la parola del papa

Benedetto XVI

 

"Anche nel mondo digitale deve emergere che l’attenzione amorevole di Dio in Cristo per noi non è una cosa del passato e neppure una teoria erudita, ma una realtà del tutto concreta e attuale"

 

 

Domenica 16 maggio 2010, solennità dell’Ascensione del Signore, la Chiesa ha celebrato la 44a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali

Benedetto XVI

 

A cura di Antonio Colasanto

Il tema di questa Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali "Il sacerdote e la pastorale nel mondo digitale: i nuovi media al servizio della Parola", "si inserisce felicemente nel cammino dell’Anno sacerdotale – scrive nel suo messaggio il Santo Padre Benedetto XVI - e pone in primo piano la riflessione su un ambito pastorale vasto e delicato come quello della comunicazione e del mondo digitale, nel quale vengono offerte al Sacerdote nuove possibilità di esercitare il proprio servizio alla Parola e della Parola".

È un tempo, questo, nel quale la riflessione e il discernimento devono farsi attenti al messaggio del Santo Padre, particolarmente rivolto ai sacerdoti e dal titolo veramente significativo: "Il sacerdote e la pastorale nel mondo digitale: i nuovi media al servizio della Parola", ma anche a quanto è emerso nel recente convegno "Testimoni digitali", promosso dalla Cei e tenutosi a Roma dal 22 al 24 aprile 2010.

Il documento pontificio e l’evento romano, quest’ultimo i cui lavori abbiamo seguito di persona, si integrano perfettamente.

Al di là degli specifici destinatari cui rispettivamente sono rivolti, essi richiamano con maggiore vigore quel luogo, nel quale siamo chiamati ad essere presenti quali testimoni di Gesù Cristo: si tratta del cyberspazio, fatto, come afferma Benedetto XVI, di "innumerevoli crocevia creati dal fitto intreccio di autostrade" che lo attraversano; e qui siamo chiamati "ad affermare il diritto di cittadinanza di Dio".

Le nuove tecnologie digitali offrono al sacerdote nuove opportunità per il proprio ministero, che non deve essere ridotto ad una competenza meramente tecnica, ma, come afferma il Papa, facendo "trasparire il suo cuore di consacrato, per dare un’anima non solo al proprio impegno pastorale, ma anche all’ininterrotto flusso comunicativo della ‘rete’.

Al fine di offrire uno strumento efficace per la riflessione e l’approfondimento abbiamo enucleato dal messaggio del Santo Padre Benedetto XVI 20 frasi-chiave che vi proponiamo di seguito.

  1. Compito primario del Sacerdote è quello di annunciare Cristo, la Parola di Dio fatta carne, e comunicare la multiforme grazia divina apportatrice di salvezza mediante i Sacramenti.

  2. Sta qui l’altissima dignità e bellezza della missione sacerdotale, in cui viene ad attuarsi in maniera privilegiata quanto afferma l’apostolo Paolo: "Dice infatti la Scrittura: Chiunque crede in lui non sarà deluso… Infatti: Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato.

  3. Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto?

    1. Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare?

    2. Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci?

    3. E come lo annunceranno, se non sono stati inviati?" (Rm 10,11.13-15).

    4. Per dare risposte adeguate a queste domande all’interno dei grandi cambiamenti culturali, particolarmente avvertiti nel mondo giovanile, le vie di comunicazione aperte dalle conquiste tecnologiche sono ormai uno strumento indispensabile.

  4. Con la loro diffusione, pertanto, la responsabilità dell’annuncio non solo aumenta, ma si fa più impellente e reclama un impegno più motivato ed efficace.

  5. Al riguardo, il Sacerdote viene a trovarsi come all’inizio di una "storia nuova", perché, quanto più le moderne tecnologie creeranno relazioni sempre più intense e il mondo digitale amplierà i suoi confini, tanto più egli sarà chiamato a occuparsene pastoralmente, moltiplicando il proprio impegno, per porre i media al servizio della Parola.

  6. Tuttavia, la diffusa multimedialità e la variegata "tastiera di funzioni" della medesima comunicazione possono comportare il rischio di un’utilizzazione dettata principalmente dalla mera esigenza di rendersi presente, e di considerare erroneamente il web solo come uno spazio da occupare.

  7. Ai Presbiteri, invece, è richiesta la capacità di essere presenti nel mondo digitale nella costante fedeltà al messaggio evangelico, per esercitare il proprio ruolo di animatori di comunità che si esprimono ormai, sempre più spesso, attraverso le tante "voci" scaturite dal mondo digitale, ed annunciare il Vangelo avvalendosi, accanto agli strumenti tradizionali, dell’apporto di quella nuova generazione di audiovisivi (foto, video, animazioni, blog, siti web), che rappresentano inedite occasioni di dialogo e utili mezzi anche per l’evangelizzazione e la catechesi.

  8. Attraverso i moderni mezzi di comunicazione, il Sacerdote potrà far conoscere la vita della Chiesa e aiutare gli uomini di oggi a scoprire il volto di Cristo.

  9. Più che la mano dell’operatore dei media, il Presbitero nell’impatto con il mondo digitale deve far trasparire il suo cuore di consacrato, per dare un’anima non solo al proprio impegno pastorale, ma anche all’ininterrotto flusso comunicativo della "rete".

  10. Anche nel mondo digitale deve emergere che l’attenzione amorevole di Dio in Cristo per noi non è una cosa del passato e neppure una teoria erudita, ma una realtà del tutto concreta e attuale

  11. Compito di chi, da consacrato, opera nei media è:

    1. quello di spianare la strada a nuovi incontri,

    2. assicurando sempre la qualità del contatto umano

    3. e l’attenzione alle persone

    4. e ai loro veri bisogni spirituali;

    5. offrendo agli uomini che vivono questo nostro tempo "digitale" i segni necessari per riconoscere il Signore;

    6. donando l’opportunità di educarsi all’attesa e alla speranza e di accostarsi alla Parola di Dio, che salva e favorisce lo sviluppo umano integrale.

  12. Questa potrà così prendere il largo tra gli innumerevoli crocevia creati dal fitto intreccio delle autostrade che solcano il cyberspazio e affermare il diritto di cittadinanza di Dio in ogni epoca, affinché, attraverso le nuove forme di comunicazione, Egli possa avanzare lungo le vie delle città e fermarsi davanti alle soglie delle case e dei cuori per dire ancora: "Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me" (Ap 3,20).

  13. Nel Messaggio dello scorso anno ho incoraggiato i responsabili dei processi comunicativi a promuovere una cultura di rispetto per la dignità e il valore della persona umana. È questa una delle strade nelle quali la Chiesa è chiamata ad esercitare una "diaconia della cultura" nell’odierno "continente digitale".

  14. Con il Vangelo nelle mani e nel cuore, occorre ribadire che è tempo anche di continuare a preparare cammini che conducono alla Parola di Dio, senza trascurare di dedicare un’attenzione particolare a chi si trova nella condizione di ricerca, anzi procurando di tenerla desta come primo passo dell’evangelizzazione.

  15. Una pastorale nel mondo digitale, infatti, è chiamata a tener conto anche di quanti non credono, sono sfiduciati ed hanno nel cuore desideri di assoluto e di verità non caduche, dal momento che i nuovi mezzi consentono di entrare in contatto con credenti di ogni religione, con non credenti e persone di ogni cultura. Come il profeta Isaia arrivò a immaginare una casa di preghiera per tutti i popoli (cfr Is 56,7), è forse possibile ipotizzare che il web possa fare spazio - come il "cortile dei gentili" del Tempio di Gerusalemme - anche a coloro per i quali Dio è ancora uno sconosciuto?

  16. Lo sviluppo delle nuove tecnologie e, nella sua dimensione complessiva, tutto il mondo digitale rappresentano una grande risorsa per l’umanità nel suo insieme e per l’uomo nella singolarità del suo essere e uno stimolo per il confronto e il dialogo..

  17. I nuovi media, pertanto, offrono innanzitutto ai Presbiteri prospettive sempre nuove e pastoralmente sconfinate, che li sollecitano a valorizzare la dimensione universale della Chiesa, per una comunione vasta e concreta; ad essere testimoni, nel mondo d’oggi, della vita sempre nuova, generata dall’ascolto del Vangelo di Gesù, il Figlio eterno venuto fra noi per salvarci.

  18. Non bisogna dimenticare, però, che la fecondità del ministero sacerdotale deriva innanzitutto dal Cristo incontrato e ascoltato nella preghiera; annunciato con la predicazione e la testimonianza della vita; conosciuto, amato e celebrato nei Sacramenti, soprattutto della Santissima Eucaristia e della Riconciliazione.

  19. A voi, carissimi Sacerdoti, rinnovo l’invito a cogliere con saggezza le singolari opportunità offerte dalla moderna comunicazione. Il Signore vi renda annunciatori appassionati della buona novella anche nella nuova "agorà" posta in essere dagli attuali mezzi di comunicazione.

  20. Con tali voti, invoco su di voi la protezione della Madre di Dio e del Santo Curato d’Ars e con affetto imparto a ciascuno la Benedizione Apostolica.

Si consiglia, comunque, di leggere il testo integrale del Messaggio di Benedetto XVI: http://www.vatican.va

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ultimo aggiornamento 18 giugno, 2010