La lettera

 

La Chiesa ringrazia

Carissimo,

mi piace questa Chiesa che si accusa, pronta a riconoscere per prima le sue colpe, che diventa sempre più altare, libera da tutte le compromissioni del male, spalancata al grido della giustizia.

Sì, una Chiesa che non ha paura di confessare i suoi peccati, che si dichiara bisognosa di purificazione, di conversione, che chiede perdono. Una Chiesa che ringrazia quanti, nell’accusarla, rendono un servizio alla sua conversione al Vangelo.

Così, Benedetto XVI, senza copertura, nel turbine che ha sconvolto il mondo per lo scandalo della pedofilia: "La Chiesa è perseguitata dai suoi stessi peccati… il vero nemico da temere e da combattere è il peccato, il male spirituale che a volte, purtroppo, contagia anche i membri della Chiesa".

Ricordiamo il "mea culpa" di Giovanni Paolo II, il "miserere" della Chiesa per il perdono dei suoi peccati.

Purificare la memoria da tutte le intolleranze, dalle guerre sante, da tutti i metodi di violenza consumati nel segno della croce, da tutti gli strumenti impropri usati nel servizio della verità, da tutte le contro-testimonianze, che hanno tradito nei più indifesi, nei bambini, il sangue dell’Agnello.

Sì, è questa la Chiesa che mi piace, che non ha paura di dichiararsi vera. Umana, eppure divina.

Divina, certamente. Santa nella povertà, nell’umiltà, nel nascosto dei suoi santi, nel mistero della sua storia.

Una Chiesa che Cristo ha unito a sé come suo Corpo, che ha amato come sua sposa. È il Suo sangue, santo, innocente, immacolato, che la vivifica ogni giorno, che la rende santificante, "fino alla fine del mondo".

Popolo di Dio, tempio dello Spirito Santo, una Chiesa che ha già raggiunto in Maria quella perfezione che la rende "senza macchia e senza ruga".

È questa la grande verità.

Nino Barraco

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ultimo aggiornamento 21 luglio, 2010