La lettera

 

Le ali ai giovani

 

Carissimo,

non è una notizia del passato la Giornata Mondiale dei giovani a Madrid. È̀ notizia sempre nuova, tutta da reinventare nel significato più autentico che ha espresso: il significato delle ali.

Lo ha detto il Papa: "Con Gesù̀ diamo le ali alla nostra libe0rtà".

Rifarsi le ali, volare alto. Una fede, un monito, una responsabilità per la terra. Sì̀, perché è sulla terra che siamo chiamati a misurare il volo, a lottare, a sperare per un giorno "altro". È sulla terra che emarginazione, sofferenza, ingiustizia, crimine, disagio, interpellano la nostra capacità̀ di esserci: "Giovani, non passate oltre, davanti alla sofferenza umana, dove Dio vi attende".

L’attesa di Dio, il mandato a giocarsi la vita. Nella suggestione sofferta e provocatoria della Via Crucis dettata a Madrid da quelle Suore che "sul terreno" pagano il conto dell’amore, è il riscontro, ogni giorno, della nostra responsabilità.

Volare, sognare, ma anche pagare i sogni.

Come faccio a non pensare al grido di ogni Abele, a tutte le sopraffazioni della politica, alle ingiustizie, alla fame, al terrorismo delle guerre, ai fili spinati delle nostre logiche di razzismo, di indifferenza, di morte? Come faccio a non pensare ai 25 cadaveri di quella barca dell’orrore, che approda a Lampedusa? Come faccio a non pensare al "nostro" mare-tomba di sogni e di libertà?

No, nessuno si illuda che il cielo possa essere a scapito della terra, che il sognare possa essere l’alibi del nostro disimpegno. È̀, invece, la "violenza" del cielo che ci impegna a lottare, ad amare, a scommettere su quelle parole giovani, che, da Madrid, dovrebbero rivoluzionare la terra.

Nino Barraco

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ultimo aggiornamento 14 ottobre, 2011