Omelie

Mons. Domenico Cancian

Collevalenza, 6 agosto 2009

Santuario dell’Amore Misericordioso

OMELIA di Mons. Domenico Cancian fam,

Vescovo di Città di Castello

"Uno simile
  a figlio
d’uomo"

 

Fratelli, in questa Festa della Trasfigurazione del Signore, celebriamo l’Amore Misericordioso di Dio nel suo Santuario, ricordando con gioiosa gratitudine due avvenimenti: il passaggio da questo mondo al Padre, 31 anni fa, di Paolo VI, il Papa del Concilio Ecumenico Vaticano II, ed il fatto che 50 anni fa (esattamente il 1° ottobre 1959) la Chiesa, per mezzo del Vescovo di Todi, Mons. Alfonso Mª De Sanctis, eresse come primo "Santuario dell’Amore Misericordioso" nel mondo la Cappella del Crocifisso.

  1.  Riandando agli anni ’50, nel paesino di Collevalenza, nessuno avrebbe previsto questo Santuario. Non serviva. E per di più dedicato all’Amore Misericordioso di cui in quegli anni non si parlava affatto. Oggi, guardando indietro e immaginando il futuro, ci chiediamo: che significato ha questo Santuario realizzato con infinito amore e altrettanto sacrificio da M. Speranza?
    Ancora una volta è la Parola di Dio a risponderci in modo chiaro.

 

  1.  La festa della Trasfigurazione del Signore ci ricorda il fatto storico della rivelazione di Gesù ai suoi discepoli.
    Scrive l’apostolo Pietro: "Vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole artificiosamente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza" (2 Pt 1, 16).
    Anche M. Speranza ci ha detto qualcosa di simile. "Figli miei, non mi sono inventata nulla: il Signore mi ha parlato e mi ha chiesto di costruire un grande Santuario dedicato al suo Amore Misericordioso. E io mi sono subito messa all’opera e l’ho fatto meglio che ho potuto".
    Il Signore che si era già rivelato a lei come Amore Misericordioso desiderava che tanti potessero incontrarlo qui in questo colle, come Padre buono e misericordioso, fonte di speranza e forte richiamo a diventare misericordiosi come il Padre.

 

  1.  Nella visione del profeta Daniele accanto al vegliardo assiso sul trono avvolto da vampe di fuoco (che richiama il roveto ardente di Mosé), ecco arrivare con le nubi del cielo "uno simile a un figlio d’uomo". A lui furono dati un potere eterno e un regno senza fine.
    Gesù, dinanzi ai Sommi Sacerdoti che lo stavano giudicando, attribuisce a sé questa Parola profetica: "Io sono il Figlio dell’Uomo e al medesimo tempo Figlio di Dio" (cf Mt 26,64). La conferma viene dal Padre nella Trasfigurazione: "Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!" (Mc 9, 7).
    Sì, il Figlio di Dio Altissimo, solo per Amore, si è fatto figlio dell’uomo. Lo attestano Mosé (la legge) ed Elia (i profeti) ai discepoli pieni di stupore e meraviglia sul monte Tabor. Pietro, Giacomo e Giovanni sono portati dentro il mistero trinitario dalla nube luminosa dello Spirito Santo. Vedono Gesù nella sua bellezza divina. L’uomo Gesù si rivela il Figlio di Dio, la cui bellezza divina consiste nell’essere, come il Padre e come lo Spirito Santo, "Amore Misericordioso".
    Infatti poco prima Gesù aveva precisato a Pietro che l’aveva riconosciuto Messia, Figlio di Dio, che "doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni risorgere" (Mc 8, 31). Pietro e gli altri si erano scandalizzati. Come poteva il Figlio di Dio essere umiliato e crocifisso? Semplicemente a motivo del suo infinito Amore Misericordioso per l’uomo!
    Fra poco nel prefazio pregheremo così: "Dinanzi a testimoni da lui prescelti egli rivelò la sua gloria e nella sua umanità, in tutto simile alla nostra, fece risplendere una luce incomparabile, per preparare i suoi discepoli a sostenere lo scandalo della croce e anticipare, nella Trasfigurazione, la meravigliosa sorte della Chiesa, suo mistico corpo".

  2.  Lo scandalo del Crocifisso è lo scandalo, ancora attuale, dello sconfinato Amore Misericordioso di Gesù, l’esatto opposto del potere e della gloria umana. Per questo, M. Speranza ispirata da Gesù, volle proporre, come immagine dell’Amore Misericordioso, il Crocifisso che invoca il perdono, porta in paradiso un ladro, dona a noi Sua Madre e offre la sua vita per noi. Questi è il Cristo Re, Re di quell’Amore che supera e vince tutto il male del mondo e offre a tutti la possibilità di essere trasfigurati nel suo amore. Ogni uomo può passare con Cristo, Amore Misericordioso crocifisso, dal male al bene, dalle tenebre alla luce, dall’egoismo all’amore, ossia alla divina bellezza.
    "Lasciamoci trasfigurare da questa gloriosa trasfigurazione… Come lui entreremo in una condizione stabile di trasfigurazione" (S. Atanasio). Una trasfigurazione e conversione permanente attraverso la Carità nella verità, ossia l’Amore vero, l’Amore Misericordioso.

 

  1.  "Noi tutti a viso scoperto – dice Paolo – riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore" (2Cor 3, 18).
    Lo Spirito del Signore, fratelli, ci ha portato qui, in questo Colle benedetto, Roccolo di Speranza. Questo luogo è santo perché Dio qui è apparso alla Madre (lo testimoniano anche le pietre) e perché respiriamo ancora il profumo lasciato da una donna la cui santità speriamo sia presto riconosciuta dalla Chiesa.
    Paolo VI conclude il suo "Pensiero alla morte" ringraziando il Signore perché attraverso i numerosi e impegnativi servizi alla Chiesa aveva potuto superare il suo "selvatico egoismo".
    Nel nostro credo abbiamo anche un articolo delle Costituzioni che dice così: "Nel Santuario dell’Amore Misericordioso si realizza un preciso disegno che, da un lato comprende la peculiare rivelazione di Dio Amore Misericordioso, e dall’altro ci ricorda i motivi essenziali della nostra vocazione e missione" (art. 20) che la Madre ha vissuto in pienezza, sentendosi la portinaia, la flauta, il paño che asciuga le lacrime, colei che si caricava le sofferenze dei pellegrini e le portava qui, intercedendo e pagando di persona, offrendo se stessa.
    Il mondo oggi ha bisogno d’incontrare attraverso noi questo Dio. Papa Benedetto XVI ha scritto le sue prime encicliche su questo unico tema. Deus Caritas est; siamo salvi in questa grande speranza e siamo chiamati a vivere la carità nella verità, per poter entrare nel suo Regno. Vivere in questo Amore misericordioso è la nostra conversione e la nostra santità intesa come far esperienza della misericordia divina, testimoniare e portare agli uomini questo Dio misericordioso, unico Salvatore.
    "Benedici, Gesù mio, questo tuo grande santuario e fa che sempre vengano a visitarlo dal mondo intero.
    Aiuta, consola e conforta tutti quanti ne hanno bisogno e fa, Gesù mio, che tutti vedano in Te non un giudice severo, ma un Padre pieno di amore e di misericordia che non conta le miserie dei suoi figli ma le dimentica e le perdona" (Madre Speranza, Preghiera per il Santuario).

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ultimo aggiornamento 05 settembre, 2009