Signore, Ti ringrazio perché mi hai dato un cuore per amare e un corpo per soffrire

Per essere significativo, ogni apprendimento ha bisogno di sperimentare. Anche per imparare la lezione dell’amore il modo più efficace è sperimentarne le esigenze. Gesù allora non "spiega" come un qualunque insegnante cosa sia l’amore, ma invita a seguirLo.

Nell’ora in cui la strada diventerà più difficile e ci sembrerà di essere realmente così oppressi da ogni parte, come "accerchiati da grossi tori" (Sal. 22,13) è il tempo di non cercare più soluzioni o conforti, ma di spiegare direttamente a Lui il nostro dolore e, contemplando il suo, scoprire quanto ci ama.

Nella contemplazione e nella sequela, si impara direttamente da Colui che si è definito il "solo nostro maestro" (Mt 23,8).

Mi dici, Gesù mio, che l’amore se non soffre e non si sacrifica non è amore. Che insegnamento, Dio mio! Adesso mi rendo conto perché il tuo amore è così forte ed è fuoco che brucia e consuma. Hai sofferto tanto! Fa’, Gesù mio, che ti segua sempre nel dolore e mai dica "basta" nella sofferenza.

Fa’ che impari a rinunciare continuamente a me stessa, per possedere il mio Dio. Aiutami, Gesù mio, a vivere sempre abbracciata alla croce e fa’ che sappia reprimere, per mezzo della vera umiltà, il desiderio di essere onorata e, per mezzo della mortificazione, l’amore ai piaceri.

Fa’ che il mio cuore e la mia mente siano sempre fissi in te e possa dirti con tutta sincerità: vivo, ma non sono più io che vivo, è Dio che vive in me.(El Pan 18,703-06)

Maria Antonietta Sansone

Sia quest’acqua figura della Tua grazia e della Tua misericordia

Da circa un anno avvertivo disturbi intestinali ai quali non davo importanza ma che negli ultimi mesi erano diventati più frequenti. Il primario chirurgo dal quale alla fine mi ero recata per sottopormi a visita medica, mi diagnosticò un "polipo" rettale e mi chiese di sottopormi ad un esame rettoscopico con biopsia.

Prima di eseguirlo, volli recarmi a Collevalenza e per consiglio della stessa Madre Speranza, iniziai una novena presso il Santuario dell’Amore Misericordioso con una cura quotidiana di circa due litri dell’acqua che sgorga nell’ambito del Santuario stesso.

Al sesto giorno della novena ebbi la gioia e la sorpresa di constatare che il polipo da cui ero affetta era stato da me espulso spontaneamente. L’esito dell’esame istopatologico eseguito alcuni giorni dopo sul polipo espulso fu di adenocarcinoma muciparo del retto, in parte necrotico.

 

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ultimo aggiornamento 26 aprile, 2010