Usino quest’acqua con tanta fede e fiducia ...

"…con tanta fede e fiducia…"(El Pan 24,75)

Se la fede, oltre che dono di Dio è atto di volontà che coinvolge la ragione e l’intelligenza della persona, la fiducia è la fede del cuore.

Fiducia è l’atteggiamento di chi conosce e stima l’altro al punto da non temere di affidargli qualcosa di prezioso o se stesso. Fa gioire chi la riceve; fa sentire di essere un valore per l’altro e, in risposta, produce un movimento di avvicinamento che lega più saldamente gli amici.

Se è attuabile tra persone umane, la fiducia in Dio, Padre buono che ci ama come figli, deve essere totale e assoluta com’è quella del bambino, che sa solo affidarsi totalmente, perché non può sospettare il tradimento ed è ancora inconsapevole dell’ingiustizia, invenzioni degli adulti.

Con Dio bisognerebbe tornare come bambini, tanto da riposare nelle Sue mani con la stessa serenità del bambino, che nelle braccia del padre si sente onnipotente, e da chiedere il Suo aiuto con la stessa semplicità e sicurezza di venire esauditi del bambino, che non dubiterebbe mai del proprio padre.

"Questa è la fiducia che abbiamo in Lui: qualunque cosa gli chiediamo secondo la sua volontà, egli ci ascolta: E se sappiamo che ci ascolta in quello che gli chiediamo, sappiamo di avere già quello che gli abbiamo chiesto." (1Gv 5, 14-15)

Il modello è sempre Gesù, che nell’oscurità della croce continua a pregare e a rivolgersi con fiducia al Padre e nel momento estremo della Sua vita, interamente intessuta di fiducia e confidenza nel Padre, muore offrendosi a Lui; nonostante i sentimenti di abbandono che lo opprimono, confidando di essere ascoltato, esclama in un supremo atto di fiducia "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito" (Lc 23,46).

Quale padre può resistere alla piena fiducia di un proprio figlio?

Maria Antonietta Sansone

 ... e si vedranno sempre liberati da gravi infermità

Ho conosciuto Madre Speranza nel 1964, dovevo operarmi al seno per un nodulo e ciò mi preoccupava molto. Madre Speranza mi incoraggiò, assicurandomi che non era nulla. In Ospedale mi asportarono la mammella, perché il nodulo era di natura maligna, tanto che mi diedero pochi giorni di vita. Tornai dalla Madre e spiegai che le cose erano andate diversamente da come mi aveva detto e lei rispose "Se te lo avessi detto, tu ci saresti andata?". Mi consigliò di bere l’acqua del Santuario in modo continuativo, tanto che mi recavo mensilmente a Collevalenza per farne rifornimento con le damigiane. Sono passati quasi quaranta anni e da allora continuo a prendere l’acqua e a venire a Collevalenza. (Aprile 2003)

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ultimo aggiornamento 16 marzo, 2011