Usino quest’acqua con tanta fede e fiducia ...

"…che usino di quest’Acqua…" (El Pan 24,75)
 

Diverse volte nella Sacra Scrittura ricorre l’invito agli "assetati" ad attingere gratuitamente acqua alla Sorgente di Dio (Is 55,1; Ap 21,6; Ap 22,17) e nel Vangelo Gesù stesso esclama ad alta voce: "Chi ha sete venga a me e beva…" (Gv7, 37) . Ma perché questo invito ripetuto? e se è per noi, se siamo noi gli "assetati", di cosa avremmo veramente sete?

Difficile ammetterlo, oppure non ne siamo sempre pienamente consapevoli, ma ciò che desideriamo sopra ogni altra cosa è di essere amati; è il nostro bisogno fondamentale, dalla nascita alla morte.

Non è un bisogno totalmente disatteso, ma non è mai completamente soddisfatto e troppo spesso nella vita ci accade che venga anche frustrato, tradito o deluso. Chi ci ha creato lo sa e ripete ad ognuno di noi "cercatore" instancabile d’acqua come alla "cercatrice d’acqua" Samaritana al pozzo di Giacobbe: "Se tu conoscessi il dono di Dio…Egli ti avrebbe dato acqua viva" (Gv 4,10)

Tutto l’Amore che da sempre desideriamo è già per noi, aspetta solo di essere accolto. Poiché ancora non lo conosciamo, lo rifiutiamo attratti da qualunque altra acqua: "…hanno abbandonato Me, Sorgente di acqua viva, per scavarsi cisterne…che non tengono l’acqua."(Ger 2,13)

Continuiamo così a mendicare, con affanno e amareggiati dalla sublime libertà dell’amore che non è possibile ottenere per forza o comprandolo: "Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa in cambio dell’Amore, non ne avrebbe che dispregio"(Ct8,7)

Il Dono che ancora non conosciamo, ci attende paziente e fedele: nessuno ha per noi un Amore più grande.(cfr.Gv 15,13)

Maria Antonietta Sansone

... e si vedranno sempre liberati da gravi infermità

Un brutto giorno mi dicono che ho un tumore al seno e che dovrò subire un serio intervento chirurgico. Mi sento disperata, consulto vari Professori ma non so a chi affidarmi. Incontro un amico che mi dice con forza di andare a Collevalenza e mi regala un’immagine di Madre Speranza; io non conosco questo luogo, né tanto meno questa Suora.

Il sabato precedente il ricovero, decidemmo con mio marito di andare a Collevalenza, era una giornata tranquilla e c’era una grande pace. Nel pomeriggio la via Crucis, il santo Rosario, il bagno nelle Piscine, la Confessione, il mio raccoglimento davanti a Gesù crocifisso e sulla tomba di Madre Speranza mi hanno colmato il cuore e l’anima di una gioia così intensa e totale che mi sono ritrovata a ringraziare il Signore del mio grave problema. Ho così affrontato l’intervento con una forza e una carica eccezionali. Devo dire anche che ho superato la prova nel migliore dei modi e con danni meno devastanti di quanto al principio si ritenesse, ma principalmente è stata guarita la mia anima facendomi capire tanto.

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ultimo aggiornamento 11 gennaio, 2011