dagli scritti di madre speranza

a cura di P. Mario Gialletti fam

 

“Il Tuo Spirito Madre”

Madre Speranza di Gesù Alhama Valera nata il 30 settembre 1893 a Santomera morta in Collevalenza l’8 febbraio 1983. Fondatrice delle Ancelle e dei Figli dell’Amore Misericordioso e del Santuario di Collevalenza

È in corso il Processo canonico per la sua canonizzazione e il 23 aprile 2002 la Chiesa l'ha dichiarata venerabile. 

In questo anno 2010 ripresentiamo pensieri della Madre, tratti dai suoi scritti, su varie virtù.

 

Madre Speranza

Gratitudine

I re magi entrano nel presepio e, penetrati da una luce di cielo che fa loro riconoscere nel Bambino a Dio fatto Uomo, lo adorano con gratitudine per essere stati chiamati a conoscerlo. E noi dopo averlo conosciuto e dopo aver ricevuto da Lui la immensa grazia della vocazione religiosa: quale è la nostra gratitudine e la nostra riconoscenza?
Essi offrirono al Bambino Divino oro, incenso e mirra, doni materiali, ma soprattutto l’oro dell’amore, l’incenso della devozione e la mirra della mortificazione.
E noi, Ancelle del suo amore Misericordioso, che cosa gli offriamo? Io, figlie mie, vi invito perché, tutte unite insieme in spirito, la notte del 24 gli offriamo di nuovo: il nostro cuore, il nostro corpo, la nostra volontà e tutto il nostro essere.
(El pan 20, Circ 346)

A tutte io raccomando con insistenza di non dimenticare mai che la gratitudine è quella che più facilmente ci conduce all’amore puro, perché è un sentimento nobile; dobbiamo ripensare spesso ai grandi benefici che il nostro Dio ci ha conecsso per poterci così esercitare nell’amore. Pensate, figlie mie, che sono tante le anime che sono arrivate ad amare fortemente il nostro Dio meditando l’amore che il buon Gesù ci ha mostrato sulla croce dove lo ha portato l’amore alla miseria dell’uomo. (El pan 20, Circ 542)

L’anima che medita impara a conoscere l’Amore Misericordioso e a conoscere se stessa. Nella preghiera vediamo le nostre miserie. In essa tocchiamo anche l’eccesso dell’amore di Gesù. Solo la preghiera sveglierà i sentimenti di gratitudine e di amore; non amerà Gesù chi non lo conosce e non lo conoscerà chi non medita. Per questo dobbiamo chiedere a Gesù che ci prepari a ricavare frutto dalla meditazione. (El pan 10, 57-58)

Figlie mie, non dimentichiamo mai il beneficio grandissimo che Gesù ci ha fatto chiamandoci ad essere Ancelle del suo Amore Misericordioso. Sforziamoci, figlie mie, di farlo contento in tutto, e lo faremo se siamo umili, caritatevoli, abnegate e amabili. Procuriamo cioè di far sì che i nostri fratelli trovino nelle Ancelle vere madri e Gesù possa dirci: «Vengano a Me queste figlie che il lavoro consuma e le pene opprimono». Quale amore quello di Gesù, figlie mie! (El pan 2,86)

Ricordiamo che la gratitudine per Gesù è quasi sconosciuta. Ho spesso sentito che molti chiedono è pochi ringraziano, nonostante egli ci dia più di quando gli chiediamo. E’ anche vero che chiedere è di chi sta nel bisogno, ringraziare è di cuori nobili. Per questo vorrei che risplendesse in noi questa qualità dopo l’amore. (El pan 5, 224)

16 marzo 1952: Questa notte l’ho trascorsa col buon Gesù: mi sono raccolta un po’ per pregare e la notte è trascorsa senza accorgermi. Gesù mi ha detto che quanto più mi eserciterò nella virtù della carità, tanto più cresceranno in me i sentimenti di pietà che sgorgano con facilità da un cuore che già vive l’amore di Dio, ed è questo che fa vedere la bellezza, la bontà e l’infinita misericordia di Dio. Da qui nasce spontaneamente un sentimento di riverenza e ammirazione che porta con sè gratitudine, lode e compiacenza; quanto più grande è l’amore verso Dio, tanto più si espanderanno questi affetti, come succede con l’amore verso di Lui: quanto più l’anima considera quello che Lui ha fatto e sofferto e l’amore che dimostra nell’Eucaristia, tanto più si riempie di amore, di adorazione, di gratitudine e si sente spinta ad amarlo intensamente, sentendosi allo stesso tempo trasportata ad abbracciare la croce anche se pesante. (El pan 18, Hoy 1211)

12 aprile 1952: Gesù mio, fa’ che il mio amore per te sia sempre di gratitudine e mai per paura del meritato castigo o per il premio che posso sperare dalla tua misericordia. Dio mio, voglio amarti con tutte le mie forze perchè meriti di essere amato sopra ogni cosa e perché dall’eternità mi hai tanto amato; voglio amarti, Gesù mio, perché sei il mio tutto e fuori di te non desidero nulla, niente cerco, niente è degno di essere amato; voglio amarti perché tu mi ami, così entrambi ci ameremo tantissimo. (El pan 18, Hoy 1300)

Non dobbiamo dimenticare che una delle cose che più facilmente ci conducono al puro amore di Dio, è la gratitudine. E’ un sentimento molto nobile. Per ravvivarlo dobbiamo pensare spesso ai grandi benefici che Dio ci ha fatto e parlarne con tutti quelli che ci vivono accanto, per stimolare noi e loro all’amore di carità. (El pan 16,21)

E noi, figlie mie, dopo averlo conosciuto e aver ricevuto da Lui l’immensa grazia della vocazione religiosa, quanto gli siamo riconoscenti? Essi al divino Infante offrirono oro, incenso e mirra, che sono doni materiali, e in più l’oro dell’amore, l’incenso della devozione e la mirra della mortificazione. (El pan 9, 228)

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ultimo aggiornamento 16 gennaio, 2010