La lettera

 

... due vocazioni ...

Carissimo,

due vocazioni al mio paese, molto forti, una Clarissa ed un Certosino, il mistero di un Dio che ruba il cuore dei giovani, l’incontro di due libertà che gridano l’Invisibile dall’intimo di una clausura.

La cella, il silenzio "in cui il monaco diviene un uomo di dolcezza e compassione per i fratelli, perché egli, per primo, ha provato in sé, senza limiti, la compassione misericordiosa di Dio".

Sponsalità e dono, abbandono e ritrovamento. Dimora nella preghiera con Chi si ama di più. Sono stupende le pagine di san Bruno.

Deserto e incontro, mistero di "quella bellissima Sunammita, I’unica trovata in tutto il territorio d’Israele, che, giovane, potesse accarezzare e riscaldare l’anziano Davide ...".

Lo so, viviamo in una mondialità che soffre la dimenticanza, l’amnesia del viaggio. E però la contemplazione è ancora oggi presagio, nostalgia di questo tempo. Laici come Giorgio La Pira, Bachelet, Lazzati... lo hanno capito.

La verità è che l’uomo ha bisogno di risposte inesauste di trascendenza, ha bisogno di risposte superiori alle sue stesse domande.

La nostra gravitazione più vera non è la terra, è il cielo. Con irruente profezia, Suor Cànopi, dell’Abbazia dell’Isola S. Giulio: "Potrà la Chiesa del terzo millennio vedere i deserti ripopolati di monaci, le montagne rese incandescenti per l’ardore di instancabili oranti, le città lievitate da moltitudini di entusiasti credenti, ogni contrada trasformata in un braciere per quel fuoco che il Signore Gesù è venuto a portare sulla terra?".

Sì, ci tocchino, ci mordano, ci investano le scintille di questo fuoco. Meravigliosamente David Maria Turoldo: "Oltre il recinto della stanchezza, si accendano dovunque fuochi di roveti, che il vento non spenga". Tutti i Monasteri del mondo...

Siamo tutti chiamati a costruire un Monastero nel nostro cuore!

Nino Barraco

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ultimo aggiornamento 17 novembre, 2009