8 febbraio - anniversario nascita al cielo di Madre Speranza
   
   
OMELIA: S.E. Mons. Domenico CANCIAN fam - vescovo di Città di Castello

 

La vita ha senso pieno nella luce dell’Amore misericordioso e appassionato di Dio per l’uomo

Omelia nella celebrazione eucaristica per la professione religiosa di Jincy, Elena, Shyni, Paula, Ioana.
Collevalenza 7 febbraio 2011

"Prima di formati nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato".

Questa Parola del Signore al profeta Geremia ha segnato tutta la sua vita. Non solo l’inizio, ma ancor più i momenti difficili nei quali era tentato di scoraggiamento.

La sua stessa Parola vale per noi, vale per voi carissime Jincy, Elena, Shyni, Paula e Ioana. Lui vi ha pensato, voluto, conosciuto, consacrato come Ancelle del Suo Amore, prima ancora di venire al mondo. "Non voi avete scelto me, - dirà Gesù - ma io ho scelto voi". Se non altro per il fatto che venite da molto lontano tutte e cinque.

Ma ciò non toglie la nostra libertà e responsabilità, perché il Signore, quando noi possiamo intendere e volere ci fa arrivare la Sua proposta che noi possiamo accettare o lasciar cadere. E voi avete riflettuto per diversi anni su questa proposta vocazionale, così diversa dagli umani progetti. Il Signore ascolta con attenzione le nostre obiezioni:"Io non riesco, non sono capace, sono giovane e ho altri desideri molto più immediati, mi piace la vita più tranquilla, con soddisfazioni più terra terra".

Ma il Signore insiste perché ci vuol bene e sa che quella proposta ci porta alla vera gioia. "Vai dove io ti manderò. Non avere paura, io sono con te per proteggerti. Stai sicura che non ti deluderò. Te lo garantisco".

E poi ci offre dei segni. Anche voi l’avete avuti. Al profeta Geremia, che era chiamato ad annunciare verità scomode (con prevedibili conseguenze), il Signore tocca con la mano la bocca dicendo: "Ecco, io metto le mie parole sulla tua bocca". Così è stato. Il Signore ha mantenuto la promessa. E il profeta, pur in mezzo alle sofferenze e agli insulti, può affermare con meraviglia e gratitudine: "Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre".

È questa la cosa più bella della vita cristiana e della vita consacrata in particolare. Il Signore è innamorato di ciascuno di noi al punto da sedurci: ci vuole per Sé, non per strumentalizzarci ma per riempirci del Suo Amore. Dio che seduce l’uomo. È questo il verbo chiave dell’esistenza umana: la vita ha senso pieno nella luce dell’Amore misericordioso e appassionato di Dio per l’uomo. L’uomo acquista un Valore infinito: può diventare amico del Signore, può entrare in una relazione sponsale con Gesù.

Cosicché noi possiamo vivere, come dice Madre Speranza "tutto per amore" di Colui che per noi ha dato tutto, anzi tutto si è donato. Impariamo da Lui, che è l’Amore, a vivere nell’Amore suo.

La cosa più bella che voi ora direte pronunciando i santi voti è riassunta ancora con le parole della nostra Madre: "Voglio essere tutta per Te, come Tu sei tutto per me". Se così vivete, carissime sorelle, la vostra vita sarà bellissima e utilissima.

 

"Ecco lo Sposo! Andategli incontro!"

La parabola delle dieci vergini che con le loro lampade accese vanno con gioia incontro allo Sposo per la festa di nozze, indica il percorso della vostra vita da ora fino al momento dell’abbraccio con l’Amato del vostro cuore. Un cammino lungo, che non ammette distrazioni. Occorre una scorta d’olio. C’è bisogno di far attenzione perché il vento non spenga la lampada. Non ci si può addormentare senza tenerci pronti e alzarci in tutta fretta per accogliere lo Sposo che può arrivare nel cuore della notte. Tutta la vita è come un andare incontro allo Sposo! Questo è il significato profondo dell’esistenza. Per tutti. E noi religiosi abbiamo da testimoniare ciò in modo particolare. Dovremo far le prove del canto nuziale, far intravedere la grande festa che ci attende, invitare tutti a correre incontro allo Sposo che ci introduce nella casa del Padre in compagnia di tutti i santi del cielo.

Una prospettiva di vita davvero stra­ordinaria e bellissima. Madre Teresa di Calcutta, interrogata su chi fosse il suo sposo, disse. "È colui senza il quale la mia vita sarebbe completamente persa" .

Straordinariamente bello, ma al tempo stesso totalizzante. La parabola realisticamente ci fa sapere che cinque delle dieci vergini rimasero senza olio, si ritrovarono la porta chiusa e udirono una terribile parola: "Non vi conosco!"

I santi, consapevoli di questa possibilità, presero sul serio due imperativi di Gesù: "Pregate e vigilate per non cadere in tentazione". E aggiungevano: "Signore, toglimi la vita prima che abbia a perderti".

 

"Niente e nessuno potrà mai separarci dall’Amore di Dio"

Dinanzi alla nostra debolezza e fragilità di cui tutti abbiamo esperienza, il dubbio ci prende. "Chi ci assicura che saremo tra le cinque vergini sagge e non tra quelle stolte?". Umanamente parlando: nessuno. Tutti noi conosciamo momenti di saggezza e momenti strani, nei quali possiamo fare pazzie e buttar tutto all’aria. Dobbiamo trovare un punto fermo, un fondamento che ci può sostenere anche nel caso del "terremoto". Gesù parla della casa costruita sulla roccia che è Lui. Se rimaniamo stabili nel Suo Amore, allora siamo sicuri.

San Paolo ci assicura che la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, niente e nessuno potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù. Tale Amore di Dio in Cristo è lo Spirito che ha consacrato e santificato il Santo dei Santi, Maria Santissima, le miriadi di santi. Come a dire che la perseveranza è dono di Dio, è frutto dello Spirito Santo. A noi è chiesto solo di vegliare e pregare, accogliere lo Spirito e seguire le sue ispirazioni. Siamo sicurissimi dell’onnipotenza dello Spirito di Dio. Ma noi siamo impegnati ogni momento a camminare, guidati da Lui, sulle orme di Gesù.

Rinnovate ogni giorno i vostri voti, guardando il Crocifisso dell’Amore misericordioso: "Tu, Signore Gesù, sei l’unico Bene della mia vita. Voglio vivere come Te, nell’Amore obbediente, casto e povero. Voglio essere tutta tua per testimoniare il Tuo Amore dove tu mi vuoi mandare".

Diciamo spesso come Maria e come Madre Speranza: "Eccomi, sono l’Ancella del Signore, avvenga in me quello che hai detto. Benedici il Signore, anima mia".

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ultimo aggiornamento 16 marzo, 2011