La lettera

 

Dio nel cyberspazio

Carissimo,

c’è stordimento, c’è distrazione, c’è insignificanza nella nostra epoca, c’è una stagione intasata di materia. E però c’è in tutto questo una domanda indistruttibile, inesausta, di infinito, di futuro.

La verità è che il mondo di oggi chiede Dio. Ci ritroviamo angosciati, feroci, abitanti insoddisfatti, alla ricerca di una Presenza. Ed ecco il mandato del Papa: "Portiamo Dio nel cyberspazio".

Forse non sempre, per il passato, ci si è ritrovati attenti. È certo, però, che non è mancata mai la testimonianza dei precursori, dei profeti della comunicazione. Oggi, dopo il Concilio, si è sempre più interrogati dal dovere di esserci.

Ci troviamo ormai alla confluenza di alcuni dati essenziali, incontrovertibili: il dato teologico, il dato ecclesiale, il dato storico.

Il dato teologico. Dio è comunicazione, è perfetta comunicazione trinitaria, in se stesso e con gli uomini. Cristo è il grande "comunicatore" e il Vangelo non è che Notizia risorta.

C’è poi, il dato ecclesiale. Il magistero della Chiesa, dall’«Inter mirifica», si è fatto sempre più positivo, esigente. Documenti e convegni sono espliciti. Una Chiesa che non usa questi mezzi per annunziare il messaggio, è una Chiesa muta che non riesce a farsi Parola.

Ed infine, il dato storico. L’informazione diventa sempre più "potere" decisionale, capace di condizionare le scelte dell’uomo. Mai come oggi risulta chiaro che il futuro sarà di chi saprà usare l’informazione.

Ed è la domanda che ritorna, la provocazione di Giovanni Paolo II: "Da questa galassia di immagini e suoni, emergerà il volto di Cristo? Si udirà la sua voce?"

Entrare in Internet, condividere domande, speranze terrene, quell’«oltre» smarrito da uomini orfani di un sogno, qui è evangelizzare oggi.

Nino Barraco

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ultimo aggiornamento 19 maggio, 2010