerca con tutti i mezzi di confortare, aiutare e rendere felici i propri figli; li cerca e li insegue con amore instancabile, come se Lui non potesse essere felice senza di loro. L’uomo, il più perverso, il più miserabile ed infine il più perduto, è amato con tenerezza immensa da Gesù che è per lui un padre ed una tenera madre.

Da questi brevi cenni risulta che la vostra vocazione sembra rivestire un carattere di viva attualità. È vero che la Chiesa, durante i secoli, mediante anche l’opera dei vari Ordini e Congregazioni Religiose, ha sempre proclamato e professato la misericordia divina, essendone amministratrice sollecita in campo sacramentale ed in quello dei rapporti fraterni, ma vorrei rilevare soltanto che la vostra speciale professione attinge direttamente il nucleo di una tale missione, e vi abilita istituzionalmente ad esercitarla.

Lo spirito del vostro Istituto, il quale reca con sé il fervore degli inizi, si esprime in una pietà solida, in una disinteressata dedizione ed in un ardente impegno apostolico, come ne fanno fede le grandiose costruzioni sorte in pochi decenni attorno a questo Santuario, e le folle che qui accorrono per rinnovare ed accrescere la propria vita cristiana.

Desidero esprimere il mio compiacimento per quanto viene compiuto nel campo dell’assistenza e della santificazione del clero diocesano. Tale compito rientra nel fine specifico della Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso, per la cui realizzazione le Ancelle prestano la loro delicata collaborazione. Si legge infatti, nel Libro delle Usanze che traduce in pratica le Costituzioni: "aiuteranno i Sacerdoti in tutto, più con i fatti che con le parole", e tutto ciò con spirito di lieta e generosa dedizione. Un particolare impegno viene esercitato per incoraggiare tra i Sacerdoti diverse e progressive forme di una certa vita comune (cfr. Decr. Presb. Ord. 8).

Le Ancelle, d’altra parte, svolgono nelle loro Case tutta una serie di provvide assistenze che testimoniano una generosa elasticità nell’adattamento alle esigenze caritative dei luoghi ed alle domande dell’Autorità ecclesiastica.

Ed ora, cari Fratelli e Sorelle, vorrei rivolgervi una viva esortazione ad essere saggiamente fedeli alla vostra vocazione.

Consapevoli della necessità che l’uomo moderno ha di incontrarsi con l’amore del "Padre delle misericordie", e lieti di essere consacrati alla diffusione di un tale amore, offrite, anzitutto, nell’ambito della vostra grande Famiglia, una testimonianza serena e convincente di carità fraterna. "Congregavit vos in unum Christi amor": è Cristo Signore che si è interessato a ciascuno di voi e vi ha riuniti in Congregazioni distinte, ed in un’unica Famiglia, per compiere, con differenti modalità, lo stesso cammino di perfezione, nello svolgimento della missione evangelizzatrice. Il compito di proclamare la misericordia del Salvatore richiede una testimonianza probante di unione, di scambievole amore misericordioso come Gesù stesso ha esortato con la forza tragica della sua ultima ora: "Amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amati" (Gv 15, 12). Tale amore fraterno è in se stesso una prova ed una evangelizzazione della misericordia: "Siano anch’essi una sola cosa in noi, affinché il mondo creda che Tu mi hai mandato" (Gv 17, 21).

Per costruire l’anima, prima ancora che le strutture di una Congregazione, è necessario realizzare un amore che richiede spesso sacrificio e rinuncia personale, in sintonia con quanto testimoniato da Cristo, soprattutto col suggello della sua estrema donazione.

Tale richiamo suggerisce l’invito ad approfondire sempre di più le radici del vostro spirito di Famiglia, mediante una immedesimazione intensa nei sentimenti di Cristo Crocifisso e di Cristo Eucarestia, le cui immagini recate nel vostro emblema: abbiate in voi gli stessi sentimenti che erano in Gesù Cristo... che umiliò se stesso... fino alla morte di croce" (Fil 2, 5-8).

Non è possibile essere Araldi della Misericordia senza l’assimilazione intensa del senso e del valore delle estreme donazioni di un amore divino infinitamente più potente della morte: il Crocifisso e l’Eucarestia; di un amore inesauribile, "in virtù del quale il Signore desidera sempre unirsi ed immedesimarsi con noi, andando incontro a tutti i cuori umani", come scrivevo un anno fa nella lettera Enciclica "Dives in Misericordia" (n. 13), che voi vi proponete di ricordare tra pochi giorni con un solenne convegno internazionale.

Nella contemplazione di un tale amore, è meno difficile resistere ad un’aura secolarizzante che, sotto il pretesto di un certo tipo di presenza nel mondo, potrebbe aver impoverito la fede e reso meno viva la fiducia e meno soprannaturale la carità; è più facile alimentare il buono spirito trasmessovi, per realizzare in voi la beatitudine dei "misericordiosi", al fine non solo di ottenere, ma anche di irradiare misericordia.

Questo Santuario voluto per esaltare e continuamente celebrare i tratti più squisiti dell’Amore Misericordioso, consideratelo come costante punto di riferimento, culla della vostra vocazione, centro e segno della vostra particolare spiritualità. In esso sia sempre proclamato il lieto annunzio dell’Amore Misericordioso, mediante la Parola, la Riconciliazione e l’Eucarestia. È parola evangelica quella che voi pronunciate per confortare e convincere i fratelli circa l’inesauribile benevolenza del Padre celeste. È rendere possibile l’esperienza di un amore divino più potente del peccato, l’accogliere i fedeli nel Sacramento della Penitenza o Riconciliazione, che so qui amministrato con costante impegno. È rinvigorire tante anime affaticate e stanche, alla ricerca di un ristoro che rechi dolcezza e robustezza nel cammino, offrire loro il Pane Eucaristico.

Tale sublime ministero della Misericordia, come pure ogni vostra aspirazione ed attività, affido a Maria Santissima, da voi venerata sotto il titolo di Mediatrice, invocandola con fervore, affinché voglia maternamente propiziare ed affrettare per voi il dono del suo Figlio Gesù e, d’altra parte, la vostra piena apertura verso di Lui.

La mia esortazione ed il mio saluto raggiungano ugualmente quanti, Ancelle e Figli delle varie Comunità d’Italia, di Spagna e di Germania, non sono qui presenti, con particolare pensiero di conforto e di incoraggiamento per le due giovani Comunità missionarie del Brasile. Auspico alla vostra cara Madre Fondatrice, che è qui in mezzo a voi, di vedervi tutti decisamente incamminati verso la santità, secondo le sue aspirazioni materne.

Rivolgo poi un particolare saluto, beneaugurante letizia e prosperità cristiane, ai vostri amici ed a quanti sostengono le vostre iniziative apostoliche, mentre imparto a tutti ed a ciascuno la mia affettuosa Benedizione Apostolica.

3. Anche la via difficile della sofferenza, se appare spesso misteriosa nei suoi disegni, è però sempre mossa dall’amore infinitamente sapiente e premuroso di Dio.

«Datemi le vostre sofferenze» (La parola del Papa ai malati, nel Tempio).

È con particolare commozione che rivolgo a voi la parola in questo momento che precede la celebrazione della Santa Messa presso questo Santuario dell’Amore Misericordioso. Desidero esprimervi, innanzitutto, il mio affetto, testimoniarvi il mio apprezzamento ed esortarvi a perseverare con coraggio nella via difficile, sulla quale vi ha posto la provvidenza di Dio che, se appare spesso misteriosa nei suoi disegni, è però sempre mossa da amore infinitamente sapiente e premuroso.

Nel Vangelo sono frequenti gli accenni agli incontri di Gesù con persone ammalate. Egli non restò indifferente di fronte a nessuna situazione di umana sofferenza, ma ebbe per tutte un gesto di aiuto e una parola di conforto. Questo suo atteggiamento si è trasferito nella Chiesa, la quale ha imparato da Lui ad amare gli ammalati e ad adoperarsi per portare ad essi, insieme con la parola illuminatrice della fede, l’aiuto concreto che le cir­co­stanze rendevano possibile.

Voi comprendete, dunque, perché il Papa desideri incontrarsi con chi soffre e senta come suo particolare dovere quello di recare a ciascuno la rinnovata attestazione dell’amore di Dio e il fervido invito a ravvivare la speranza. La sofferenza, da quando Cristo l’ha presa su di sé, ha assunto un valore inestimabile: è divenuta sorgente di energia salvatrice per la persona che la sopporta e per l’intero genere umano.

Consentitemi, pertanto, di dire anche a voi che conto molto sul contributo che voi potete dare alla causa del Regno di Cristo nel mondo. La Liturgia ci invita, oggi, a meditare sulla natura e sulle sorti di questo Regno. Orbene, come sapete, Gesù non l’ha conquistato con la forza, né ha affidato il suo futuro alla violenza delle armi. Regnavit a ligno Deus - Dio ha regnato dalla Croce!

È con la sofferenza e con la morte che Gesù ha vinto le forze del male, ribaltando la situazione disperata in cui si trovava l’umanità e conquistando ad ogni figlio di Adamo il diritto di essere cittadino di quel Regno di amore e di libertà che, preannunciato quaggiù nella Chiesa, avrà la sua piena attuazione nel Cielo.

La morte in Croce di Cristo ha segnato per sempre la storia umana: ormai, nel drammatico scontro tra bene e male, di cui essa è scenario e testimone, il contributo più valido all’affermarsi delle forze del bene non potrà essere dato che dalla sofferenza accolta ed offerta in amorosa comunione col Figlio di Dio, che sull’altare rinnova l’immolazione suprema attuata "una volta per tutte" sul Golgota.

Come non riflettere su questa dimensione misteriosa ed affascinante della partecipazione umana alla redenzione, ora che stiamo per iniziare la celebrazione dell’Eucarestia, in cui Gesù sarà ancora fra noi nella realtà della sua Pasqua di morte e di resurrezione?

Dàtemi le vostre sofferenze, Fratelli e Sorelle! Le porterò all’altare, per offrirle a Dio Padre in unione con quelle del Figlio suo unigenito e per implorare, in nome anche di esse, pace per la Chiesa, comprensione reciproca fra le nazioni, l’umiltà del pentimento per chi ha peccato, la generosità del perdono per chi ha subìto offesa, per tutti la gioia di una rinnovata esperienza dell’amore misericordioso di Dio. La Vergine Santissima, che "stava presso la Croce di Gesù" (cfr. Gv 19, 25) mentre Egli moriva per noi, susciti nei nostri cuori sentimenti adatti per quest’ora di luce e di grazia. Amen.

5. Perché Dio sia tutto in tutti.

Perché Dio sia tutto in tutti (1 Cor 15,28) - Ho desiderato venire al Santuario dell’Amore Misericordioso. - «Amore Misericordioso, Ti preghiamo non venire meno!» (La parola del Papa all’omelia della Messa)

Il regno di Cristo, che è dono dell’eterno Amore, dell’Amore misericordioso, è stato preparato "fin dalla fondazione del mondo".

Tuttavia, "a causa di un uomo venne la morte" (1 Cor 15, 21) e "tutti muoiono in Adamo" (1 Cor 15, 22). All’essenza del regno, nato dall’Eterno Amore, appartiene la Vita e non la morte. La morte è entrata nella storia dell’uomo insieme con il peccato.

All’essenza del regno, nato dall’eterno Amore, appartiene la Grazia, non il peccato. Il peccato e la morte sono nemici del regno perché in essi si sintetizza, in un certo senso, la somma del male che è nel mondo, penetrato nel cuore dell’uomo e nella sua storia.

L’Amore misericordioso tende alla pienezza del bene. Il regno "preparato fin dalla fondazione del mondo" è regno della verità e della grazia, del bene e della vita. Tendendo alla pienezza del bene, l’Amore misericordioso entra nel mondo segnato col marchio della morte e della distruzione. L’Amore misericordioso penetra nel cuore dell’uomo, aggravato dal peccato e dalla concupiscenza, che è "dal mondo". L’Amore misericordioso instaura un incontro con il male; affronta il peccato e la morte.

E proprio in ciò si manifesta e riconferma il fatto che questo Amore è più grande di ogni male.

…  Quanto grande è la potenza dell’Amore misericordioso, che aspettiamo fino a quando Cristo non avrà messo tutti i nemici sotto i suoi piedi, vincendo fino in fondo il peccato ed annientando, come ultimo nemico, la morte!

Il regno di Cristo è una tensione verso la vittoria definitiva dell’Amore misericordioso, verso la pienezza escatologica del bene e della grazia, della salvezza e della vita.

… Ecco la definizione del regno, preparato "fin dalla fondazione del mondo". Ecco il definitivo compimento dell’Amore misericordioso: Dio: tutto in tutti!

… Oh! di quanta potenza d’Amore hanno bisogno l’uomo odierno e il mondo! Di quanta potenza dell’Amore misericordioso! Oh! quanta potenza dell’Amore misericordioso si deve manifestare nella croce e nella risurrezione di Cristo! "Bisogna che egli regni...".

… Questo è dunque il regno dell’amore verso l’uomo, dell’amore nella verità; ed è perciò il regno dell’Amore misericordioso. Questo regno è il dono "preparato... fin dalla fondazione del mondo", dono dell’Amore. E’ anche frutto dell’Amore, che nel corso della storia e del mondo si fa costantemente strada attraverso le barriere dell’indifferenza, dell’egoismo, della non curanza e dell’odio; attraverso le barriere della concupiscenza della carne, degli occhi e della superbia della vita (cfr Gv 2, 16); attraverso il fomite del peccato che ogni uomo porta in sé, attraverso la storia dei peccati umani e dei crimini, come ad esempio quelli che gravano sul nostro secolo e sulla nostra generazione... attraverso tutto ciò!

Amore misericordioso, Ti preghiamo, non venire meno! Amore misericordioso, sii infaticabile! Sii costantemente più grande di ogni male, che è nell’uomo e nel mondo. Sii più grande di quel male, che è cresciuto nel nostro secolo e nella nostra generazione! Sii più potente con la forza del Re crocifisso!

"Beato il suo Regno che viene".

… Egli regna come Pastore, come il Buon Pastore. Pastore è colui che ama le pecore e ne ha cura, le protegge dalla dispersione, le raduna "da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine" (Ez 34, 12).

L’odierna liturgia contiene un commovente dialogo del Pastore con l’ovile.

Dice il Pastore: "lo stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare... Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita; fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia" (Ez. 34, 15-16).

Dice l’Ovile:

"Il Signore è il mio pastore:

non manco di nulla;

su pascoli erbosi mi fa riposare,

ad acque tranquille mi conduce.

Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino

per amore del suo nome...

Felicità e grazia mi saranno compagne

tutti i giorni della mia vita,

e abiterò nella casa del Signore

per lunghissimi anni" (Sal 22/23, 1-3.6).

Questo è il parlare quotidiano della Chiesa: il dialogo che si svolge tra il Pastore e l’Ovile ed in tale dialogo matura il regno "preparato fin dalla fondazione del mondo" (Mt 25, 24).

Cristo Re, come Buon Pastore, prepara in diversi modi il suo Ovile, cioè tutti coloro che Egli deve consegnare al Padre "perché Dio sia tutto in tutti" (1 Cor 15, 28). Quanto desidera egli dire a tutti un giorno: "Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno" (Mt 25, 34)! Quanto desidera egli incontrare, nel compiersi della storia del mondo, coloro ai quali potrà dire: "...io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi" (Mt 25, 35-36)! Quanto desidera egli riconoscere le sue pecore dalle opere di carità, anche solo una di esse, anche dal bicchiere di acqua dato nel suo nome (cfr Mc 9, 41)! Quanto egli desidera riunire le sue pecore in un solo ovile definitivo, per porle "alla sua destra" e dire: "ricevete... il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo"!

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ultimo aggiornamento 05 settembre, 2009