DAL SANTUARIO DI COLLEVALENZA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

P. Alberto Bastoni fam

Gennaio 2010

 

Voce del Santuario

 

 

Davanti al presepio

Abbiamo iniziato il nuovo anno nell’abbraccio caldo e rassicurante di Maria... nella solennità di Maria Santissima Madre di Dio, attraverso i testi della liturgia siamo sta­ti invitati a venerarla come colei che ci dà il datore di ogni bene... madre di Gesù e di tutta la Chiesa... Celebrando la divina maternità abbiamo chiesto ancora e con più fiducia a Dio di poter gustare le primizie del suo amore misericordioso e di sperimentare nella nostra vita la sua intercessione.

Nel primo giorno dell’anno la Chiesa ci ha fatto pregare per la pace... necessità impellente. Maria è legata al dono di Gesù all’umanità... a ogni dono di salvezza... e tra questi doni vi è quello della pace... e la nostra povera umanità non può che attendere da Dio questo dono straordinario...

Il messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la 43a Giornata mondiale della pace ci ha orientati nella riflessione e nella preghiera. Il tema è stato:

Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato. Il rispetto del creato riveste grande rilevanza, anche perché «la creazione è l’inizio e il fondamento di tutte le opere di Dio» e la sua salvaguardia diventa oggi essenziale per la pacifica convivenza dell’umanità. Se, infatti, a causa della crudeltà dell’uomo sull’uomo, numerose sono le minacce che incombono sulla pace e sull’autentico sviluppo umano integrale – guerre, conflitti internazionali e regionali, atti terroristici e violazioni dei diritti umani –, non meno preoccupanti sono le minacce originate dalla noncuranza – se non addirittura dall’abuso – nei confronti della terra e dei beni naturali che Dio ha elargito. Per tale motivo è indispensabile che l’umanità rinnovi e rafforzi « quell’alleanza tra essere umano e ambiente, che deve essere specchio dell’amore creatore di Dio, dal quale proveniamo e verso il quale siamo in cammino». La ricerca della pace da parte di tutti gli uomini di buona volontà sarà senz’altro facilitata dal comune riconoscimento del rapporto inscindibile che esiste tra Dio, gli esseri umani e l’intero creato.

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Nella solennità dell’Epifania hanno incrociato il nostro cammino di ricerca del Salvatore i magi... si tratta di persone non appartenenti al popolo eletto... persone della scienza che incarnano quella universale attesa del Messia...anche se i mezzi di comunicazione sociale contribuiscono a informare uomini e donne sugli eventi significativi del cristianesimo, questa ancora non è sufficiente affinché tutti i popoli vengano ad adorare il Signore Gesù... Molti come Erode potrebbero essere mossi solo da curiosità ma non dalla ricerca di Dio... e proprio la testimonianza diretta dei credenti può avere un ruolo decisivo.

Quanti pellegrini hanno affollato le nostre celebrazioni! Alla fine di ogni messa, abbiamo presentato i bambinelli da baciare. È stato d avvero commovente vedere con quanta devozione la gente, in particolare i bambini, si sono accostati a compiere il gesto semplice e umile del proprio omaggio al Re dei re.

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La Giornata del migrante dal tema I bambini come pupilla degli occhi ci ha ricordato l’esperienza che Gesù stesso ha vissuto per sfuggire alle minacce di Erode...
e nel nostro cuore abbiamo risentito le parole "Ero forestiero e mi avete ospitato"... anche l’accoglienza... la solidarietà verso lo straniero..., specialmente se si tratta di bambini... può essere annuncio gioioso ed autentico del Vangelo. Anche noi, nel nostro piccolo cerchiamo di offrire un’ospitalità gratuita e generosa verso chi viene a bussare alla porta di casa. In particolare, a tutti coloro che passano dal Bar sottopiazza, viene offerto un pasto caldo; l’amabilità delle suore e il calore di una accoglienza semplice e essenziale da’ loro conforto e aiuto nel nome di una accoglienza evangelica ma sufficientemente praticata.

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Numerose consorelle, Ancelle dell’Amore Misericordioso, hanno partecipato a corsi di esercizi spirituali tenutisi qui al Santuario. Un momento di rigenerazione fisica e spirituale, davvero necessario dati i ritmi con cui portano avanti le loro attività. Esempio per tutti noi di indefessa dedizione al dovere ma con lo stile appreso dalla Madre: Hacer todo por Amor, fare tutto per Amore. Alcune consorelle provenivano dalle comunità estere, dopo tanti anni di assenza dal Santuario. Alcune di esse hanno partecipato anche all’Esperienza di rinnovamento e rivitalizzazione vocazionale, iniziativa indirizzata soprattutto a quelle consorelle un po’ avanti con l’età. Testimoni oculari delle meraviglie che il Signore ha compiuto per mezzo della nostra Venerabile Madre, custodiscono nei loro cuori segreti e aneddoti, insegnamenti, consigli e parole udite direttamente dalla viva voce della Fondatrice, modello eroico di virtù edi amore per il buon Gesù.

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Il 18 gennaio al alle ore 18 con una solenne liturgia, è stato aperto l’ottavario di preghiere per l’unità dei cristiani. il Rettore dopo il canto d’introduzione e quello di una antifona d lui composta per la circostanza, ha sobriamente presentato il programma dell’ottavario che questo anno ha per tema "Voi sarete testimoni di tutto ciò"(Lc 24,48).

P. Alberto ha, poi, ricordato come questo sia l’anno centenario del "Movimento ecumenico moderno" che prese avvio a Edimburgo appunto dal 14-23 giugno del 1910 allorquando 1200 cristiani di diverse confessioni si riunirono per riflettere sulla necessità di giungere all’unità al fine di annunciare credibilmente il Vangelo di Gesù.

Ancora oggi dobbiamo riflettere sul legame tra missione e comunione nella vita dei cristiani. "Sappiamo bene – ha detto p. Alberto- che l’evangelizzazione è tanto più efficace quanto più i discepoli di Gesù possono mostrare la loro comunione, la loro unità. Del resto lo stesso Maestro aveva avvertito: :"Da questo riconosceranno che siete miei discepoli, se vi amerete gli uni gli altri". Queste parole fanno emergere ancora più la contraddizione che c’è tra le divisioni dei cristiani e l’obbligo che comunque essi hanno di portare un annuncio credibile".

La comunicazione del Vangelo e la comunione tra i cristiani sono due esigenze che devono essere vissute responsabilmente da tutti i cristiani. Da qui la necessità della preghiera perché il Signori illumini e conduca all’unità.

Subito dopo la proclamazione della Parola, p.Alberto ha dettato una ispirata meditazione sulla pericope di Luca relativa alla risurrezione del Cristo: una pagina evangelica che sollecita a scoprire il dono della Pasqua e a diventare tutti in annunciatori del Kerigma. Ha fatto seguito la recita del S. Rosario e dei Vespri. Così si continuerà fino al 25 gennaio..

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La comunità parrocchiale di Collevalenza-Chioano-Rosceto-Torrececcona-Monticello- per il XIV anniversario della scomparsa di Simone, celebra giovedì 28 febbraio alle ore 20,30 , nel Santuario di Collevalenza, una Liturgia Eucaristica in suffragio di tutti i giovani defunti della Parrocchia.. I loro nomi sono scritti per sempre nel cuore di quanti li conobbero: Ambrogi Giampiero, Arcangeli Francesca, Baiocco Luigi, Bordacchini Ilio, Boschi Gino, Boschi Lorenzo, Boschi Umberto, Cruciani Luciano, Marcucci M. Margherita, Marcucci Brunella, Mari Dina, Mengaroni Giorgio, Mengaroni Simone, Presciuttini Erminio, Quaglietti Benvenuta, Salterini Sandro, Salterini Vincenzo, Tabacchini Fulvio

Ha partecipato alla celebrazione anche il cantautore Giosy Cento e i suoi amici. Dopo la S.Messa ,preceduta da un momento penitenziale sotto lo sguardo colmo di tenerezza di Gesù Crocifisso e di Madre Speranza, don Giosy ha intrattenuto l’assemblea con canti e testimonianze dei suoi amici accomunati da sofferenze simili. È stato bello scoprirsi tutti solidali e compassionevoli per chi ha sofferto e soffre l’assenza dei propri cari.

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Il Signore mandi il suo Spirito affinché ci insegni a vivere in unione con tutti i cristiani , a partire dalle nostre famiglie... dalle nostre comunità... perché uniti nella carità sappiamo essere un segno che aiuta il mondo a credere. Il buon Gesù ci custodisca nel suo Amore!

L'angolo

della MISERICORDIA

Gesù chiama "amico" Giuda: questa parola dice l’infinita tenerezza della carità del Signore. Noi possiamo tradire l’amicizia di Cristo, Cristo non tradisce mai noi, suoi amici! Anche quando non lo meritiamo, anche quando ci rivoltiamo contro di Lui, anche quando lo neghiamo. Davanti ai suoi occhi, davanti al suo cuore noi siamo sempre gli amici del Signore. Lasciate che io domandi a Gesù, a Gesù che ci accetta come siamo, lasciate che io gli domandi, di chiamarmi amico. Questa è la gioia: che Cristo ci ama, che Cristo ci perdona, che Cristo non vuole che noi disperiamo. Per Lui, noi saremo sempre gli amici.

(Primo Mazzolari)

Commento:

Molto intense queste parole di Primo Mazzolari. Raramente pensiamo che fare esperienza di misericordia significa anche sperimentare fino in fondo l’essere "amici" di Gesù. Potremmo dire che con quella frase Gesù ha voluto dirci che gli siamo tutti cari e che ci porta tutti nel cuore perché:  "Nessuno ha un amore più grande di questo: "dare la vita per i propri amici" (Gv.15,13). Allora essere amici di Gesù ci permette di fare della misericordia un canale privilegiato per entrare nel cuore di Dio e scoprirlo come un Padre, che è misericordia, perdono, tenerezza infinita, che addirittura non può essere felice senza i propri figli, che li cerca con amore instancabile, e che se c’è una preferenza è per quel uomo che si sente sempre più schiacciato dalle proprie miserie e debolezze! L’amore di Dio non può essere che misericordioso, non può essere altro, un Padre che ci ama in anticipo, che ci ha scolpito veramente nelle palme delle proprie mani e che continuamente ci ripete: "Tu sei il mio "amico" prediletto in te mi sono compiaciuto". Amici di Gesù per conoscere le ricchezza e la profondità dell’amore di Dio:  "Vi ho chiamati amici, perché ho detto a voi tutto ciò che il Padre ha detto a me" ( Gv.15, 15).

 

Testimonianza

Dopo quarantotto anni di vita sacerdotale attiva, senza sosta e ripensamenti, eccomi qui a Collevalenza, nella casa di Madre Speranza, dedicata a Gesù Amore Misericordioso, per partecipare ad un corso di Esercizi Spirituali, sotto la guida di Sua Ecc.za Mons Luca Brandolini, che ci ha offerto il dono di rivisitare le primizie del nostro Sacerdozio, seguendo la Liturgia della nostra ordinazione.

Una stupenda rilettura, profondamente meditata, del Rito della Sacra ordinazione, facendoci rivivere, con grande emozione, i vari momenti della nostra Consacrazione Sacerdotale.

Nel profondo del cuore risaliva di nuovo il canto di riconoscenza per il dono immenso del Sacerdozio, di cui, senza alcun merito, il Signore ci aveva fatto partecipi.

A distanza di 48 anni, c’è solo da ringraziare e da commuoversi per tanta bontà del Signore.

Forse quando si è giovani, presi da tante occupazioni, non si comprende a fondo il valore di un dono così grande che investe tutta la nostra vita. Neppure dopo tanti anni di vita Sacerdotale e ricchi di una miniera di esperienze, si comprende ancora pienamente come mai il Signore, fidandosi della nostra pochezza, abbia messo nelle nostre mani un tesoro così grande, per il bene e la salvezza delle anime.

Il Cuore Misericordioso di Gesù ha fatto, della nostra nullità, un’opera spirituale più grande di quella che, in Collevalenza, ha fatto costruire dalla Venerabile Madre Speranza.

Attorno al nostro Sacerdozio sono accorse, e ancora accorrono, tante anime come Santuario dell’Amore Misericordioso, per trovare sollievo e soluzione ai loro problemi, per chiedere consigli avere parole di consolazione, per ottenere il perdono del Signore e per gustare di nuovo la gioia della Divina Misericordia.

Quattro giornate sono state brevi, e sono volate via veloci nonostante il ritmo intenso con cui le abbiamo vissute. Tuttavia sono state sufficienti per ammirare di nuovo il grande "Santuario della nostra Consacrazione Sacerdotale", come ripetutamente diceva Mons Luca Brandolini, che con tanta competenza e ricchezza di esperienza, ci dettava le Meditazioni.

A Lui il nostro Grazie sincero, con l’augurio che, l’eco delle sue meditazioni possa arrivare a tutti i Sacerdoti del mondo e a tutti i Seminari, perché anche i nuovi Sacerdoti si preparino a vivere, fin dal primo giorno, le ricchezze del loro Sacerdozio, in quella splendida ed estasiante luce con cui abbiamo vissuto noi questo giorni degli esercizi.

La gioia ed il sorriso che illuminava i nostri volti nel salutarci, possa echeggiare a lungo nella nostra vita, come una solenne sinfonia che, dalle canne del grandioso Organo, si diffonde e riempie tutte le volte di quel meraviglioso Santuario della nostra Ordinazione Sacerdotale.

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ultimo aggiornamento 23 febbraio, 2010