DAL SANTUARIO DI COLLEVALENZA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

P. Alberto Bastoni fam

Dicembre 2009

 

Voce del Santuario

 

 

Davanti al presepio

È bello sostare dinanzi al presepe mentre intorno tutto tace... eccoti Gesù... qui inizia la tua storia di uomo... qui le tue meraviglie che ancora mi stupiscono... di nuovo e sempre... tu, il Dio che ha riempito le mie albe tenebrose con la sua luce... il Dio che si affida alla fragilità di un bambino "avvolto in fasce"... nella povertà di capanna buia e fredda..che mistero insondabile...come accogliere questo amore esagerato e folle?!... Tu, Gesù, non ti sei fermato a guardarmi da lontano, ma sei venuto come "sole che sorge" e come pioggia che irriga il mio animo riarso e consumato dalle emozioni... dalle esperienze dure del quotidiano..dalla stanchezza... dai nervosismi... sei tu, o Gesù, che mi fecondi e mi rendi ancora capace di comunicare vita... tu, il mio amico immenso..innamorato e fedele... sei rimasto e ti sei donato in un modo fragile e sconcertante... nei poveri segni del pane e del vino... l’essenziale e il superfluo... il lavoro e la festa..e ti affidi a questa povera umanità balbettante... sì, la mia anima canta le tue grandezze, perché oggi i cieli stillano dolcezza, la dolcezza di un volto che racchiude tutto il mistero dell’eternità, il tuo volto, Gesù. Tu sei qui, per me, oggi. Il mio cuore trabocca di gioia, so di essere importante per te, e questo sentire mi fa esultare. Come Maria sono qui e ti guardo finché sentirò che tu guardi me. E mi afferri e mi strappi alle mie chiusure e titubanze per lanciarmi nel grido di gioia che ferisce i cieli: Gloria a te che abiti nei cieli e sei venuto a stare fra noi!

rettore.santuario@collevalenza.it

Dicembre al Santuario

Nel mese di dicembre abbiamo vissuto il tempo di Avvento durante il quale si è intensificato l’incontro con la Parola di Dio..oserei dire che vi è stata quasi una grazia speciale per farlo attraverso gli atteggiamenti interiori di ascolto e di accoglienza della Vergine Maria. l’incontro con la Parola è avvenuto partendo proprio da Gesù..l’atteso dalle genti... l’atteso nella speranza... lui che si fa presenza... lui che cammina per le strade del tempo... sanando... guarendo... annunciando il Regno di Dio. Grandi profeti hanno accompagnato questo Tempo... Isaia... Geremia... Sofonia... Baruc... che hanno approfondito il mistero dell’attesa del Salvatore... l’annuncio di come questa promessa si sarebbe realizzata. Il Natale ha offerto a molti l’occasione di riscoprire la Chiesa quale "luogo" d’incontro col Salvatore attraverso l’azione sanante della liturgia, in particolare nei sacramenti della riconciliazione e nella messa.

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Sabato 12 dicembre si è svolto l’incontro con i volontari che prestano il servizio nelle Piscine e in altri settori di questa stupenda macchina che si chiama Santuario. La loro fattiva collaborazione ci permette e contribuisce a soddisfare la domanda sempre più crescente di chi desidera compiere il gesto semplice e significativo, voluto dal Signore, di immergersi nelle vasche, ma anche di desidera compiere un pellegrinaggio immergendosi nella profonda spiritualità che il Santuario può offrire attraverso i vari itinerari di visita. L’incontro è stato anche occasione per consegnare il nuovo statuto della Associazione Volontari Santuario Amore Misericordioso, presentato ai convenuti dalla Signora Federica Stagnari che ne ha curato anche la nuova stesura. L’incontro è stato preceduto da un momento di preghiera e da una breve riflessione del Rettore, al termine della quale ha recitato a nome di tutti, la preghiera del volontario.

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250 cavalieri e dame dell’Umbria dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro, si sono ritrovati domenica 13 dicembre qui al Santuario. La giornata è iniziata alle ore 10 con il raduno dei partecipanti. Alle ore 11 cavalieri e dame hanno sfilato in solenne processione e hanno raggiunto la basilica per la celebrazione eucaristica presieduta dall’ arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve mons.Giuseppe Chiaretti.

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Segnalo anche la gradita presenza di un gruppo di famiglie provenienti dalla nostra parrocchia di Spinaceto-Roma, accompagnati dal parroco, nonché nostro Vicario generale, p. Antonio Garofalo. Come ogni anno, Collevalenza è stata la meta della loro uscita invernale. Le ragioni del loro "mettersi insieme" sono state molte: approfondire la Bibbia, parlare dei propri figli e migliorare come genitori, confrontare esperienze quotidiane e illuminarle con il Vangelo, sentirsi parte di una comunità adulta, condividere momenti di festa e di preghiera.

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Il 18 dicembre, festa della Madonna della Speranza, abbiamo ricordato la nostra amata Madre nel suo giorno onomastico. Nelle varie celebrazioni, in particolare durante quella vespertina presieduta da p. Roberto Donatelli fam, si è sottolineato come Maria ha sempre tenuto viva la speranza, perché radicata nella fede; come la speranza le ha permesso di dimenticare se stessa per donare e per donarsi; come le ha dato la forza di continuare ad amare, ad offrire e a donarsi anche quando la spada, profetizzata dal vecchio Simeone, le trafiggeva il cuore. Infine, come la speranza l’ha resa capace, ai piedi della croce, di accogliere come figlio Giovanni, ed in lui tutti i discepoli. Il parallelismo con la figura di Madre Speranza, ha permesso di scorgere una netta somiglianza tra lei e la Madonna in cui ha sempre con-fidato e a cui si è sempre affidata, come Mediatrice potente di ogni grazia celeste.

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«Concedi, o Padre, alla tua chiesa di andare verso gli uomini nella carità e di destare ovunque la gioia per la presenza in lei di Gesù Cristo»: queste parole di un’antica preghiera liturgica riassumono bene il senso dell’episodio della Visitazione che abbiamo contemplato nella quarta domenica d’avvento, il 20 dicembre. Alle 16, in basilica, Petronella Buzau, giovane novizia romena, ha emesso i primi voti come Ancella dell’Amore Misericordioso. Durante l’omelia, p. Aurelio Perez, Superiore Generale FAM ha auspicato, in particolare per la giovane professa, che la presenza di Cristo che dimora in ciascuno di noi (cf. Gal 2,20) trasfiguri le nostre vite, facendone un’occasione di gioia e di salvezza per ogni uomo che incontriamo e augurava alla stessa di portare con la vita e l’esempio, il profumo di quel Cristo, Amore Misericordioso, che mediante i voti avrebbe accolto come sposo, maestro e guida.

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I giorni del Natale hanno visto una densa e significativa partecipazione di pellegrini, soprattutto alle celebrazioni eucaristiche. Ma la cosa che più ci ha commosso è stata la celebrazione della penitenza: molti giovani e molte confessioni fatte con sincero pentimento. Non ci stancheremo mai di ripetere che questo sacramento va celebrato non nella fretta di un qualsiasi adempimento ma come tappa di un cammino di conversione. Ringraziamo di cuore l’Amore Misericordioso che continua a volerci bene e ancora una volta ci sorride, ci tende la mano, ci benedice e ci incoraggia. Maria e Giuseppe, i pastori e i magi, ci indicano i modi opportuni per ricevere bene il Regalo del Padre di cui abbiamo assolutamente bisogno: Gesù.

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L’incontro annuale dei Diaconi della diocesi di Orvieto Todi con le rispettive famiglie e il Vescovo mons. Giovanni Scanavino si è svolto presso la struttura di accoglienza del Santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza in occasione della Festa liturgica del protomartire e diacono Santo Stefano, il 26 dicembre. Presenti quasi la totalità degli ordinati il Vescovo ha definito l’incontro "una preziosa occasione che si vive insieme alle mogli degli ordinati e ai loro figli per ascoltare, studiare e migliorare tutto quanto riguarda l’attività svolta al servizio della Chiesa e del popolo di Dio, per la piena utilizzazione del ministero, del dono che il Signore ha fatto alla nostra Chiesa". È seguito un interessante confronto tra il Pastore della diocesi e questi preziosi collaboratori che gli hanno rappresentato un quadro articolato e complesso del loro essere oggi diaconi permanenti della Chiesa di Orvieto-Todi e di alcuni problemi che possono essere migliorati perché più ricco di frutti possa essere il loro servizio alla comunità dei credenti. Subito dopo, una solenne concelebrazione, presieduta da mons. Scanavino, ha uniti tutti i partecipanti intorno alla mensa eucaristica. All’omelia il Vescovo nel ricordare che il Natale del Signore deve farci crescere come uomini e donne forti e che questa forza non l’abbiamo da noi ma ci viene da quel bambino che comunica ciò che Egli a tutti i cristiani e, in maniera particolare ai diaconi, ha esortato ad amare la Chiesa con il cuore dilatato di Cristo. "La vita cristiana – ha detto mons. Scanavino – è saper testimoniare nel mondo, in ogni circostanza, in ogni situazione, nella società, nella politica, nel lavoro, ovunque, la potenza dell’amore di Dio fino all’amore per i nemici. E’ vero che è difficile, ma La nostra fede a questo proposito è molto chiara. Non è sufficiente chiedere il solo perdono. Abbiamo bisogno di chiedere perdono e di cambiare vita, abbiamo il dovere di sapere accogliere. Non più odio reciproco e contrapposizione, ma sapere amare. E l’amore ce lo ha dato Dio: è un suo regalo. Diversamente diremmo che non siamo capaci di perdonare, che il perdono non è per la nostra comprensione razionale del mondo. Il Signore, invece, è venuto nel mondo per portarci la forza dell’amore, la forza del suo Spirito Santo per farci amare l’un l’altro, amare e accettare il nostro prossimo. Lo Spirito Santo è tutto l’amore di Dio: là dove noi non eravamo capaci di amare Egli ci ha regalato il suo amore: questo è il Natale. Mons. Scanavino riferendosi, poi, a Santo Stefano, ha detto:" se di fronte alla testimonianza di Stefano ci vergogniamo significa che possiamo ancora convertirci, aprirci all’amore di Dio e aprirci al perdono e all’accoglienza. Anche Saulo era presente alla lapidazione, ma dopo è cambiato. Il Signore ci dice che il cambiamento è possibile. Anche i nostri fratelli Diaconi abbiano lo stesso coraggio e la stessa "violenza" dello Spirito, dell’amore totale per conquistare alla fede i lontani. Amore, coraggio e decisione che invochiamo dallo Spirito Santo per i nostri Diaconi. Santo Stefano interceda e ci benedica tutti".

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L’équipe vocazionale della Famiglia delle Ancelle e dei Figli dell’Amore Misericordioso ha organizzato dal 27 al 30 dicembre presso la struttura di accoglienza del Santuario di Collevalenza un corso di esercizi spirituali di 3 giorni per giovani sul tema "…come un padre buono e una tenera madre". Si tratta di un incontro programmato in un periodo dell’anno in cui i giovani sono più liberi dagli impegni di studio e possono disporre di uno spazio-tempo da dedicare a se stessi. È l’offerta di un periodo di silenzio, di ricerca, di approfondimento, per fare esperienza della misericordia di Dio e per dare risposte di senso alla propria vita.

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"Io credo di poter dire: Dio è umile. Quando io prego, mi rivolgo a uno più umile di me. Quando io confesso il mio peccato, è a uno più umile di me che chiedo perdono. Se Dio non fosse umile, io esiterei a dirlo infinitamente amante. Que­sto aspetto del mistero è quello che mi persuade della verità della rivelazione". (François Varillon)

Custodiamo nel cuore, ogni giorno del nuovo anno, la pace che Cristo ci ha donato.

Buon anno!

L'angolo

della MISERICORDIA

È la notte di Natale.

Tommaso sogna che sta andando insieme ai pastori e ai Re Magi verso la stalla quando si trova improvvisamente davanti a Gesù Bambino che giace nella mangiatoia.

Tommaso si accorge di essere a mani vuote.
Tutti hanno portato qualcosa: solo lui è senza doni!
Avvilito dice subito: "Prometto di darti la cosa più bella che ho. Ti regalo la mia nuova bicicletta, anzi il mio trenino elettrico".

Il bambino nel presepe scuote la testa e sorridendo dice: "Io non voglio il tuo trenino elettrico. Dammi il tuo tema in classe!".

"Il mio ultimo tema?" balbetta il ragazzino. "Ma ho preso un insufficiente!".

"Appunto, proprio per questo lo vorrei" dice Gesù. "Devi darmi sempre tutto quello che è insufficiente, imperfetto. Per questo sono venuto nel mondo. Ma vorrei un’altra cosa ancora da te: la tua tazza del latte".

A questo punto Tommaso si rattrista:

"La mia tazza? Ma è rotta!".

"Proprio per questo la vorrei avere" dice Gesù Bambino.

"Tu mi puoi portare tutto quello che si rompe nella tua vita. Perché io sono capace di risanarlo".

Il ragazzino sentì di nuovo la voce del Bambino Gesù: "Vorrei una terza cosa da te: vorrei la risposta che hai dato a tua mamma quando ti ha chiesto come mai si è rotta la tazza del latte".

Allora Tommaso inizia a piangere e confessa tra le lacrime: "Ma le ho detto una bugia, quella volta. Ho detto alla mamma che la tazza era caduta per caso, ma in realtà l’ho gettata a terra io, per rabbia".

"Per questo vorrei avere quella tua risposta" risponde sicuro Gesù Bambino. "Portami sempre tutto quello che nella tua vita è cattivo, bugiardo, dispettoso e malvagio. Sono venuto nel mondo per perdonarti, per prenderti la mano e insegnarti la via".

Gesù sorride di nuovo a Tommaso, mentre lui guarda, comprende e si meraviglia....

Commento:

Davvero forse non ci meravigliamo più della misericordia di Dio per noi. Gli angeli nell’annuncio ai pastori, pongono in evidenza il motivo di fondo della letizia che deve caratterizzare il Natale: "... Pace in terra agli uomini che egli ama". Allora, qual è la causa vera della nostra gioia? Chi di noi ha il coraggio di affermare che, oggi, impazzisce di allegria unicamente al pensiero di essere amato da Dio insieme a tutti gli altri? Eppure l’essenza del Natale sta proprio qui: concelebriamo la scoperta di un Dio che ci ama, che ci cerca, quasi non potesse essere felice senza di noi, è l’Amore Misericordioso! ed è venuto a dircelo di persona.

Chi abbiamo messo al posto del Bambino ?

Stavolta niente carta regalo, quest’anno proviamo a dire di no, niente carta luccicante, niente fiocchetti, niente nastrini con il ricciolo elegante. Per una volta sono io che non voglio essere avvolto in confezione natalizia. Tento un Natale non organizzato, non pianificato, non decorato artificialmente. Mi rifiuto di essere addobbato come un pacco dono.

Preferisco rimanere allo scoperto, nella povertà del mio essere, nella verità della mia debolezza spirituale, nella mia pelle indurita dalle mie cattive abitudini. Forse riuscirò a "non sapere", forse quel bambino indifeso, povero, infreddolito, ce la farà finalmente a cogliermi alla sprovvista, forse ce la farà a meravigliarmi con il suo amore e la sua tenerezza per me, forse ce la farà a spingermi ad accoglierlo, perché a quanti lo hanno fatto ha dato il potere di diventare figli di Dio.

E tu quest’anno hai già pensato cosa "regalare" della tua vita al Signore Gesù?

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ultimo aggiornamento 18 gennaio, 2010