DAL SANTUARIO DI COLLEVALENZA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

P. Alberto Bastoni fam

Marzo 2010

 

Voce del Santuario

 

 

Il 25 marzo attraverso la liturgia delle Ore e l’Eucaristia abbiamo celebrato l’obbedienza di Gesù e Maria per la quale siamo stati salvati... O Maria... idealmente entro nella tua umile dimora… l’angelo è appena arrivato e nel profondo e devoto silenzio cerco di sentire la sua misteriosa voce... il soave suono di arpa e di flauti che fa da sfondo alla buona notizia... "Come avverrà tutto questo?"... l’angelo ti rassicura e tu tra felicità e timore pronunci il tuo "Sì"... che ha rallegrato l’universo..

Maria, sei grande perché hai realizzato la parola di Dio… sei la "benedetta fra tutte le donne"… ci insegni che nella meditazione della parola di Dio ciascuno scopre il senso del proprio essere… ciascuno trova il modo di realizzare la sua personalità come uomo o come donna… qualunque sia la scelta, tu, o Maria, ci accompagni… sei lì per chi, aprendosi alla vita, conosce la grandezza della propria missione nel mondo e preferisce non essere né padre e né madre per darne uno a chi non ne ha e per essere una continua pioggia di amore che non cerca nulla in cambio... sei lì per aiutare gli sposi a completarsi l’uno nell’altra per capire e vivere il proprio amore come un momento dell’eterno amore di Dio… sei lì che accompagni ogni coppia che sceglie l’avventura di chiamare altri esseri a condividere la gioia del vivere… perché ogni madre rinnovi nel mondo attraverso la famiglia l’amore eterno ed infinito di Cristo per la sua Chiesa, e diventi un momento della perenne incarnazione di Dio...

Il mio viaggio ideale continua e c’è Giuseppe... il mistero della tua maternità divina rompe d’un tratto il sereno rapporto di intima fiducia che vi unisce… e crea in lui l’ansia e il tormento di una soluzione che non ti faccia male... Anche questo dramma di amore e di delicatezza, di stupore e di dolore fanno di un santo come Giuseppe un uomo vicino a noi… con tutte le nostre difficoltà ma con una apertura singolare ed esemplare al sogno ed al progetto di Dio... tu, stella del mattino… aurora che dissipa le tenebre della notte… tu, madre mia, insieme al tuo sposo, prendimi per mano e portami fuori dal buio della mia esistenza per condurmi sulla via della luce.

Ci ha accompagnati ancora il tempo di Quaresima che ci ha vivificati con la Parola facendoci recuperare decisione e fortezza che rende possibile ogni percorso di fiducia… sostenuti dai Sacramenti... dalla preghiera frequente, fervida, umile, pressante... fiduciosa... e l’ammonimento di S. Agostino: "le due ali con cui la preghiera si innalza a Dio sono il perdono delle offese e l’aiuto offerto ai bisognosi"...

rettore.santuario@collevalenza.it

La RAI ha trasmesso la S. Messa dal Santuario di Collevalenza

Nel corso delle iniziative per il 50°del ritrovamento dell’acqua del Santuario, il 7 marzo 2010, Rai Uno ha trasmesso in mondo-visione la Santa Messa da Collevalenza. La trasmissione ha avuto inizio con la diffusione di una splendida e informata cartolina redatta da Enrico Longo Doria e dal regista Don Dino Cecconi. Ha presieduto l’Eucarestia P. Alberto rettore della Basilica-Santuario, hanno concelebrato P. Giovanni Ferrotti, Superiore della comunità religiosa, e P. Quinto Tomassi, Parroco di Collevalenza. P. Alberto, nella omelia ha ricordato il 50° del ritrovamento dell’acqua che, come suggerito da Gesù a Madre Speranza, viene utilizzata dai pellegrini nel corso di una liturgia battesimale/penitenziale e di purificazione. La liturgia è stata animata dal coro della Basilica diretto da P. Carlo Andreassi. All’organo il M° Luca Garbini. Il servizio liturgico inappuntabile è stato prestato dai ministranti della Parrocchia di Fratta Todina coordinati dal cerimoniere Fr. Piero Dall’Acqua.

Catechesi quaresimali

Mons. Giovanni Scanavino, Vescovo di Orvieto-Todi è intervenuto per la chiusura del ciclo delle catechesi quaresimali che si sono svolte nella Cappella del Crocifisso dell’Amore Misericordioso per iniziativa del Santuario e della Parrocchia di Collevalenza.

Il percorso delle catechesi ha avuto inizio con una meditazione sull’episodio della "Guarigione del cieco nato" (Gv 9) e ha sviluppato tutta una serie di riflessioni sulla sofferenza, il dolore, il perdono, la purificazione e la guarigione.

Il tema generale e quelli particolari, scelti per queste catechesi s’inseriscono nel quadro celebrativo dei 50 anni dal ritrovamento dell’acqua sorgiva del Santuario che sgorga proprio nel punto dove il Buon Gesù indicò a Madre Speranza, in uno dei colloqui mistici, pèrchè servisse per la purificazione e la guarigione dai mali fisici e spirituali.

Si sono alternati in queste catechesi Suor Roberta Vinerba, Don Lucio Gatti, già direttore regionale Caritas, Don Marco Gasparri, responsabile del campo Caritas tra i terremotati de l’Aquila e la dott.ssa Antonietta Sansone, medico.

In conclusione del ciclo Mons. Giovanni Scanavino ha trattato il tema "Ed egli disse: Io credo, Signore"(Gv 9, 38) introducendo il colloquio che il cieco guarito ha con Gesù dopo essere stato scacciato dai Giudei.

"Gesù lo incontra e gli dice.: "Ci credi in colui che ti ha guarito?"

-"E chi è, Signore, perché io creda in lui?"

-"…colui che parla con te è proprio lui."

-Ed egli disse: "Io credo, Signore." (Gv 9,35-38)

Gesù - ha sottolineato Mons. Scanavino - è venuto a portare la vera salvezza che parte dalla guarigione della persona "fuori" e guarisce dal peccato "dentro" perché l’uomo sia libero dal male che lo soffoca. La conclusione di questo brano presenta in maniera forte Gesù di fronte alle necessità dei poveri, dei sofferenti, dei deboli del suo tempo. Il tempo di oggi non è diverso. Noi stiamo vivendo un tempo afflitto da gravi problemi da un lato la povertà che avanza e dall’altra solo parole. Bisogna trovare la forza di mettersi davanti a Dio per diventare forti e capaci di aiutare gli altri. La nostra fede deve renderci capaci, coraggiosi, di smascherare il fariseismo corrente.

Credere in Gesù Cristo e non tentare di cambiare – si è domandato il Vescovo – quale speranza portiamo nel mondo perché si viva da uomini veri? Credere in Lui significa trovare dentro di noi la forza per cambiare dentro, noi e il mondo. Se non si è capaci di tanto è perché siamo un resto di fariseismo sempre pronto a frenare: la nostra fede è debole. Queste riflessioni quaresimali ci aiutino a chiedere: Signore aiutaci a credere di più".

Via Crucis in cripta

"La contemplazione della Passione di Gesù in Madre Speranza è qualche cosa che fa parte della sua vita; è costitutivo della sua spiritualità. Nella contemplazione della Passione di Gesù sembra che la Madre Speranza abbia qualche cosa di suo personale e nuovo". Da questa considerazione, è nata l’iniziativa di proporre il Pio Esercizio della Via Crucis accanto alla tomba della Madre, in cripta. Ogni venerdì di quaresima alle 17,45, le comunità del Santuario e un discreto numero di pellegrini/parrocchiani si sono ritrovati per meditare la Passione del Signore attraverso il doloroso cammino del Calvario. Diversi e tutti spiritualmente ricchi i testi usati, compresi quelli del Santo Curato d’Ars. Sicuramente però il più efficace a vivere intensamente questa pratica rimane, per noi quello che la Madre ha scritto: "Amate figlie mie, qualcuna di voi mi ha chiesto di mettere per scritto le parole che io dico quando prego, ogni giorno, la via crucis; lo faccio perché conosciate le frasi che a me escono dal cuore in quel momento"… (El pan 24).

Portare la croce è cosa inevitabile; portarla, seguendo Gesù, è gioia immensa; portarla, dopo che l’ha portata Gesù, è grande gloria!

L ’orario, ha permesso una più significativa presenza di persone che insieme a noi ha voluto condividere questo forte momento quaresimale.

***

Nel giorno che ricorda l’uccisione di mons. Romero (24 marzo 1980) ci siamo ritrovati per celebrare una giornata di preghiera facendo memoria dei missionari martiri e di quanti ogni anno sono uccisi solo perché incatenati a Cristo. Ogni martirio, ogni uccisione, porta con sé il sapore amaro dell’ingiustizia ma anche le parole illuminanti di Gesù "non sanno quello che fanno". Questa XVIII Giornata, voluta dalle Pontificie Opere Missionarie dal tema "La mia vita appartiene a voi" faccia ritrovare ad ogni comunità il senso profondo della vita vissuta secondo il Vangelo, con il coraggio di una memoria attiva e non rassegnata... per continuare o cominciare il cammino con uno slancio migliore... noi tutti non abbiamo voluto solo ricordare i missionari martiri ma vedere in loro il totale affidamento a Colui che per primo ha dato la vita per noi.

Pellegrinaggi

Nel mese di marzo la primavera sussurra i suoi primi profumi, tutto comincia di nuovo dall’esigenza di avere sempre più la presenza divina in noi. È anche il mese in cui, in forma massiccia, riprendono i pellegrinaggi, in particolare quelli di soggiorno, al nostro Santuario. Esperienze vissute con fede e nella speranza di trovare pace, amore misericordia. Fa quasi sorridere vedere tante persone accerchiare la tomba della Madre, sfregare sulle pietre le fotografie o gli indumenti dei loro cari… ma quando ti accorgi che dietro ci sono storie drammatiche di malattie, di situazioni disperate, il sorriso si muta in compostezza e intima condivisione.

Li ascolti, per ore e ore facendoti quasi martellare da quelle vicende percuotenti a cui dai risposta con quello che lo Spirito ti suggerisce… Una sfida vera e propria, una lotta contro colui che fa di tutto per separarci dall’Amore, con le sue insinuazioni e bisbigli sottili. Vorrei ringraziare, alla ripresa di questa nuova stagione di pellegrinaggi, i capigruppo che con impegno e dedizione organizzano i pullman per Collevalenza. Alcuni di loro lo fanno con una frequenza annuale ormai più che collaudata nel tempo ma sempre con grande entusiasmo e pazienza. Alla fine sempre soddisfatti di aver contribuito a far conoscere il vero volto di Dio, Amore Misericordioso che qui aspetta come un Padre e una Tenera Madre.

«È la Pasqua,

la Pasqua del Signore, gridò lo Spirito.

Non una figura, non un mito,

non un’ombra,

ma la Pasqua vera del Signore».

Annuncio Pasquale liturgia ortodossa

Celebriamo la Pasqua contemplando Cristo, agnello innocente.

Innalziamo a Lui un sacrificio di lode, confessiamo che è davvero Risorto.

Auguri!

Una testimonianza

Dopo quarantotto anni di vita sacerdotale attiva, senza sosta e ripensamenti, eccomi qui a Collevalenza, nella casa di Madre Speranza, dedicata a Gesù Amore Misericordioso, per partecipare ad un corso di Esercizi Spirituali, sotto la guida di Sua Ecc.za Mons Luca Brandolini, che ci ha offerto il dono di rivisitare le primizie del nostro Sacerdozio, seguendo la Liturgia della nostra ordinazione.

Una stupenda rilettura, profondamente meditata, del Rito della Sacra ordinazione, facendoci rivivere, con grande emozione, i vari momenti della nostra Consacrazione Sacerdotale.

Nel profondo del cuore risaliva di nuovo il canto di riconoscenza per il dono immenso del Sacerdozio, di cui, senza alcun merito, il Signore ci aveva fatto partecipi.

A distanza di 48 anni, c’è solo da ringraziare e da commuoversi per tanta bontà del Signore.

Forse quando si è giovani, presi da tante occupazioni, non si comprende a fondo il valore di un dono così grande che investe tutta la nostra vita. Neppure dopo tanti anni di vita Sacerdotale e ricchi di una miniera di esperienze, si comprende ancora pienamente come mai il Signore, fidandosi della nostra pochezza, abbia messo nelle nostre mani un tesoro così grande, per il bene e la salvezza delle anime.

Il Cuore Misericordioso di Gesù ha fatto, della nostra nullità, un’opera spirituale più grande di quella che, in Collevalenza, ha fatto costruire dalla Venerabile Madre Speranza.

Attorno al nostro Sacerdozio sono accorse, e ancora accorrono, tante anime come Santuario dell’Amore Misericordioso, per trovare sollievo e soluzione ai loro problemi, per chiedere consigli avere parole di consolazione, per ottenere il perdono del Signore e per gustare di nuovo la gioia della Divina Misericordia.

Quattro giornate sono state brevi, e sono volate via veloci nonostante il ritmo intenso con cui le abbiamo vissute. Tuttavia sono state sufficienti per ammirare di nuovo il grande "Santuario della nostra Consacrazione Sacerdotale", come ripetutamente diceva Mons Luca Brandolini, che con tanta competenza e ricchezza di esperienza, ci dettava le Meditazioni.

A Lui il nostro Grazie sincero, con l’augurio che, l’eco delle sue meditazioni possa arrivare a tutti i Sacerdoti del mondo e a tutti i Seminari, perché anche i nuovi Sacerdoti si preparino a vivere, fin dal primo giorno, le ricchezze del loro Sacerdozio, in quella splendida ed estasiante luce con cui abbiamo vissuto noi questo giorni degli esercizi.

La gioia ed il sorriso che illuminava i nostri volti nel salutarci, possa echeggiare a lungo nella nostra vita, come una solenne sinfonia che, dalle canne del grandioso Organo, si diffonde e riempie tutte le volte di quel meraviglioso Santuario della nostra Ordinazione Sacerdotale.

 

L'angolo

della MISERICORDIA

Giovedì santo (fonte non specificata)

Questa sera capisco Pietro e la sua riluttanza
senza mezzi termini: "Tu non mi laverai mai i piedi!".
Nella sua frase intravedo
il rispetto e l’amore per te, Gesù:
non voglio che ti inginocchi qui davanti a me,
non posso tollerare che tu, il Maestro,
ti comporti in questo modo.
Nelle parole di Pietro io riconosco la mia vergogna
nell’apparire come sono,
nella mia nudità, con le mie ferite,
nella mia sporcizia, con i miei sbagli,
nella mia piccineria, con le mie ambiguità.
Non mi piace, Gesù, che tu mi veda così come sono veramente...
Non è facile lavare i piedi a qualcuno,
ma è ancor più difficile lasciarseli lavare.
Non è sempre facile amare,
ma è ancor più difficile lasciarsi amare.
Questa sera intendo quello che tu vuoi da me:
non cerchi il discepolo perfetto,
ma solo un essere che si lasci amare da te,
che si lasci purificare dalla tua bontà,
guarire e salvare dalla tua misericordia.

Forse l’affermazione più radicale che Gesù abbia mai fatto è questa: "Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro" (Lc. 6,36), la misericordia di Dio mi viene offerta per invitarmi a diventare come Lui e mostrare la stessa compassione agli altri come Lui la mostra a noi. Se l’unico significato dell’essere misericordioso di Dio fosse che la gente pecca ma Dio perdona, non ci sarebbe nessuna provocazione a crescere spiritualmente e tutto questo sarebbe solo puro sentimentalismo, ciò che siamo chiamati a realizzare invece nella nostra vita è non solo sperimentare l’amore di Dio ma riuscire a lavare i piedi al nostro prossimo, solo così riusciremo ad essere testimoni di misericordia, apostoli che si lasciano purificare per amare a loro volta.

Foto di gruppo

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ultimo aggiornamento 29 aprile, 2010