P A S T O R A L E

g  i  o  v  a  n  i  l  e

p a s t o r a l e  g i o v a n i l e

     Sr. Erika di Gesù, eam

Passerotto,
         non andare via!

 

Qualche mese fa, una famiglia di amici francesi, mi ha regalato un passerotto di porcellana. Piccolo e fragile, la testina e la coda all’insù; il becco semiaperto, in attesa di qualche briciola.

Quando l’ho visto, ho pensato subito di portarlo al Roccolo, realizzare un ambiente adatto a lui, costruire una rete e soprattutto, col tempo, trovare altri compagni.

Magari con le ali aperte, in volo. Piccoli con il becco spalancato. Grandi con un rametto di traverso o un vermicello, pronti a nutrire i nuovi nati, a costruire per loro un nido caldo, accogliente.

Sr. Lucia, invece, che è una donna concreta, ha previsto che il passerotto sarebbe rimasto sul mio comodino.

Da lì alla scrivania, in effetti, si è spostato di poco rispetto a dov’era quando me l’hanno regalato. La nostalgia di fargli fare un passo più lungo, però, rimane.

In questi giorni, fervono i preparativi per programmare la nuova stagione pastorale, raccogliendo i frutti dell’estate trascorsa, scegliendo i semi da piantare, i terreni da lavorare, gli strumenti da utilizzare.

Non è facile e si corre il rischio di lasciare tutto sul comodino.

Ma i giovani no. Loro, piccoli e fragili come il mio passerotto di porcellana, non restano immobili. Non rimangono con noi.

Così come sono arrivati, da una terra che a noi grandi sembra spesso straniera, se ne vanno via. Presso altri nidi, a cercare un cibo che non sazia.

Mi tornano alla mente le parole del profeta Aggeo:

«Avete seminato molto, ma avete raccolto poco;

avete mangiato, ma non da togliervi la fame;

avete bevuto, ma non fino a inebriarvi;

vi siete vestiti, ma non vi siete riscaldati;

l’operaio ha avuto il salario,

ma per metterlo in un sacchetto forato» (Ag 1,6).

Se n’è andata via Jessica, una ragazza di Campello sul Clitunno, morta tragicamente pochi giorni fa: avrebbe compiuto sedici anni il 26 settembre.

Vanno via i giovani, anche dopo le esperienze più emozionanti.

Le esperienze passano, le emozioni vengono e vanno.

Dobbiamo richiamare i ragazzi, che come stormi di passaggio volano sopra di noi, attirandoli nella Rete bella del Santuario, con il canto delle persone umili, come Madre Speranza, come Maria…

Lo abbiamo fatto al campo itinerante, dall’11 al 16 agosto, camminando insieme a loro, con lo zaino sempre più povero di cose, sempre più ricco – almeno crediamo – di Amore e di Misericordia.

Camminare indicando loro la meta: «Solo quella ci darà la forza di sorridere sempre lungo il cammino» (Francesca).

«Ragazzi diversi, provenienti da ogni dove, ma accomunati da un unico scopo: conoscerTi sempre di più e sempre più a fondo, stando in mezzo ad altri ragazzi come noi, conoscendo nuove persone, tutte stupende, cantando, suonando, ridendo… gioendo!» (Manuela).

«Sempre portando la croce davanti a noi, la croce, la nostra amata croce che ci ha salvato e ci rende santi» (Alessia).

Con la certezza di essere sostenuti dalla "dolce Vergine" nel giorno della Sua Assunzione in cielo: «nelle scelte difficili, nella fede, nella carità» (Cristiano).

«Finalmente siamo nella casa di Madre Speranza… So che Lei è al mio fianco. Mi sento amato e completo» (Roberto).

Queste alcune delle testimonianze che raccolgo dal nostro "Diario di strada"…

Molto spesso noi grandi facciamo terra bruciata degli ideali che i piccoli portano dentro. Per paura, poco impegno, tiepido amore.

La nidiata deve imparare a volare e noi la teniamo legata all’esile filo del nostro affetto. E quando i nostri figli saranno stanchi di restarci attaccati, non sapranno più volare. In fondo, ce lo dicono loro ciò che vogliono: conoscere Dio, lasciarsi amare da Lui, amare come Gesù, come Maria, come Speranza…

I nostri progetti, però, devono lasciare la scrivania e prendere il volo.

Dobbiamo fare bello il Roccolo, perché si riempia di tutti gli uccellini di passaggio.

Perché nessun altro vada via.

E chi è partito, faccia presto ritorno.

Il Padre e noi,

Ancelle e Figli del suo Amore,

lo sorprenderemo con il nostro abbraccio!

Sr. Erika di Gesù

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ultimo aggiornamento 19 ottobre, 2009