la parola del papa

Benedetto XVI

 

La sapienza che viene dall’alto

 

 

 

 

Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo
Angelus
Domenica, 20 settembre 2009

 

Benedetto XVI

 

Dio ha creato tutte le cose; tutto è stato fatto da Lui e nulla senza di Lui .

Dio disse e tutto fu fatto; comandò e tutto fu creato. È Lui che dà vita e respiro ad ogni cosa; in Lui siamo, ci muoviamo e viviamo. Questa è una verità che la ragione dimostra e la fede c’insegna a credere.

Sì, Dio mio, Tu con la tua parola hai fatto tutto e solo ciò che hai voluto. Sono opera tua il giorno e la notte, l’aurora e il sole, il mondo e i suoi confini. Hai fatto il cielo e la terra e tutte le creature che si muovono nell’immensità dei cieli.

Dio, che ha creato il cielo e la terra e le ha dato forma, non l’ha creata invano, ma ha operato con sapienza e prudenza. Il Signore ha creato tutto con sapienza dando ad ogni cosa posto, peso e misura. E la sapienza possiede in sé la potenza per realizzare tutti i suoi fini e per armonizzare con essi tutte le cose.

Dio, sapienza infinita, nel creare, si è proposto uno scopo al quale ha reso idonee tutte le sue creature che hanno per oggetto e per fine Dio stesso. Egli non poteva creare se non per Se stesso e le creature non potrebbero esistere se non per Lui e per la sua gloria. Egli è il principio e il fine. «Io sono il Signore - dice - che ha creato i cieli; che ha stabilito la terra e tutto ciò che vive in essa, che dà respiro a coloro che la abitano e vita a quelli che vi si muovono. Io sono il Signore, questo è il mio nome, e non attribuirò ad altri la mia gloria».

Tutto è stato fatto da Lui e per Lui. Nulla esiste senza Dio e nulla se non per Lui, dal quale tutto procede e nel quale tutto ha termine. Egli è l’unico principio e il fine ultimo. La gloria di Dio è l’unico bene delle sue creature. Se la gloria di Dio è l’unica ragione d’essere e l’unico fine di tutte le cose, è nello stesso tempo il loro unico bene, perché un essere non può avere altro bene essenziale che il suo unico fine.

Il bene è ciò che ogni creatura desidera e cerca, quindi l’unico fine per lei. Essendo la gloria di Dio il fine essenziale delle creature, è anche il loro unico e vero bene. L’unico e supremo Bene è definito fine perché lo vogliamo per se stesso e tutte le altre cose in vista di lui. I mezzi per raggiungere il fine sono beni solo in quanto servono a conseguire questo scopo e in essi non esiste altro vero bene se non quello di condurre al fine.

(El pan 7, 43-52)

 

Cari fratelli e sorelle,

Roma 18 Dicembre 1942.

    Non dimenticare, figlia mia,

    che l’amore a Dio e la carità

    sono la base della santità; non

    dimenticare che il timore di Dio

    è la base della sapienza e dell’ordine.

(El pan 23, 15)

Quest’oggi, per la consueta riflessione domenicale, prendo spunto dal passo della Lettera di Giacomo che ci viene proposto nell’odierna Liturgia (3,16-4,3), e mi soffermo, in particolare, su una espressione che colpisce per la sua bellezza e per la sua attualità. Si tratta della descrizione della vera sapienza, che l’Apostolo contrappone alla falsa. Mentre quest’ultima è "terrestre, materiale e diabolica", e si riconosce dal fatto che provoca gelosie, contese, disordini e ogni sorta di cattive azioni (cfr 3,16), al contrario, "la sapienza che viene dall’alto anzitutto è pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera" (3,17). Un elenco di sette qualità, secondo l’uso biblico, da cui risaltano la perfezione dell’autentica sapienza e gli effetti positivi che essa produce. Come prima e principale qualità, posta quasi a premessa delle altre, san Giacomo cita la "purezza", cioè la santità, il riflesso trasparente – per così dire – di Dio nell’animo umano. E come Dio dal quale proviene, la sapienza non ha bisogno di imporsi con la forza, perché detiene il vigore invincibile della verità e dell’amore, che si afferma da sé. Perciò è pacifica, mite e arrendevole; non usa parzialità, né tanto meno ricorre a bugie; è indulgente e generosa, si riconosce dai frutti di bene che suscita in abbondanza.

    La persona umile, dovunque passa o vive, calma gli animi eccitati, rende più confortati i cuori amareggiati, fa regnare nel suo ambiente carità, concordia, prudenza; senza queste virtù non ci può essere felicità.

    La umiltà è fonte di saggezza e prudenza, la persona umile accoglie come un premio qualunque incarico, perché è guidata dalla luce dall’alto; il vedere le cose con la luce di Dio è il premio della umiltà.

(El pan 20, 378)

Perché non fermarsi a contemplare ogni tanto la bellezza di questa sapienza? Perché non attingere dalla fonte incontaminata dell’amore di Dio la sapienza del cuore, che ci disintossica dalle scorie della menzogna e dell’egoismo? Questo vale per tutti, ma, in primo luogo, per chi è chiamato ad essere promotore e "tessitore" di pace nelle comunità religiose e civili, nei rapporti sociali e politici e nelle relazioni internazionali. Ai nostri giorni, forse anche per certe dinamiche proprie delle società di massa, si constata non di rado un carente rispetto della verità e della parola data, insieme ad una diffusa tendenza all’aggressività, all’odio e alla vendetta. "Per coloro che fanno opera di pace – scrive san Giacomo – viene seminato nella pace un frutto di giustizia" (Gc 3,18). Ma per fare opere di pace bisogna essere uomini di pace, mettendosi alla scuola della "sapienza che viene dall’alto", per assimilarne le qualità e produrne gli effetti. Se ciascuno, nel proprio ambiente, riuscisse a rigettare la menzogna e la violenza nelle intenzioni, nelle parole e nelle azioni, coltivando con cura sentimenti di rispetto, di comprensione e di stima verso gli altri, forse non risolverebbe tutti i problemi della vita quotidiana, ma potrebbe affrontarli più serenamente ed efficacemente.

Cari amici, ancora una volta la Sacra Scrittura ci ha condotto a riflettere su aspetti morali dell’umana esistenza, ma a partire da una realtà che precede la stessa morale, cioè dalla vera sapienza. Domandiamo a Dio con fiducia la sapienza del cuore, per intercessione di Colei che ha accolto in grembo e generato la Sapienza incarnata, Gesù Cristo, nostro Signore. Maria, Sede della Sapienza, prega per noi!

© Copyright 2009 - Libreria Editrice Vaticana

 

Articolo precedente

Articolo successivo

[Home page | Sommario Rivista]


realizzazione webmaster@collevalenza.it
ultimo aggiornamento 19 ottobre, 2009